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ANGOSSA, da noi si dice anche per Spavento, Terrore, Paura terribile. .XEMB GIO AVER PAURA CHE ANGOSSA, Meglio è dir un poltrone qui fuggì, che qui fermossi un bravo e si mori.

AVER ANGOSSA, Spaventarsi; Atterrirsi. AVER ANGOSSA DA LA VOGIA, V. SGANGOLIR. FAR ANGOSSA, detto in altro sign. Fare stomaco Stomacarsi. ANGOSSAR, v. Angosciarsi, Affunnarsi,

ANGOSSAR DA LA VOGIA, V. STRANGOSSAR. ANGUÈLA, s. f. T. de' Pesc. Specie di Aterina, detto da altri Pesce argentino: benchè questo nome sia dato nel nostro vernacolo ad altro pesce (V. ARZENTIN). Pesce minuto di mare, di laguna e di valli maremmane, detto da Lin. Atherina Hepse

tus.

QUEL DA LE ANGUELE, chiamasi da noi Quel pescatorello che va per la Città vendendo di tal pesciatello che per lo più serve di cibo ghiotto a' gatti. Gattato dicesi in Firenze a quel Beccaio che va attorno vendendo carne per darla ai gatti. ANGUELA AGONA, s. f. T. de' nostri pe

scatori che nell'Istria dicesi AGÒN ed a Trie ste GAREL. Pesciatello di mare ch'è forse una varietà dell' Atherina Hepsetus sopra indicata, benchè sia molto più grande. Egli è di corpo fusiforme, con testa più piccola e muso più acuto dell'ANGUELA-COmune, brilla d'un argento più vivo, ed è commestibile ottimo. Nell'Istria è comune, ma raro fra noi.

ANGUÌLA, s. f. Anguilla. V. BISATO.

ANGURIA, s. f. (forse dal Greco Aggurion, che vale Cucumis o dal barb. Angurius) toscanamente Cocomero. Frutto.notissimo, detto da' Francesi Mellone d'acqua, che chiamasi Anguria anche in altri luoghi d'Italia; ed è nominato da' Botanici Cucurbita Citrullus. V. CUGUMERO. ANGURIER, s. m. Cocomeraio, Colui che vende i cocomeri o sia le angurie ANGURIERA, s. f. Cocomeraio, o Cucumeraio, Campo dove nascono i cocomeri. ANGURIETA, s. f. Cocomerelle, Piccolo co

comero.

ANGUSIGOLA (probabilmente dal lat. A-
cus) s. f. T. de'Pesc. Angusigola, detto già
latin. Belone e poscia da Linn. Esox Belo-
ne. Pesce di mare notissimo, di corpo mol-
to allungato a guisa di biscia, stretto e qua-
si quadrangolare, ch'è buonissimo cibo.
ANGUSIGOLA FALSA, s. f. T. de' Pesc
Ago o Aguglia. Pesce di mare chiamato da
Linn. Syngnatus Acus. Egli somiglia mol-
to all' Angusigola, benchè sia più picco-
lo e sottile; è in oltre di pelle assai grossa,
onde non è buono a mangiare.
ANI ANI, Ani ani, Voce colla quale si chia-
mano e allettano le anitre domestiche.
ANIANORUM, ovV. ANT COI ALTRI ANI, An-
ni domini, Lunghezza di tempo indeter
minato, quantità di anni. Sono anni do-
mini che non ti vedo.

ANIMI CONCORDI, Unanimi e concordi,
Di consenso unamine.
ANO, s. m. Anno, Il tempo che si
dal gennaio al dicembre.

percorre

Annata, dicesi lo Spazio d'un anno intiero, cioè di dodici mesi--Biennio Di due anni; Duennale, Che dura due anni o che ricorre ogni due anni, Periodo duennale - Triennio, lo Spazio di tre anni, Trienne, D'ogni tre anni o che ricorre ogni tre anni. Passando un triennio; Festa triennale, Di triennio, appartenente a triennio

Quadriennio, Lo spazio di quattro anni, e quindi potrebbesi dire Quadriennale; Quinquennio e Quinquennale; Sessennio e Sessennale; Settennio e Settennale; Ottennio; Novennio e Novenniale; Decennio e Decennale Nel dizionario enciclop. dell' Alberti non si trovano le voci Quadriennale, Settennio, Ottennio. OGNI ANO PASSA UN ANO, Ogni di ne va un dì, Il tempo passa.

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ANI DE LA DISCREZIÓN, V. DISCREZION.

ANI D'ITALIA, dicesi scherzevolmente per simil. della Lira italiana, che vale il doppio della Lira veneta; onde dicendo Il tale ha trent'anni d'Italia, intendesi il doppio, cioè sessanta.

AVER I ANI DE NOB OVV.I ANI DE LA MATA SCUFIA, Aver più anni del Disitte o di Noè, Vivere lunghissimo tempo, Esser assai vecchio

XE ANI O ANT ANORUM CHE NO SE VEDEMO, Sono anni domini che non ci vediamo, cioè È gran pezzo o buona pezza etc.

