ficio di assessore presso quel podestà nell'a. 1238. Ripreso stabilmente l'insegnamento a Bologna in quell'accademia, dove dominò sovrana la sua scienza del giure, lo continuò fino alla morte, avvenuta il 3 dicembre 1265 (la data della sua morte si trae da due iscrizioni sepolcrali in suo onore, una delle quali è riportata dall'Alidosi, e l'altra gli fu apposta nell'area attigua alla chiesa dei Frati Minori di Bologna, dove è anche il suo sepolcro). Roffredo di patria beneventano (egli stesso chiama sè beneventano nel proemio « ad Quaestiones sabbatinas », nel libro I, De ordine judiciario, al tit. « Qualiter concipiatur libellus >>> l'opera, della quale già si disse, che fu impressa in Avignone nel 1500 e in altri suoi scritti) nacque verso l'anno 1170, poiché ebbe a maestri nello Studio di Bologna alcuni degli insigni giureconsulti, che vi insegnarono alla fine del secolo XII, e al principio del XIII, e cioè: Azone e Ruggero Beneventano, e, secondo taluni scrittori: Giovanni Bassiano, Ottone di Pavia, e Cipriano. E poiché egli era versato non solo nel diritto civile, ma anche nel canonico, siccome è dimostrato dai suoi scritti, non si può dubitare che egli abbia frequentato le lezioni di qualcuno fra i molti interpreti dei canoni, che vi professarono l'insegnamento in quel periodo. Fra questi ricorderò Rodoico Piccolpassi (Rodoicum Modici-passus), del quale fanno espressa menzione Giovanni d'Andrea e lo stesso Roffredo. Sotto la guida di questi dottori molto apprese in ambo le leggi, e a lungo professò l'insegnamento del diritto civile in quella città. Nell'anno 1215 si recò ad Arezzo, dove pure insegnò tale scienza; e la sua scuola ebbe, come è noto, molti frequentatori. Nell'anno 1220 fu al seguito di Federico II, quando questi andò a Roma per ricevervi la corona e le insegne imperiali da Onorio III, e per vari anni rimase con lui, che gli avea affidato l'ufficio di giudice primario. Certamente egli lo copriva nell'a. 1224, allorché ottenne dall' imperatore, che non fossero distrutte le mura di S. Germano, siccome attesta nella sua Cronaca Riccardo da S. Germano, e lo copriva ancora nel 1227, poichè narra quel cronista, che nel predetto anno Roffredo fu mandato a Roma da Federico per apprestarne la difesa contro Gregorio IX, che più volte l'avea colpito da anatema. È noto infatti, che l'imperatore si era obbligato con giuramento a iniziare la crociata entro un biennio, e a questa condizione si era riconciliato col predecessore di lui, Onorio III. Ma trascorso il biennio, poiché non solo non manteneva la promessa data, ma si studiava di ritardare la partenza dei Crociati per l' Oriente, Gregorio IX, indignatissimo, emand contro l'imperatore sentenza di scomunica, considerandolo siccome spergiuro e nemico della cristianità. E benché poi Federico, a mezzo degli arcivescovi di Bari e di Reggio di Calabria e di altri principi, da lui inviati come ambasciatori al pontefice, si fosse studiato di purgarsi dalle accuse, non sortí alcun risultato, provocando anzi la conferma della prima sentenza. Diede allora l' imperatore in luce uno scritto virulento, non solo per difendersi, quanto per accusare e denigrare il papa, e ne affidò l' incarico di divulgarlo a Roma a Roffredo, che lo promulgò in Campidoglio, col consenso del Senato e dei primari cittadini, nell' intento di riconciliare