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Provincie a' Principi Longobardi fottopofle. Quivi, come fi è veduto, fi fono intefe le Contee di Marfico, di Molife d' Ifernia, d'Apruzzi, di Tiano, e tante altre. Ma la Puglia e la Calabria non, fe non quando paffarono fotto la dominazione de' Normanni, conobbero i Feudi; poichè i Normanni, traendo la medefima origine de' Longobardi, gli riceverono infieme col le loro leggi e coflumi. Quindi in tutti quei luoghi, che tol fero a' Greci, v' introduffero i Feudi; e furfero quindi ( oltre i Conti di Puglia, e di Calabria) i Conti di Capitanata, di Principato, di Lavello, di Loritello; i Conti di Converfano, la memoria de' quali fpeffo s' incontra non meno nelle antiche carte, che nell' Aleffiade della Principeffa Anna Comnena, nella Cronaca di Lione, preffo Malaterra, Orderico Vitale, e di tanti altri Scrittori (a) i Conti di Catanzaro, di Sinopoli, e di Co- (a) V. Dus fenza; i Conti d' Averfa, e quelli di Lecce; i Conti d' Avel- frefne in Not. lino, di Fondi, di Gravina, di Montescagliofo, di Tricarico, Anna Com e tanti altri, de' quali ne' tempi de' Normanni ci tornerà occafio nea. ne di favellare. Prima, quando quefti luoghi erano in potere de' Longobardi, furono, come fi diffe, divifi in Caftaldati, che non erano veri Feudi, ma le loro Città erano commeffe in am ministrazione ed in ufficio a que' Proceri Longobardi; nè pote rono effere mutate in Feudi, come fu fatto in quelle Provincie, che lunga flagione fi mantennero preffo i Longobardi, perchè i Greci, che le tolfero parte a' Saraceni, i quali l'aveano occupa te a' Longobardi, e parte agl' ifteffi Longobardi, come s'è detto, non conofcevano Feudi.

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Quefto maggior vigore de' Greci ed eftenfione del loro dominio portò ancora in confeguenza, che le Chiefe di queste Provincie che fecondo la difpofizione dell' Imperador Lione furono fottoposte al Trono di Coftantinopoli, foffero con maggior vigore aftrette ad ubbidire a' Patriarchi di Coftantinopoli Quindi fi refero più vigorose le proibizioni di Niceforo Foca contro il Rito Latino, e che i Patriarchi di Coftantinopoli s' avanzaffero tanto, fino a comandare a tutti i Vefcovi della Puglia e della Calabria che per avvenire ne' facrificj non fi fervillero più del pane azimo fecondo il Rito Latino, ma del fermentato conforme all' ufo de' Greci ; onde s' innafprirono le contefe co' Pontefici Romani i quali non vollero in conto alcuno permetterlo, impegnando perciò l'Impe rador Ottone a fpedire, come fi diffe, Luitprando Vefcovo di

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ad Alexiad.

Cremona în Coftantinopoli (*); le quali contefe s' accrebbero affai più ne' tempi di Lione IX. quando il Patriarca Michele Cerulario fcomunicò tutti i Latini, comprendendovi anche l'itteffo Pontefice Lione, perchè, fra l'altre cagioni, non offervavano il divieto loro impoflo di non confecrare più in azimo, ma che doveffero fervirfi di pane fermentato. (**) Donde è nato, che infino a'noftri tempi fiano rimafi in quelli luoghi alcuni veftigj del Rito Greco e che molte Chiefe infino al di d'oggi il ritengano; ancorchè i Pontefici Romani per abolire affatto quefti veftigi della poteflà esercitata quivi dal Patriarca d'Oriente, non abbiano trafcurate le occafioni col tempo d'abolirgli il che sebbene fosse loro riuscito in moltiffime Città, non è però, che oggi fiafi af(a) V.Rodo fatto eflinto, e non fia ritenuto in alcune. (a)

tà del Rite Greco in Ital. tom. 1. e 2.

