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77. Ozanam Antonio Federico. I poeti francescani in Italia nel secolo XIII.

Traduzione di Pietro Fanfani.

Prato, Alberghetti, 1854.

In-8.

[Cfr. anche i Cantici spirituali del b. Ugo Panziera da Prato].

78. Schlosser I. F. H. I Cantici di S. Francesco d'Assisi.

Magonza sul Reno, libreria Kivcheniana, 1854.

In-8, pagg. IV-140, con ritratto.

79. Bini Telesforo. Storia della Sacra Effigie, Chiesa e Compagnia del SS. Crocifisso de' Bianchi.

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80. Rosa Gabriele. Dialetti, costumi e tradizioni nelle Provincie di Bergamo e di Brescia.

Bergamo, Mazzoleni, 1855.

In-16, pagg. 167.

[Cfr. laude di una compagnia bergamasca e il Decalogo bergamasco che comincia : A nomo sia de Crist ol di present, tratto da un ms. trecentista dell'Archivio dell'Ospedale di Bergamo. Vedi 2a ed. Bergamo, Pagnoncelli, 1857, in-8, pagg. 253. Vedi 3a ed., Brescia, Fiori, 1870, in-8, pagg. XIV-383].

81. Biondelli Bernardino. Poesie lombarde inedite del secolo XIII pubblicate ed illustrate.

Milano, Bernardoni, 1856.

In-8 gr., pagg. 216, con tavole.

[Cfr. il Decalogo bergamasco A nomo sia de Crist ol di present e la Salutacio Virginis Marie, che comincia De ve salve Virgena Maria, tratti da un cod. trecentista dell'Archivio dell'Ospedale di Bergamo].

Cfr. Il Crepuscolo, Milano, Valentino, 1856, n. 21, pag. 234 e n. 28, pag. 445.

82. Hase D. K. Franz von Assisi ein Heiligenbild.

Leipzig, 1856.

[Cfr., a pag. 88 sgg., un tentativo di ricostruzione del « Cantico del Sole »].

83. Nannucci Vincenzio. Manuale della letteratura del primo secolo della lingua italiana. Seconda edizione ripassata dall' Autore.

Firenze, Barbèra, Bianchi e comp., 1856.

In 16. pagg. XXII-532.

[Cfr., su Jacopone, a pagg. 376-421. A pagg. 397-401 son trascritte dal ms. riccardiano 2870 tre laudi che cominciano: Mirami, sposa, un poco Chi vuol esser salvato|

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84. Maini Luigi. Due laudi ad onore di san Gemignano vescovo e protettore di Modena, cavate da un codice modenese del secolo XIV.

Modena, 1857.

In-8, pagg. 8.

Estr. dal Messaggero di Modena, 9 febbraio 1857, n. 1505.

[Il ms. era della Fraternita di S. Maria dei Battuti di Modena ed è datato dell'anno 1377].

85. Palermo Francesco. Le liriche di Dante e le laudi di Giannozzo Sacchetti, messe in luce sopra codici palatini.

Firenze, Cellini, 1857.

In-4, pagg. CXLII-59.

[Cfr., specialmente, dal ms. n. 44 palatino della Nazionale di Firenze].

86. Vanzolini Giuliano. Laudi ed altre cose devotissime [pubblicate per Nozze

Donzelli-Vaccail.

Pesaro, tip. di A. Nobili, 1857.

In-8, pagg. 31.

87. Jacopone da Todi. Maria al presepe: canto. [Versione di G. M. C.] a pagg. 6-7 di La Sirena, augurio pel Capodanno, per cura di Vincenzo Torelli, anno XII, Napoli, Stamp. del Fibreno, 1858, in-8.

[È lo Stabat mater speciosa].

88. Montanari G. 1. Osservazioni ai Cantici di S. Francesco d'Assisi. Bologna, tip. delle Scienze, 1858.

Estr. dall'Eccitamento, Bologna, 1858, pagg. 193-209, 257-267, 326-339.

89. Palermo Francesco. Le liriche di Dante e le laudi di Giannozzo Sacchetti, messe in luce sopra codici palatini. Appendice.

Firenze, Cellini, 1858.

In-4, pagg. XIV-256, con tavole.

90. Robolotti Francesco. Una lauda cremonese del secolo XIV, a pag. 431 sgg. della Grande Illustrazione del Lombardo-Veneto per cura di letterati italiani compilata da L. Gualtieri e diretta da Ces. Cantù, vol. III, Milano, Ronchi, 1858, in-8. 91. Dello Russo Michele. Storia della Sacra Cintola di Prato, testo di lingua con l'aggiunzione di altre devote scritture in versi del buon secolo della lingua. Napoli, Stamperia Ferranti, MDCCCLVIII.

In-8, pagg. 40.

[Cfr. le tre laudi, della Purificazione, dell'Annunziazione e della Salutazione, ristampate dal Bini].

92. Sorio Bartolomeo. Poesie scelte di fra Jacopone da Todi corrette e illustrate. Verona, Vicentini e Franchini, 1858 sgg.

Estr. dagli Opuscoli religiosi, letterarj e morali di Modena, 1a serie, tt. I-X e 2a serie, tt. I-III, 1858-65.

93. Sorio Bartolomeo. Ragione poetica nelle rime di frà Jacopone da Todi: disser

tazione.