cosi il popolo con Federico, alienandolo dal pontefice. Successivamente però Roffredo, sia che nella sua coscienza giudicasse di non potere ulteriormente seguire il principe colpito da interdetto, e dichiarato piú volte nemico della Chiesa, sia che dal Papa gli fossero proposte migliori condizioni, abbandonò l' Imperatore, e si pose al servizio della S. Sede. E in quel tempo condusse a termine la sua opera, iniziata ad Arezzo, intitolata: De ordine judiciario. Quale opinione di lui avesse il pontefice Gregorio si desume chiaramente da ciò, che a Roffredo egli commetteva l'incarico di trattare la pace con Federico, per dirimere cosí quel funesto dissidio che lacerava la Chiesa miserevolmente. Ciò si apprende da una lettera del Papa ai vescovi della cristianità, in data 21 marzo 1228, nella quale ordina loro di render nota la scomunica lanciata contro l' Imperatore (in questa enciclica egli chiama Roffredo <<< clericum Camerae nostrae »). Si aggiunga, che egli scrive ancora di essere stato presente nella Curia romana, quando mori Gregorio IX (22 agosto 1241), e fu eletto Celestino IV, che tenne la cattedra di Pietro pochi giorni, e mori il to novembre di quell'anno. Descrive poi l'elezione che ne seguì (dopo una lunga vacanza della Sede Apostolica) di Innocenzo IV, avvenuta il 25 giugno 1243, in modo, che è lecito concluderne, essere egli stato presente anche a quella. Dopo quest'anno si può credere però, che Roffredo non vivesse a lungo, poichè nell'anno successivo il papa, avendo perduta ormai ogni speranza di riconciliarsi con l' Imperatore, si recò a Lione, e il giureconsulto, già grave d'anni, e quasi ottuagenario, avutane dal pontefice licenza, ritornò in patria, dove poco appresso morí. (Per più ampie notizie sui due insigni giuristi, oltre alla cit. opera del SARTI e FATTORINI, si puó consultare: F. C. SAVIGNY, Storia del diritto romano nel medio evo, Firenze, per Vincenzo Batelli e C. 1845, pagg. 124-130 e 162-166). Devo infine avvertire, che la cit. edizione Avignonese dell'opera di Roffredo non è la seconda, come crede il DESCHAMPS, ma la sesta, poiché la prima, di cui dissi in precedenza, è del 1497, e le sono pure anteriori le quattro (2a, 32, 4a e 5a), delle quali farò ora menzione. La 2a si intitola: BADETO (Arnaldus de) Ord. Praed. Breviarium sive tractatus de mirabilibus DESCHAMPS (1). Ed ora a me sia consentito accogliere quella degli insigni bibliografici che cosí opinano, poiché la stessa forma d'iniziale si riscontra in altre parole, di significato non dubbio, e che occorrono in varî luoghi del volume, come: tela, taceo, timere, terret, etc. 13. Offredus Apollinaris, Medicus Cremonensis. In librum Aristotelis de anima commentarius. A c. 1. Expositio Appollinaris (sic) offredi | cremonensis in libros de asa. | Questiones subtilissime eiusdem | super eosdem libros de aĩa. A c. 1V (in grosso carattere gotico): Prologus | Appollinaris Offredi cremonēsis sua tempestate Il- | lustris 7 Philosophi 7 Medici prefatio in libros Arist. | de aïa ad Illustrissimu Philippu mariam Mediolani | Ducem 7c. feliciter incipit. | (D) (iniziale incisa in legno, che occupa lo spazio di 13 lin.) Udum animo | voluera etc. A c. 2r (c. segn. A 2) col. 1: Appollinaris Offredi cremonēsis expo Luculentissi- | ma in libros Aristo, de asa feliciter incipit. A c. 48v, col. 2, in fine:... linguam autem habet quatenus | significat aliquid alteri. Finis. (Qui finisce l'expositio, e nelle carte seguenti si hanno le quaestiones). A c. 1, con segn. AA, col. 1 : [ Appollinaris Offredi cremonēsis c'arissimi pri z me | dici qõnes in libros Aristo, de asa incipiunt feliciter. A c. 117", col. 2: ( Et sic est finis qõnis, z Zür toti? operis. Impressi Ue- | netijs per Bonetu Locatellú mādato z expēsis nobilis | Uiri Dni Octauiani Scoti ciuis modotiensis (sic). 