II. Sulla Brenta in mio poter.). n} Non ti desti che al piacer!.... Debbo io sola sostener. (si alza: i due mascherati si ritirano. Eustorgia ritorna indietro, e bacia la mano di Gen. Egli si desta e l''afferra per le braccia) EUST. GEN. EUST. GEN. EUST. GEN. Ciel !... Chi vegg' io (per isciogliersi da lui) Lasciatemi. No, no, gentil Signora: (Io palpito!) (trattenendola) Ch'io vi contempli ancora! Che ingrato ed insensibile EUST. Gennaro!... E fia possibile GEN. Qual dubbio è il vostro ? EUST. GEN. Eust. GEN. EUST. Ah!`dimmelo. Sì! quanto lice io v' amo. Eppure... uditemi... Esser verace, jo bramo. Chi mai? GEN. Mia madre ell'è. EUST. Tua madre!... O mio Gennaro! Io non la vidi mai. EUST. Come ? " GEN. È funesta istoria, GEN. Di pescatore ignobile EUST. E il foglio suo? GEN. Miratelo: Mai dal mio corsi parte. EUST. Oh quante amare lagrime Forse in vergarlo ha sparte! , per te. EUST. Ama tua madre e tenero GEN. L'amo, sì l'amo, e sembrami Me n'ho formata in petto ; (si avvicinano da varie parti le maschere, escono Paggi con torce, che accompagnano Dame e Cavalieri. Oldini entra dal fondo accompagnato dai suoi amici.) EUST. Gente appressa... io ti lascio. GEN. (trattenendola) OLD. Chi mai veggo? EUST. Ah! fermate. (riconosce Eustorgia, l'addita ai compagni, e seco loro favella) Mi è forza lasciarti. GEN. Deh! chi siete almen dirmi degnate... EUST. Tal che t' ama (sempre trattenendola) , e sua vita è l' amarti. (inoltrandosi) EUST. Gran Dio! (si cuopre colla maschera, e vuole OLD. (opponendosi) Non partite. allontanarsi) Forza è udirne... EUST. GEN. (riconducendola) Genuaro! S'avvi alcun d'insultarla capace, OLD. Chi siam noi sol chiarirla ne piace. OLD. E poi fugga da te. VIT. Da voi spento in infame convito. PET. Io Petrucci del Conte cugino, Cui toglieste di Fonte il domino. GIUL. Io congiunto d' oppresso consorte, Che nel Po voi faceste perir. GEN. (Ciel! che ascolto!) EUST. (Oh! malvagia mia sorte!) CORO Qual rea donna? (Ove fuggo? che dir?) OLD. Or che a lei l'esser nostro è palese, Odi il suo... GEN. e CORO EUST. Dite, dite, Ah! no, no. A 5 Ella è donna che infame si rese, EUST. Grazia! grazia! A 5 Mendace, spergiura, Traditrice, venefica, impura. GEN. Oh! chi è mai? EUST. Non udirli, o Gennaro!... ▲ 5 Ella è Eustorgia... ravvisala... (Oldini strappa la maschera a Eustorgia.) TUTTI (con un grido d'orrore) Ah! (Eust. sviene.) FINE DEL PROLOGO. SCENA PRIMA. Esterno del Palazzo d' Eustorgia. EZZELINO e RUSTICHELLO, coperti da lungo manto. Ezz. Nel Veneto corteggio RUST. Ezz. RUST. Lo ravvisasti? E me gli posi al fianco, E lo seguii, come se l'ombra io fossi -- Quello è il suo tetto. (addita la casa di Gen. ancora illuminata) Quello ? Appo il suo stesso ostello. Eustorgia il volle! E in esso ancora il vuole, Se non m'inganna di quel vil Gubetta Ezz. Entrarvi ei puote, non uscir mai vivo. Ezz. RUST. Ezz. Tutta notte accoglieva in quelle porte Il giovin folle. Separarsi all' alba Essi han costume. E ultim' alba è questa, Che al temerario splende; L'ultimo addio, che dagli amici ei prende. Vieni la mia vendetta È meditata e pronta : Ma se l'altiero Ziani Mai per cotesti insani |