CecitàIn un tempo e un luogo non precisati, all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l'insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui l'uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un'umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale sull'indifferenza e l'egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza. |
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Bellissimo, scritto bene e fluido, con pochi dialoghi scritti con un metodo mai visto prima ma molto diretto e veloce. Si segue la storia di alcuni personaggi che non hanno nemmeno un nome, all'inizio e alla fine di una misteriosa malattia che rende ciechi, dentro e fuori un ex-ospedale psichiatrico. Un libro che fa riflettere e che mostra la sensibilità dell'autore. A tratti sembra un survival horror dedicato agli zombie. Forse un po' troppo angosciante in certi tratti, e più nella descrizione della condizione umana.
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Cecità letto da Sergio Rubini. Audiolibro. CD Audio formato MP3 José Saramago Anteprima non disponibile - 2011 |
Parole e frasi comuni
alcuni all’altro all’improvviso all’inizio all’interno allora alzò ammazzato anch’io andare arrivare aspettare automobili avesse avrebbe avrebbero avvicinò benda nera bianco bisogno braccio c’era cane delle lacrime capo casa cecità cercare cibo com’è com’era cominciò corpo corridoio d’ora davanti dell’altro detto diceva dire disse la moglie diventato cieco domandò la moglie domandò la ragazza donne dormire dottore erano faccia fece forbici gamba gente giorno gridò guardò immaginare inciampare l’acqua l’altro l’aveva l’ha l’ho l’idea l’odore l’ordine l’ultima l’unica l’uomo ladro lasciare lentamente letto macchina mangiare mano marito meglio moglie del medico momento mormorò morti n’era nell’atrio occhi tappati occhiali scuri ormai parlare parole passi paura pensò pianerottolo piangere piedi pistola poco porta portone probabilmente proprio ragazza dagli occhiali ragazzino strabico rispose riuscì rumore sapere sarà sarebbe sembrava sentito sergente siamo soldati sotterrare sporca stanza da bagno stava strada tornò trovare udì un’altra uomini uscire vecchio dalla benda vista