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Rendo grazie a V. S. III.ma e per la notizia che ne' Ms. del Ghilini (1) si trovano gli elogi di molti Piemontesi, e per la permissione che le piace di darmi ch'io li faccia copiare. Io mi prevalerò delle sue grazie si tosto ch' io sappia essere in Venezia un mio amico. Frattanto mi preme di sapere se fra quei letterati si trovi per avventura Benvenuto Sangiorgio (2).

(1) GIROLAMO GHILINI, Teatro aperto d' Uomini letterati, nei codd. Marc. It. X. 132-134, cart., in fol., sec. XVII: già Di Jacopo Morelli, come si legge nell'interno del cartone anteriore. Il cod. 132 (= vol. III dell'op.) reca il titolo: Teatro | d' Huomini letterati | aperto | dall'abbate | GIROLAMO GHILINI | Accademico Incognito | All' Illustrissimo Signor, il Signor | Gio. Francesco Loredano. Nel Catalogo ms. dei codd. Marciani si legge di mano del Bettio: << Questi tre volumi scritti dallo stesso Autore sono la Continuazione dell'Opera di lui pubblicata in Venezia nell'anno 1647 in due Volumi; e quindi li tre Codici presenti formano il Volume Terzo, Quarto e Quinto dell'Opera intera, i quali tre Volumi sono inediti. Uso ne fece il Tiraboschi, e pegli Scrittori Piemontesi li due primi Codici furono spogliati nel 1816 dal Cavaliere Gregorj ». E prima del De-Gregory, possiamo ora aggiungere, dal Morelli per il Vernazza. Il Ghilini viveva nel 1585. Cfr. CICOGNA, Iscriz. Venez., VI (1853), pp. 169, 216.

(2) In principio di ognuno dei 3 voll. sopra indicati trovasi l' Indice de' nomi de' Letterati compresivi. In essi non figura il nome del Sangiorgio.

(*) BIBLIOTECA DELLA R. ACCADEMIA D. SCIENZE, TORINO. Legato C. Gazzera: Lettere dirette a G. Vernazza.

Si sono ristampate le due croniche Italiana e Latina di questo cavaliere (1); io ho scritto la vita di lui, e credo che il volume comparirà ne' primi di agosto. Quindi mi sarebbe carissimo l'intendere se il Ghilini già n'abbia fatto l'elogio. In tal caso prego instantemente V. S. Ill.ma che mi faccia la grazia di farlo trascrivere subito, e mandarmelo per la posta: ch'io la farò immediatamente rimborsare d'ogni spesa per mezzo di codesti librai. Scusi la mia importunità; e si degni di concedermi la sua padronanza. [G. Vernazza].

Ill.mo Sig. Sig. P.rone Col. mo

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II. (*)

Rendo grazie a V. S. Ill.ma e per la cortese accoglienza che le piacque di fare alle mie operette, e per le utili ed a me care notizie che si è degnata di comunicarmi. Non avendosi qui la biblioteca Pinelliana', che vidi lodata nell'efemeridi del 1787. al num. XIX (2), io non avea indizio veruno delle due edizioni del 1490 da lei accennatemi nel suo foglio dei 17 di dicembre (3). Con esse si viene a provare che la società del Benedetti con lo Svigo è anteriore d'un anno a quella che io scrissi.

Lo Svigo, dopo avere stampato la somma angelica' in Civasso ai 13 di maggio 1486, stampò da sè solo in Torino ai 10 di aprile '87 le lettere di Domenico da san Geminiano sopra il Sesto delle Decretali; ed ai 6 di ottobre '87 i decreti di Savoia.

Ma il primo di questi due libri del 1487 m'invita a pregare V. S. Ill.ma di altri suoi cortesi ammaestramenti.

(1) Cronica di BENVENUTO SANGIORGIO, Cavaliere Gerosolimitano. Torino, a spese di Onorato Derossi libraio [Stamp. Reale], 1780; pp VIII n. n. +64 + 411 + vi n. n., in 4o. A questa ediz. della Cronica è premessa appunto, nelle pp. 1-64 della 1a numerazione: Vita di Benvenuto Sangiorgio, cavaliere gerosolimitano, descritta dal Nobil Uomo GIUSEPPE VERNAZZA, Accademico Etrusco, Segretario perpetuo dell'Accademia di Fossano, che fu pubblicata anche a parte: Torino, 1780; pp. 64, in 4o, c. I tav. Il volume fu poi pubblicato, non « ne' primi di agosto », ma il 18 settembre 1780. Cfr. V. ARMANDO, Bibliografia dei lavori a stampa del bar. Gius. Vernazza. Alba, 1913, n.° 49.

(2) Nelle Efemeridi letterarie di Roma, a. 1787, n.o XIX (12 maggio), pp. 149-152, è una recensione della Bibliotheca M. Pinellii veneti, di J. MORELLI.

