SCENA ULTIMA. Spalancansi le porte, e n'esce EZZELINO (correndo ad Ezz. ed addit. Genn. estinto) La mia speme, il mio conforto : Il mio cor con esso è morto... Il suo strale punitor. (cade svenuta) TUTTI Rio mistero! orribil caso ! Ezz. Si soccorra ......... TOTTI Ah! forse muor! FINE. Per adattarsi allo Spartito che riformò in Vienna lillustre Cav. Donizzetti, madamigella Novello gentilmente acconsente ad ommettere il Rondò finale. ARGOMENTO. Enrico VIII, Re d'Inghilterra, fu preso da violento amore per una oscura donzella, colla quale decretò di dividere il talamo e lo scettro. Costei era Caterina, figlia di un benestante campagnuolo, amante occulta di Ethelwood, Duca di Durham, grande del regno. Esisteva in quel tempo una legge in Inghilterra, che dichiarava rea di morte qualunque femmina, che si fosse unita al Re, tenendogli nascosto di aver prima avuto relazione con altro uomo. L'ambiziosa Caterina non fece conto di una tale legge, comunque ne fosse fatta edotta; ed abbagliata dallo splendore del trono, non pensò che ad occuparlo. Brevi furono le sue gioie, chè, sebbene divenisse Regina, nondimeno il deluso amante riusci a vendicarsi, e quindi, punto dai rimorsi, s'uccise (*). Su questo fatto è tessuto il Programma, con quell' apparecchio di circostanze indispensabili all' unione ed alla chiarezza di un mimico componimento. Molto resta a sperare al Compositore dall' indulgenza del colto e rispettabile Pubblico: egli nutre lusinga che gli verrà impartito quel compatimento, di cui altra volta si è veduto onorato. (*) Il Compositore, nello scioglimento dell'azione, ha creduto opportuno di deviare dalla verità istorica del fatto e renderlo di lieto fine, per la sola ragione di uniformarsi in tal guisa al gusto de' tempi presenti. |