CANTO DECIMOTTAVO. ARGOMENTO. Descrive il Poeta il sito e la forma dell' ottavo cerchio dell'inferno, il fondo di cui è compartito in dieci bolge, e nelle quali sono tormentati i Fraudolenti. Dice poi come nella prima vide i Ruffiani e i Seduttori di femmine, i quali erano crudelmente frustati da' Demoni, Passano quindi alla seconda, in cui stanno i Lusinghieri, attuffati iu une sehifoso sterco. Luogo è in inferno, detto Malcbolge, Quel cinghio che rimane adunque è tondo Così da imo della roccia scogli 5 10 15 In questo luogo, dalla schiena scossi Che dall'un lato tutti hanno la fronte Di qua, di là, su per lo sasso tetro Alle prime percosse! e già nessuno Mentr'io andava, gli occhi miei in uno 20 30 35 40 45 Se le fazion che porti non son false, Venedico se tu Caccianimico; Ma che ti mena a sì pungenti salse? Ed egli a me: Mal volentier lo dico; E non pur io qui piango Bolognese : A dicer sipa tra Savena e'l Reno: Così parlando il percosse un demonio Della sua scuriada, e disse: Via, Ruffian, qui non son femmine da conio. Io mi raggiunsi con la scorta mia: Assai leggieramente quel salimmo, Quando noi fummo là, dov'ei vaneggia 50 55 60 65 70 12. Dal vecchio ponte guardavam la traccia E Il buon Maestro, senza mia dimanda, Che prima l'altre avea tutte ingannatè. Tal colpa a tal martirio lui condanna; 95 Con lui sen va chi da tal parte inganna. E questo basti della prima valle Sapere e di color che in sè assanna. 100 105 Lo fondo è cupo sì che non ci basta Quivi venimmo, e quindi giù nel fosso 110 E mentre ch'io laggiù con l'occhio cerco, 115 Vidi un col capo sì di merda lordo Che non parea s'era laico o cherco. Quei mi sgridò: Perchè se' tu sì ingordo Già t'ho veduto coi capelli asciutti, Appresso ciò lo Duca: Fa che pinghe, Al drudo suo, quando disse: Ho io grazie 120 125 130 135 (FIRENZE) 78183 |