1496. | quarto idus septembris. Ad laudē ospotētis dei. Amē | Infrascripta est tabula questionum Libri de anima | Questiones primi libri sunt nouem (La tabula questionum occupa il resto della col. 2a della c. 1177, e la col. 1a e parte della 2a della c. 117). Alla tabula seguono il registro e la marca tipografica con le iniziali: O. S. M. La c. 118 è bianca. In-fol., car. got., con segn. A-F di quaderno (per la prima parte) e AA-PP di quaderno, eccettuato PP terno(per la seconda parte), di cc. 166 num. (48 + 117 + 1 bianca), 2 col., 66 lin., con iniz, figurate, grandi e piccole, incise in legno. HAIN-COPINGER, 12004. Caronti, 591. GALLI (2), 89, pag. 65. mundi et eius compositione secundum triplicem viam, Theologorum videlicet, Astrologorum et Philosophorum. Excusum Avenione [s. typ. n.] 1499, in-4 (cfr. HAIN, 2239, AMATI, pag. 686 e COPINGER, II, II, 333). [Arnaud de Badet, domenicano francese, e dottore in teologia, fu inquisitore a Tolosa dal 1530 al 1534, ed ivi morí non molto dopo quell'anno. Si ricordano di lui da' suoi biografi, e piú specialmente dal QUÉTIF-ECHARD (Scriptores Ordinis Praedicatorum, II, 96) oltre all'opera suindicata, le seguenti: 10 Margarita virorum illustrium de futura temporis dispositione praenoscenda, 1529; 2o Destructorium haeresum, Parisiis, 1532, in-8, e Lugduni, 1536]. La 3a: COLOMBI, Directoire de ceulx qui sont en l'article de la mort extrait de la doctrine de Gerson. Avenione [edidit Dominicus Anselmus, impressit Pierre Rohault] 1499 (cfr. RONDOT, Les gra veurs à Lyon, pag. 167, cit. dal COPINGER, II, II, 565). [Per la descrizione compiuta dell'opuscolo, l'autore del quale non è Colombi (come afferma il RONDOT, e, sulla fede di questi, il COPINGER), ma il teologo Jean COLUMBI, frate minore e penitenziere del Papa in Avignone, cfr, BABELON (Jean), La Bibliothèque française de Fernand Colomb, Paris, Honoré Champion, éd., 1913, in-8, pagg. 30-31 e 162 (n. 31 e 169) e PELLECHET (cit. dal Babelon), Catalogue général des incunables des bibliothèques publiques de France, n.o 3865]. La 4a s' intitola: BRICIUS (Jordanus). Solemnis repetitio de foro competente. S. n. t. [Avenione, edidit Dominicus Anselmus, impressit Pierre Rohault vel Jean de la Rivière (Johannes de Riparia), 1499-1500] in-fol. caratt. got., con segn. A-B, 2 col., 77 lin., 12 cc. n. n. (cfr. Copinger, vol. I, part. II, n.o 1338). La 5a (cit. dal COPINGER, vol. II, part. II, n. 5900) si intitola: UBALDIS (Petrus de). Solemnis atque aureus tractatus de duobus fratribus et aliis quibuscunque sociis. Avenione [Dominicus Anselmus Avenionensis edidit, impressit Pierre Rohault vel Johannes de Riparia (Jean de la Rivière)] in-fol., caratt, got., con segn., a-e 6, fs, di cc. 4 non num. e 38 num. [circa a. 1500]. Dalle notizie premesse si può concludere pertanto, che la 1a edizione Avignonese è del 1497, la 2a e la 3a del 1499, la 4a del 1499-1500, la 5a è approssimativamente del 1500, e la 6a del 1500. et de l'amateur de livres, etc. Paris, libr.