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VI. (*)

Ill.mo Sig. Sig. P.rone Col.mo

Non si potea da V. S. Ill.ma sceglier persona che più di me si creda onorata dalla sua lettera de' 30 di novembre, con cui ricevo i monumenti da lei messi insieme del principio della stampa in Venezia (1). Le rendo grazie per questo atto di cortese bontà, che mi è stato veramente carissimo.

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Il privilegio dei 18 di 7mbre 1469 è un monumento prezioso non meno della tipografica storia che della consueta sapienza del Senato Veneto (2). Esso avvalora sempre più la dichiarazione stampata in fine delle pistole familiari' del 1469 (3): argomento fortissimo al quale non si è mai adeguatamente risposto, come V. S. Ill.ma ha notato nella ' libreria Pinelliana '. Ma se v'è chi voglia lottare contro le parole Primus in Adriaca etc., certo ei tenterà di schermirsi dal privilegio, con proporre, che la frase: inducta est in hanc nostram inclytam civitatem ars imprimendi libros, è frase che sta da sè, e che non è necessario connetterla con le parole per operam, studium et ingenium magistri Ioannis de Spira: quasi che esse per una stiracchiata sottigliezza debbano bensì unirsi alla formula in diesque magnis celebrior et frequentior fiet, ma non riferirsi necessariamente alle prime. parole del privilegio. Con ciò voglio dire che le parole Primus in Adriaca bastano a mio giudicio per dar vinta la causa. Ad esse poi aggiungendo il privilegio, viene a collegarsi l'una autorità con l'altra in un modo che mi pare insolubile: non essendo verisimile che la Repubblica volesse onorare così distintamente un presuntuoso che si fosse vantato di essere stato primus quando in verità non lo fosse stato.

Vorrei sapere il mezzo di far pervenire a V. S. Ill.ma qualche mia coserella, che mi preme di presentarle e però la prego di suggerirmi un indirizzo a proposito (4).

(1) Monumenti del principio della stampa messi insieme da Don JACOPO MORELLI. In Venezia, alle calende di Dicembre dell'a. MDCCLXXXXIII, cc. 2 n. n., in fol. La stessa Marciana non ne possiede che un solo esemplare, legato con: J. MORELLI, Codices mss. latini Bibliothecae Nanianae. Venetiis, 1776, in principio (Consultaz., Catal. Mss. Marc., 7). Sulle varie riproduzioni di questi Monumenti, v. MOSCHINI in MORELLI, Operette. Venezia, 1820, vol. I, pp. LXXX-LXXXI.

(2) Cioè il Privilegio concesso dalla Serenissima Signoria di Venezia a Giovanni da Spira, registrato contemporaneamente nel Notatorio XIX, a carte 55 t. nella Cancellaria superiore, ed ora per la prima volta pubblicato, sotto il n.o IV dei cit. Monumenti del MORELLI.

. (3) Cioè la prima ediz. delle Epistolae ad Familiares di CICERONE, stampata a Venezia da Giovanni da Spira nel 1469: « primus liber.... Venetiis impressus », come lo disse il MoRELLI, Bibliotheca M. Pinellii, tom. II (Venetiis, 1787), p. 216, n.o 3778; in fine del quale leggesi il noto colophon metrico:

Primus in Adriaca formis impressit aënis

Urbe libros Spira genitus de stirpe Johannes, ecc.

Come è noto, delle Epistolae ad Familiares impresse da Giovanni da Spira esiste anche una seconda edizione, dello stesso anno 1469, con colophon diverso.

(4) Nel verso del 2o fol. della lettera Vernazza, il Morelli scrisse i seguenti appunti per la risposta: « Confesso ancor io che li due membri Inducta est, et celebrior fiet potrebbero essere intesi disgiuntamente; ma si devono intendere unitamente in grazia dei versi Primus in Adriaca. Sono inconcussi. La risposta data ora coll' Hos dal Boni è ridicola. Quando volle quell'autore di versi, ce l'ha messo: « Labor hic primus, etc. ».

Dial al Residente Veneto Giacomazzi, diretto a me, con sopracoperta al Grad[enig]o, che gli scrive ».

(*) BIBL. MARCIANA, 'Arch. Morelliano', n.o 120.

Mi è stata molto cara la notizia che ella mi ha favorito dell'orazione di Mercurino Ranzo nello Studio di Chieri (1). E se mi verrà qualche occasione di poterne far uso ardirò di chiederle ulteriori chiarimenti. Codesto Mercurino fu poi Praeses Pedemontium. Ho l'onore di essere con insuperabil rispetto

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Fino dagli 8 di febbraio ricevetti il fagottino de' libri che V. S. Ill.ma mi aveva annunciati nell'ultima sua pregiatissima degli 11 di gennaio. Ho letto con molto gusto la sua dissertazione sopra le pompe nuziali Veneziane (2): che oltre a scoprir cose nuove, insegna la maniera di cercarle bene, e di farne buon uso, con saviezza, con sicurezza, con verità.