TRA UN ANO E L'ALTRO, OVV. UN ANO REFANDO L'ALTRO, Un anno per l'altro, ovv. Di rio in buono o Di rimbuono, vale Ragguagliatamente.

e

LA GA I SO ANI, V. in ANETO. L'ANO DEL DO O DEL DIESE, Maniera fam, Ab antico, Fino da antico tempo. LE DONE SE SCONDE I ANI, Le donne fro dano gli anni: cioè Dicono di averne meno. BON CAPO D'ANO, Dare il buon capo d'anno o il capo ď anno. PORTAR BEN I 80 ANI, V. PORTAR ANOGIAR, V. V. SECAR & STUFAR. ANSA, s.f. o ANSO e ANSIO, m. Afu, Vampa affannosa, fastidio, inquietudine provegnente da gravezza d'aria o soverchio caldo che rende difficile la respirazione—Ansietà; Ambascia; Anelito e Bussa, dicesi l'Angustia o affanno di respiro che nasce da soverchio correre o da fatica-Ansamento è Quell'impeto o romore che fa il respiro quando si ripiglia il fiato frequentemente con affanno.

gran

Ansa, dicesi anche nel sign. di Avidità, desiderio grande di checchessia. ANSAR s. m. Ansamento, Alenamento, L'ansare o l'alenare. V. ANSA.

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V.

A

-per ischerzo

ANSAR, Ansare, che dicesi anche Anelitare e Anelare, Respirar con affanne. ANSIETA, s. f. Ansieta, Noi intendiamo Impazienza che si ha nell'aspettar qualche cosa. Ansia è lo stesso che Ansietà. ANTA - RIVà a l'anta, dicesi di rima, e vale Quaranta, cioè Giunto all'età degli anni quaranta: volendosi indicare che Quand' uno arriva a quell'età, comincia ad invecchiare. Sul qual proposito fu detto, Quando ha passato l' anta digli Tordo: cioè Stordito: giacchè dopo i 40 anni l'uomo comincia a divenire tardo e meno svelto.

ANTEATO, s.m. Termine usato spesse volte nel Foro, e vale Atto anteriore, o antecedente: Scrivesi da taluno, Si unisca agli anteatti, e vale S unisca agli atti antecedenti ovv. al processo.

ANTENA, s. f. Antenna, Propriamente quello Stile che s'attraversa all'albero del naviglio, e per l'Albero stesso; E ancora per Ogni legno lungo e diritto come stile. V. PENON e FIORIR.

COGION DE L'ANTÈNA, T. Mar. Carro dell'antenna, dicesi anche alla Parte inferiore dell' antenna.

ANTENÈLA, s. f. Cucchiaja, chiamasi quella Pala di ferro ribordata da tre lati, con manico di legno lunghissimo, che serve per cavare il sabbione, il fango o altre sozzure dal fondo dei canali o de'fiumi. I Francesi la chiamano Drague, ANTEPONER, v. Anteporre, Preferire. ANTIAN, s. m. Tegame, Arnese di terra cotta che serve all'uso di cucina per friggere V. TECHIA.

METER IN ANTIAN, Integamare. COLPO D'ANTIAN, Tegamata. ANTIANÈLO, s. m. Tegamino. ANTIFONA, s. f. Antifona.

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LA SOLITA ANTIFONA, Locuz. fam. La solita canzone, cioè Le solite querele o lamenti L'antifona è più lunga del saldicesi in prov. Quando altri per dire alcuna sua cosa, si va avviluppando con lunghi giri di parole prima d'incominciarla, ed è simile a quell'altro, Più la giun

mo,

ta che la derrata.

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Anticaglia e Antichità, dicesi anche in vernacolo per dispregio di Donna vecchia, Anticagliaccia è avvilitivo di Anticaglia.

ANTIGAGIA DE PAROLE, Arcaismo, Vecchiume e s'intende di parole e maniere di parlare rancide ed antiquate. ANTIGHETO, add. Antichetto, Antico anzi che no.

ANTIGO, add.Antico, Trapassato da più secoli; o anche per Vecchio semplicemente, e s'aggiunge a cosa che sia ancora in essere. MANIERA DE SCRIVER ANTIGA, Maniera antiquata, cioè invecchiata.

Anticheggiare, vale Aver dell' antico. OMO TAGIA A L'ANTIGA, V. OMO. ANTIGONISTA, s. m. Antagonista, Contraddittore, emulo nella disputa o simile, Competitore.

ANTIMAMA, s. f. T. Mar. Risacca, Significa il ritorno dell'onde o dei fiotti del mare che si stendono con impeto contro una spiaggia o sopra una costa e vi si rompono ed alternativamente si ritiraro. Rimpotio o Ribollio, dicesi ad Una piccola maretta molto frequente ed incomoda che si fa sentire talvolta anche in porto. ANTIPASTO, s. m. Antipasto, Le prime vivande pella tavola, che dal volgo della Toscana dicesi Comincio, e dalle persone civili Principii.

ANTIQUARIO, s. m. Antiquario, Colui che attende allo studio delle cose antiche. Medaglista, Chi raccoglie e studia antiche

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ANTIVIZILIA, s. f. Antivigilia.-
ANTONIO, V. TONI,

ANTRO, Idiotismo della bassa gente, che dicesi per Altro.

ANUALITÀ, s. £. Tributo; Fitto annuo; Quota annua; Rendita o Peso fisso. ANUIR, v. (dal lat. Annuire) Condiscendere; Secondare; Acconsentire. ANZA, s. f. (colla z aspra) e più comunemente LANZA, Voce rurale, Angue; Serpicella o Serpetta, Piccola serpe come viche sta sotterra e specialmente ne’ pera, luoghi umidi della campagna. ANZANA, V. ALZANA. ANZELICO, add. Voce antiq. Angelico. ANZI, avv. Anzi, Ma piuttosto.

