La Gerusalemme liberata

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Successori Le Monnier, 1888 - 460 pagine
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 319 - ... 1 suo infiammato viso fan biancheggiando i bei sudor più vivo: qual raggio in onda, le scintilla un riso ne gli umidi occhi tremulo e lascivo. Sovra lui pende; ed ei nel grembo molle le posa il capo, e '1 volto al volto attolle, ei famelici sguardi avidamente in lei pascendo si consuma e strugge.
Pagina 254 - D'un bel pallore ha il bianco volto asperso, Come a gigli sarian miste viole : E gli occhi al cielo affisa; e in lei converso Sembra per la pietate il cielo e...
Pagina 321 - Egli al lucido scudo il guardo gira, onde si specchia in lui qual siasi e quanto con delicato culto adorno; spira tutto odori e lascivie il crine e '1 manto, e 'l ferro, il ferro aver, non ch'altro, mira dal troppo lusso effeminato a canto: guernito è sì ch'inutile ornamento sembra, non militar fero instrumento.
Pagina 254 - Mentre egli il suon de' sacri detti sciolse, Colei di gioia trasmutossi, e rise; E, in atto di morir lieto e vivace, Dir parea; "S'apre il cielo; io vado in pace. " 69 D'un bel pallore ha il bianco volto asperso, Come a...
Pagina 309 - Rideva insieme e insieme ella arrossia, ed era nel rossor più bello il riso e nel riso il rossor che le copria insino al mento il delicato viso. Mosse la voce poi...
Pagina 251 - L'onta irrita lo sdegno a la vendetta, e la vendetta poi l'onta rinova; onde sempre al ferir, sempre a la fretta stimol novo s'aggiunge e cagion nova. D'or in or più si mesce e più ristretta si fa la pugna: e spada oprar non giova; dansi co' pomi, e infelloniti e crudi cozzan con gli elmi insieme e con gli scudi. Tre volte il cavalier la donna stringe con le robuste braccia, ed altrettante da que' nodi tenaci ella si scinge, nodi di fier nemico, e non d'amante.
Pagina 269 - 1 fin vederne ei si consiglia. Allor, quasi di tomba, uscir ne sente Un indistinto gemito dolente; 42 Che poi distinto in voci : Ahi!
Pagina 258 - Lei nel partir, lei nel tornar del sole chiama con voce stanca, e prega e plora, come usignuol cui '1 villan duro invole dal nido i figli non pennuti ancora, che in miserabil canto afflitte e sole piange le notti, e n'empie i boschi e l'òra15.
Pagina 299 - Muoiono le città, muoiono i regni, copre i fasti e le pompe arena ed erba, e l'uom d'esser mortal par che si sdegni: oh nostra mente cupida e superba!
Pagina 318 - Questo ivi allor continovò con arte Tanta il parlar, che fu mirahil mostro. Tacquero gli altri ad ascoltarlo intenti; E fermaro i susurri in aria i venti. U Dch mira, egli cantò, spuntar la rosa Dal verde suo modesta e verginella. Che mezzo aperta ancora, e mezzo ascosa, Quanto si mostra men, tanto è più bella. Ecco poi nudo il sen già baldanzosa Dispiega; ecco poi langue, e non par quella: Quella non par, che desiata avanti Fu da mille donzelle e mille amanti.

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