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DAME

All' ospite rispetto

O tutta quanta ‹ accorrere
Farete la città.

Si battono si battono

...

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Signore, usciam di qua. (le Dame si rit.)

SCENA V.

GUBETTA, OLDINI, IACOPO, VITELLOZZO, GIULIO, PETRUCCIO e GENNARO.

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(un cop

piere vest di nero porta in giro una bottig.)

COP. Vino di Siracusa.

TUTTI Oltimo vino affè!

GEN.

(tutti bevono: Gub.

versa il bicchiere dietro le spalle)

(Mario, vedesti?

Lo Spagnuolo non beve.)

OLD. (Che importa? È naturale: ebbro esser deve.)

GUB. Or, se gli piace, amici,

(barcollando) Può schiccherare Oldin; versi a sua posta, Poichè poeta lo farà tal vino.

OLD. Si: a tuo dispetto.

TUTTI

Una ballata, Oldino.

OLD.

Il segreto per esser felici

TUTTI

So per prova, e l'insegno agli amici.
Sia sereno, sia nubilo il cielo,
Ogni tempo, sia caldo, sia gelo,
Scherzo, bevo, e derido gl' insani,
Che si dan del futuro pensier.
Non curiamo l'incerto domani,
Se quest' oggi ne è dato goder.
(odesi un lugubre suono e voci lontane
che cantano flebilmente)

La gioia de' profani

E un fumo passagger.

GEN. Quai voci !

OLD.

Alcun si prende

Giuoco di noi.

TUTTI

Chi mai sarà?

OLD.

Scommetto

Che delle Dame una malizia è questa. TUTTI Un'altra strofa, Oldino.

OLD.

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La strofa è presta.

Profittiamo degli anni fiorenti:
Il piacer li fa correr più lenti.
Se vecchiezza con livida faccia
Stammi a tergo, e mia vita minaccia,
Scherzo e bevo, e derido gl' insani
Che si dan del futuro pensier.
Non curiamo l'incerto domani,
Se quest' oggi ne è dato goder.
La gioia de' profani
É un fumo passagger.

OLD. Gennaro!

GEN.

OLD.

TUTTI

(a poco a poco si spengono i lumi)

Mario! Vedi ?

Si spengono le faci.

A farsi grave

Usciam. Son chiuse

Incomincia lo scherzo.

Tutte le porte! Ove siam mai venuti?

SCENA VI.

Si apre la porta dal fondo e si presenta
EUSTORGIA COn Armati.

EUST. Siete in mano d' Eustorgia.

TUTTI (con un grido)

Ah! siam perduti!

EUST. Sì, son Eustorgia. Un ballo, un triste ballo
Voi mi deste in Venezia; io rendo a voi
In Padova una cena

TUTTI

....

EUST. Voi salvi ed impuniti

Oh! noi traditi!

Credeste invano: dell'ingiuria mia

Piena vendetta ho già, cinque son pronti
Strati funebri per coprirvi estinti,

Poichè il veleno a voi temprato è presto. GEN. Non bastan cinque: avvi mestier del sesto.

GEN.

EUST. Gennaro! Oh Ciel!

(avanz.) (sbigottita)

Perire

EUST.

Ite; chiudete

Io saprò cogli amici.

Tutte le sbarre; e per rumor che ascolti
Nessuno in questa sala entrar s' attenti.

TUTTI Gennaro !...

GEN.

EUST.

TUTTI

(strascinati)

Amici!...

Uscite.

Oh noi dolenti!

(escono fra gli armati, e la gran porta si chiude).

SCENA VII.

EUSTORGIA e GENNARO.

EUST. Tu pur qui?... nè sei fuggito?

Qual ti tenne avverso fato?

Tutto, tutto ho presentito.

Gen.

EUST.

Sei di nuovo avvelenato.

(cava il contrav.)

Ah mel ramment o

Grazie, grazie al Ciel ne do..
Cogli amici io sarò spento,

O con lor il partirò!

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EUST.

GEN.

EUST.

Ah! per te fia poco ancora...

GEN.

EUST.

GEN.

(osserva

Ah! non basta per gli amici... l'ampolla)
Ei non basta? Allor, Signora,

Morrem tutti.

Che mai dici?

Voi primiera di mia mano
Preparatevi a perir.

EUST. Io! Gennaro ?... Ascolta, insano...
Fermo io son. (Gen. prende un coltello

GEN.

EUST. (sbigottita) (Che far? che dir?)

GEN.

EUST.

Preparatevi.

Spietato!

dalla tav.)

(ritornando)

Me ferir, svenar potresti ?

GEN. Lo poss' io son disperato :

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Tutto, tutto mi togliesti:

Non più indugi.

EUST.(con un grido) Ah! d'Italia tu non sei ...
Son tuoi padri i padri miei...

GEN.

EUST.

{

GEN.

Ti risparmia un fallo orrendo....
Il tuo sangue non versar.

Son tuo sangue! Oh Ciel! che intendo!
Ah! di più non domandar.

M' odi... ah! m'odi: io non t'imploro
Per voler serbarmi in vita:
Mille volte al giorno io moro,
Mille volte in cor ferita...
Per te prego... teco almeno
Non voler incrudelir.

Bevi... bevi... e il rio veleno
Deh! t'affretta a prevenir.
Son tuo sangue !

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EUST.

GEN.

EUST.

GEN.

EUST.

GEN.
EUST.
GEN.

EUST.

GEN.

Vive... vive... e a te favella
Col mio duol, col mio terror.
Ciel! tu forse?

Ah! si, son quella.
Tu! gran Dio!... mi manca il cor.
(si abbandona sopra una sedia)

Figlio... figlio! Olà, qualcuno.
Accorrete!... Aita! Aita!

Niun m' ascolta! è lunge ognuno.
Dio pietoso, il serba in vita...
Cessa... è tardi... io manco, io gelo...
Me infelice !...

Ho agli occhi un velo

Mio Gennaro!... un solo accento..

Uno sguardo per pietà...

Madre, se ognor lontano
Vissi al materno seno,
A te pietoso Iddio

Mi. unísca in morte almeno.

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EUST.

GEN.

L'estremo anelito ...

Ch'io spiri sul tuo cor.

EUST.

Aita ...

GEN.

lo more...

EUST.

È spento!

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