(1) L'Oratio di Mercurino Ranzo, di cui il Morelli aveva dato notizia al Vernazza, era contenuta in un codice posseduto dallo stesso Morelli (col n.o 186), e passato poi alla Marciana, ove è segnato Lat. XI. 123, cart., in fol., del sec. XV, miscellaneo, mancante di ben 179 carte in principio, e fors' anche di alcune in fine; ove si contengono varie Orazioni, Sermones, Discorsi per assunzioni di cariche, ecc., alcuni anonimi, altri di Francesco Barbaro, Gasparino Barzizza, Catone Sacco da Pavia, ecc. (vi sono pure alcune epistole di Lodrisio Crivelli del 1438). A ff. 17a-18a (originariamente 197-98) trovasi appunto : Oratio supra proxima (sic) edita et recitata extitit per me Marchurinum Rancium Vercellensem pro laudibus viri generosi et suavissimi d.ni Stephani Guigonardi de patria Breysiensi ac dignitatem presularem quam rectoralem appellari (sic) ellectissimi in studio et universitate Cheriensi M. CCCC. XXXj [non 1421. come stampa il De GREGORY] die IX. Augusti celebrata ellectione in eclexia cathedrali. E d'altra mano si soggiunge: Sequentem oracionem protulit is qui assumpsit rectoratum studii. Inc. : « Non possum non vereri, patres clarissimi, vosque fratres amantissimi.... » Di Mercurino Ranzo, vercellese, giudice di Torino nel 1441, Presidente del Consiglio di Savoia nel 1454, del Consiglio Pedemontano nel 1460, e morto c. 1469, veggansi notizie in G. De Gregory, Istoria della Vercellese letteratura ed arti. Torino, 1819, vol. I, pp. 479-80, ove è ricordato anche il nostro ms., con questa nota: « Ms. prezioso esistente presso l'abate Morelli in Venezia, di pag. 294 [ma veramente di carte 52, num. 180-232], da noi letto per compiacenza di tale non invidioso letterato » (p. 479 n. 4). Ed infatti il non invidioso letterato annotò di propria mano nell' ultima lettera direttagli dal Vernazza, di aver comunicato il codice al De Gregory. Cfr. più oltre, la lett. 16 sett. 1818.

(2) J. MORELLI, Delle Solennità e Pompe Nuziali già usate presso li Veneziani. Dissertazione. (Nozze Tiepolo-Gradenigo). Venezia, A. Zatta, 1793; pp. [4 n. n.]-LX, in 4o. (Un esempl., con numerose postille autogr., è nell'Archivio Morelliano' della Marciana, n.o 71). Se ne fece poi una ristampa postuma: Venezia, Alvisopoli, 1819.

(*) BIBL. MARCIANA, Arch. Morelliano', n.o 120.

Anche i componimenti in morte del patrizio Farsetti (1), e particolarmente la lettera latina diretta a lei mi hanno piaciuto assai: onde e le rendo grazie del suo caro dono, e mi rallegro per l'onore che a lei viene e dall'omaggio altrui, e via più dalla sua bella dissertazione.

Le giunte all'Arvood (2) non mi contentano e molte leggerezze che vi ho notate qua e là, mi hanno tolta la pazienza di esaminar tutta l'opera.

Dal Sig. Ab. Denis ho ricevuto poc'anzi in dono il suffragium pro Johanne de Spira (3). Che potrà mai replicare l'abate Boni? Egli mi ha scritto ultimamente, dicendo avermi destinato un esemplare delle sue lettere tipografiche (4). Le aspetto con tanto maggior desiderio, quanto ch'egli mi dice di aver avuto motivo di scostarsi dalla mia opinione, senza soggiungermi altro. Io suppongo che sia circa il Villadei ch'egli vorrà stampato circa il '74 in Savona (II. 349). Ed io certamente più di quel che mi loda amo quello che m'instruisce (5).

Così ringrazio V. S. Ill.ma dell'avvertenza che mi dà circa la stampa di Lecce

(1) Il bali Tommaso Giuseppe Farsetti, noto mecenate del Morelli e dotto bibliofilo, era morto in Padova il 30 ottobre 1791. Questi Componimenti in sua morte non esistono alla Marciana, né sono registrati dal CICOGNA, dal Soranzo, né da G. SFORZA, Il testamento d'un bibliofilo e la famiglia Farsetti di Venezia. Torino, 1911 (estr. d. Memorie d. R. Accad. d. sc. di Torino, ser. 2a, tom. LXI).

