Opere di Torquato Tasso colle controversie sulla Gerusalemme poste in migliore ordine, ricorrette sull'edizione Fiorentina, ed illustrate dal Professore Gío. Rosini. (Vita di Torquato Tasso scitta da G. Manso.).

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Presso Niccolò Capurro, 1822
 

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Pagina 97 - n parte piangendo, acerba istoria; Ed in voi la memoria Di voi, di me, rinnovo; Vostri affetti cortesi, Gli anni miei tra voi spesi, Qual son, qual fui, che chiedo, ove mi trovo. Chi mi guidò, chi chiuse, Lasso!, chi m'affidò, chi mi deluse.
Pagina 100 - Ah ! di quei baci, Ch'ella bagnò di lagrime dolenti, Con sospir mi rimembra e de gli ardenti Preghi che se n' portar l'aure fugaci: Ch'io non dovea giunger più volto a volto Fra quelle braccia accolto Con nodi così stretti e sì tenaci. Lasso ! e seguii con mal sicure piante, Qual Ascanio o Camilla, il padre errante. In aspro esiglio e 'n dura Povertà crebbi in quei sì mesti errori ; Intempestivo senso ebbi a gli affanni, Ch'anzi stagion matura L'acerbità de' casi e de' dolori In me rendè...
Pagina 101 - Padre, o buon padre, che dal ciel rimiri, Egro e morto ti piansi, e ben tu il sai; E gemendo scaldai La tomba e il letto: or che...
Pagina 88 - Deh non soffrir che si consumi ed arda tra speranze e desiri il cor penoso. Odi la Madre che si lagna e tarda, odi la Madre pia, Figlio pietoso; e se già lieta io fui dove si guarda, quasi per ombra, il tuo divino ascoso, quante avrò gioie in ciel, s'io ti riveggio coronato di gloria in alto seggio?
Pagina 24 - Benedetto fra que' raggi e lampi Vidi alla destra tua; nel sacro velo Scolastica splendea dall'altra parte, Or sacro questo core e queste carte, Mentre più bella io ti contemplo in cielo, Regina a Te, che mi risani e scampi.
Pagina 100 - ... n valle, E per solingo calle Notturno io mova e sconosciuto il piede; E mi saetta sì che ne' miei mali Mostra tanti occhi aver quanti ella ha strali. Ohimè ! dal dì che pria Trassi l'aure vitali, ei lumi apersi In questa luce a me non mai serena, Fui de l'ingiusta e ria Trastullo e segno, e di sua man soffersi Piaghe che lunga età risalda appena.
Pagina 94 - II tuo già servo esangue Gemer, pieno di morte orrida il volto, Fra mille pene avvolto, Con occhi foschi, e cavi, Con membra immonde, e brutte, E cadenti, ed asciutte Dell' iiinnr della vita, e stanche e gravi, Invidiar la vii sorte Degli altri, cui pietà vien che contorte.
Pagina 24 - Giacea con guancia di pallor dipinta, Quando di luce incoronata e cinta E sfavillando nel divino ardore, Maria, pronta scendesti al mio dolore, Perché non fosse l'alma oppressa e vinta. E Benedetto fra que...
Pagina 99 - Figlio picciolo si, ma glorioso E di nome più chiaro assai che d'onde. Fugace peregrino A queste tue cortesi amiche sponde Per sicurezza vengo e per riposo. L'alta Quercia che tu bagne e feconde Con dolcissimi umori, ond'ella spiega I rami si ch
Pagina 101 - L'egra spogliata sua vecchiezza ei danni Narrerò tutti ? Or che non sono io tanto Ricco de' propri guai, che basti solo Per materia di duolo ? Dunque altri ch'io da me dev'esser pianto ? Già scarsi al mio voler sono i sospiri ; E queste due d'umor sì larghe vene Non agguaglian le lagrime a le pene.

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