(3) II MORELLI nella Bibliotheca M. Pinellii veneti, tom. I (Venezia, 1787), pp. 195-96, n.o 1108, registra un'edizione dei Tractatus diuersorum excelentissimorum doctorum cum additionibus d. LUDOVICI DE BOLOGNINIS de Bononia, fatta a Torino da Niccolò de Benedetti in società con Jacobino Suigo, nel 1490; ed anche G, MANZONI, Annali tipografici Torinesi del sec. XV, in Miscellanea di storia ital., tom. IV (Torino, 1863), pp. 290-91, registra (senza però averla vista, ma su la fede del Denis) questa sola edizione dei due tipografi fatta nel 1490. Anche nel PROCTOR, An Index to the early printed books in the British Museum, II (Italy), London, 1898, p. 498, non si registra che questa sola ediz. Torinese del 22 apr. 1490. Mancando la lettera del Morelli del 17 dic. 1788, cui qui risponde il Vernazza, non sappiamo qual fosse l'altra ediz. del 1490, cui qui si accenna; ma è possibile fosse quella delle Contrarietates seu diversitates inter Jus Civile et Canonicum di GIROLAMO de' Zanettini, stampate a Bologna, da Platone de' Benedetti, appunto nel 1490, colle quali l'ediz. Torinese era insieme legata, nell'esemplare della Pinelliana.

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(*) BIBL. MARCIANA, Arch. Morelliano', n.o 120 [Corrisp. Morelli].

La dedicatoria d'esso a Pietro Cara comincia così: Cum ex Venetiis in hanc inclitam Taurinensem urbem me librorum imprimendorum gratia contulissem.... cum enim et Venetiis pro illustrissimo diuoque principe nostro sabaudie duce te oratorem dignissimum nouerim. Il tempo in cui si trovarono in Venezia il Cara e lo Svigo, parmi che fosse il 1475; poichè nelle opere del Cara (fol. 7) ci è una orazione ad illustriss. ducem senatumqz Venetorum; e in piè d'essa (fol. 9) ci è la data seguente: Venetiis XIII Cal. August. M. CCCC. LXXV. Ivi poi (al fol. 75) in una pistola di Ubertino da Crescentino al figliuolo del Cara, si legge così: Quis ignorat qualem oratorem gesserit P. Cara pater tuus, qui Venetiis pro illustrissimo principe Sabaudiae duce septem mensibus ita versatus est, ut inclytus ille Venetorum dux, uniuersusqz ille sapientissimus senato non modo laudarit, amarit, admiratusq; sit Petrum Caram, verum etiam in eius virtutis testimonium orationem eius, quam coram eo duce, atqz senatu elegantissimam habuerat Venetiis publico consensu imprimi iusserit.

Ora io prego V. S. Ill.ma che avendo veduto questa edizione, si degni darmene la nota tipografica, e trascrivermi, se v'è, prefazione, dedicatoria, o altra cosa simile (1). Dal che tutto, oltre a ciò che appartiene al Cara ed alla tipografia, verrei anche forse a congetturare sotto quali maestri lo Svigo imparasse l'arte della stampa.

Le mie osservaztoni tipografiche sono inserite per annotazione in un libro dell'abate Purqueddu (2). Il Porro (3) le voleva ristampare a parte con la versione Francese; ma poi non se ne fece nulla. Io non avendo ora copia del libro, prego V. S. Ill.ma che voglia gradire lo stesso originale che ha servito alla stampa.

Io non posso ricusare il dono che per sua generosità le piace di offerirmi, che parrebbe, non accettandolo, ch' io non consentissi a contrarre nuove obbligazioni verso la gentil sua bontà. La via più spedita, quando non si tratti di piego voluminoso, è quella della posta, di cui godo la franchigia: resta solo che ella abbia il mezzo di farlo partir senza spesa.

Credo esser vero che in Piemonte si trovi uno scoliaste Greco inedito di Omero (4). Chi lo possiede è il colonnello Borrelli, cav. di S. Morizio, attual comandante della cittadella di Alessandria (5), uomo dotto e intendentissimo di greco, il qual tra pochi giorni,

(1) Nessun bibliografo registra codesta ediz. Veneziana dell'Orazione pronunciata da P. CARA al Doge e Senato Veneto. L'Orazione stessa del Cara e la pistola di Ubertino da Crescentino', qui citate, trovansi in: P. CARAE, Aureae luculentissimaeque.... Orationes. Augustae Taurinorum, 1520, in 4o.