(2) Cioè l'op. di EDWARD HARWOOD, A view of the various editions of the Greek and Roman classics, with remarks (London, 1775, e edizz. segg.), di cui fu fatta una traduzione italiana, con giunte di B. Gamba e M. Boni, col seg. titolo: Degli Autori classici, sacri, profani, Greci e Latini, Biblioteca portatile; ossia il Prospetto del Dr. E. ARVOOD, reso più interessante per nuovi articoli e per recenti scoperte, ed illustrazioni critiche, cronologiche e tipografiche con mutua cura disposte dall'ab. M. BONI e da B. GAMBA. Venezia, 1793, parti 2, in 12o,

(3) MICH. DENIS, Suffragium pro Johanne de Spira, primo Venetiarum typographo. Viennae, Trattner, 1794; in 8o, ove si combatte l'opinione del Boni e del Paitoni sulla data 1461 del Decor Puellarum.

(4) Ab. MAURO BONI, Lettere sui primi libri a stampa di alcune Città e Terre dell' Italia superiore, parte sinora sconosciuti, parte nuovamente illustrati. Venezia, C. Palese, 1794; pp. 132, in 4o; nelle quali Lettere il Boni risponde alle obbiezioni del Denis.

(5) Infatti il BONI nella prima delle Lettere sui primi libri a stampa s. c., la quale tratta dei Monumenti della tipografia Genovese nel sec. XV. Venezia, 1794, sotto Savona ' (p. xxiv), registra appunto il Doctrinale d'ALESSANDRO DI VILLEDIEU, s. n. t., nel cui colophon si legge : « Emendauit autem hoc ipsum opus Venturinus Prior, grammaticus eximius » : edizione che dal MEERMAN e dal PANZER era stata attribuita a Firenze; e dal TIRABOSCHI e dal VERNAZZA ad Acqui o ad Alba. Ecco le parole con cui il Boni ricorda le ricerche e l'opinione del Vernazza su questo argomento (Lett. I, p. xxvII): « Fortunata è per me questa occasione di potere attestare pubblicamente la stima e la grata riconoscenza, che professo alla erudizione, e alle maniere obbliganti dell'ornatissimo Cavaliere, che tra le cure del Ministero non lascia di coltivare i buoni studj, illustrando la Storia Letteraria di Alba sua Patria, e degli Stati di S. M. Sarda. Egli nella lodata operetta [Lezione sulla stampa. Cagliari, 1778; Appendice alla Lezione s. c. Torino, 1787] rinovò la quasi spenta memoria della vita e degli studj di Venturino Priore, letterato celebre a' suoi tempi: traendone le notizie da un prezioso codice contenente le di lui opere, il quale si conserva tra i libri a penna nella Biblioteca de' PP. Domenicani di Alba, ecc. ».

del 1490 (1). Ho riduto di me stesso, perchè nello spoglio del Marchand avevo notato ch'egli pag. 138 mise in dubbio quella edizione. Poi quand'era tempo di ricordarmene, non me ne ricordai.

tomo.

Al Panzer ho mandato le mie osservazioni (2): e sto aspettando il suo secondo

Le barche del Gobbi, partite da Torino già sono alcuni giorni, portano a Venezia un picciolo fagottino diretto a V. S. Ill.ma, e franco di porto. Esso contiene alcune mie inezie, con altre stampe, che la prego di accettare in segno della molta gratitudine e riverenza che le serberò fin che io viva.

La prego di farmi sapere se in Venezia si troverebbe a comprare un carattere Tedesco, in casse compite di stampa; e m'intendo d'un carattere affatto nuovo, per la lingua Tedesca.

Favorisca dirmi, se all'occasione di mandarle qualche piccolo piego, posso fare io medesimo una sopraccarta al Sig. Gradenigo. In tal caso, piacciale di mandarmi una direzione esatta che contenga i titoli a lui dovuti (3).

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All'abate Jacopo Morelli, Custode della Libreria di S. Marco. Venezia.

Ieri l'altro ho ricevuto l'autografo del Bartoli (4) che piacque a V. S. Ill.ma di donarmi liberalmente, e per cui le rendo senza fine le maggiori grazie che posso.

(1) PROSPER MARCHAND, Histoire de l'origine et des premiers progrès de l'imprimerie. La Haye, 1740, dopo avere, fra le Additions et Corrections (Parte II, pp. 137-38), registrato un'ediz. dei Sermones Quadragesimales di Roberto Caracciolo, come stampata ‘Licii, 1490', soggiunge: «Peut-être ces auteurs-là [il WARTON e l'OLEARIUS, che riportano questa pretesa edizione Leccese] prennent-ils le Siège Épiscopal de ce Prédicateur pour le Lieu de l'Imprimerie de ses Sermones. Ce qu'il y a de bien certain, c'est que ni WILLOT, ni WADDING, Bibliothécaires de l'Ordre des Franciscains, & qui détaillent assez curieusement les Éditions des Ouvrages de celui-ci, ne font aucune Mention de celle-là ».

