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L'un delli quali, ancor non è molt' anni,
Rupp' io per un che dentro v' annegava:
E questo sia suggel ch' ogni uomo sganni.
Fuor della bocca a ciascun soperchiava
D'un peccator li piedi, e delle gambe
Infino al grosso, e l'altro dentro stava.
Le piante erano a tutti accese intrambe;
Perche si forte guizzavan le giunte,
Che spezzate averían ritorte strambe. (2)
Qual suole il fiammeggiar delle cose unte
Moversi pur su l' estrema buccia;
Tal era lì da' calcagni alle punte..
Chi è colui, maestro, che si cruccia
Guizzando più che gli altri suoi consorti,
Diss' io, e cui più rossa fiamma succia?
Ed egli a me: se tu vuoi ch' io ti porti
Laggiù per quella ripa che più giace, (3)
Da lui saprai di sè, e de' suoi torti.
Ed io: tanto m' è bel, quanto a te piace:
Tu se' Signore, e sai ch' io non mi parto
Dal tuo volere, e sai quel che si tace.
Allor venimmo in su l'argine quarto;
Volgemmo, e discendemmo, a mano stanca.
Laggiù nel fondo foracchiato ed arto.
E il buon maestro ancor dalla su' anca
Non mi dipose, sin mi giunse al rotto
Di quei che si piangeva con la zanca.
O qual che se', che il di su tien di sotto,
Anima trista, come pal commessa,
Comincia' io a dir, se puoi, fa motto.
Io stava come il frate che confessa
Lo perfido assassin, che poich' è fitto,
Richiama lui perchè la morte cessa:

Ed ei gridò: se' tu gia costiritto, (4)
Se' tu già costiritto, Bonifazio?
Di parecchi anni mi mentì lo scritto.
Se' tu si tosto di quel aver sazio,

Per lo qual non temesti torre a inganno La bella donna, e di poi farne strazio? Tal mi fec' io, quai son color che stanno, Per non intender ciò ch'è lor risposto, Quasi scornati, e risponder non sanno. Allor Virgilio disse: digli tosto,

Non son colui, non son colui che credi: Ed io risposi come a me fu imposto. Perche lo spirto tutti storse i piedi, Poi sospirando, e con voce di pianto Mi disse: dunque che a me richiedi? Se di saper ch' io sia ti cal cotanto, Che tu abbi però la ripa scorsa; Sappi ch' io fui vestito del gran Manto: E veramente fui figliuol dell' orsa, Cupido si per avanzar gli orsatti, Che su l' avere, e qui me misi in borsa. Di sotto al capo mio son gli altri tratti, Che precedetter me simoneggiando, Per la fessura della pietra piatti. Laggiù cascherò io altresì, quando

Verrà colui, ch' io credea che tu fossi, Allor ch' io feci il subito dimando. Ma più è il tempo già che i piè mi cossi, E ch' io son stato così sottosopra, Ch' ei non starà piantato coi piè rossi: Che dopo lui verrà di più laid' opra Di vêr ponente un pastor senza legge, Talchè convien che lui e me ricuopra.

Nuovo Iason sarà, di cui si legge

Ne' Maccabei: e come a quel fu molle
Suo re, così fia a lui chi Francia regge.
Io non so s' io mi fui qui troppo folle,
Ch' io pur risposi lui a questo metro:
Deh or mi di': quanto tesoro volle
Nostro Signore in prima da San Pietro,
Che ponesse le chiavi in sua balia?
Certo non chiese se non: viemmi dietro.
Nè Pier, nè gli altri chiesero a Mattia
Oro od argento, quando fu sortito
Nel luogo, che perdè l'anima ria.
Però ti sta, chè tu se' ben punito,

E guarda ben la mal tolta moneta,
Ch' esser ti fece contro Carlo ardito.
E se non fosse che ancor lo mi vieta
La reverenza delle somme chiavi,
Che tu tenesti nella vita lieta;
Io userei parole ancor più gravi:

Chè la vostra avarizia il mondo attrista,
Calcando i buoni, e sollevando i pravi.
Di voi pastor s' accorse il Vangelista,
Quando colei, che siede sovra l' acque,
Puttaneggiar co' regi a lui fu vista:
Quella che con le sette teste nacque, (5)
E dalle diece corna ebbe argomento,
Finchè virtute al suo marito piacque.
Fatto v' avete Dio d' oro e d'argento:
E che altro è da voi all' idolatre,
Se non ch' egli uno, e voi n' orate cento?
Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
Non la tua conversion, ma quella dote,
Che da te prese il primo ricco Patre!

E mentr' io gli cantava cotai note,
O ira, o coscienza che il mordesse,
Forte spingava con ambe le piote.
Io credo ben ch' al mio duca piacesse,
Con sì contenta labbia sempre attese
Lo suon delle parole vere espresse.
Però con ambe le braccia mi prese,

E poichè tutto su mi s' ebbe al petto, Rimontò per la via, onde discese. Nè si stancò d' avermi a sè ristretto Sin mi riportò sovra, in colmo all'arco Che dal quarto al quinto argine è tragetto. Quivi soavemente sposè il carco

Soave, per lo scoglio sconcio ed erto, Che sarebbe alle capre duro varco: Indi un altro vallon mi fu scoverto.

NOTE

.(1) Fatti, ec. Quei tre pozzetti erano in luogo del Comune Sacrario.

(2) Che spezzate ec. avrebbero spezzate strambe ancorchè ritorte.

(3) Laggiù, per quella ripa, che più giace: per quella parte, ove la costa è più inclinata, meno

erta.

(4) Costiritto, costiritta, costì.

(5) Quella ec. La chiesa, che nacque coi sette doni dello Spirito Santo, e prese operazione dai dieci Comandamenti: fu virtuosa, finchè virtù piacque al Papa suo marito.

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