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donazioni, i quali atti di liberalità ci fanno bastantemente conoscere, che premiava la fedeltà dei suoi Popoli specialmente col dono di Signorie, e di privilegj, perlochè non sembrami affatto fuor di proposito il credere, che anche la li bertà di Firenze fosse un' atto della sua riconoscenza, è generosità; parmi ancora che debba così credersi poichè non abbiamo memorie che ci avvisino essersi i Fiorentini ridotti in libertà per mezzo della forza, nè parmi che ciò possa supporsi, poichè le piccole forze dei Fiorentini non avrebbero potuto far fronte alle forze di Matilda, che erano certamente rispettabili, e grandi, avendo potuto resistere alle forze di Errico IV. per il corso di tanti anni. Nè può credersi, che se si fossero ribellati i Fiorentini, Matilda avesse chiusi gli occhi alla loro rivolta, mentre essendolisi nell' anno 1107. ribellato il Castello di Prato essa vi pose l'assedio, come lo pros va una carta appartenente a quell' anno, e che contiene una conferma di possesso a favore di Anselmo Abbate di Fucecchio, la quale comincia con queste parole. „ Dum in Dei nomine

Do

ཉ Domina inclyta Comitissa Matilda Ducatrix, stante ea in obsidione Prati; „ássistentibus cum ea D. Ildebrando (57) „ gratia Dei Pistoriensi Episcopo.

Se dunque si oppose Matilda alla Ribellione dei Pratesi, creder dobbiamo che opposta si sarebbe anche ai Fiorentini se si fossero dal suo dominio violentemente allontanati . Si conosce che questa gran donna possedeva un cuor generoso, e clemente, ma puniva gli oltraggi, che alla Maestà del Trono era no fatti.

L'Eruditissimo Dott. Giovanni Lami nella Lezione VIII. dice, che essendo i Fiorentini assuefatti da Matilda a non obbedire agli Imperatori, si cominciarono a mettere in stato di libertà, e d'indipendenza dopo la di lei morte, che seguì come abbiamo detto nell' anno 1115. il dí 23. di Luglio per attestato di Do

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niz-m

(57) Fu questo Vescovo della Nobilissima Famiglia dei Conti Guidi: era Monaco Vallombrosano, e Abbate della Badia di S. Michele in Forcole, successore di Pietro parimente de Conti Guidi, e Antecessore del Celebre S. Atto ottavo Abbate Generale della Congregazione di Vallombrosa.

nizzone scrittore contemporaneo in età di anni 69. in Bondeno Castello nel Mantovano. Ma quanto sbagli questo grande uomo, lo provano ad evidenza le ragioni da me dedotte, ed il Documento dell'anno 1101. da me sopra riportato, quale chiaramente dimostra, che quattordici anni prima dell' epoca fissata dal Lami i Fiorentini erano liberi, e indipendenti.

CAPITOLO

D

Dei Consoli.

III.

Alla carta appartenente all'anno 1101. pubblicata nell' antecedente Capitolo si viene, come abbiamo dimostrato, in piena cognizione della libertà di Firenze e che Consoli furono chiamati quei Cittadini, che presiederono al Governo della nascente Repubbliea. Ottone da Frisinga descrivendo i costumi degli Italiani dei suoi tempi circa l'anno 1166. dice, che le Città ad imitazione degli antichi Romani fissarono il Governo dando tutto l' arbi

trio ai Consoli con eleggere tre, dai tre ordini del Popolo, e che alcuni di essi attendevano al politico Governo altri alla decisione delle cause, civili, e criminali. Ed infatti le principali Città dell'Italia cominciarono la loro libertà con eleggere i Consoli al governo. Se poi in Firenze fossero eletti tre Consoli dai tre ordini del Popolo secondo il sentimento di Ottone Frisingense, è cosa molto incerta tanto il negarla, quanto approvarla. Dal Documento da me riportato non si ottiene veruno schiarimento, poichè non fa che nominarli titelarmente tralasciandone affatto la numerazione, ed il nome; non si può neppure acquistare veruna cognizione dalle scritture degli anni successivi, poichè manchiamo affatto di memorie fino all' anno 1138., le quali certamente nei prossimi anni antecedenti non possiamo avere, poichè sappiamo per testimonianza dell' Annalista Sassone, che nell' an

no 1135.

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1135. essendo per la seconda volta venuto in Italia l'Imperatore Lotario II. per superare l'Antipapa Anacleto ed assicurare tranquillamente al vero Pontefice Innocenzio II. il Go

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ver

verno della Chiesa Cattolica, spedì da Bologna Errico Duca di Baviera suo Capitano a soggiogare le Città di Toscana (58) che tutte ad eccettuazione di Pisa per attestato di S. Bennardo nella sua Lettera CXL. scritta all' Imperatore seguitavano il partito dello scismatico Anacleto. Giunto Errico in Toscana assediò, e prese Firenze e restituì alla sede Vescovile il suo Vescovo stato ingiustamente espulso probabilmente dagli Scismatici. Il citato Annalista Sasşone così narra questo fatto Sicque Florentiam adiens obsedit, & ad deditionem compulit, ac ejusdem Civitatis Episcopum injuste expulsum sedi suæ restituit.,, (59) Per quanto da questo racconto si conosca che Firenze perdè la libertá, e di nuovo nel 1135. fu soggetta agli Imperatori Germanici, abbiamo tutta la ragione di credere,

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che

(58) Annal. Sasson. apud d. Ecchard. f. 174. , ut urbes quas ipse pro tædio divertendi " itineris adire non poterat, subijceret,

(59) Era Vescovo in quel Tempo Gottifredo figlio del Con. Alberto de Conti Alberti, il quale fu assunto al Vescovato l'anno. 1113. e morì nel 1142.

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