-typ., Firmin Didot frères, fils et C.ie, 1870, in-8. (1) DESCHAMPS (P. Ch. E.), Dictionnaire de geographie ancienne et moderne à l'usage du libraire (2) GALLI (Romeo), I manoscritti e gli incunaboli della Biblioteca Comunale d'Imola, Imola, tip. d' Ignazio Galeati e figlio, 1894, in-8. La Bibliofilia, anno XXI, dispensa 4-7 21 14. Pacioli Fr. Luca, da Borgo S. Sepolcro. Somma di aritmetica, geometria, proporzioni e proporzionalità. A c. ir: Suma de Arithmetica Geo- | metria Proportioni z Proportionalita. | (in grosso carattere gotico): Continentia de tutta lopera. | De numeri e misure in tutti modi occurrenti. | Proportioni e pportionlita anotitia del. 5o de Eucli | de e de tutti li altri soi libri. | Chiaui ouero euidentie numero. 13. p le qztita conti- | nue pportioali del. 6o. e 7o de Euclide extratte. | Tutte le pti delalgorismo: cioe releuare. ptir. multi- | plicar. sumare. e sotrare cõ tutte sue pue i sani e rot- | ti. e radici e progressioni. | De la regola mercantesca ditta del. 3. e soi fõdamen- | ti con casi exemplari per c. m. &3 guadagni: perdi | te: transportationi: e inuestite. | Partir. multiplicar. summar, e sotrar de le proportio | ni e de tutte sorti radici. | De le. 3. regole del catayn ditta positiõe e sua origie. | Euidentie generali ouer conclusioni n.o 66. absoluere | ogni caso che per regole ordinarie nõ si podesse. | Tutte sorte binomii e recisi e altre linee irratioāli del decimo de Euclide. | Tutte regole de algebra ditte de la cosa e lor fabri- | che e fondamenti. | Compagnie i tutti modi, e lor partire. | Socide de bestiame. e lor partire. | Fitti: pesciõi: cottimi. liuelli : logagioni e godimenti. | Baratti i tutti modi semplici: composti: e col tempo. | Cambi reali. secchi. fittitij. e diminuti ouer comuni. | Meriti semplici e a capo danno e altri termini. | Resti, saldi, sconti, de tempo e denari ede recare a un | di piu partire. | Ori. argenti, elloro affinare. e carattare | Molti casi e ragioni straordinarie varie e diuerse a | tutte occurentie commo nella seguente tauola ap- | pare ordinatamente de tutte. | Ordine a saper tener ogni cõto e scripture e del qua | derno in vinegia. | Tariffa de tutte vsançe e costumi mercanteschi in tut | to el mondo. | Pratica e theorica de geometria e de li. 5 corpi regu- | lari e altri dependenti. | E molte altre cose a grandissimi piaceri e frutto co- | mo difusamente per la sequente tauola appare. A c. 1: Magnifico Patritio veneto Bergomi pretori designato. D. Marco sânuto viro in omni disciplinarum genere peritissimo Frater lucas de burgo sancti sepulchri ordinis minorum inter. Sa. Theo. | professores minimus S. P. D. | (N) (iniziale con fregi) On me preterit Magnifice senator omnes: etc. Dopo l'epistola: Fa. Pompilij epigrama ad lectorem. | Que fuerant medijs carie consumpta latebris | etc. Di fronte all'epigramma latino vi è un sonetto italiano col seguente titolo: Clarissimi uiri Domini Giorgij Sumarippa ue | ronēsis patricij Epigramma ad auctorem. | chi douesse lodar tua nobeltate: | etc. In fine di pagina: Tabula. a. b. c. d. e. f. g. h. i. k. l. m. n. o. p. q. r. s. t. u. x. y. ҫ, 7, 24, AA. Omnes sunt quater- ni preter 24 qui est quinternus. Et AA qui est Septernus. | Registrum