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d'una mente uguale alla podestà, per non lasciarsi tirare da chi lo serve non tanto nell' ubbidirlo, quanto nell' informarlo. Non potè dunque il cardinale ricondurre nè allora nè poi al concilio gli ambasciadori.

Giunse egli a Trento il dì quinto di novembre (1), ed ancora trovò in contesa i Legati coll' oratore spagnuolo sopra gli speciali articoli della riformazione. Ma la controversia più ardente si temea che sarebbe un'altra, la qual fin allora apparia meno accesa, cioè sopra la conclusione. Il conte fu da' Legati tre giorni appresso alla venuta (2) del cardinale: e dopo essersi da lui presentata loro una lettera del re in sua credenza, espose d'aver ricevuta commessione di rispondere a nome di sua maestà sopra quella ch'essi le avevano scritta a❜venti di luglio. Essersi loro doluti che i ministri della maestà sua tendessero a prolungazione; la quale dicevano mostrarsi nociva nel danno delle chie

;

(1) Appare da una de' Legati al cardinal Borromeo a' 4 di novembre 1563 e Atti del Paleotto. (2) Lettera de' Legati al cardinal Borromeo agli 8 di novembre 1563.

se per l'assenza de'vescovi, e pericolosa in riguardo de' casi possibili neʼrivolgimenti del mondo: e però aver essi pregato il re d'ordinare a' suoi, che agevolassero il finimento. Intorno a ciò confessare il re, ch'egli da prima s'era opposto alla convocazione del sinodo, cercando di frastornarne l'effetto con ogni suo studio; perciò che nè s'era avvisato che fosse necessario a' suoi popoli, nè avea conosciuto il cristianesimo disposto si fattamente, che per questa via si fossero per guarire i publici mali. Ma da poi che avea ceduto al buon senno del pontefice con assentirvi, non solo v'era concorso co' suoi oratori, e co' suoi prelati, ma non avea risparmiato verun ufficio nè coll' imperador suo zio, nè con la reina di Francia sua suocera, perchè tutti conspirassero a dargli vigore, e riputazione: ed avea posta ogni sua diligenza affinchè se ne cogliessero i frutti d'un santo, e felice concilio. Non contrariar lui alla presta fine, pur che si facesse nelle maniere consuete ed onorate, esaminando con la debita cura tutti i dogmi, e provvedendo a tutti i rei usi, per cui decisione ed emendazione il convento s'era adunato;

acciò che ne rimanesse reverenda la stima, e la ricordanza si ne' prescnti uomini, sì ne'futuri. Ciò che diceasi intorno allo sconcio delle chiese particolari, non doversi avere in istima a rispetto dell' acconcio universale: e i pericoli di fortuiti accidenti esser comuni a tutte l'imprese grandi, e lunghe: onde qualora non si scorgon propinqui, non volersi per timore di essi ritrarre il braccio dall' opere salutari, ma raccomandarne la cura alla provvidenza divina. Aver lui commesso al conte di Luna che, secondo la maniera di sopra esposta, cooperasse con ogni più vivo aiuto ad una sollecita, e fruttuosa perfezione di quel santo lavoro. Conchiuse il conte, desiderare in somma il re, che ne' dogmi si facesser i dovuti ed usati esaminamenti, per non dar materia di sparlare agli avversarii: e nelle leggi si ponesse la convenevole attenzione; perciò che da quelle pendeva la quiete e'l ristoro generale del cristianesimo.

Ripigliarono i Legati, non aver essi scritta quella lor lettera senza gran fondamento; intendendosi per relazione e del nunzio e di Roma, dir sua maestà, il con

cilio esser freno che ratteneva gli eretici da far peggio; e veggendosi interporre si spesse difficultà da' suoi ministri, e da' suoi prelati, che appunto parean eglino conformare i loro passi a questo suono, e dimostravano, aver la maestà sua indirizzato tutto l'animo ad un tale intendimento. Ciò da se riputarsi nocevolissimo per le ragioni significate: nè appagarsi delle risposte. Quanto s'apparteneva all'assenza de' vescovi dalle chiese, vero essere che 'l ben comune dee prevalere al danno particolare; ma il danno di tutti i particolari esser per effetto danno comune: massimamente che questo non era un danno di malattie ordinarie, ma di contagiose e pestilenziali; le quali, nocendo al particolare, minacciano insieme di ruina il comune: imperò che le moderne eresie, diffondendo tanto o quanto gli aliti velenosi per ogni parte, potevano infettar di leggieri qualunque diocesi, dove non assistesse alla cura il prelato. Questo gran detrimento del cristianesimo non compensarsi dal guadagno che fosse da sperar nella diuturnità del concilio.

Intorno al male soprastante dell'altre

possibili rivolture, conceder essi ch'era incerto: ma tanto il bene, quanto il male, ben che incerto, esser materia dell'umana provvidenza; la quale altresi tutta è incerta, come dice la Scrittura, e nondimeno Iddio averne dotati gli uomini perchè si giovino di essa, non operando sprovvedutamente, nè a caso. Vedersi che anche l'incerto spesso interviene: e che fra una moltitudine d'alterazioni possibili, è ben si accidentale, e poco verisimile che ne incontri ciascuna determinatamente; ma è naturale e probabile che ne avvenga qualcuna disgiuntivamente; ond'esser savio consiglio il finir presto quell'opere, duranti le quali, qualunque di molti simili trarrebbe in casi, dov'egli occorresse,

precipizio le cose publiche.

Venendo all'ultimo punto; la disaminazione delle materie esser lecita di farsi o più o meno, secondo l'agio del tempo, e delle circustanze. Nè potersi calunniarquesta disaminazione, quantunque breve, come difettuosa; perciocchè l'eresie moderne aveano già da molti anni risvegliato lo studio in tutte le provincie ed in tutte le accademie sopra quelle novità. E afferma

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