Vale ancora fra noi per Si; Appunto; Per l'appunto; Certamente. ANZOLETO, s. m. Angioletto; Angeletto; Angeluccio, Piccolo angelo - Angioletto chiamasi fra noi un Bambino morto.

ANDAR VIA COI SO ANZOLETI, V. ANDAR. ANZOLETO PICOLO, s. m. T. de' Pesc Pesce di mare chiamato dal Sig. Nardo Trigla Rodinogaster. Egli ha il rostro subifido, la linea laterale aculeata, le pinne pettorali minori dell' altre ; il dorso e le pinne sono di color rosso, il ventre bianco e tinto in parte d'un bel colore roseo. Egli è buono a mangiare; ed arriva a mezzo piede in circa di lunghezza.

ANZOLETO GRANDO.Altro pesce che somiglia al precedente, ma non ha la linea laterale aculeata, e giunge a grandezza maggiore, sorpassando talora il piede di lunghezza. Questo è detto da Linn. Trigla Cuculus, ed è buono a mangiare. ANZOLETO DE LA MADONA. Altro pesce che i Romani chiamano Pesce Forca, e che Lacepède nominò Peristedion Cataphractum, buono a mangiare.Fu detto ANZOLETO DE LA MADONA perchè non pigliandosi questo pesce che di rado, ed essendo facile a diseccarsi la durezza delle sue per scaglie, i Pescatori lo offrono e lo appendono per divozione alla Madonna. ANZOLETO, Uccello di mare, V. MUNE

GHETA.

ANZOLO, s. m. Angelo o Angiolo.

Angelo, detto per agg. a uomo, vale Pacifico, quieto, di costumi soavi.

Cantar da anzOLO, V. CANTAR. Angelo o Agnolo, Nome proprio di uomo. Angela o Agnola è la Femmina.

PAROCHIA DE L'ANZOLO, Parrocchia di S. Raffaele Arcangelo, Titolare d'una Chiesa parrocchiale di Venezia.

ANZOLO, Voce marin. Angelo o Angiolo, Palle di cannone attaccate ai due capi d'una catena o d'una spranga di ferro, ad uso di tagliare il sartiame delle navi nemiche.

APAGAR, . Appagare, Compiacere.

APAGARSE, Appagarsi; Acquiescere. APAGARSE DE L'ONESTO, Leccare e non mordere, cioè Contentarsi d'un onesto guadagno o di che che sia. APALTADOR, s. m. Appaltatore, Chi assume un appalto o impresa del Pubblico. Finanziere o Fermiere, dicesi l' Appaltatore di oggetti di pubblica finanza. APANAR, V. V. PANAR. APARAR, V. V. Paràr. APARECHIAR, v. V. PARECHIAR. APARENZA, s. f. Apparenza.

OMO DE BELA APARENZA, Uomo di appariscenza o appariscente, avvistato; Un bel coram vobis.

L'APARENZA INGANA,

L'apparenza inganna; Quello che vero appare sempre vero non è; Chi vede il diavol da dovvero, lo vede con men corna e manco nero; 0

gni lucciola non è fuoco. In altro sign. Dentro è chi la pesta, e vale L'affare non è si disperato come apparisce.

MOLTA APPARENZA E POCA SOSTANZA, Indoratura; Palliamento; Gran rombazzo e poca lana; Assai pampani e poca uva, e vale Gran dimostrazioni e pochi effetti. Molto fumo e poco arrosto. V. FUMO.

NO BASTA L'APARENZA, Parere e non essere, è come filare e non tessere, Prov. e vale Che l'apparenza non basta dove bisognan gli effetti.

APARIZIÒN, s. £. Apparizione, Appari

mento.

APARIZION DE MORTI, Apparimento o Apparita di morti, La comparsa che alcuni suppongono de' trapassati.

APARTEGNIR, v. Appartenere, Convenirsi, Richiedersi.

APARTEGNIR A QUALCUN, Appartenere; Esser appartenente o appartegnente; Cadere in alcuno.

APASSIONARSE, V. PASSIONARSE. APELAZIÒN, s. f. Appellazione. Ne' tempi del Governo Veneto si distinguevano le seguenti maniere di appellazioni civili.

APELAZION IN ATI, dicevasi la Dichiarazione fatta dinanzi al primo giudice,di aggravarsi da qualche sua sentenza o decreto, anche non iscritto. Ciò potevasi fare nello Stato, ma non a Venezia. Vedasi Bo

LETINARIA.

APELAZION GENERICA, Appellazione della Sentenza pronunziata e da pronunziarsi. Tale modo di appellazione aveva vigore per due anni, ed era concesso ai soli sudditi Veneti delle provincie oltremarine.

APELAZION DE SBALZO dicevasi a Quella che veniva immediatamente insinuata dinanzi ai Consigli e Collegi.

L'appellazione dalle Sentenze ed atti criminali facevasi per mezzo degli Avvogadori di Comun, che chiamavano il proces

so al loro ufizio e con decreto detto d'intromissione lo portavano alla censura dinanzi al Consiglio di XL.Civil nuovo o del Criminale rispettivamente. V. INTROMISSION.

