Degli Abruzzesi primitivi: saggio mitico-storico

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G. Franz, 1847 - 289 pagine
 

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Pagina 11 - 1 vitto loro Era di cacciagion, d'erbe e di pomi: E la lor vita, aspra, innocente e pura* Saturno il primo fu che in queste parti Venne, dal ciel cacciato, e vi s'ascose. E quelle rozze genti, che disperse Eran per questi monti, insieme accolse, E dié lor leggi; onde il paese poi Da le latebre sue Lazio nomossi.
Pagina 86 - Si fa de 1" immolate pecorelle Sotto un covile, ove s'adagia e dorme. Nel sonno con mirabili apparenze Si vede intorno i simolacri , e l'ombre Di ciò ch'ivi si chiede ; e varie voci Ne sente: e con gli Dei parla, e con gl'Inferi...
Pagina 127 - Ufente, un condottier ch'era in quei tempi Di molta fama e fortunato in arme. Equicoli avea seco la più parte, Orrida gente, per le selve avvezza Cacciar le fere, adoperar la marra, Arar con l'armi indosso, e tutti insieme Viver di cacciagioni e di rapine (1).
Pagina 131 - Ne fa picca e pungetto. A noi vecchiezza Non toglie ardire, e de le forze ancora Non ci fa, come voi, debili e scemi. Per canute che sian le nostre teste, Veston celate, e nuove prede ogn'ora Quando da' boschi e quando da' nemici Addur ne giova, e viver di rapina.
Pagina 10 - De la romana rocca, in cotal guisa A dir gli cominciò . Questi contorni Eran pria selve; e gli abitanti loro Eran qui nati , ed eran Fauni , e Ninfe , E genti , che di roveri , e di tronchi...
Pagina 188 - Immanis fuisse dicitur, ex cuius radicibus fons manabat, qui suo murmure instinctu deorum diversis oracula reddebat, quae murmura anus Pelias nomine interpretata hominibus disserebat.
Pagina 126 - De' marsi monti risanare il colpo De la dardania spada : onde il meschino Ne fu da le foreste de l'Angizia, Dal cristallino Fucino e da gli altri Laghi d...
Pagina 107 - Alcide Leggiadro figlio. Questi col suo carro Di palme adorno, e co' vittoriosi Suoi corridori in campo appresentossi . Avea nel suo cimiero, e nel suo scudo In memoria del padre un
Pagina 63 - Sommo custode Apollo, a cui devoti Noi fummo in prima, a cui di sacri pini Nutrimmo il foco, e per cui nudi e scalzi Tra le fiamme saltando e per le brage Securamente e senza offesa andiamo. Dammi, che tutto puoi, padre benigno, Che questa infamia per mia man si tolga De 1
Pagina 126 - Umbrone era il suo nome ; Archippo il rege , Che lo mandava. Di felice oliva Avea il cimiero e l'elmo intorno avvolto. Era gran ciurmatore , e con gì...

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