Geometrie. quere in ultima carta totius operis. | Mo. cccc°. LxLmJo. XXa. Nouembris. venetijs. A c. 25, segn. 2 (Spazio vuoto che occupa il posto di 12 linee per la lettera C): Alo Illu.mo Principe Gui. Baldo. Duca de Urbino. | ( )Onsiderando Illu.mo S. D. Laimmensa (sic) dolceçça etc. (Alla dedicatoria e all'epistola italiana, che termina a metà della c. 3r, segue nella medesima earta (ren) eac. 4r la stessa dedicatoria ed epistola in latino). A c. 4: Summario de la prima parte principale. A cc. 5-8V: Tauola de la prima parte principale (a 2 coll.). A c. gr (che dovrebbe essere numerata I) con segn. a (in carattere rosso): Ad illustrissimum Principem Gui. Ubaldum Urbini Duce Montis fe | retri: ac Durantis Comitem. Grecis latinisqz litteris Ornatissimum: 7 Ma | thematice discipline cultorem feruentissimum: fratris Luce de Burgo san | cti Sepulchri: Ordinis mine24: 7 sacre Theologie Magistri. In artez arith | metice: 7 Geometrie. Prefatio. A. c. 218V (numerata al 1: 210) termina il: Tractatus XI ? de scripturis. A c. 233 (con num. I e con segn. A): Tractatus Geometrie. Pars Secunda principalis huius operis 7 primo eius diuisio | ( )Ra col nome d'Jesu (in luogo della capitale O, inizio della v. Ora, è l'effigie dell'autore incisa in legno, che occupa II linee: nel margine vi sono le figure geometriche). A c. 308r, con num. 76, lin. II (il v, è bianco) :.... Con spesa e diligentia. E opifitio del pru- | dente homo Paganino de Paganini da Brescia. Nella excelsa cita de vinegia co gia del | suo excelso Dominio che per anni. X. proximi nullaltro in quello la possi restāpare ne altroue | stapata in quello portarla sotto pena in ditta gratia cōtenuta. Negliani de nostra Salute | M. cccc.LxLinj. (1494) adi. 10. de nouēbre. Sotto el felicissimo Gouerno del D. D. de venitiani Au | gustino Barbarico Serenissimo Principe di quello. Frater Lucas de Burgo sancti Se | pulchri Ordinis minorū. Et sacre theologie humilis professor: suo paruo ingenio ignaris | copatiens hanc summam Arithmetice 7 Geometrie Proportionūqz z pportionalitatu. edi- | dit. Ac īpressoribus assistens die noctuqz proposse manu propria castigauit. | LAVS DEO | Registrum Geo metrie. In-fol. car, got., s. rich., con numeri arabi negli esemplari completi: 2-224 nella prima parte, 1-76 nella seconda; le prime 8 cc. sono s. numer. (= cc. 308). La prima parte ha le segnature: a-24, di quaderno, eccetto 24 quinterno, e AA di 14 cc. (quest'ultimo foglio di stampa (cc. num. 211-224) manca nella copia sopra descritta), la seconda ha le segn.: A-K di quinterno, eccetto I e K di quaderno; di lin. 55 per ogni pag. piena, coi margini adorni di figure geometriche incise in legno, note marginali e numeri arabi. II BRUNET la dice: edizione rara. HAIN-COPINGER, 4105. CARONTI 608. BRUNET, I, 1116. RICCARDI (1) v. II, part. I, coll. 226-227. 15. Petrarca Francesco. De remediis utriusque fortunae. La 1a c. è bianca. A c. 2r (con segn. 2): Tabula Rubricarum praecedentis libri. &c. A c. 4": Explicit Tabula. Liber secūdus. d. Frā. Petrarcae de remediis uttiusqz (sic) fortunae. A c. 5r (c. segn. a) : Ad magnificum splendidissimumq; uirum Marchisinum stangham: Ducalem Se | cretarium Nicolai lucari Cremonensis Epistola. A c. 6r (c. segn. a 2): Francisci Petrarcae poetae oratorisqz Clarissimi de Remediis utriusqz fortu- | nae: ad Azonem. Liber primus. Incipit. A c. 165: [ Accipe tandem candidissime lector Diuinum Francisci Petrarcae: opus | Nicolaì lugari īdustria sollerti Nitidissimű: Bernardini de misintis Papiēsis | ac Caesaris Parmensis sociorum diligenti opera. Impressum Cremonae. Anno | Incarnationis dnice. 