Immagini della pagina
PDF
ePub

to col piede attaccato al capo, o il non correggere l'instituzione d'uno spedale fondato in maniera che'l medico non dovesse visitarlo.

Per contrario fra Guasparre del Fosso, arcivescovo di Reggio, ripugnò al torre generalmente l'esenzioni de' capitoli, proponendo alla considerazione quei di Germania, dove avevano mancato molti vescovi, ma niun capitolo.

In questa conferenza sopra l'esenzione, qualche prelato andò sferzando l'opera del conte di Luna verso il procuratore de'capitoli di Spagna; e qualche altro difendendola.

Antonio Agostini vescovo di Lerida si lamentò d'aver lui udito nel concilio da taluno, come se appunto si stesse negli angoli della Germania, che'l sinodo non avea podestà di far leggi obliganti i principi: quasi il costume di ciò non fosse stato perpetuo alla sede apostolica ed a' concilii passati, e l' istorie chiaramente nol testimoniassero. Sopra il primo articolo fu di consiglio, che niuno potesse eleggersi a cardinale, il qual fosse o fratello, o nipote, o cugino per via di padri d'un al

tro cardinale, o del papa, nè più che due d'una stessa provincia. E oltre a ciò, che non vacassero gli ufficii per la promozione a cardinalato. Fece esortazione a procedere soavemente co'principi; imperò che si come fu detto: non vogliate provocare ad ira i vostri figliuoli; così avendo il concilio bisogno de' principi all'esecuzione de' suoi decreti, gli convenia di tenerli amorevoli.

Il Facchenetto vescovo di Nicastro sopra il primo tolse opportunità di mostrare, che que' disordini de' quali s'era doluto l'orator francese, procedevano in Francia il più delle volte dal re, e dalla balia ch'egli possedeva di dare i beneficii a sua voglia.

Il vescovo di Salamanca occupò molto spazio col suo ragionare (1). Premise, ringraziar egli Dio che fosse venuto il tempo di rabbellire in faccia agli eretici la Chiesa, e di convincere le lor calunnie contra il concilio; specialmente cominciandosi la riformazione dall' ordine ecclesiastico, ad esempio del sinodo ottavo di Toledo:

(1) Sta ne' suoi Atti.

per ciò che chi riforma se stesso, acquista e autorità e facilità di riformare altrui. Nei proposti decreti in genere spiacergli la lunghezza, contraria e all'usanza de' concilii antichi eziandio in materie gravissime, e al decoro del presente, ed anche alla quiete de' sudditi ; però che quante parole, tante semenze di liti si multiplicavano. Nel primo capo non approvar egli quella voce, gratuitamente, intorno a' processi che si fanno per assumere alcuno a chiesa cattedrale: poichè quantunque i sacramenti si debbano amministrar senza prezzo; nondimeno le precedenti fatiche degli ufficiali richieggon prezzo. E quanto era alle propine de' cardinali proponenti le chiese nel concistoro, mentre ora toglievansi ad essi tutti i beneficii di cura, salvo i vescovadi, non conveniva privarli sociò de' lor consueti diritti. Nel terzo non diè l'assenso ad un punto assai litigato, come di poi racconteremo; che i metropolitani dovessero visitar le diocesi de❜lor suffraganei: questo essere inaudito in Ispagna, e prevedersene molti danni tanto per la diuturna assenza che i metropolitani però farebbono delle lor chie

pra

se, quanto per la multiplicazione delle gravezze a' prebendati minori, i quali dovrebbon concorrere alla spesa delle visitazioni fatte loro si dagli arcidiaconi, sì da' vescovi, sì dagli arcivescovi. Potere in luogo di ciò soddisfare al tutto i sinodi provinciali, che ordinavansi per ogni tre anni nel primo capo. Intorno al quinto commendò che si rinovasse il canone terzo del concilio sardicese proposto in esso da Osio vescovo di Cordova, e con grande applauso accettato, e registrato di poi nel canone Osius 6, q. 4, e raffermato da Sisto III: cioè, che le cause de' vescovi sieno portate al romano pontefice. Nel sesto feagra invettiva contra l'esenzion de'capitoli, mostrando ch'era fonte della discordia, e della dissoluzione: nondimeno fu di sentenza che s'eccettuasse quello d' Alcalà; nel che gli consentirono alcuni gran prelati spagnuoli. Non già, diceva il Mendozza, recarsi da lui quella preservazione perch'egliera allievo di tale accademia, nè perchè il fondator cardinal Ximenez arcivescovo di Toledo aveva voluto che i Mendozzi ne fossero perpetui padroni: ma primieramente per esser lei madre di tanti

preclari uomini, molti de' quali intervenivano in quel concilio: secondo, perchè co' canonici di quel capitolo altri non poteano paragonarsi in dignità d'ordinamenti, richiedendosi che fosser teologi, dottori, e maestri nelle discipline liberali; e usando eglino di stare in opera a tutte l'ore nelle predicazioni, nelle lezioni, nelle confessioni, e nelle disputazioni; non mai vivendo in ozio, ma bensì sempre in quiete, e dando esempii di segnalata virtù: onde poichè quel chiarissimo cardinale lor fondatore aveva disposto che fossero esenti, quantunque per altro sarebbono stati soggetti al suo arcivescovado; e poichè annualmente eran visitati dal rettore dell' università, alla quale sarebbe mancato assai di splendore, e di vigore perdendo questa prerogativa; consigliava i padri di non danneggiare un'accademia sì benemerita della Chiesa. Nel decimonono comprovò assai che le cure si dessero per esaminazione, testificando, vedersi con la prova in Ispagna che i migliori parrocchiani eran gli assunti per questa via: ma non piacergli la concorrenza, sì come stimolo di gare, d'ambiziosi trattamenti,

« IndietroContinua »