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affastellarono ornamenti. Dalle fabbriche superstiti appa risce, che sotto Augusto cominciò la ricercatezza, vedendosi questa già trasparire nel lavoro delle foglie de'capitelli del Panteon, paragonandole con quelle del tempio così detto della Sibilla a Tivoli, e di Castore e Polluce a Cora: proseguì sotto Tiberio facendone prova le basi delle colonne scoperte l'anno 1818 fralle rovine del tempio della Concordia, ed oggi collocate nel Museo Capitolino: continuò sotto Nerone, e giunse al colmo sotto i Flavii, come dimostrano l'Anfiteatro, l'Arco di Tito, ed il Foro Palladio. Sotto Trajano tornò lo stile verso la era augustana; ma ciò fu per poco tempo, poichè di nuovo apparisce la ricercatezza sotto Adriano; progredi sotto gli Antonini, e di nuovo giunse al colmo a' tempi di Severo e Caracalla, siccome dimostrano le fabbriche ancora esistenti. Ma questo secondo periodo dell'arte architettonica romana ebbe un' altro difetto; imperciocchè, sia per far presto, sia perchè la bella scuola antica si andava perdendo, nelle opere settimiane si osserva una trascuratezza così grande di esecuzione, che i marmi sembrano forati da insetti, non lavorati collo scalpello; mentre nelle opere de' Flavii, se si ravvisa un sopraccarico di ornati, si ammira pure una squisita esecuzione. Questo metodo cattivo imperversa vieppiù ne' tempi susseguenti, come può osservarsi all'arco di Gallieno, alle terme di Diocleziano, alla Basilica di Costantino, all'arco di questo stesso imperadore, nelle parti originali e non di trasporto, ed al sepolcro di Costanza presso Agnese. Che anzi nella epoca costantiniana le fabbriche cominciarono ad ornarsi a spese di altre antecedentemente erette, come appunto può vedersi nell'arco e nel sepolcro testè menzionati. Quindi colonne di vario ordine, e di vario diametro, e di pietre diverse nello stesso edificio, sistema che per la povertà de' tempi pro

S.

gredi altamente nel medio evo, siccome ne fan prova le chiese erette in Roma dal secolo IV. della era volgare al XV. Un esempio singolare di simile architettura offre la chiesa di s. Stefano Rotondo sul Gelio, edificata circa l'anno 469 della era volgare; imperciocchè alcune delle colonne sono di marmo, altre di granito: certe sono di ordine jonico: alcune basi hanno il plinto altre ne mancano, altre lo hanno doppio, secondo che esiggeva l'altezza diversa del fusto tolto da altri edificii.

Si domanda perchè Roma, se si eccettui qualche casa de' secoli bassi, qualche parte di fabbriche, come le porte minori della chiesa di Araceli, i tabernacoli di s. Paolo fuori le mura, di s. Giovanni Laterano ec. e qualche monumento sepolcrale, non presenta in genere fabbriche di quello stile, al quale è piaciuto ai moderni dare il nome di gotico, e che piuttosto dovrebbe appellarsi germanico, come quello che si è introdotto dopo la venuta degli Ottoni. Facile è la soluzione di questo problema, considerando, che Roma antica forni alle nuove costumanze, locali, e modelli: le basiliche antiche, ed i templi diedero la forma ed i materiali alle chiese. Infatti tutte le chiese che ci rimangono men rinnovate nei tempi moderni, come s. Agnese fuori le mura, s. Clemente, s. Pietro in Vincoli, s. Maria Maggiore, s. Sabina, s. Lorenzo fuori le mura, s. Giorgio in Velabro, s. Maria in Cosmedin, ss. Vincenzo ed Anastasio alle Tre Fontane, s. Cecilia, s, Maria in Trastevere, s. Crisogono, s. Maria in Araceli ec. presentano la forma basilicale e tutte sono rette da colonne tolte da fabbriche antiche, se si eccettui quella de' ss. Vincenzo ed Anastasio, che è retta da pilastri di muro. E quelle colonne fanno il loro officio di sostenere, e sono isolate: sopra queste ricorre un architrave, e più sovente ancora ricorrono archi, metodo, che per la prima volta presso

