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LETTER A XIII.

AL P. TOMMASO AURISPA

A MACERATA.

O poco prima ricevuto la fua gentiliffima, la quale, a volerle parlare con quella fchiettezza, che deefi ufare tra amici, mi ha in qualche maniera turbato, pensando, ch' io non ho giammai, almen volontariamente, commeffo delitto tale, per cui il mio caro Signor D. Tommaso aveffe dovuto fcrivermi con quello ftile, con cui fi fcrive a coloro, che non ci fon troppo amici. La fua lettera è un panegirico da capo a piè. Ora le pare, che convenga alla noftra amicizia lodarci fcambievolmente? Quefta è peffima tentazione, la quale può fedurre facilmente la più mobile delle notre paffioni, qual' è l'amor proprio, ed armarlo contra la noftra virtù; perciocchè come non fi può ne fi dee credere, che le lodi degli amici fieno adulazioni, così è naturale, che l'amico così dall' altro ftranamente lodato, fi perfuada meritare almeno due terzi di quelle lodi, che fe gli danno. Veda ella dunque a qual cimento mi efpone? A quello di divenir men buono, e perciò meno amico concioffiachè l'amicizia non ha luogo che tra buoni, come Ella fa, che il dicono i Savj. Via fu, ufciamo prefto di quefta tentazione, e tra noi fi fcriva eft eft, non non. Ella mi perdoni questa piccola mortificazione, la quale io fpero non doverle più ripetere.

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Riguardo al Sonetto (1), io affolutamente neche fiftampi col mio nome battefimale. Quanto ad un nome Accademico, io non difdico affolutamente ma se se ne poteffe far di meno, mi farebbe più grato. A parlar chiaro, è una tal cofuccia, che può riuscire poco onorevole per una sì illuftre Accademia, e per me è affaiffimo, che non del tutto difpiaccia a tanti ornatiffimi Accademici.

Circa un Iftituzione Canonica, per ciò che rifguarda la Storia delle antichità Ecclefiaftiche, io preferifco a tutti la piccola dell' Abbate Fleury; ma ella è scarfa per la notizia de' Canoni, e delle Decretali, , per rifguardo a che credo effervi qualcofa di più in quella del Gravina. Bella, copiofa, ed ornatiffima è quella del Boemero, benchè defideri un lettor cauto, per effer egli Proteftante. Quella del Cirillo noftro è buona, ma io non fo nulla della fua riftampa. La fua Iftituzione Civile fi riftampa, ma ellà non è ancora terminata l'edizione.

Come non troppo frequento la pofta, io non ho ancora ricevuta la lettera del Signor Lauri. Farò farne diligenza quefta fera.

Fi

(1) Il Sonetto, di cui quì fi parla, fu fatto dal Genovefi in ringraziamento all' Accademia de Catenati di Macerata, per effere ftato nel 1750. acclamato Membro di effa. Il Sonetto è ben tirato, e fa vedere, che le Mufe non gli erano nemiche. Questa Accademia vanta ancora oltre al noftro Genovefi, l'illuftre D. Lami, che fu afcritto in effa nel 1751.

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Finalmente l'avere tralafciato i giudizj degli altri Filofofi nella feconda edizione della mia Logica è stato in pochiffimi luoghi, ed in quei, ne quali un giovanile ardire m' avea trafportato più in là del convenevole. Coll' età s' addolcifce lo fpirito.

Mi è capitata un' orazione del dotto P. Anfaldi, che infegna la Teologia in Ferrara, la quale per contenere alcune cofe non del tutto del piacere de' più Zelanti, n' ha quì fatto mormorare alcuni. S'ella poteffe ragguagliarmi della fortuna ch' ella ha avuto in Ferrara, ove fu recitata, mi farebbe cofa gratiffima. Finifco di fecçarla con darle mille riveritiffimi abbracci. Di Napoli il 1. Aprile 1752.

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LETTER A XIV. A ROMUALDO STERLICH MARCHESE DI CERMIGNANO.

ACH 1 ET I.

