Quinta bolgia: i barattieri.
Così di ponte in ponte altro parlando, Che la mia Commedia cantar non cura, Venimmo, e tenevamo il colmo, quando Ristemmo per veder l'altra fessura Di Malebolge, e gli altri pianti vani; E vidila mirabilmente oscura. Quale nell' Arzanà de' Viniziani Bolle l'inverno la tenace pece A rimpalmar li legni lor non sani, Che navicar non ponno, e in quella vece Chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa Le coste a quel, che più viaggi fece; Chi ribatte da prora, e chi da poppa, Altri fa remi, ed altri volge sarte; Chi terzeruolo, ed artimon rintoppa: Tal non per fuoco, ma per divin' arte Bollia laggiuso una pegola spessa, Che inviscava la ripà d'ogni parte. DANTE, Inf.
Io vedea lei, ma non vedeva in essa Ma che le bolle, che il bollor levava, E gonfiar tutta, e riseder compressa. Mentr' io laggiù fisamente mirava,
Lo duca mio dicendo: guarda, guarda; Mi trasse a sè del loco dov' io stava. Allor mi volsi come l' uom, cui tarda Di veder quel che gli convien fuggire, E cui paura subita sgagliarda; Che per veder non indugia il partire: E vidi dietro a noi un diavol nero Correndo su per lo scoglio venire. Ahi quanto egli era nell' aspetto fiero, E quanto mi parea nell' atto acerbo, Con l' ale aperte, e sovra i piè leggiero! L'omero suo, ch' era acuto e superbo, Carcava un peccator con ambe l' anche, Ed ei tenea de' piè ghermito il nerbo. Dal nostro ponte disse: O Malebranche, (1) Ecco un degli Anzïan di santa Zita: Mettetel sotto, ch' io torno per anche A quella terra, chè n' è ben fornita: Ogni uom v'è barattier, fuorchè Bonturo: Del no, per li denar, vi si fa ita. Laggiù il buttò, e per lo scoglio duro Si volse, e mai non fu mastino sciolto Con tanta fretta a seguitar lo furo. Quei s' attuffò, e tornò su convolto:
Ma i dimon, che del ponte avean coverchio, Gridâr; qui non ha luogo il santo Volto: Qui si nuota altrimenti che nel Serchio: Però se tu non vuoi de' nostri graffi, Non far sovra la pegola soverchio.
Poi l'addentar con più di cento raffi, Disser: coverto convien che qui balli, Sicchè, se puoi, nascosamente accaffi. Non altrimenti i cuochi a' lor vassalli Fanno attuffare in mezzo la caldaja La carne con gli uncin, perchè non galli. Lo buon maestro; acciocchè non si paja Che tu ci sie, mi disse, giù t'acquatta Dopo uno scheggio, ch' alcun schermo t' aja: E per nulla offension ch'a me sia fatta, Non temer tu, ch' io ho le cose conte, Perchè altra volta fui a tal baratta. Poscia passò di là dal co del ponte, E com' ei giunse in su la ripa sesta, Mestier gli fu d'aver sicura fronte. Con quel furore, e con quella tempesta Ch' escono i cani addosso al poverello, Che di subito chiede ove s' arresta; Usciron quei di sotto il ponticello,
E volser contro lui tutti i roncigli: Ma ei gridò: nessun di voi sia fello: Innanzi che l' uncin vostro mi pigli, Traggasi avanti l'un di voi che m' oda, E poi di roncigliarmi vi consigli. Tutti gridaron: vada Malacoda:
Perche un si mosse, e gli altri stetter fermi; E venne a lui dicendo, se' li?) a proda.
Credi tu, Malacoda, qui vedermi
Esser venuto, disse il mio maestro, Sicuro già da tutti i vostri schermi,
Senza voler divino, e fato destro?
Lasciami andar, chè nel ciel è voluto Ch'io mostri altrui questo cammin silvestro.
Allor gli fu l'orgoglio si caduto,
Che si lasciò cascar l' uncino a' piedi, E disse agli altri: omai non sia feruto. E il duca mio a me: o tu, che siedi
Tra gli scheggion del ponte quatto quatto, Sicuramente omai a me ti riedi.
Perche io mi mossi, ed a lui venni ratto: Ei diavoli si fecer tutti avanti, Sicch' io temetti non tenesser patto. E così vid' io già temer li fanti Ch' uscivan patteggiati di Caprona, Veggendo sè tra nemici cotanti. Io m' accostai con tutta la persona
Lungo il mio duca, e non torceva gli occhi Dalla sembianza lor, ch' era non buona. Ei chinavan li raffi; e, vuoi ch' io il tocchi, (Dicevan l' un con l' altro) in sul groppone? E rispondean: sì, fa che gliel' accocchi. Ma quel demonio, che tenea sermone Col duca mio, si volse tutto presto, E disse: posa, posa, Scarmiglione. Poi disse a noi: più oltre andar per questo Scoglio non si potrà, perocchè giace Tutto spezzato al fondo l'arco sesto. E se l'andare avanti pur vi piace, Andatevene su per questa grotta; (2) Presso è un altro scoglio, che via face. Jer, più oltre cinqu' ore che quest' otta, Mille dugento con sessanta sei Anni compiè, che qui la via fu rotta: Io mando verso là di questi miei A riguardar s' alcun se ne sciorina: Gite con lor, che non saranno rei.
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