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no Plinio Hist. Nat. lib. III, cap. V. §. IX. Tacito Annal. lib. XV. c. XL. ed il piedestallo capitolino, queste nuove regioni furono quattordici. Svetonio dice: Spatium urbis in régiones, vicosque divisit: vale a dire che i vici furono suddivisione delle regioni, ma non dà il numero nè delle une nè degli altri: Plinio però determina il numero delle regioni ai tempi di Vespasiano dicendo: Complexa montes septem ipsa dividitur in regiones quatuordecim ed aggiunge che conteneva compita cioè nodi di strade in numero di 665: compita Larium DCLXV. Tacito concordemente dichiara allorchè narra l' incendio neroniano: quippe in regiones quatuordecim Roma dividitur: ed il piedestallo capitolino, che sosteneva la statua di Adriano, monumento, che è fuor di ogni eccezione, porta in fronte la frase: MAGISTRI VICORVM VRBIS REGIONVM XIIII. e ne' fianchi i nomi de' maestri de' vici delle regioni I. X, XII. XIII. e XIIII. onde sul numero delle regioni in che Roma fu divisa ne' tempi più floridi dell' impero da Augusto ad Adriano non può cadere questione. E questo numero si rinviene mantenuto costantemente ancora dopo fino alla caduta dell' imperio, occidentale. Imperciocchè oltre varie lapidi posteriori alla epoca del piedestallo capitolino che numeralmente danno la regione I. la III, ec. rimangono tre cataloghi pertinenti al secolo IV. e. V. della era volgare, fatti forse ad uso del prefetto di Roma, i quali presentano la nota degli edificii principali di ciascuna regione, il numero, ed alle volte il nome ancora de' vici e delle edicole, quello delle case grandi o palazzi (Domus) e delle isole (Insulae) de' magazzini ( Horrea) de' bagni privati ( Balineae Privatae) delle fontane versanti (Lacus), e de' forni (Pistrina) e la denominazione e numero de'magistrati subalterni e de' loro ministri, cioè i Vicomagi

stri che si vedono essere stati a ragione di quattro per vico, i Curatores che erano due per regione, ed i Denunciatores che erano pure due per regione. Erano i primi quelli che aveano la sopraintendenza de' vici, e celebravano i giuochi detti compitalizii, perchè si facevano ne' compita, ossia crociate: i curatores poi aveano la sopraintendenza di tutta la regione, ed erano i delegati del prefetto, col quale direttamente conferivano : ed i denunciatores quelli che denunciavano i delitti ed ogni altro inconveniente. Il numero di questi magistrati e ministri non fu sempre il medesimo, poichè mentre ne' cataloghi sovraindicati è quello esposto di sopra, nelle cinque regioni del piedestallo capitolino si leggono soltanto i nomi di un curatore e di un denunciatore per regione. Grandissima utilità si ritrasse dai tre cataloghi sovraccitati dopo che se ne fece l'applicazione dal Panvinio, e più particolarmente dal Nardini alla topografia di Roma Antica: gli scrittori che li composero appartengono, come si disse al IV. ed al V. secolo della era volgare: di due si conosce il nome cioè Publio Vittore, e Sesto Rufo del terzo s' ignora, e suol designarsi col nome di Notizia perchè trovasi unito al gran registro intitolato Notizia utriusque Imperii: tutti insieme poi vanno sotto il nome di Regionarii. Vittore è il più completo Rufo è mutilo nelle regioni VIII. IX. ed XI. e manca affatto della X, XII, XIII, e XIV: la Notizia è più concisa, e certamente non è anteriore ai tempi di Teodosio II, ossia al primo periodo del secolo quinto. Questi tre scritti non contenendo che nomenclature numeri andarono soggetti a grandi sconvolgimenti per parte de' copisti essi sono stati molte volte stampati ; il testo di Vittore seguito da Aldo, quello di Rufo dal Panvinio, e quello della Notizia edito dal Muratori nel quarto tomo delle Iscrizioni debbono preferirsi. Le re

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gioni vengono enunciate in essi per numero di ordine e per nome in fine si ha una recapitolazione delle cola quale sembra posteriore alla epoca assegnata ai cataloghi stessi.

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La regione I. dicevasi Porta Capena, dalla porta di questo nome posta come si vide sulla falda meridionale del Celio: estendevasi per 18 mila piedi di circuito fuori della città e non 12, o 13 come ne'testi attuali de'Regionarii si legge; poichè partendo dalla porta suddetta, seguendo l'andamento della via appia fin dove oggi è la piazza di s. Cesario ivi saliva il clivo di Marte e per la porta Ardeatina oggi chiusa raggiungeva l'Almone: rimontando questo fiume per un certo tratto, raggiungeva la via latina, e per essa la porta attuale di questo nome: chiudeva quindi entro i suoi limiti il monte d'Oro, e per la Ferratella andava a raggiungere la falda meridionale del Celio e quindi la porta Capena.