APELO (coll'e larga) s. m. Tribunale d'ap pello o di appellazione o appellatorio.

APELO O APELO NOMINAL, Franzesismo, Appellazione, che vale Espressione del nome- FAR L'APELO, Far la chiamata > Chiamare i soldati pel loro nome ad uno ad uno. Si dice altresì Cerca ; onde Far la cerca; Trovarsi alle cerche. APETAR, v. T. antiq. V. PETAR. APETIR, v. Appetire o Appetere.

PIATANZA CHE SE APETISSE, Vivanda appettitosa, Che desta appetito; Tornagusto. V. PETITO.

APETITÒSO, add, V. PETITUSO. APIASÈR, v. T. antiq. Piacere, V. PIASER. APIO, s. m, Sorta di Mela, V. POMO APIO. APIZZOLAO, add. e nel plur. APIZZOLA DI, T. ant. derivato, come pare, dal Pigreco cilos, Vario, direbbesi in italiano Brizzolato, cioè Macchiato di varii colori. APLICANTE, s. m. Concorrente; Offerente, Chi nel publico incanto concorre all'acquisto di ciò che si vende o di quello che si delibera.

APLICAR, v. Offerire; Profferire; Concorrere, Quando parlasi di esibire alla pubblica asta e nel pubblico concorso.

APLICAR A UNA COSSA, Inclinare o In chinare ad una cosa; Pendere, Esser disposto o propenso.

APLICARSE A STUDIAR, Applicarsi allo studio-Ammazzarsi in una cosa, dicesi esageratamente per Esservi tutto attento! APLICAZION, s. f. Applicazione; Applica

tezza.

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dettati.

STAR IN APOLINE,

Stare a meraviglia; Star bene, Godere buona salute. MAGNAR IN APOLINE, Stare in Apolline o in Apollo, vale Mangiar lautamente e di buon gusto.

LA COSSA VA IN APOLINE,

L'affare va a maraviglia, benissimo, a vanga, per l'uppunto. V. PETACHIO. APONTAMENTO, s. m. Appuntamento, Accordo, Convenzione. Restare in appuntamento di che che sia. V. RENDEVU.

Appuntamento, dicesi anche per Assegnamento, Onorario, Paga, Salario. APONTO, s. m. T. Merc. L'appunto, e s'intende Quella somma con cui si liquida un conto.

APONTO, avv. Appunto; Per l'appunto ; A capello; Di certo; Come di pepe; GiuOH APONTO! Sul proposito; A tal proposito; Ora che mi risovviene; Oh non me ne ricordava.

sto

APOPLESÌA, s. f. V. CASCATA e COLPO. APOPLÈTICO, add. Apopletico, Inferme di apoplessia.

PETI APOPLETICI, Mamme tremolanti,

ondeggianti, a onde, cioè Flosce rilas

sate.

APOSITAMENTE, avv. Apposta; A posta; Appostatamente. V. A POSTA. APÒSITO, dal lat. Appositus, Add. che s'usa ne' publici uffizi, in sign. di Opportuno, Acconcio.

APOSTA, modo avv. V. POSTA.

APOSTARSE, v. Aguatare; Insidiare; Mettersi a posta; Porsi in aguato; Mettere aguato; Appostare alcuno o Far la posta ad alcuno, Insidiar la vita ad alcuno, mettendosi in aguato.

APÒSTOLO, s. m. Apostolo o Appostolo.

AVER UN GIUDIZIO DA APOSTOLO, Aver senno o cervello o previdenza, Saper contenersi.

PARLAR DA APOSTOLO, Parlare con verità, con lealtà; Ovv. Parlar bene, Parlar con facondia

APOZAO, add. Voce ant. Appoggiato. APRENSIÓN, s. f. Apprensione o Appren- · dimento, vale quasi Timore.

STA COSSA ME FA O ME DA APRENSIÓN, Dare apprensione o Mettere in apprensione, vale lo stesso che Indur sospetto. Stare in apprensione, vale Apprendere, sospettare, dubitar temendo.

dice

Apprensione, verbale di Apprendere, in T. dell'antico Governo Veneto, vasi l'Atto di apprendere, cioè di prender in nota o sequestrare i beni del debitore. V. INTENUTAR.

APREZIAR O APRIEZAR (colla z dolce) v. T. ant. dal barb. Appretiare, e vale Apprezzare, Dar il valore alle cose.

A PROPOSITO, modo avv. A proposito; Opportunamente; Acconciamente; A buona stagione.

MOLTO A PROPOSITO, Appositissimo; A propositissimo; Convenientissimo.

ÉSSER A PROPOSITO, Essere il caso, momento, l'opportunità. V. PROPOSITO.

il

A PROPOSITO de zuche o DE CARBON TRE SOLDI AL BRAZZo, Maniera bassa fam. Senza proposito; Fuor di proposito; 4 sproposito; Mal a proposito; Malapproposito. Mescolar le lance colle mannaie. A proposito d'un chiodo di carro. Ricordare i morti a tavola, Unire insieme cose disparate. Son buone legne, dicesi Quando uno non risponde a tuono.

APROPRIAMENTO, s. m. Appropriazione; e in cattivo senso, Usurpazione. APROVAR, Approvare, Assentire.

