La Divina commedia, Volume 1

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F. Le Monnier e compagni, tipografi, 1837
 

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Brani popolari

Pagina 148 - Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi ; E quei, pensando eh...
Pagina 415 - Che segue il tauro, e fui dentro da esso. O gloriose stelle , o lume pregno Di gran virtù , dal quale io riconosco Tutto, qual che si sia, il mio ingegno; Con voi nasceva , e s...
Pagina 454 - In forma dunque di candida rosa Mi si mostrava la milizia santa, Che nel suo sangue Cristo fece sposa...
Pagina 390 - Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere, e 'l salir per l' altrui scale. E quel, che più ti graverà le spalle, Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle : Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contra te : ma poco appresso Ella, non tu, n
Pagina 1 - Nel mezzo del cammin di nostra vita Mi ritrovai per una selva oscura, Che la diritta via era smarrita.
Pagina 323 - Quali per vetri trasparenti e tersi, O ver per acque nitide e tranquille, Non sì profonde che i fondi sien persi, Tornan de...
Pagina 426 - Sì che m' ha fatto per più anni macro, Vinca la crudeltà, che fuor mi serra Del bello ovil, dov' io dormii agnello Nimico ai lupi, che gli danno guerra ; Con altra voce omai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello ; Perocchè nella Fede, che fa conte L' anime a Dio, quivi entra' io, e poi Pietro per lei sì mi girò la fronte.
Pagina 24 - Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante : Galeotto fu il libro e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante. Mentre che 1' uno spirto questo disse, L' altro piangeva sì, che di pietade Io venni meno sì com' io morisse ; E caddi, come corpo morto cade.
Pagina 399 - Or tu chi se', che vuoi sedere a scranna, Per giudicar da lungi mille miglia Con la veduta corta d...
Pagina 296 - Che m' intenda colui che di là piagne, Perchè sia colpa e duol d' una misura. Non pur per opra delle rote magne, Che drizzan ciascun seme ad alcun fine, Secondo che le stelle son compagne; Ma per larghezza di grazie divine, Che sì alti vapori hanno a lor piova, Che nostre viste là non van vicine, Questi fu tal nella sua vita nuova Virtualmente, ch' ogni abito destro Fatto averebbe in lui mirabil prova. Ma tanto più maligno e più silvestro Si fa il terren col mal seme e non colto, Quant' egli...

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