Per quest'isessa ragione non è fuor di propofito il credere, che a tali tempi in quelli luoghi le Novelle degl' Imperadori d' Oriente, e le Compilazioni de' Bafilici, l' Ecloghe, e gli altri libri, de' quali abbiam fatta memoria nel precedente libro, aveffero quivi avuto qualche ufo ed autorità; e forte conghiettura ce ne diede l'efferfi, come fi diffe, in Taranto ritrovata l'Ecloga de' Bafilici, e l' efferfi mantenuta in Otranto lungo tempo quella famofa libreria d' Autori Greci, della quale favella Antonio Galateo. Egli è però vero, che fe pure di questi libri s' ebbe qualche ufo, non potè durare fe non per poco, poichè

tofto

(*) Vedi la noftra Nota alla pag. || tempi di Leone IX., ma allora cominult. del 1. tom. ciò per opera di Michele Cerulario Pa (**) L'Imper. Niceforo Foca futriarca di Coftantinopoli, il quale verquegli, che per aftio contro i Latini ||fo l'anno 1054. fcriffe una lettera a ordinò a Polieutto Patriarca di Co- Giovanni Vefcovo di Trani, biafimanftantinopoli, che innalzaffe alla dignità do in effa l'uso degli Azimi, ed altri Arcivescovile e Metropolitica la Sede riti offervati dalla Chiefa Latina, ed di Otranto, e che i divini misterj nella efortandolo a perfuadere agli altri VePuglia e nella Calabria non fi cele-fcovi Latini l'ufo del Pane fermentato braffero più in Latino, ma in Greco; Secondo rapporta il Vefcovo Liutprando nella defcrizione della fua Ambafceria mandata dall' Imp. Ottone allo fteffo Niceforo. Vid. Liutpr. in Legat. apud Baron. an. 968. num. 84. Fleury Hift. Eccl. l. 56. num. 26. Vedi il noftro Autore al tom. 1. pag. 551. Lo fcifma nato tra la Chiefa Latina e la Greca per gli Azimi non già s'accrebbe ne'

ne' divini mifterj. Quindi nacquero tra il detto Patriarca, e Papa Lione IX. que' contrafti, che accrebbero gli antichi motivi di difunione tra l'una e l'altra Chiefa. Vid. Bar, an.1054. Fleury Hift Eccl. l. 60. num. 2. ufque ad num. 15. Bafnage Hift. de l'Egl. l. 14. c.3. §.4. 5.6. Rodotà del Rito Greco in Italie tom. 1. l.1. c. 10.

tofto questi luoghi effendo caduti fotto la dominazione de' Normanni, i quali abbracciarono le leggi Longobarde, non riconobbero dapoi altre leggi, che quelle di quefti Principi, e le Longobarde ciò che dimoftrano chiaramente le Confuetudini fteffe della Città di Bari, le quali quafi che tutte derivano dalle leggi Longobarde, onde i Cittadini di quella Città l'apprefero, quando la medefima fu lungo tempo fotto la loro dominazione, e quando da' loro Caftaldi era governata; di che altrove ci tornerà occafione di favellare.

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Ecco dunque lo ftato, nel quale erano queste Provincie che oggi compongono il noftro Regno, nel declinar del decimo fecolo, dopo la morte d'Ottone II. mentre in Oriente imperavano Bafilio e Coftantino germani. La Puglia, e la Calabria (Provincie, che dilatando molto i loro confini, abbracciavano tutta la Puglia, la Japigia, la Mefsapia, l'una e l'altra Calabria, con quella parte della Lucania, che fi diftende verso il Mare Jonio, e che perciò aveano riftretti i tre Principati di Capua, Benevento, e Salerno) erano fotto la dominazione de' Greci. Il Ducato d' Amalfi, l'altro di Napoli, e quello di Gaeta, ancorchè riteneffero afpetto di Republica, erano però per antichiffime ragioni dipendenti dagl' Imperadori d' Oriente. In Capua reggeva Aloara con Landenulfo fuo figliuolo. In Salerno Pandulfo fuo fratello, e dopo la di lui morte Giovanni di Lamberto. In Benevento Pandulfo II. il quale avendo difcacciato Landulfo IV. figliuolo di Pandulfo Capodiferro aveva anche non molto dapoi affociato al Principato Landulfo fuo figliuolo, che perciò Landulfo V. lo diremo (a).