APROVAR, dicesi qui da molti idioti per Far Provare, CH'EL ME L'APRO

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prova

Che lo provi, Che mi dia prove L'ALO APROVA? L'ha egli provato Mi NO LO POSSO APROVAR,

vare.

-

Io non

lo

posso pro

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si vede in alcuna grotta quasi sudare dalla terra o simili; ed è manco che Acqui

trino.

VENA D'AQUA. V. Vena,

AQUA MORTA O STAGNANTE, Lagume; Stagno; Acqua morta.

AQUA TORBIA D'UN FIUME, Acqua alba. Acqua, dicesi anche per Pioggia. Acqua piovana o di pioggia o Piovana assol. AQUA O PIOVA SALSA, Melume, cioè Quello che alidisce le viti.

AQUA E TEMPESTA, Broda e ceci, detto in modo basso e fig. cioè Tempesta e pioggia.

AQUA SALMASTRA O MESCHIZZA, Acqua salmastra, V. MESCHIZZO.

AQUA ALTA, V. COLMA,

Acqua magra, dicesi anche in vernacolo, e vale Basso fondo. V. MAGRA.

AQUA SPESSA, T. de' Pesc. Acqua torbida o fangosa, dicesi dell' Acqua delle nostre lagune ch'è talvolta torbida per l'agitamento che sommuove la terra del fondo. AQUA STANCA, Mare stallato; Marea stallata; Perno dell' acqua, Stato quieto dell'acqua tra il calare ed il crescere o tra il crescere ed il calare, V. DosAna e CE

VENTE.

AQUA DE TELA O DE PANO, Acqua che cova, dicono i Pescatori all'acqua delle lagune che fa poco moto, come nel fine del primo terzo e quarto di luna. Dicesi in proverbio SETE OTO E NOVE L'AQUA NO SE MOVE; OVV. VINTI, VINTIUNO E VENTIDÙ L'AQUA NO VA NÈ SU NÈ ZO.

AQUA DE FIEGORA dicono i Pescatori all'acqua divenuta fangosa dal moto che fa il pesce piatto, come le Passere e i Rombi nel levarsi dal fondo.

MOTO DE L'AQUA, V. MOTO.

AQUA CO L'ASEO, Posca, Bevanda d'ac mista ad aceto. qua

AQUA COPADA O AQUA CHE LA SE SOGNA, Locuz. fam. Acqua tiepidetta o tepidetta; tiepidetta anzi che no. Acqua da bere, che abbia appena appena perduto il fresco: come l'acqua che si beve in sogno.

AQUA COL ZUCARO, Acqua acconcia o concia.

AQUA MELADA, Idromèle o Acqua melata.

AQUA NANFA, Acqua nanfa o lanfa, Acqua di fior d'aranci.

AQUA PANADA, Acqua panata, cioè Medicata coll' infusione di poco pane abbrustolito.

AQUA SPORCA, Sciacquatura. Broda dicesi l'acqua brutta di fango e d'altre cizie.

spor

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FAR AQUA, T. Mar. Far acqua, Prove dersi d' acqua dolce per uso dell'equipaggio d'un vascello Acquata dicesi il Luogo ove i vascelli spediscono l' equipaggio. per far acqua; e quindi Far acquata Far acqua, si dice pure in T. Mar. della nave stessa in cui entri l'acqua per qualche apertura. V. FALA. FAR AQUA,

detto famil. Levare o Alzar la coda, figur. Pigliar baldanza o Rallegrarsi: tolta la metaf, da' pavoni e simili.

LA PRIMA AQUA D'AGOSTO RINFRESCA EL BOSCO, Dettato fam, indicante Che la prima pioggia che viene in agosto fa mitigar l'eccesso del caldo e cominciare il fresco.

LASSAR ANDAR L'AQUA PER EL SO MOLIN O PER FL SO GHEBO, Lasciar andar l'acqua alla china o all'ingiù: detto fig. e vale Lasciar che le cose camminino naturalmente senza impedirle.

LASSARSE VEGNIR L'AQUA ADOSSO, Ridur si all' olio santo, Ridursi agli ultimi. Lasciarsi sopraffar dalla piena, dicesi di Chi perde l'occasione; Non prevalersi del tempo. E mal per chi ha tempo e tempo aspetta, che mentre piscia il can, la le pre sbietta. Convien prevenir il male e non perder tempo.

VEGNIR L'AQUA IN BOCA, Venir l acqua in su lugola; Venir l'acqua o l' acquo lina in bocca; La gola gli fa come un saliscendo. La gola gli fa lappe lappe. Venir voglia.

METER AQUA, detto fig. Metter bene tra alcuni, Rappacificare: contrario di Giugnere o Metter legne al fuoco."

PESTAR L'AQUA IN TEL MORTÈR. V. MonTÈR.

SCHIZZO D'AQUA, V. SCHIZZO.
SCOTA DA L'AQUA CALDA, V. SCOTA.
SPANDER AQUA, Far

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tempi Veneti una Magistratura Senatoria, composta di tre patrizii col titolo di Savi alle acque, eletti dal Senato, e di altri tre col titolo di Esccutori alle acque, ch'eran nominati dal Maggior Consiglio.

V'era ancora un Collegio all' acque di quaranta senatori, da cui si estraevano varie Deputazioni, che dicevansi ZONTE, Giunte, per attendere alla materia dell'acque, e preservar la capitale dalle inondazioni del mare.