1492. die. 17. mensis Nouembris. La c. 166 è bianca. Marca tipogr. con lett. B. M. С. Р. In-fol car. rom., con segn. (escluse le prime 4 carte): a-s, A-C, e rich.; 44 (43) lin., cc. 166 non num. A proposito di quest'edizione cosí scrive l'AUDIFFREDI: <<< In exemplis huius editionis a me visis principio occurrunt folia quatuor, quorum priora tria indicem singulorum Dialogorum utriusque libri operis continent; quartum epistolam Nicolai Lucari Cremonensis, editoris ad Marchisinum Stangham Ducalem Senato. rem; in cuius fine, duobus exemplaribus usum se fuisse narrat, quo librum ad integram lectionem revocaret. Tria indicis folia fortasse ad libri calcem adijcenda fuissent; haec enim est eius inscriptio: Tabula rubricarum praecedentis libri, etc.; ac praeterea signaturae incipiunt a laudata editoris epistola, quae signatur litera a.... Character Romanus est, valdeque pulcher, et editio inter praestantiores saeculi XV jure haberi potest ». Anche nell'esemplare più sopra descritto, di proprietà della Biblioteca civica di Cremona (dove i tre fogli dell' indice sono preceduti da un foglio bianco, come più sopra si è detto), nonchè in quelli descritti dall' HAIN e dal PANZER, e nei due posseduti dalla Biblioteca Petrarchesca Rossettiana di Trieste la Tabula rubricarum praecedentis libri è in testa al volume, invece che in fine. Devo infine avvertire, che nella Biblioteca Civica di Cremona si conserva un'altra copia della predetta edizione, nella quale mancano le prime 4 carte e l'ultima bianca; essa è adorna di postille marginali manoscritte. HAIN-COPINGER, *12793. AUDIFFREDI, 223. PANZER, I, 35. HORTIS (2), 140-141. BRUNET, IV, 567. 16. Platina Bartholomaeus. De honesta voluptate et valetudine. La 1a c. è bianca. A c. 2: PLATINE đ | honesta uoluptate | & ualitudine lib. ca | pitula | etc. Segue l'indice, che termina a c. 6. A c. 75: PLATINE DE HONESTA VOLVP|TATE ET VALITVDINE AD | AMPLISSIMVM AC DOCTISSI | MVM D. B. ROVERELLAM. S. | CLEMENTIS PRESBITERVM | CARDINALEM LIB. INCIP. | (e) NARRABVNT et quidez ueheme | ter amplissime pr. B. Rouerella q | hanc nostram susceptōz nequaq di | gnam etc. A c. 1185, dopo lin. 20: PLATINE DE OBSO | NIIS'. LIB FINI. (sic). La c. 118V e la c. 119 sono bianche. In-4, s. 1. typ. n. et a. [Romae, Udalricus Gallus, c. a. 1475] car. rom, rozzi e irregolari, di cc. 119 non num., senza segn. e iniz., 30 lin. (1) RICCARDI (Pietro), Biblioteca matematica italiana, dalla origine della stampa ai primi anni del sec. XIX. Modena, 1870-1880; tom. 2 in 3 voll., in-4, (2) HORTIS (Attilio). Catalogo delle opere di Francesco Petrarca esistenti nella Petrarchesca Rossettiana di Trieste. Trieste, 1874, in-4. L' HAIN dice che l'opera fu stampata a Roma; il COPINGER aggiunge: 1470; il REICHLING: Romae, Udalricus Gallus, c. 1475. HAIN-COPINGER, 13049. REICHLING, III, 149. BRUNET, Suppl., II, 250 17. Platina Bartholomaeus. De honesta voluptate et valetudine. La c. ir è bianca. A c. IV: PLATYNAE DE HO- | NESTA VOLVPTATE | ET VALITVDINE LI- | BRI PRIMI CAPITA. A c. 4", col. 2: CAP. LIB. PLATYNAE | DE OBSONIIS ET. HO | NESTA VOLVPTATE | ET VALITVDINE. FI. | VIRI DOCTISSIMI Pla | tynae opusculum de obsoniis ac honesta uo'uptate: | impressum Venetiis Du | ce îclyto Petro Mocenico. | Idibus Iuniis. MCCCCLXXV. [In alcuni esemplari questa sottoscrizione suona così: VIRI DOCTISSIMI. Pla | tynae opusculum de Obso | niis ac honesta voluptate: | impressum Venetiis labo- | re & diligentia Laurentii presbyteri & Aquila: nec nō Sibyllini Vmbri Duce in | clyto Petro Mocenico I❘ dibus Iuniis M.ccccLxxv. E da tale sottoscrizione si desume il nome dei due stampatori dell'opera]. A c. 5: PLATYNAE DE HONESTA VOLVPTATE: | ET VALITVDINE AD AMPLISSIMVM AC DOCTISSIMVM, D. B. ROVERELLAM. S. CLE | MENTIS PRESBITERVM CARDINALEM | LIBER PRIMVS. A c. 93: PLATYNAE DE OBSONIIS LIB. FIN. f. [Questa sottoscrizione manca in alcuni esemplari]. In-fol., car rom., s. segn., iniz. e rich., 32 lin., cc. 93 non num. Il BRUNET la dice: << première édition avec date ». Dell'edizione sopra descritta la Biblioteca Civica di Cremona possiede un'altra copia, nella quale alle prime 4 carte fu sostituito, a penna, l'indice dell'opera a cura di Giovanni Pietro Amidani, con l'indicazione delle carte di ciascun libro e paragrafo, come risulta dal seguente proemio: Ioannis Petri Amidani Manus | (q)Voniam libri huius, qui apud lautos precipue legi | consueuit, Inspectionem p manibus habemus: Volui ad | eorum comoditatem, qui eo delectantur, paulum elabo- | rare: et repertorium facere, ut facilius inueniatur. | id de quo coqus [corr. coquus siue alius uel edulij faciundi gră | siue aliam quampiam ob occasionem legere; et per cartas | numeratas procedam. Do jam itaq; Principium. Rubrice p. libri huius voluminis (in rosso) (seguono le altre rubriche pure in rosso; i titoli dei capitoli sono in nero). In fine al repertorio, che occupa, come dissi, 4 carte, si legge: Finis (in rosso) | finitum est Repertorium huius voluminis cum | Laude dei, ad honorem 2 vtilitatem 2 minorem | laborem studere volentium. All'indice segue una carta bianca, e a questa l'opera, nella quale i fogli, escluso l'indice, sono numerati a penna con cifre arabiche da 1a 89, i margini sono corredati da postille manoscritte, e le iniziali sono pure manoscritte, e in rosso. HAIN, *13051. BRUNET, IV, 690. 18. Platina Bartholomaeus. De honesta voluptate et valetudine. A c. ır (il verso è bianco): Libellus platine de ho | nesta uoluptate ac | ualitudine. A c. 2 (c. segn. a ii): Platynae De Honesta Voluptate: et Valitudine. ad Am | plissimum ac Doctissimum D. B. Rouellam [corr. Rouerellam]. S. Clementis | Presbiterum (sic) Cardinalem. A c. 90v, dopo 4 lin.: FINIS. Laus Deo trino. | Habes splendidissime lector uiri doctissimi Platinae opu- sculum de obsoniis: de honesta uoluptate ac ualitudine di- | ligenterque Bononiae Impressum per Ioanne antonium pla | tonidem Benedictorum bibliopolam necno ciuem Bono- | niensem sub Anno domini. Mccccxcix, die uero. xi. mensis | Maii. Ioanne Bentiuolo feliciter illustrante. (E sotto): marca tipografica con lett. I. B. F. C. V. A cc. 91-95 : tabula. A c. 95V : REGISTRVM. La c. 96 è bianca. In-4, car. rom., con segu, a-m di quaderno, 29 lin., 96 cc. n. n., s. rich. La Biblioteca Civica di Cremona possiede un'altra copia dell'edizione, nella quale alle prime 2 carte, mancanti, ne furono sostituite quattro, le prime tre |