(a). Peregr. Ma farebbe stato meno difordine, fe quefti tre Principati, ancor. in Stem. Pr. Saler.& Cap. chè in gran parte eflenuati da' Greci, almeno aveffero riconosciuti tom. 5. Hift. tre foli Signori. Effi non folo riconofcevano per loro Sovra- Pr. Long. & ni gl' Imperadori d'Occidente come Re d'Italia, i quali in Pratil.ad Caquelli ultimi tempi v efercitavano vigorofo potere ed auto- tal.Prine.Sa rità; ma divifi ancora infra fe fteffi in più Contadi, diedero più feqq. ibid. & Ler.pag.1o. & pronta occafione alla loro ruina. Il Principato di Capua era di- in Stem. Pr. vifo nel Contado di Fondi, e di Seffa, ne' Contadi di Aquino, Saler. di Teano, d'Alife, di Caferta, ed altri; quello di Benevento, ne' Contadi di Marfi, d'Ifernia, di Chieti, ed in alcuni altri; l'altro di Salerno nel Contado di Confa, di Capaccio, di Corneto e del Cilento; e molti Proceri de' Caftelli di quel Principato eranfi renduti già Signori; tanto che molti di quelli Conti

Tom.II.

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repu

reputandofi, come lo erano, dell' ifteffa razza d' Atenulfo, altri come nati da' Principi di Salerno, da dependenti ch' erano, fi fecero affoluti Signori de' Contadi, come lo pretefero i Conti d'Aquino, di Marfi, d' Ifernia, di S.Agata, ed altri. Infino i Monaci Caffinefi tutti quelli Caftelli, che per munificenza di varj Principi Longobardi aveano tratto tratto acquiflato, pretefero come liberi domi(a) Ab. de nargli; e l'Abbate delia Noce (a) ha voluto foftenere che gli Nuce ad Chr. poffederono in allodio, non già in Feudo, e che non riconofceOfi.lib.1.c.5. vano diretto Signore, non pagando perciò adoa; e perciò li mu& ad l. 3. nirono di baluardi ed affoidavano gente per difendergli, e fi viddero mantener truppe di foldati, non altrimenti che gli Abbati di S. Gallo, ed altri Prelati fi facciano in Germania.

cap.73.

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Sarebbe dunque ftata maraviglia, fe più lungamente foffe du rata la dominazione de' Longobardi in quefti Principati, giacchè tal polizia v'introduffero, che diede perciò opportuna e ben aperta via a' Normanni d'occupargli. Ne tampoco de' Greci potea fperarfi in quelle Provincie lunga dominazione, poichè rendutifi infolenti a'fudditi, e non effendofi molto curati di fcacciar da quelle i Saraceni, cagionaronfi perciò effi medefimi la loro ruina; onde e per l'una e per l'altra cagione riusci a' Normanni occupare tutte quefte noftre Provincie, e di ridurle in decorfo di tempo fotto un folo Principe, e flabilirvi una ben ampia e regolata Monarchia, come ne' feguenti libri vedremo.

CA P. IV.

OTTONE III. fuccede nel Regno e nell' Imperio

M

nuove rivoluzioni

accadute perciò in Italia, ed in quefte noftre Provincie;

e fua morte.

Orto Ottone II. in Roma nell' anno 883. (t) e giunta quando meno fi penfava in Germania quella novella, empiè di

con

Addizione (†) (Non è da tralafciare la faancor dura in quel luogo. Anno Dodell' Autore. vola rapportata dall' Autore del Fram- mini,e' fcrive, DCCCCXCI. Otho Rex, mento Urfiifiano Tom. 2. pag. 82. di peragrata Italia, venit in Montem una fingolar cagione di morte di que-Gargani, & cognovit a referentibus Anfto Imperadore; e tanto maggiormen-gelorum obfequia nocturno tempore ibi te, perchè riguarda il Santuario del Mon-fe, nec ullum mortalium velint intete Gargano, ed una tradizione, che reffe, cujus caufa notitiam cum difpo