AQUA DE MAR, s. f. Aqua marina, Pietra preziosa la quale ha la sua cristallizzazione di forma poligona: il suo colore è verdastro.

AQUA DE VITA s. f. o AQUAVITA, Acquavite.

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AQUARELA, s. f. Acquerella o Acquarello, T. de Pittori, Acquerelletto, Acquerello molto annacquato.

MINIAR A AQUARELA, Acquerellare, Toccar i disegni con acquerella. AQUARIOL, s. m. Acquaiuolo o Acqueruolo, Colui che porta o vende acqua dolce per uso delle famiglie; ed anche Quello che porta le acque minerali.

Acquaiuolo, dicesi pure a Chi dà l'acqua ai prati per irrigarli. V. PORTAQUA, AQUARIÒLA, s. f. La Femmina dell' Acquaiuolo, che per analogia di altre voci consimili potrebbe dirsi Acquaiuola o Aequaruola.

agr.

AQUARO, s. m. Voce Bocchetta. Quell'apertura che si fa nelle capezzagini che traversano il campo seminato per far correr l'acqua fuori con più facilità. Dicesi anche Acquaio o Solco acquaio. AQUAROSA, E. f. Acquarosa o Rosata. Acqua preparata con rose, Mucchero si dice a Quella in cui siano state infuse le rose o le viole.

AQUAVITA, V. AQUA DE VITA.

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AQUE D'ONGARIA, Acqua della regina, Acqua minerale, di cui si fa uso.anche presso di noi.

AQUETA, s. f. Acquetta; Acquicella; Rivo; Rigagno; Rigagnolo, Piccola acqua

corrente.

Acquerugiola; Acquerella; Spruzzaglia, Pioggia minutissima.

AQUETA DE COLA, Acqua, dicesi a Quella materia che stemperata coll' acqua si dà a' drappi per crescer loro la lucentezza e distenderli.

AQUETA DE VIN, Chiarello, vale Vino molto annacquato; che anche dicesi Acquaticcio.

AQUILA, s. f. Aquila, La regina degli uccelli. Molte sono le specie di quest'animale. Quella che noi conosciamo e che alcune volte si piglia, è detta Aquila neva o valeria, e da Linn. Falco Melanetus, ma non è della grandezza delle altre.

CRIAR COME UN' AQUILA, V. CRIAR. AQUÒN, V. AQUAzza.

AQUOSO, add. Acquoso; Acqueo o Acquidoso e Acquitoso.

TEREN AQUOSO, Terreno acquitrinoso acquidrinoso.

ARA (dal latino Area) s. f. Aia, Spazio di battere il per

terra accomodato

grano.

ARA PICOLA, Aletta. COLMO O COLMEGNA DE L'ARA, Barcone, Quel sito dell' aia più alto ove si abbarcano le gregue. V. CAVAGION.

PAGARSE SU L'ARA, Pagarsi in sull' aia, detto fig. Pigliar congiuntura sicura di farsi pagare, Pagarsi prontamente.

QUANTO POL STAR IN T'UN'ARA, Aiata, Tanta quantità di grano o di biade in paglia, quanto basti a empiere l'aia.

METER SU L'ARA, Inaiare il grano, Distendere le spiche sull'aia per batterle. ARA o anche ERA, s. f. T. de' Vetraii, Camera o Tempera, Dicesi a quel luogo sopra la fornace in cui si mettono i vasi di vetro appena fatti per crogiolarli, cioè porchè perdano gradatamente la roventezza e possano stagionare e freddare. In questo senso si dice anche Temperare o Dar la tempera o 'l crogiòlo.

ARA e ARE, sincopato da VARDA e VARdè,
Guata, Vedio Vedete.

ARADURA, s. f. Aratura, Aramento.
ARANA, V. ANARA.

ARAR, v. Arare; Solcare il terreno coll' aratro; Fare solchi ; Dissodare.

Fendere, dicesi Arare la prima volta. Riarare o Rifendere, Arare la seconda volta. Interzare o Terzare, La terza. Inquartare, La quarta Aratrare, Arare dopo seminato Intraversare, Arare a traverso del lavoro già fattovi. V. INTRAVERSAR.

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cesi Arare, quando la palla del cannone strisciandosi per terra la smuove come farebbe l'aratro.

ARAR DRETO, Locuz. fam. fig. Arar diritto; Rigar diritto, vagliono Far che che sia per l'appunto.

A RASO, modo avv. V. Raso.
ARATIVO, add. Lavoratio; Lavorativo;
Lavoratoio. Agg. di Campo o terra accon-
cia ad essere lavorata.
ARÀTRO. V. VERSÙRO.

ARBA, Voce triviale, V. ERDA.
ARBORAR, V. V. ALBORÅR.
ARBORE. ARBORO, V. ALBORO.
ARCA, s. f. Arca; Sepoltura; Sepolcro,
che dicesi anche Tomba; Avello; Urna;
Conca; Sotterratoio.

ARCA DE SIENZA, Arca di scienza; Arca di Noè, dicesi di Uomo dottissimo.

ARCA DE VITUPERIO, Mariuolo; Scelle

rato. V. SPIUMA.

ARCADA, s. f. Arcata; Arcale; Arco; Vol

ta. Arco di ponte o di porta.

ANCADA DE VIOLIN, Arcata; Tirata di plettro.