(2) Le Osservazioni fatte dal VERNAZZA al PANZER, furono poi pubblicate nella Biblioteca Oltremontana: cfr. piú sopra, lett. V, nota 3; e ARMANDO, Bibliogr. Vernazza, n.o 123. (3) Sull' indirizzo della corrispondenza del Vernazza destinata al Morelli, v. la nota 4 alla lett. preced.

(*) BIBL. D. R. Accad. d. scienze, Torino, ibid.

(4) Giuseppe Bartoli, n. a Padova nel 1717, assistente del Poleni nella cattedra di Fisica sperimentale (1739), addestratosi nell'archeologia sotto la guida di S. Maffei, successe poscia al Tagliazucchi nella cattedra di Eloquenza greca e italiana nella Università di Torino (1745), e nominato poco appresso Direttore di quel Museo di Antichità (1751), col titolo di

È facile a conoscere che questo lavoro fu fatto avanti al 1761 per aver memoria de' luoghi ne' quali, per le notizie, o date da varie persone, o prese da libri stampati, esistevano cose degne degli sguardi di un antiquario. In quell'anno egli ottenne dal Re Carlo (1) un ordine per far trasportare a Torino i marmi d'antichità Romane che eran dispersi nelle provincie, e ne vennero veramente molti. Ma le osservazioni ch'ei fece poi o ne' suoi viaggi o dopo che i marmi furon qui, non sono descritte in quest' indice, da pochissime in fuori. In ogni modo l'indice è utile e a me carissimo: e gia ne ho fatto uso nella mia bibliografia lapidaria patria, con espressione del generoso donatore. Mi rinovo a' suoi comandi ed ho l'onore d'essere co' più vivi sensi di gratitudine e di amicizia

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Molto volentieri manderò a V. S. Ill.ma la nota di tutte le edizioni Venete del secolo XV da me vedute nella regia pubblica libreria di Torino. Intanto le chiedo un consiglio. Tra queste abbiamo i problemi di Alessandro Afrodiseo, di Aristotile, e di Plutarco stampati in Venezia per Antonium de Strata Cremonensem. Anno salutis nostrae. M. CCCCLXXXviij (2). Chi volesse attribuire al 1488 questa edizione, andrebbe certamente errato; poichè all'anno predetto succede la data del giorno: die sabbati III no. ianuarii. Nel 1488 la pasqua fu ai 6 di aprile; per conseguenza il dì 3 di gennaio cadde in venerdì. Ma nel 1489 cadde veramente in sabbato. Adunque è dimostrato che l'anno 1488 notato a quella parte dei Problemi si deve intendere more Veneto; e la edizione cominciata nel 1488, come appare dagli antecedenti quaderni, fu compita nell'anno comune 1489. Il che non fu avvertito dal Fossi, tom. I, col. 65 in fine (3). Ma dobbiam noi ritardare di un anno tutte le edizioni Venete anteriori all'êra Veneta? Non mi pare. Le' epistolae Marsilii Ficini Florentini' furono impresse Venetiis: aequinoctium vernale Phoebo introeunte AS (cioè AScendente, poi la figura d'ariete, e non di leone (4), come dice il Fossi, I, 677] die et hora mercurii: vigilia diui Gregorii. Anno salutis MCCCCLXXXXV '.

'Regio Antiquario '. Egli ordinò il Museo Torinese con tal metodo, « che dovrebbe servir d'esempio (come scrisse il LALANDE nel suo Voyage en Italie) a così fatte raccolte ». Mori nel 1788 a Parigi, ove erasi recato in occasione del matrimonio di Clotilde di Francia col principe Carlo Emanuele. Cfr. P. A. PARAVIA, in Tipaldo, Biografia d. Italiani illustri del sec. XVIII, vol. IX (1844), pp. 52-63.

(1) Carlo Emanuele III, Re di Sardegna.

(2) È la traduzione dei Problemata fatta da Giorgio Valla. In fine: Impressum Venetiis, per Antonium de Strata Cremonensem. Anno salutis nostrae. M. CCCC. LXXXVIII . die Sabbati III. no. Januarii. Cfr. HAIN, n.o 658.

(3) FERD. Fossi, Catalogus codicum saeculo XV impressorum qui in publica Bibliotheca Magliabechiana Florentiae adservantur. Florentiae, 1793, tom. I, col. 65. Questa osservazione sulla data, non solo non fu fatta dal Fossi, ma da nessuno di quanti in appresso registrarono questa edizione (PANZER, HAIN, PELLECHET, ecc.).

(4) Cfr. Fossi, o. c., tom. I, col. 677: « parvi leonis figura hic exprimitur ».

(*) BIBL. MARCIANA, Arch. Morelliano', n.o 17, III.

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