Roma si osserva in s. Agnese fuori le mura e nel sepolcro di Costanza a quella contiguo sulla via nomentana. Dei campanili il più antico nella parte inferiore è quello di s. Paolo fuori le mura lavoro del secolo IV. della era volgare: da quelli di s. Maria in Cosmedin, s. Maria Nuova, ss. Giovanni e Paolo, s. Cecilia, s. Maria in Trastevere ec. si vede che fino al XII. secolo si fecero a guisa di torri sovrapponendo fenestrelle a fenestrelle arcuate, rette sovente da colonnette. Da quelli di s. Maria Maggiore e s. Crisogono apparisce che nel secolo XII. onde renderli più maestosi vennero sormontati da una piramide, ornamento, che fu poscia abbandonato nel secolo XIII. siccome apparisce da quello di s. Paolo, che nella parte superiore porta le armi di Niccolò III. che fu creato nel 1277. Al secolo XIII. pure appartengono i chiostri di s. Paolo fuori le mura, di s. Sabina, s.Giovanni Laterano, e s. Lorenzo fuori le mura, ne' quali si vede applicata la stessa architettura de' campanili, cioè un' arcuazione retta da colonnette poste ora accoppiate, ora solitarie, ora liscie, ora striate, ora ornate di musaico, ora a tortiglione, ora a spira con capitelli di tutte le forme. Quantunque i tempi fossero barbari, non si aveano però tanto in dispregio i frammenti antichi, come communemente si crede, poichè ne ornavano le loro case come può osservarsi in quella di Niccolò di Crescenzio, lavoro del secolo XI, presso il ponte Rotto.

Negli edificii del secolo XIII. come il portico della chiesa de' ss. Giovanni e Paolo, quello di s. Giorgio ec. nella cornice per ornamento veggonsi posti pezzi di mattoni tagliati ad angolo acuto a guisa di denti di sega: e nello stesso secolo nel muro esterno del coro di s. Giovanni Laterano sono posti a guisa di frange per ornamento come tanti piccioli archetti a sesto acuto retti da mensolette, dalle quali pendono specie di fiocchi.

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Il secolo XV. in che sorse l'architettura moderna fece strage de' monumenti antichi strage, che continuò ancora nel secolo seguente, quando per testimonianza di Raffaelle nella relazione a papa Leone X. spezzavansi i marmi scritti, e lavorati, e le sculture a colpi di mazza per empirne i fondamenti della nuova Basilica Vaticana, o cuocevansi per farne calce. Al secolo XV. particolarmente spettano il palazzo di Venezia e la chiesa annessa di s. Marco, opera di Giuliano da Majano le chiese di s. Agostino, di s. Maria del Popolo, e di s. Pietro in Montorio, il portico della chiesa de' ss. Apostoli, la cappella Sistina, il ponte Sisto, ed il palazzo Serrestori in Borgo, tutte di Baccio Pintelli: come pure le chiese dell' Anima, e di s. Pietro in Vincoli architettura del vecchio Sangallo. In questi edificii chiaramente apparisce il passaggio, che facevasi dalla architettura de' tempi bassi alla moderna. Gli ordini ritornano verso l'antico, ma sono appena abbozzati, magri, e delineati con timidezza: le colonne si fecero alle volte poligone come si osserva pel portico de' ss. Apostoli, in quello di s. Pietro in Vincoli, nel cortile del palazzo di Venezia, e nel chiostro della Pace. Immaginossi allora per le chiese la facciata a più ordini e si abbandonò l'uso del portico ed alla pianta di queste si diè la forma di croce latina, lasciando la bella forma primitiva basilicale e s' introdussero le cupole. In generale però le fabbriche di quel secolo presentano semplicità ed unità di linee : non si veggono in esse nè tagli, come appariscono negli edificii del secolo susseguente, nè tutti que' capricci di ornato introdotti dal Buonarroti, e profusi dal Borromini nel secolo XVII, e dalla sua scuola fino quasi a' giorni nostri, ne' quali finalmente possiamo gloriarci, che lo studio de monumenti antichi di Roma e della Grecia, il criterio artistico,

e soprattutto la sferza del Milizia hanno ricondotto l'arte a' suoi veri principii.

S. 5.

TAVOLE CRONOLOGICHE DELLA STORIA

e delle Arti di Roma.

Affinchè le date principali della storia di Roma possano più facilmente ricordarsi e consultarsi come pure quelle degli artisti ricordati nella opera, stimai opportuno di aggiungere queste tavole, che divido in due sezioni, cioè Cronologia Storica, e Cronologia degli Artisti: la prima si compone della serie de'fatti principali avvenuti dalla fondazione di Roma fino alla battaglia di Azio: delle tavole cronologiche degl'imperadori fino alla caduta dell'impero occidentale, o di Roma: de're d' Italia che ebbero dominio in Roma degl' imperadori di oriente, e degli esarchi che a loro successero in questo: e finalmente de' papi da s. Pietro fino al regnante Gregorio XVI. La seconda comprende le tavole cronologiche degli Artisti pittori, scultori, ed architetti dal risorgimento delle arti fino a' giorni nostri.

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4 750 Ratto delle Sabine. Conquista di Antemne, Cenina, ́e Crustumerii. Tempio di Giove Feretrio. Prime spoglie opime.

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