ARCANO, s. m. Arcano, Segreto - Far arcani, Tenere in credenza; in sè, Usar silenzio.

ARCAR, v. Archeggiare, Torcere o piega

re in arco.

ARCARSE, parlandosi d'un vascello, Arcarsi, vale Curvarsi in arco; e questo accade alla colomba d'un vascello, le cui coste si sono piegate o per accidente o per vecchiezza.

ARCAZA, s. f. Chiurlo, detto da Linn. Scolopax arcuata maior. Sorta d' Uccello notissimo che frequenta i grandi acquitrini; che ha il becco lungo, inarcato al di sotto. Chiamasi anche Chiurlo reale o Fischione maggiore,per distinguerlo dal minore (TARAGNOLA ). Quest'uccello nell'ornitologia di Latham forma ora parte del genere Numenius, col nome di Numenius

arcuata.

ARCAZA VERDE, S. m. Mignattone. Altro uccello acquatico che frequenta particolarmente le valli d'acqua dolce; che ha il becco lungo arcuato, le gambe lunghe verdastre, tutta la parte superiore delle ale e del corpo colorita d'un bel verde a riflessi metallici, e il di sotto di rosso cupomarrone. Fu chiamato da Linn. Tantalus Falcinellus e da' moderni Ibis Falcinellus. I Francesi gli dicono Courlif verd d'Italie. Qui è raro. ARCHÈTO, s. m. Archetto; Arconcello Archicello, Piccolo arco.

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ARCHETO DA VIOLIN, Archetto; Plettro. ARCHETO DA OSELI, Archetto o Saeppolo. Ingegno formato con un pezzo di legno arcuato, con cui si pigliano gli uccelli. TenSear dere gli archetti agli uccellini pello, chiamasi Quello strumento da pigliar uccelli, fatto con due archi poco di lungi un dall'altro, in tra i quali si pone il cibo per allettarli.

ARCHETO DA BARON, detto fig. Gherminella; Furberia; Baratteria, Macchinazione posta in opera per inganno altrui.

ARCHIMIA, s. f. Alchimia e Archimia, Quasi dicasi la Chimica più sublime. V. LAPIS FILOSOFORUM.

STUDIAR D'ARCHIMIA, Stillare o Beccarsi il cervello, vale Affaticar l'intelletto. Stuzzicare i ferruzzi,Ingegnarsi. Lavora re d'alchimia, Operare con artifizio. V. SCRIMIA.

ARCHIMISTA, s. m. Alchimista; Colui ch'esercita l'alchimia. Col solo dire Il tale soffia, s'intende senza nominarlo, ch'egli è Alchimista.

ARCHITRAVE, V. SOGIER.
ARCHIVIO, s. m. Archivio.

CARTA MESSA IN ARCHIVIO, Carta archiviata, e quindi Archiviare, Riporre in archivio.

ARCIDIAMBARNE, s. m. Arcidiavolo o Arcidemonio, Accresc. di Diavolo e Demonio.

ARCISTUPENDONAZZISSIMO, add. Voce ditirambica, accresc. di STUPENDONAZ70, V. ARCO, s. m. Arco, T. d'Architettura. Arcale, dicesi propr. l' Arco della porta o simili. Rigoglio o Sfogo, l'Altezza massima delle volte e degli archi- Sesto, la Curvità degli archi - Imbotte, la Superficie dell'arco d'un ponte dalla parte di · ARCO sotto per quanto è lunga e larga VALANGHIN, Arco di tutto sesto: cioè Di mezzo cerchio-FAR FORTI I ARCHI, Fiancare; Far forti i fianchi.

ARCO DA CUNE, V. CERCHIO DA Cune. ARCO DA VIOLIN e simili, Archetto o Plettro. Quello con cui si suona.

ARCO DE LE CEGIE, Arco; Arconcello delle ciglia.

PIEGAR IN ARCO, Archeggiare; Inarcare; Incurvare.

ARCOCELESTE, V. ARCOVERzene. ARCOGER, v. T. antiq. Cogliere; Raccogliere.

ARCOVA, s. f. Arcoa; Alcovo; Arcova, Ricetto capace ď un letto e di pochi arnesi, la cui fronte è per lo più fatia ad arco. ARCOVERZENE o Arco celeste, s. m. Arco baleno; Arco celeste; Iride. ARCUMBÈ, Voce antiq. quasi Arco bello, e vale Arco baleno. V. ARCO VERZENE. ARDIA, V. ALDIA. ARDIO, V. Anso.

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ARDORE DE MAR. T. de' pesc. Fulgore, dicesi a quella specie di Chiarore dell'acqua marina, che si vede nel tempo del maggior caldo, prodotto come ben si sa, dalle lucciolette marine: su di che si vegga la voce Lusariòla.

ARECORDARSE, Lo stesso che RECOR DARSE, V.

ARECORDO, V. Recordo.

AREDODESE, s. f. Befana o Befania, chiaman le donnicciuole Quella larva o buona o cattiva che, secondo esse, vien nelle case per la via del cammino del focolare la notte avanti l'Epifania, onde fanno che i ragazzi appicchino le calze ai cammini, acciocchè le Befane gliele empiano di roba o buona o cattiva, secondo che essi si sono bene o mal comportati.Befana si prende come il Ceppo, per una specie di mancia o regalo. V. BONAMAN.

