Giornale arcadico di scienze, lettere, ed arti, Volume 1;Volume 29

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Nella Stamperia de Romanis, 1826
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 125 - Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi ; E quei, pensando eh...
Pagina 209 - Né mai le chiome del giardino eterno tenera brina o fresca neve imbianca; ivi non osa entrar ghiacciato verno, non vento o l'erbe o gli arbuscelli stanca; ivi non volgon gli anni il lor quaderno, ma lieta Primavera mai non manca, ch'e...
Pagina 209 - Dianzi eri d'una fera cacciatore; più bella fera or t'ha ne' lacci involto; dianzi eri tuo, or se' fatto d'Amore, sei or legato, e dianzi eri disciolto. Dov'è tuo libertà? dov'è '1 tuo core? Amore e una donna te l'ha tolto. Ahi come poco a sé creder uom degge!
Pagina 120 - Pero non lagrimai ne rispos' io Tutto quel giorno ne la notte appresso, Infin che l'altro sol nel mondo uscio. Com' un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi: E quei pensando ch...
Pagina 236 - Nell' ora che comincia i tristi lai La rondinella , presso alla mattina , Forse a memoria de' suoi primi guai ; E che la mente nostra , pellegrina Più dalla carne e men da...
Pagina 206 - Molinari, intiere in quelle secondo la ediz. del 1814 e del '22. * Ma fra tanto studio che intorno vi hanno posto i migliori nostri, fra tante cure di tipografi eziandio diligentissimi, è poi vero che le Stanze del Poliziano vadano affatto scevre da errore? Io non vorrei che mi facessero reo di presunzione confessando sinceramente che a me non pare „. Questa dubitazione del chiariss.
Pagina 207 - Mille e mille color' formon le porte, di gemme e di sì vivi intagli chiare, che tutte altre opre sarian roze e morte, da far di sé Natura vergognare. Nell'una è insculta la 'nfelice sorte del vecchio Celio; e in vista irato pare suo figlio, e colla falce adunca sembra tagliar del padre le feconde membra. 98 Ivi la Terra con distesi ammanti par ch'ogni goccia di quel sangue accoglia, onde nate le Furie e...
Pagina 215 - Scuoti, meschin, del petto il cieco errore, ch'a te stesso te fura, ad altrui porge: non nudrir di lusinghe un van furore, che di pigra lascivia e d'ozio sorge. Costui che '1 vulgo errante chiama Amore è dolce...
Pagina 125 - ... 1 sesto; ond'io mi diedi, già cieco, a brancolar sovra ciascuno; e due dì li chiamai, poi che fur morti: poscia, più che '1 dolor, potè 1 digiuno ». Quand'ebbe detto ciò, con li occhi torti riprese '1 teschio misero co' denti, che furo a l'osso, come d'un can, forti.
Pagina 210 - Poliziano vadano affatto scevre da errore? Io non vorrei che mi facessero reo di presunzione confessando sinceramente che a me non pare „. Questa dubitazione del chiariss. Betti per la disamina dei vari testi da me fatta parmi avvalorata e levata al grado di certezza. Che se il Betti aggiunge " Chi dopo la morte del poeta abbia francamente osato por mano nelle elegantissime Stanze, noi so; „ li) anche qui la risposta è in pronto: il corruttore fu mess.

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