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LIBRO VIGESIMOQUARTO

ARGOMENTO

Instruzione data dal papa al Visconti mandato in Ispagna, intorno al concilio, al parlamento fra' principi desiderato dalla reina di Francia, al matrimonio della reina di Scozia, ed alle alienazioni de' beni ecclesiastici. - Proposta de' Legati e del cardinal di Loreno a'padri per terminare il sinodo, ed inclinazione a ciò di essi. Ostacolo del conte di Luna, e convento da lui raunato di prelati sudditi al re Filippo. Novella giuntagli la stessa notte della malattia del papa senza speranza di salute. - Diligenze perciò de' Legati a fin d'accelerar la sessione, e di venire insieme alla conclusione. Altra novella sopraggiunta del miglioramento: la qual non ritarda il proposito. Sessione ventesima quinta a'tre di decembre. - Decreti intorno al purgatorio, alle reliquie, all'immagini, all'invocazione dei santi, e con qual riguardo formati. - Ventidue decreti sopra la riformazione deʼregolari, e

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ventuno sopra la riformazion generale. rie sentenze de' padri intorno ad essi, e specialmente intorno all' età per la professione. Prorogazione della sessione al dì seguente, e deliberazione, dopo lungo e vario consiglio, d'aggiugnere un decreto dell'indulgenze; ma con qual discordia sopra le crociate. - Altri decreti ivi fatti intorno alla differenza de cibi, a' digiuni, alle feste, al catechismo, all'indice, al breviario, al messale, al preservamento delle ragioni per gli oratori sopra il luogo, al chiudimento ed all'osservazion del concilio, alla lezione, e alla confermazion dei decreti formati in tempo di Paolo, di Giulio, e di Pio, ed ultimamente intorno al fine attuale del concilio. - Acclamazioni, e titolo dato in esse al pontefice. – Soscrizioni di quanti, di chi, e con quali riguardi. - Ritorno a Roma di due Legati, e perchè non degli altri. - Solenne allegrezza quivi per la conclusion del concilio: diligenze del pontefice per l'esecuzione, confermazione assoluta e varie Bolle sopra ciò.. Congratulazione ed accettazione del re di Portogallo. - Intoppi nella Francia allora e di poi, e perchè. - Accettazione del re Filippo assoluta in Ispagna, in Italia, e in Fiandra, non ostante e la contraddizione del senato fiammingo, e il superior luogo dato dal pontefice all'ambasciador francese. Simile accettazione del senato veneto, e degli altri principi Italiani. – instanza di Cesare e del Bavero al papa per l'uso del calice, conceduto in limitata maniera, con grande speranza, ma senza frutto, e con breve effetto. - Conside

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razioni sopra il vietamento del matrimonio ai preti. Morte dell' imperador Ferdinando, onori singulari fattigli dal papa, e sue laudi. Industria felice del Commendone perchè il concilio si ricevesse dal senato di Pollonia.

Prima che giugnesse al pontefice il grato

annunzio della celebrata sessione, avea ricevute (1) ambasciate poco accettevoli dal re di Spagna per Luigi d'Avila suo ambasciadore. Erano elle: ch'essendosi raunato il concilio per la diffinizione dei dogmi, per la riformazion della Chiesa, pel riducimento de' traviati, niuna di queste imprese vedevasi a compimento: onde il re pregava sua santità che prolungasse opera, fin a tanto che si desse perfezione a questi tre valevolissimi beni. A che il pontefice rispondendo con maniere di gran rispetto, non avea però dissimulato il contrario suo sentimento. Oltre alla spesa e all'altre incomodità della sede apostolica, le quali non avrebbono mai spinto sè ad una parte più che all' altra con

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(1) Tre instruzioni segnate nel dì ultimo d'ottobre, nelle quali si contengono tutte le seguenti cose: stanno fra le scritture de' signori Borghesi, e frà le memorie del Gualtieri.

tra il voler de' padri ; non potersi eglino più distenere per la gravezza del dispendio e per l'asprezza del clima; ed alcuni già partirsene senza licenza. L'occupazione d'Erbipoli fatta dianzi da'protestanti recar timore di guerra prossima, la quale avrebbe dissoluto il concilio, sì come a tempo di Carlo V: nè minor timore, e minor pericolo di repentina dissoluzione eccitar la pestilenza, che s'andava assai dilatando in Ispruch, terra poche giornate lungi da Trento. Di queste ragioni medesime fu dal papa ben informato il Visconti, mandandolo in Ispagna l' ultimo giorno d' ottobre, affinchè le imprimesse nell'animo del re; non però in forma d'attenderne la risposta, ma d'andarlo disponendo a ricever come buono ciò che fra tanto del concilio avvenisse. Ed avea tardata il pontefice la mession del Visconti, perchè, essendo in quei giorni venuto a Roma il cardinal di Loreno, erasi avvisato per lo migliore aspettar la riuscita de'suoi trattati; i quali considerava che avrebbono potuto fargli alterar le instruzioni del nuovo nunzio.

Ora il cardinale non s'era innoltrato

a chieder grazie o dispensazioni per nome del re, o del regno; ma solo avea fatta instanza ardente di quello di che non meno altri ministri francesi erano instantissimi, cioè che si procurassero due conferenze del re Carlo e della reina sua madre, l'una col re Filippo, l'altra con lo stesso pontefice: mostrandosi Caterina e'l figliuolo molto disposti a lasciarsi regolare da'consigli di sua santità nel provvedere alle cose della religione e del reame. Onde il papa era disceso in pensiero che queste due conferenze si potessero ridurre in una dove tutti convenissero; e con loro anche l'imperadore o'l re de'Romani, come altresì la reina desiderava: al qual re per questo rispetto avea (1) mandato Filippo Geri vescovo d' Ischia, propostogli da' Legati (2) e principalmente dal Morone per quella nunziatura. Imponevasi dunque al Visconti di confortare il re cattolico a non ricusar quel disagio per la salute non solo della Francia pericolante,

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(1) Appare dalla cifera del cardinal Borromeo al Morone a' 19 di settembre 1563.

(2) Appare dalla lettera del cardinal Borromeo a' Legati de'21 d'ottobre 1563.

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