DAR L'AREDODESE O PAGAR L'AREDODESE, Dar la befana o Far ad alcuno la befana.

Befana in generale si dice pure come Orco; Tregenda; Trentamila; Trentavecchia; Biliorsa; Versiera, in sign. di Spauracchio per intimorire i bambini.

AREDODESE, Dicesi anche per traslato a Donna brutta e malfatta, di cui vedi alla voce MARANTEGA.

AREDOSSO, modo avv. V. REDOSSO.
ARÈLA, s. f. V. GRISIÒLA.

ARENA, s. f. Matraccio, Vaso di vetro a guisa di fiasco con collo lungo ad uso di Stillare.

ARENAR, v. T. Mar. Arrenare o Incagliare, Dar in secco, e dicesi delle navi.

ARENARSE, detto per traslato, Arrenare, vale Esser impedito sul più bello dal proseguire qualsivoglia azione o negozio. ARENTE O DARENTE, avv. Appresso; Presso; Appo; Vicino; Accanio; Accosto; A lato.

ANDAR ARENTE, Accostarsi; Avvicinarsi; Appressarsi.

DAR ARENTE, Dar rasente, cioè Tanto vicino ch'e' si tocchi quasi la cosa ch'è allato.

SON ARENTE A SETANTATRE ANI, Son di presso a' settantatre anni.

ARENTE A QUESTO, Maniera che vale, Di soprappiù; Sopra mancia; Giunta di soprappiù; In oltre.-ARENTE DE NO SAVERGHENE, Per giunta di non saperne, ARÈNTEGHE, Allato a quello o a quella. AREPOSSO, V. REPOSSO.

ARÈTA, s. f. Aietta, Piccola aia dove si batte il grano.

ARFIAR, v. Alitare, Propr. è Mandar fuori l'alito a bocca aperta. Respirare si dice dell' Attrarre che fanno gli animali l'aria esterna, che dicesi anche Fiatare o Rifiatare.

ARFIER, s. m. Alfiere, dicevasi sotto il Governo Veneto, a quell' Uffiziale di goletta che nei reggimenti d'infanteria portava l'insegna. Quello della Cavalleria dicevasi Cornetta. Ora si chiamano Portainsegna.

ALFIÈR DEI SCACHI, Alfiere; Delfino;

Alfido, Pezzo degli scacchi, ch'è il terzo de principali pezzi che fiancheggia il Re e la Regina.

ARFOSSAR, v. V. REFOSSAR.

ARGAGNO, s. m. Fabbrica della tira, Edifizio composto d'un cilindro coperto di cardoni, con cui si scardassano i pannilani.

ARGAGNÒTO, s. m. Scardassiere, Colui che cava il pelo a' panni collo scardasso.

ARGALIFO, s. m., Versuzia, Macchinazione posta in opera per inganno o danno altrui. Mulinello; Rigiro; Andirivieni; Involtura; Arzigogoli, diconsi le Invenzioni sottili e fantastiche. V. IMPIANTO, ENDEGOLO.

VU SAVÈ QUANTI ARGALIFI SE CATA CO NO SE VOL PAGAR, Voi sapete quanti bindoli e quanti arzigogoli e greiole trova un mal pagatore.

COSSA XE STI ARGALIFI? Che cosa sono queste involture, queste bindolerie? Maniera di rimprovero ad uno che cerca d' ingannare.

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ARGANA, s. f. Argano; Arganetto; Arganello, Strumento da tirar pesi bera, Strumento di legno intorno a cui s'avvolge un canapo per uso di tirar in alto pesi Aspo dicesi a quel legno soVerriil quale s'avvolge il canapo pra cello si chiama Un'altra sorte di strumento meccanico, ch'è una specie di argano da tirar pesi.

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ARGANA DA ORESI, Cinghia o Cigna. Se ne servono gli Orefici per tirare.

GHE VOL LE ARGANE A FARLO VEGNIR, Ci vogliono gli argani o le tanaglie per farlo venire. Far che che sia tiratovi colTargano o a forza d' argani, per dire Ch' egli fa quella tal cosa molto mal volentieri. Andare alla dura, si dice di Chi fa una operazione per forza. Ci vogliono mille stoggi, mille lotte, mille invenie o cerimonie o fregagioni, mille moine etc. PARLAR CO L'ARGANA, Ponzare, dicesi di uno che non possa o non voglia favellare se non adagio Parlar colle sesle

o per supplica, detto fig. vale Parlar con cautela.

ARGANÈLA, s. f. Barganella, T. Mar. Pezzi di legno curvi da un capo, che sèrvono ad innalzar le sponde delle lance. ARGENTARIA, V. ARZENTARIA., ARGENTIN, T. degli Stampatori, Parigino, Il più piccolo dei caratteri di stam

pa.

ARGENTINA, s. f. Antica moneta d' argento che non è più in corso, venuta da Argentina o Strasburgo, Città di Francia, la qual era del valore di lire 4 venete. ARGUZIA, s. f. Arguzia, Concetto arguto, motto, facezia. Arguzia frizzante, vibrata, pungente, spiritosa, pronta.

ARGUZIA MINCHIONA, Concettino; Mon nino, Concetto puerile, Piccolo motto.

DIR SEMPRE ARGUZIB, Concettizzare, Formar concetti o concettini. Essere trasportato dal desio d'argutezze. Essere arguto o argutetto.

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