Le origini del qualunquismo in Sardegna. Il Fronte dell’Uomo qualunque 1945-1956

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Cavinato Editore Internatio, 8 nov 2014
Quando uscì il primo numero de “L’Uomo Qualunque”, la gente colse soprattutto un aspetto: l’anti- antifascismo; piacque in particolare la polemica che Giannini andava facendo verso la dittatura del Cln non da basi di carattere ideologico ma da sensazioni a pelle, efficacemente rese dallo stile immediato e talvolta volgare del commediografo napoletano. Piacque perché, bene o male, la Resistenza si era qualificata come un movimento fortemente condizionato dal Partito comunista; se, in altri termini, avesse vinto la Resistenza monarchica o quella liberale, la borghesia italiana si sarebbe avvicinata al movimento di liberazione con ben altri sentimenti. Tali meccanismi si ripetono puntualmente in Sardegna, anche nell’isola il movimento nasce attorno al giornale e raccoglie quella classe dirigente che temeva di non avere più cittadinanza politica dopo la guerra, in una regione che non ha praticamente conosciuto la Resistenza ai tedeschi; anche in Sardegna, come in molta parte del Meridione, l’Uomo Qualunque riesce a intercettare i consensi dei monarchici, dei moderati e degli ex fascisti, consentendo, per il breve spazio delle elezioni per la Costituente, la creazione di una forza ragguardevole, in grado di condizionare la politica regionale.
 

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