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la lezione luci che è la volgata preferirsi a loca, che nelle edizioni più recenti si legge. Ognun vede la poca consistenza che hanno le etimologie tratte ab excubiis dalle scolte, e dall' essere state excultae dal re Servio. Questo colle dividesi in due grandi lacinie, che distaccansi da una specie di ripiano generale, verso occidente; ambedue hanno una configurazione che si accosta alla triangolare: non sono però eguali per estensione : maggiore è oggi quella che fronteggia il Celio, insigne particolarmente per le chiese di s. Pietro in Vincoli e di s. Martino: minore è quella sopra la quale torreggia la Basilica Liberiana, o di s. Maria Maggiore. E questa divisione così accennasi da Varrone, che dà i nomi di ambedue le lacinie: Esquiliae duo montes habiti, quod pars Cispius mons suo antiquo nomine etiam nunc in sacreis appellatur etc. Questo passo mutilo del nome di uno de' monti, che poscia ripetutamente si legge, cioè Oppius così giustamente viene supplito dal Müller: Esquiliae duo montes habiti, quod pars Oppius, pars Cespeus mons suo antiquo nomine etc. I nomi pertanto di queste parti principali dell'Esquilie furono monte Oppio e monte Cispio o Cespeo ed a Festo nell' illustrare la voce SEPTIMONTIO deesi l'aver conservato un passo di Varrone del libro VIII. Rerum Humanarum, dal quale si trae la origine del nome, ed il poter determinare quale fosse l' Oppio, quale il Cispio. Egli dice, che l' Oppio fu così denominato dal tusculano Opita Oppio, che condusse in Roma un presidio di Tusculani, mentre Tullio Ostilio era alle prese coi Vejenti, ed accampossi nelle Carine: ora essendo chiaro, che le Carine toccano il lembo del colle di s. Pietro in Vincoli ne segue che monte Oppio fu quello che domina le Carine, e per conseguenza quello di s. Pietro in Vincoli e che il nome deriP. I.

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vò fino da' tempi de' re, e si conservò ne' rituali degli Argèi, ed in altri ceremoniali, poichè contavasi fra le cime, nelle quali sagrificavasi nella festa del Septimontium, secondo lo stesso Festo. E circa il Cispio dice aver tratto nome da Levo Cispio anagnino, altro condottiere venuto in Roma nella stessa circostanza, che ivi si accampò a difesa di quella parte dell' Esquilie, che è rivolta al vico Patrizio, dove era il tempio di Mefite: e siccome il vico Patrizio è determinato dalla chiesa di s. Pudenziana, perciò è chiaro che la cima, sulla quale è s. Maria Maggiore fu delle due quella che ebbe il nome di monte Cispio. I due monti formanti insieme l'Esquilie presentano 13,000 piedi di circonferenza e 200 di altezza maggiore sul livello del mare, presa la misura alla soglia della chiesa di s. Antonio. È perciò il più alto de'sette colli, come è il più esteso in superficie. La circonferenza designasi verso occidente per l'Oppio dalle vie dell' Agnello e del Colosseo e pel Cispio dalla piazza della Suburra odierna: l' Oppio doро la via del Colosseo viene circoscritto verso mezzodi da quella che chiamano via Labicana fino alla chiesa de' ss. Pietro e Marcellino, quindi verso oriente dalla via Merulana fino al quadrivio di s. Vito: ivi è la convalle che lo divide dal Cispio fino alla piazza moderna della Suburra il Cispio dopo il quadrivio di s. Vito verso oriente è limitato dall' Aggere di Servio dentro la vigna Negroni, oggi Massimi, e di là dalla via di s. Pudenziana e dalla via Urbana verso nord e nord-ovest, fino alla piazza più volte nominata della Suburra. Il tufa granulare è la roccia che costituisce la massa dell' Esquilino: sull'Oppio però non manca il tufa litoide vedendosi entro i sotterranei di s. Francesco di Paola, come pure testimonii patenti del soggiorno delle acque fluviali sono anche nelle parti più elevate sì del Cispio che

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dell' Oppio. Brocchi, al quale andiamo debitori di queste osservazioni notò alla pag. 139 la stratificazione da lui osservata ne' sotterranei sovraindicati, cioè : un banco di tufa terroso, e sopra questo uno strato di tufa granulare, e quindi un grosso banco di questo medesimo tufa ad esso è sovrapposto un banco di tufa litoide, e finalmente un banco di argilla giallognola. Del tufa granulare sovraindicato e di tufa terroso è pure formata la massa del gran ripiano di cui sono frangie l' Esquilino, il Viminale, ed il Quirinale, e che gli antichi chiamarono Campo Esquilino, e Campo Viminale, ripiano sul quale fu costrutto l' Aggere di Servio, del quale parlerò nel paragrafo seguente.

