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Garzoni confiftenti in un vafo di fiori,in un'altro di frutti di terra,& un'altro di frutti di mare. Vifono 1 2.piatti dipinti da Rafaele. Vi è una quantità di disegni,e fra questi molti fatti de' paftelli,de' primi ar tefici,che vi fiano ftati,vi fono due armarii pieni di carte. Opere de', più famofi valent'huomini,che fiano stati nell'intagliare in rame, & in questo fecolo,e ne' paflati. Vi è una quantità di pezzi d'argento dorati, hiftoriati,e cefellati dal no ftro Magliolo, & altri intagliati dal Tempefta,vi fono due vali d'ar gento ben grandi di fiori al natu. rale,che fono di meraviglia:opera d'un noftro Napoletano dettoCarlo Cafliglioncelli. Si può dire che la cafa di quefti noftri honorati ffi. mi cittadini fia ua compendio di curiofità. A quefto vico parche fia fatale il dare ricetto a' Cittadini virtuofi. In questo nacque, e mori Gio: Antonio Summonte, che con ispela,e fatiga grande fece le noftre

historie di Napoli, così utili, e curiofe, & al prefente dirimpetto alla cafa de' Garofali vi è quella dell'crudito Gabriel Fafano, che hà trafportato con una gran vivezza la Gierufalemme di Torquato Tallo nella noftra lingua Napoletana poco lungi da quefti vi era l'antico Seggio detto de' Griffi per la famiglia di quefto nome che v'habitava, nobile di detto Seggio, e ftà incorporato à quello di Porto.

Continuando il noftro camino verfo del Seggio di Portanova, ve defila Chiefetta dedicata à S. Tomalo Cantuarienfe edificata da i Nobili del Seggio, e polcia ceduta a' Complatearii.

Più auuanti à finiftra vedefi un vico che tira sù per certi gradi di mattoni,al Collegio de' Padri Gicfuiti, anticamente detto Monterone, per la rapidezza della falita, e fin quafi alla metà di detto vico arrivò l'acqua di quell'horribile tempefta accaduta al Novembre del 1343.

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Questa tempefta fù prevista, & avvilata da un Frate da bene; che. predicava nella Chiesa di S.Loren.. mà i Napoletani non molto ci diedero fede, folo il credette miffer Francefco Petrarca, che li trouaua in Napoli, e nel giorno dal Frate predetto con gran divotione fi chiufe nel Convento di S. Lorenzo con quelli buoni Frati come egli medefimo fcrive.

Alcuni anni doppo un'altro tal Fra Bonaventura, predicando fimil. mente in S. Lorenzo, profetò un diluvio peggiore del primo. Fù creduto coll'esperienza del pallato. Tutti i Napoletani nel giorno prefilo lafciarono Napoli, in modo che restò affitto vota d'habitanti, e fi riduffero ne' monti,dove non po. teva arrivare il mare, e racconta il Falco, che il Duca d'Atri fi ritirò sù le montagne di Caferta, dove fi fece fabricare una stanza à modo d'arca,ò di nave, & ivi per trè giorni stanzó, mà il tutto poi fù trovato impostura. So

Sono degno di feufa', fe'l'occa fione dello fcrivere le cofe di questa Città mi ricorda qualche eruditio" ne degna d'effer faputa, oltre che questo racconto hà da servirci,quã• do vedremo il Convento di S. Pie tro Martire.

Nel lato di quefto vicolo Monterone, à deftra quando fi và sù vedefi una Chiefa dedicata all'Apoftolo S. Pietro, detto à Fufario, ò Fufarello,che diriva dalla voce latina fluo, perche qui anticamente fcorgava una quantità d'acque, che veniva dalla Città:la Chiefa fudetta venne ella fundata nell'anno 1293. regnando Carlo II.Angioino,da Pietro Proculo famiglia nobile,fpenta nel Seggio di Porto,e l'edificò nelle fue proprie cafe,poscia dal medefimo Pietro fù donata à fei famiglie,che furono Macedonia,diLeo. ne,fenza la banda,già spenta, Dura, Gennara, Pappacoda, Venata, Strambone,che godevano della nobiltà nel Seggio degl'Aquarii, che fta.

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tava poco da qui diftante,e che pofcia fù incorporato con quello di Porto:queste famiglie fin'hora fi di cono Aquaric, e facea per imprefa due giovani con due doglioli, che verfavano acqua in abbondanza. Sorti questo Seggio tal nome, perche l'acque, che vi fcorgavano fi fermavano in diverfi luoghi di questalpiaggia, ed in effe i Napoletani vi maturavanoj lini,e lo chiamavano l'Acquaro, poi il Rè Carlo Primo d'Angiò offervando che, quefto maturamento era nocivo à gl'habitanti lo fece trafportare nel. le paludi, di là dal ponte della Ma dalena, indi il Rè Alfonfo Primo d' Aragona havendo fatto afciugare le paludi col dar pendenza, e cami. no all'acque, che stavano nella fuperficie, ordinò che fi maturaffero i lini nel lago d'Agnano. In quefta ftrada dall'una parte, e l'altra vi fono fondachi di Mercatanti, ne' tempi ne' quali le noftre Dame venivano dalla modeftia configliate

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