Studio intemperantiffima intemperanza "udiorum quoque intemperantia eft. Ma ella è

una

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quando nuoccia alla più bella ed alla più neceffaria par te del corpo umano. Non può Ella credere quanto mi fpiaccia cotefto maledetto morbo degli occhi ma di grazia s'abbia V. E. un poco più di cura, e gli ftrapazzi meno. E' ci refta affai ancora del tempo a leggere e qualche volta può effere più piacevole, e più utile il meditare, che

il leggere. Si dice, che ci fieno ftati de' Filofofi i quali fi fieno accecati per meglio meditare. Io per me non mi curo d'effer Filofofo a quefto prezzo; e fe per confervar gli occhi bifognaffe anche non penfare, mi ftudierei di farlo. Io non giungo ad intendere, che razza di Filofofia fia quefta che s'indirizza allo fterminio dell'uomo. Dio ci ha dato una ragione per confervarci, non per diftruggerci: ond' è, che gli ftudj, i quali fervono a formar la ragione, debbono fervire così, come quella, a confervare, e rendere, fe fi può, felice la vita umana. Sia come fi voglia, ch'io non vò' piatire fu tali cofe : come io non vorrei effere un cotal Filofofo, così non amo, ch'altri il fia. Potrebbe, oltre a ciò, con qualche verifimilitudine fofpettarfi, che l'ambizione di diftinguerfi perfuada a' più de' Letterati, che fi può effere qualche cofa più degli altri uomini anche per un morbo cagionatoci dalle lettere. So, che alcuni fono andati gloriofi d'un volto fparuto, d'un ettifia, della vifta perduta per ragion degli ftudj. E' fpeffo un alloro di maravigliofa beltà per un Matematico l'aver più volte vomitato fangue. Stravaganze del cervello umano. Può efferci debolezza maggiore In verità quando io rifletto fu tali cofe, mi pare viver più faggiamente di noi i più schifi animali, i quali fieguono la natura, non il capriccio; e giudico, che il Grillo di Plutarco la debba vincere fopra il Torgotor Uliffe.

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Le Formiche, che Salomone ci propone per efemplari della vita economica; le Api, che fanno vergogna all' ingegno umano; le fcaltre Aragni, gli

ac

accortiffimi Caftori, ed altri Animali celebrati per la loro aftuzia, non fi veggono giammai fervirfi di quella qualfifia loro arte e prudenza, che per fe fteffi, e per la loro progenie: io non li veggo declinare da quefto fine, neppure quanto è larga una linea. In effi la Filofofia è tutta realità, è tutt' opera, e tutt' ufo. Era riferbato a questo animale più illuftre,

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più intelligente degli altri, che ha il coraggio di riputar piccolo per la fua mente l' intiero Univerfo, che ha trovato le misure da mifurar l'infinito, che talora s' innalza tanto, che fi fdegna d' aver un Cielo ful fuo capo; era a quefto animale riferbato, che il fuo fapere foffe una Filofofia di vanità, aerea, fenza realità, e spesso al Profesfore ifteffo nocevole. Ma io erami dimenticato, che fcriveva una lettera. Gliene chieggo perdono.

Ho fatto fcrivere, come le ho fignificato nell' antecedente lettera, per una gazzetta. Ma la vuol Ella letteraria, o politica? lo aveva intefo d' una letteraria. Son dati di caparra ducati quattro al Signor Elia per lo continuatore del Bayle i cui due primi tomi, che fono folamente ftampati, vendonfi 12. ducati sì fciolti, come vengono. L' Hammondo s'è commeffo, e fe ne afpetta rifpofta: bifognerà però aver della pazienza, fpedendofi affai lentamente le commeffioni in Olanda. Cotefto Hammondo fono due tomi in foglio. Il Signor Clerc il traslatò dall' Inglefe nel Latino, e vi aggiunse moltiffimo del fuo. Fuor di quefto, e del nuovo Testamento tampato con piccioliffime fue te e della Storia Ecclefiaftica de' primi fecoli

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