Di là dall' Esquilino-Cispio verso occidente prolungasi da settentrione a mezzodì a foggia di lingua il monte Viminale che trasse nome dai vinchj che lo coprivano. Varrone lib. IV. §. 51 parlando della terza regione dice che ad essa appartenevano due colli nobili, il Viminale, ed il Quirinale e queis nobiles duo colles: Viminalis a Iove Viminio, quod ibi arae sunt eius, aut quod ibi vimineta fuerunt. Ma ognun vede che il cognome Viminio dato a Giove derivava esso stesso dai vinchj, e perciò più propriamente si esprime Festo: Viminalis porta et collis appellabantur, quod ibi viminum silva fuisse videtur, ubi et est ara Iovi Viminio consecrata. Quindi Giovenale lo designò in quel verso Satyr. III. v. 71.

Esquilias DICTUMQUE petunt ▲ VIMINE COLLEM. Esso viene determinato verso occidente dalla via di s. Vitale verso mezzodì dalla via delle Fratte e via de' Serpenti: e verso oriente dalla via Leonina, via Urbana, e via di s. Pudenziana: verso settentrione termina colle magnifiche rovine delle Terme di Diocleziano. Ha una circonferenza dei 6600 piedi ed è alto 173 piedi so

pra il livello del mare al piano di s. Lorenzo in Panisperna, che è il punto culminante. La sua formazione in altro non differisce da quella dell' Esquilino che dal non presentare in alcuna parte che si conosca il tufa litoide.

Il Quirinale è l'ultimo de' sette colli di Roma antica, e giace a settentrione del Palatino. Festo dichiara essere stato detto Agonus, e la porta Collina alla estremità di esso Agonensis, come Agonia dicevansi i sacrificj, che si facevano in un monte: Agonia sacrificia, quae fiebant in monte: hinc Romae mons Quirinalis Agonus, et Collina porta, Agonensis: cioè Agonus ed Agonensis, voci sabine corrispondevano a Collis e Collinus, ed infatti Dionisio lib. II. lo chiama Collinus come i Romani lo dicevano il Colle, Collis per eccellenza, siccome apparisce dai Fasti sacri e la ragione di questo si ha nella sua configurazione più gibbosa degli altri colli a segno che Varrone nomina quattro cime di esso, che traevano nome da are consacrate ad altrettanti numi, cioè: la Quirinale dall' ara di Quirino presso il suo tempio, la Salutare da quella della Salute pur presso il suo tempio, la Marziale da quella di Marte presso il tempio di Fidio, e la Laziale da quella del nume modificazione di Giove. Quanto al nome di Quirinale, secondo lo scrittore sovrallodato, lo ebbe, o dal fano di Quirino, o dai Quiriti che vennero insieme con Tazio, e vi posero il campo: : Collis Quirinalis ob Quirini fanum; sunt qui a Quiritibus qui cum Tatio Curibus venerunt Romam, quod ibi habuerint castra. Le quattro cime indicate da Varrone, quantunque spianate, o almeno poco riconoscibili, vengono però determinate dalle località: il tempio di Quirino fu nell' orto del Noviziato de' pp. gesuiti, quindi ivi dappresso fu il COLLIS QUIRINALIS : quello della Salute

vedremo nel paragrafo seguente che fu nelle vicinanze. delle Quattro Fontane, e perciò il COLLIS SALUTARIS fu la punta che venne spianata nel fare il giardino pontificio a' tempi di papa Urbano VIII: il tempio di Sanco, o di Fidio era ne' dintorni della piazza odierna di Monte Cavallo e perciò il coLLIS MARTIALIS fu la punta demolita per ordine dello stesso papa Urbano ed esistente dentro il giardino Colonna : finalmente il cozLIS LATIARIS si ravvisa nella punta esistente in parte ancora nel giardino Aldobrandini. La configurazione di questo colle può assomigliarsi ad un cubito che torce verso sud-est ossia verso il Viminale: il perimetro viene determinato verso occidente dalla via di Porta Salara, via di s. Basilio, Piazza Barberini, via del Tritone, via dell' Angelo Custode e via della Stamperia : ivi torcendo verso mezzodì per la piazza di Fontana di Trevi, via di s. Vincenzo, via de' Lucchesi, e via della Pilotta raggiungesi la estremità di esso al Foro Trajano : quindi per la via della Salita del Grillo girando dietro il Foro di Nerva si costeggia il lato orientale per la via della Madonna de' Monti, via de' Serpenti e via di s. Vitale verso settentrione vien limitato dall' Aggere: cosi si ha un giro alla pendice bassa di esso di 15, 700 piedi. Questo colle nel punto culminante entro il giardino Barberini ha circa 180 piedi di altezza sopra il livello del mare il piano del cortile del Palazzò papale ne ha 160, secondo le misure del Calandrelli. Riconobbe il Brocchi, che il nocciuolo di questo colle è formato di tufa granulare, in molti luoghi però coperto da depositi fluviali. Curioso è vedere come i rituali antichi intendessero i sette colli, che sono quelli testè descritti, nel celebrare la festa del Septimontium uel mese di decembre, notizia conservataci da Festo : Septimontium dies appellatur mense decembri qui dicitur in Fastis

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