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confufione que' Principi, poichè ancorchè Ottone II. lafciaffe un altro Ottone fuo figliuolo, (a) non effendo quefti che di anni (a) Vid.Chr. quattro, (†) diedefi occafione all' ambizione d' Errico Duca di S. Soph. & Chr.Cav. an. Baviera, patruele del morto Ottone di afpirare al Regno di 983.Leo Oft. Germania. I Komani dimandavano per Imperadore un Italiano L.2.cap.9.Sig. nominato Crefcenzio; ma gli Alemanni tofto ruppero questi dife- & Muratori gni, che non potevano loro recare fe non rivoluzioni e difor- eod.an. dini; onde unitifi eleffero per loro Re Ottone III. col confenfo anche del Pontefice Benedetto (*).

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fuiffet curiofius indagare, Apoftolicum (*) Ottone II.dopo la rotta riceconvenit fuper hac re primum. Cui cum vuta da' Saraceni in Calabria, penfanApoftolicus confilium fuum indidiffet, do a' mezzi di farne contro di loro venfibi minus placere illum Angelicis mi- detta, raduno nell' anno 983. in Venifteriis intereffe parvi penait confi-rona una Dieta generale de' Baroni lium Papa, & eo ignorante proficifci- della Germania e dell' Italia, nella tur in Montem Gargani. Ubi dum quale fu da tutti fuo figlio Ottone III, pernoctaret, inter cætera quæ cognovit ancor fanciullo eletto e riconosciuto per Santiorum Myfteria, veniam confequu- Re. Verfo la fine dello stesso anno fu tus eft Angelorum, quod temere facra- dal padre mandato in Germania questo tum locum introierat; tantum ab An- Principe affine di pigliare la Corona gelis proftratus, pro quodam judicio del Regno Germanico in Aquifgrana, quod perfeciffe debuerat, nec fecit, proficcome di fatto la prefe nel di di Na negligentia tranfverberatus eft. Deinde Sanctus Michael juffit eum Romam remeare, ftatuto fibi die, quo cum vellet invifere. Sicque cruentatus Rex Romam repedavit, & Benedicto Papa cunta a fe vifa retexuit. Igitur Rex valido languore taftus, vita deceffit, & ab Archangelo receptus, fuperis eft fociatus Anno Domini DCCCCXCIV. Burcardo Struvio Hift. Germ. dif. 13. 5.6. dopo aver rapportato questo Frammento, foggiunge: Sed quis crederet hafce fabulas ob Chronologiam etiam haud convenientem fufpectas? Ejufdem farinæ funt nuga, quas de Laurentio Martyre, quafi ultore alii fingunt, de quibus Baronius ad annum 983.§.11.) Add. (†) (Alcuni Scrittori Germani rapdell' portati dallo fteffo Struvio loc. cit. §.8. Aut. pag. 562. fcriffero, che Ottone III. quando fuccede al Padre, era di età più tenera; e Gobelino Perfona non lo fa che puerulus duorum annorum Æt. VI. G.L.)

tale dello stesso anno. Pochi giorni do-
po capito ivi la nuova della morte di
Ottone II. fucceduta in Roma nel mefe
di Decembre del medefimo anno 983.
Valendofi di questa congiuntura, e deb
la tenera età del Re Ottone III. Ar-
rigo Duca di Baviera cugino del morto
Ottone 11. afpirò egli al Regno di
Germania, s' impadroni della perfona di
Ottone III. e fecefi proclamare Re di
Germania nel di di Pasqua dell' anno
984. Ma effendo corfe dall'Italia in
ajuto di quel Re fanciullo Teofania fua
madre, e Adelaide fua avola,e messifi
alla tefta di quanti eran tuttavia fe-
deli al loro figlio e nipote, ajutate an-
che da Lottario Re di Francia, e da
Corrado Re di Borgogna, riduffero a
dovere Arrigo, col quale vennero a
convenzione, in vigor della quale effo
Arrigo confegnò a Teofania Ottone fuo
figliuolo, e reftituito fu nel fuo Ďu-
cato di Baviera, rimanendo fempre fe-
dele a quel Principe. Vid. Mur. Ann.

an.

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