La regione II fu detta Caelimontium, perchè principalmente conteneva dentro i suoi limiti tutto intiero il monte Celio: essa estendevasi per circa 13 mila piedi di giro chiudendo oltre il Celio la valle della Subura, oggi detta via labicana, e lasciando fuori il Ceriolense dove torreggia l' Anfiteatro Flavio.

La regione III venne appellata Isis, et Serapis, ed anche Moneta i primi due nomi ebbe per il tempio sacro a quelle due divinità egizie, e quello di Moneta per la zecca che conteneva: girava per 12 mila 450 piedi, chiudendo entro di se l'Anfiteatro Flavio, tutto intie ro il monte Esquilino-Oppio, menol' angolo sul quale è la chiesa e convento di s. Francesco di Paola, e tutta la contrada oggi detta di Merulana.

La regione IV. fu una delle più insigni per fabbriche, delle più ristrette per estensione. Ebbe il nome di Templum Pacis pel tempio celebre edificato da Ve

spasiano, che comprendeva entro i suoi confini. La cifra di 18 mila, che si legge in Rufo, quella di 13 che si ha in Vittore e nella Notizia sono evidentemente alterazioni de' copisti, poichè essendo i suoi confini molto bene determinati appena ebbe 8 mila piedi di giro. Essa comprese la punta dell' Esquilino-Oppio sulla quale è la chiesa di s. Francesco di Paola, tutta la valle dominata da questa a partire dalla piazza odierna della Subura, il Foro di Nerva, quello di Pallade, quello della Pace, il tempio di Antonino e Faustina e tutto il tratto in genere fra il Palatino e l' Esquilino-Oppio, inclusivamente all'arco di Tito, ed alla Meta Sudante.

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La regione V. detta Esquilina, come quella che chiudeva tutte l' Esquilie ad eccezione dell' Oppio, girava per circa 32 mila piedi; imperciocchè comprendeva tutto intiero l' Esquilino-Cispio, tutto il Viminale meno le Terme di Diocleziano, e tutte le adiacenze di questi monti verso oriente e greco cominciando dall' Anfiteatro Castrense presso s. Croce in Gerusalemme e terminando al tempio di Venere Ericina avanti la porta Collina. Quindi è affatto errata la cifra che le danno i cataloghi di 15 mila 900, 15 mila 950, 15 mila 600.

La regione VI. Alta Semita fu detta per le gibbosità del monte Quirinale che principalmente conteneva, oltre la valle fra il Quirinale ed il Pincio, ed il ripiano di questo monte fra porta Salaria, porta Pinciana odierna e la piazza Barberini. Comprendendo inoltre le terme di Diocleziano, ed in parte la valle di s. Vitale, e terminando ai Fori di Nerva e di Trajano che appartenevano ad altre regioni avea un giro di buoni 18 mila piedi, e perciò la cifra 15 mila 600, 15 mila 700. de' cataloghi è alterata.

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La regione VII. detta Via Lata perchè conteneva il primo tronco della via Flaminia che in questa par

te era più ampia delle altre di Roma ha punti ben determinati per potere asserire, che, essendo, fuori di essą il Foro Trajano, la Villa Pubblica che stava dove oggi è il palazzo di Venezia, i Septa, che erano dove è il Palazzo Doria, il tempio di Nettuno, oggi Dogana di Terra, il Foro di Antonino, oggi piazza Colonna, il dorso di Capo le Case, la piazza Barberini,e tutto il Quirinale > non potè avere come la IV. che circa 8 mila piedi, e non 12, o 13 mila come è ne' cataloghi.

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La regione VIII fu appellata Forum Romanum, perchè conteneva quel magnifico Foro: conteneva pure quello di Trajano, quello di Cesare, quello di Augusto, il Boario, il Piscario, il Velabro minore, e tutto intiero il monte Capitolino. Quindi il giro di questa regione difficilmente oltrepassò 9 mila piedi, e perciò anche in questa la cifra de' cataloghi di 12 o 13 mila è alterata.

La regione IX. ebbe il nome di Circus Flaminius perchè fra altre fabbriche comprese ancora quell' antico circo. Essa contenne tutto il Campo Marzio, meno quella porzione, che era fra il Corso odierno ed il Quirinale, la quale fu compresa nella regione VII. comprese pure quella parte del Pincio che è fra le porte Pinciana e del Popolo. I Regionarii le assegnano da 30 a 32 mila piedi di giro; ma essendo certi pe' cataloghi medesimi che il suo limité estremo verso il Campidoglio fu il Teatro di Marcello, verso la porta del Popolo odierna il Mausoleo di Augusto ed i boschi dietro a questo verso porta Pinciana i giardini di Lucullo, sembra non potersi estendere il giro oltre i 28 mila piedi.

La regione X da tutti e tre i Regionarii appellasi Palatium, perchè comprese tutto intiero il colle di questo nome: comprese pure la valle fra questo colle ed il Celio. E siccome tutto il basso verso l'Esquilie fu della IV. verso il Capitolio della VIII. verso l'Aventino

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