(2) Cioè nell'op.: Il Tesoro della Sardegna ne' bachi e gelsi. Poema sardo e italiano di ANTONIO PURQUEDDU, Accademico del Collegio Cagliaritano. Cagliari, 1779, pp. 249-52. Il Tesoro della Sardegna è un poema in tre canti, in ottava rima, dettati a un tempo in sardo e in italiano, e le Osservazioni del VERNAZZA fanno parte della nota 26 al canto III: Osservazioni tipografiche di LIBANO TRITONIO P. A. della Colonia Fossanese (pp. 249-53).

(3) Bonaventura Porro, direttore della R. Stamperia di Cagliari.

(4) Cioè un codice di Demostene Trace, sul quale veggansi le lettere seguenti del Vernazza (III e IV).

(5) Il colonnello Vittorio Amedeo Borrelli, comandante la Cittadella di Alessandria, e poeta vernacolo, autore di una lettera al Morelli del 30 luglio 1789, riguardante anche il codice di Demostene Trace, qui accennato, da noi pubblicata piú innanzi. Cfr. ciò ch'è detto di lui nella Prefazione (Bibliofilia, XX, 345).

e forse dimani, dee giungere a Torino, dove starà in congedo quattro mesi. È lo stesso personaggio che V. S. troverà nominato dal Paciaudi, memorie de' gran maestri etc., Tom. I, pag. 64 (1); ed è autore dell'annessa inscrizione. Io non ho mai veduto questo suo codice; ma per quanto ne intesi da chi senza poterlo esaminare lo ebbe sott'occhio, è un manoscritto del secolo XV. Più di così non so dirle. Aggiungo solo, che il sig." Cavaliere è di un carattere delicatissimo, e delle cose sue è talmente geloso, e difficile a comunicarle, che non si può esserlo di vantaggio. Venuto ch'ei sia, se potrò introdurre con lui discorso di questo libro, lo farò volentieri perchè si tratta di servizio di V. S. Ill.ma; ma io dubito assaissimo di non riuscire a intenderne costrutto.

Mi auguro l'onore de' suoi comandi, e mi pregio di essere

Di V. S. Ill.ma

Torino, 17 di gennaio '89.

Div.mo Obbl.mo Servidor Vero Giuseppe B. Vernazza di Freney.

Al Sig. Ab. Jacopo Morelli.

III. (*)

Amico Stimatissimo

Brevemente. Le mie osservazioni tipografiche sono stampate (2), onde non occorre che mi rimandiate il Ms.

L'abate Carboni è un autor vivente. Ne fanno menzione le efemeridi del 1786, num. XLVII (3).

Mi è sommamente cara la notizia dell'instituta' di Giustiniano stampata in Torino nel 1488 (4). Io l'ho cercata inutilmente lungo tempo, e ne scrissi anche, mi pare, al

(1) [P. M. PACIAUDI], Memorie de' Gran Maestri del Sacro Militare Ordine Gerosolimitano. Parma, 1780, tom. I, p. 64. Ivi, nelle Annotazioni alle Memorie di Gerardo di Tunc, nota 48, il P. ricorda la Historia Hierosolymitana di Jacques de Vitry, di cui « un bell'esemplare.... a penna serbane in Nizza l'erudito Cavaliere Borelli », scritto « de mandato reverendi D.ni Rolandi Dei gratia Leucadensis Episcopi per me Jaconum Conradum de Parma scriptorem, et notarium ipsius D.ni Episcopi in anno D.ni mill. trecentesimo nono septima indictione »>.

(2) Le Osservazioni tipografiche del VERNAZZA furono stampate la prima volta nel 1779, e riprodotte parzialmente nel 1781. Questa operetta del Vernazza deve però distinguersi da due altre di titolo consimile, ma posteriori: Osservazioni tipografiche intorno a due libri d' incerta edizione (Torino, 1807); e Osservazioni tipografiche sopra libri impressi in Piemonte nel sec. XV (Bassano, 1807). Cfr. ARMANDO, Bibliografia cit., n. 42, 155, 156.

(3) Francesco Carboni, sardo, autore di alcuni versi latini indirizzati nel 1781 e '82 al Vernazza e a Giuseppe Muratori, prefetto dell'Accademia di Fossano (cfr. ARMANDO, Bibliogr. cit., p. 53). Nelle Efemeridi letterarie di Roma, a. 1786, n.o XLVIII (2 dic.), pp. 382-83, trovasi una recensione dell'op.: FRANCISCI CARBONII, Ad SS. Eucharistiam carmina, Editio tertia, duplo fere auctior. Taurini, 1786, in 8°.

(4) È l'edizione delle Institutiones, stampata a Torino dallo Svigo nel 1488, « undecimo Kal. Maias », e dedicata dallo stesso Svigo a Pietro Cara, « Ducali Senatori & Collaterali dignissimo ». È il n.o 9520 del HAIN.

(*) BIBL. MARCIANA, Arch. Morelliano', n.o 120.

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