Verona, Vicentini e Franchini, 1858.

In-8, pagg. 10-88.

Estr. dagli Opuscoli religiosi letterarj e morali di Modena, t. II, 1857, pagg. 104 sgg., 198 sgg., 339 sgg.

94. A Raffaella Serena per la sua religiosa vestizione nel Real Monastero di S. Chiara

in Napoli.

Napoli, per i tipi del Fibreno, 1858.

In-8, pagg. 54.

[Cfr., a pag. 8 sgg., una lauda a nostra donna, che comincia Quando serà quel giorno anima mia, pubblicata da Bruto Fabbricatore da un suo ms. anteriore al 1385].

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95. Veratti B. Monumenti antichi di dialetti volgari. [Lauda in antico dialetto modenese] a pagg. 79-89 degli Opuscoli religiosi, letterari e morali, ser. tomo VI, Modena, 1859.

[È il contrasto jacoponico Quando t'allegri omo d'altura, trascritta dal libro di S. Maria de' Battuti di Modena, del 1377].

(Continua).

Due falsificazioni del Settecento

nella storia dell'aeronautica e dell'aviazione

(Continuazione e fine: vedi La Bibliofilia, anno XXI, disp. 4-7, pag. 179).

II.

La" passarola volante " di Bartolomeo Lourenço [de Guzmâo] e l'opera aviatoria di Pier Jacopo Martelli.

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L'altra mistificazione del Settecento è la famigerata Passarola volante, di cui si fa autore un Bartolomeo Lourenço, Religioso brasiliano, che generalmente si credeva, sino a non molti anni fa, fosse Guzman o Guzmâo di casato. Ma prima di parlare di ciò, è necessario ch'io m'intrattenga un po' a lungo dello scrittore a cui debbo la sicura notizia della falsificazione: Pier Jacopo Martello.

Il nome di Pier Jacopo Martello è noto a tutti gli studiosi della letteratura italiana, se non altro per il verso da lui usato nelle tragedie e detto perciò martelliano, corrispondente all'antico alessandrino francese. Ma non cosí è noto, come dovrebbe e meriterebbe, ai cultori della storia dell'aeronautica. Fra gli scrittori da me consultati in proposito, solo l'Amoretti ho trovato che parla alla sfuggita di lui, se è l'Amoretti l'autore del trattatello Delle macchine aerostatiche che fu inserito, anonimo, nel tomo sesto degli Opuscoli scelti di Milano. Eppure

La Bibliofilia, anno XXI, dispensa 8-12

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il Martelli occupa o dovrebbe occupare un posto cospicuo ed eminente nella storia della navigazione aerea, e come escogitatore di nuovi espedienti di volo e come teorico dell'aviazione e come divinatore della sorte gloriosa riserbata alla nautica aerea e da ultimo, che non è per noi, che siamo cosí a corto di notizie in questo campo, piccolo e ultimo vantaggio, come smascheratore di pseudoaviatori del suo tempo.

In due opere il Martelli si occupa di aviazione: in un poemetto, di sei libri o canti in ottave, intitolato Degli occhi di Gesù, uscito primamente a Roma, dalla stamperia di Francesco Gonzaga nel 1707, e in un dialogo in prosa intitolato Del volo scritto a difesa del poema, e che vide per la prima volta la luce qualche anno dopo nel primo tomo dei Versi e prose, edito dalla medesima tipografia nel 1710.

Il poema del Martelli. Salito in sogno, in compagnia dell' Ombra apparsagli del padre morto, al paradiso terrestre lunare, trova colassú Elia e con lui e col Padre s'intrattiene in spirituali discorsi suggeriti da ciò che vede ed ammira in quella primitiva sede del genere umano, finché, giunti sulle sponde d'un gran lago

interruppe i racconti il ciel fendendo
Con cento ali spiegate un corpo orrendo.
Lungo appar venti braccia e collo e coda,

Mentre con larghe ruote al suo s'accosta;
Ver cui ritti all'ingiù pur venti ei snoda
Falcati piè che nel terreno imposta:
Raccoglie i vanni e in sè medesmo annoda
Il collo e stringe in sè la coda opposta :
Come l'iride in ciel vario al di fuori

Incontro al sol mille ne trae colori.

(Degli occhi di Gesù, pagg. 83-84, ediz. del 1710, Roma, Fr. Gonzaga).

Ma fattosegli piú vicino, per invito di Elia, s'accorge che non si tratta di un mostro alato ma di una vera e propria nave, guidata da scimmie ammaestrate, nella quale prende posto assieme ai « suoi duci » :

l'augello augel non è, ma nave
Nave alata, ov'ho co' duci miei ricetto :
Cento e cento nocchier l'alzan dal suolo,
Reggendo i vauni e l'erta coda al volo.

Battea fra tanto de' nocchier lo stuolo
Gli alati remi porporini e d'oro :
Come augel muove a suo talento il volo,
Movean pur anche, ove volean, costoro :
Regge altri il rostro, altri la coda, al polo
Miravan altri, altri sedean tra loro

Presti al rinforzo, ove talun si stanchi

E remo han pronto, ove sen rompa o manchi.

Mentre la volante macchina alzatasi in alto fende l'aria e i nembi, il Padre cosí parla al poeta, spiegandogli il perché e il come di quel congegno aero.

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