Immagini della pagina
PDF
ePub
[ocr errors]

tondati ec. che aveano servito antecedentemente ad altro uso, e che dovendo essere internamente coperti dal muro laterizio non vennero appianati. I massi di travertino vennero legati insieme con perni di ferro impiombati: per torli ne'tempi bassi si fecero, come fu notato, tutti que'buchi, che deformano la parte esterna della costruzione: questi perni erano orizzontali, o verticali, secondo che doveano legare i massi di un medesimo strato, o di due strati diversi.

:

Il circuito esterno della ellissi, poichè ellittica è la pianta di questo, come di tutti gli altri anfiteatri, secondo ciò che fu osservato di sopra, è di 1837 piedi romani: la lunghezza di 638: la larghezza di 535: e l'altezza di 165. Ai due fuochi dell' asse minore della ellissi erano i due ingressi imperatorii: a quelli dell' asse maggiore i grandi ingressi nell'arena. Due portici di travertino fasciavano esternamente l' anfiteatro: di questi il più esterno serviva d' ingresso e di prospetto, l'interno legavasi cogli archi pe' quali si andava ai sedili: esternamente sorge tutta la mole sopra due gradini e sopra questi si contano quattro piani diversi : i primi tre arcuati, ornati di mezze colonne di ordine dorico, jouico, e corintio: il quarto con fenestre rettangolari ed ornato di pilastri pure corintii. È il primo ordine alto 36 piedi, il secondo 40, il terzo 40, ed il quarto 50. Di tali portici esterni, tutta la parte, che guarda occidente e mezzodi è, almeno fino dal secolo XIV, crollata. Siccome gli archi erano ottanta, e di questi, settantasei portavano il numero di ordine, rimanendo i quattro dei grandi ingressi senza numero; e conservando gli archi esterni superstiti i numeri dal XXIII. al LIIII, perciò 33 sono gli archi esterni superstiti, compreso quello senza numero verso l'Esquilino, e 47 i caduti. Da tale numerazione inoltre si trae, che il n. I. coincideva a de

[ocr errors]
[ocr errors]

stra, per chi guarda verso l'anfiteatro, dell' arco d'ingresso imperatorio dalla parte del Celio, ed il LXXVI. a sinistra. Dal canto opposto l'arco senza numero trovasi fra il XXXVIII e XXXVIIII, e questo è il solo de' quattro grandi ingressi, che ancora rimane, e si fa rimarcare, per la mancanza del numero, come ancora per le traccie, che conserva di essere stato particolarmente ornato di due colonne di marmo frigio che veggonsi ivi dappresso rotte, e di un intavolamento di marmo bianco; inoltre i due gradini esterni, che ricorrono intorno all'anfiteatro sono interrotti e formano un rincasso. Questi particolari fecero supporre ad alcuni, che ivi cominciasse un portico, che direttamente conduceva al palazzo di Tito sull'Esquilino, e citansi a tal proposito le medaglie che rappresentano l'anfiteatro; ma circa le medaglie, il portico, che in esse apparisce era dal canto dell'ingresso verso il Laterano, e d'altronde gli scavi fatti avanti l'ingresso verso l'Esquilino, escludono affatto la esistenza di un portico da quella parte.

[ocr errors]

L' arcuazione inferiore serviva d'ingresso agli spettatori; le due arcuazioni superiori poi servivano di fenestre, onde dar lume agli ambulacri superiori: ivi ciacun arco avea il suo parapetto di travertino e se ne veggono gli avanzi e le traccie. Dinanzi al parapetto esteriormente era in ciascun arco un piedestallo con una statua pedestre, siccome apparisce dalle medaglie, fatto confermato negli ultimi scavi, e che apparisce ancora da qualche traccia superstite. Dalle medaglie pure ricavasi, che gli archi sopra i grandi ingressi, contenevano quadrighe. Mentre ottanta sono gli archi, in ciascuno de'tre ordini, nel quarto sono solo quaranta le fenestre, alternando ogni due archi una fenestra. Queste fenestre rettangolari servivano a dar lume all'ambulacro, che ri

correva sotto i gradini del portico superiore nella cavea, Dall'architrave delle fenestre sporgono in fuori modiglioni di travertino contenenti un incavo, e corrispondenti a questi nella cornice sono altrettanti vani : allorchè l'anfiteatro era intiero ascendevano a 240: i modiglioni servivano a sostenere, ed i vani a contenere le travi verticali, fasciate di bronzo, le quali erano destinate a reggere il velario, onde gli spettatori rimanessero coperti dai raggi solari. Dalle medaglie, e dalla cronaca dell'Anonimo publicata dall'Eccardo, siccome notossi di sopra, apparisce, che la sommità dell'anfiteatro era coronata intorno da una specie di merlatura di scudi rotondi, che l'anonimo sovrammenzionato chiama clipea.

Dall'esterno passando all'interno, l'arena era lunga circa 270 piedi, larga 165, giacchè conviene dall' arena attuale dedurre la parte occupata dal podio. I portici sovraindicati davano accesso ai sedili per vie e scale diverse in guisa, che partendo dalle grandi porte costantemente una scala mena alle precinzioni superiori, una via conduce alla scala della prima precinzione, e di fianco a quella delle precinzioni superiori, che lascia verso l'esterno un sotto - scale, e finalmente un'altra via direttamente guida al podio: quindi alla ricorrenza di quattro archi esterni ritorna sempre lo stesso ordine. Cosi, essendo separate le scale, e gli accessi per gli spettatori, evitavasi ogni confusione, e potevasi facilmente empire e vuotare l'anfiteatro di un numero così grande di persone, che secondo i regionarii ascendevano ad 87,000. La cavea, ossia la parte interna destinata agli spettatori nell'Anfiteatro Flavio dividevasi in Podium, tre Praecinctiones, e Porticus. Ho di già notato ne'cenni generali sugli anfiteatri ciò che per Podium s'intendeva, ed a quale classe scelta di gente fosse destinato. Di questo rimane

una parte soltanto in piedi, poichè manca intieramente la parte di esso, che immediatamente era a contatto coll'arena, e della quale vestigia chiarissime furono scoperte l'anno 1813 da quelle vestigia apparve per la prima volta, che il muro preso antecedentemente come podio non era che la parte di esso che trovavasi a contatto col corpo dell'edificio: che a traverso di questo erano le scale, che immediatamente conducevano al podio, le fenestre che servivano ad illuminare il corridore dietro di esso traendo la luce da fenestre, che aprivansi sull'arena e le porte che introducevano nel corridore sotto il podio medesimo. Quindi più ristretta era l'arena di quello che a prima vista apparisce, almeno di 10 piedi intorno. Nel fuoco dell'asse minore il podio cangia forma da ambe le parti, perchè era ivi il luogo più distinto sul podio stesso detto Pulvinar, perchè avea cuscini (pulvina ), e Suggestum, perchè era alquanto più alto del rimanente a guisa di palpito: esso era destinato all'imperadore, ed al magistrato, praetor, che presiedeva ai giuochi : ed uno stava dirimpetto all'altro. Direttamente conducono a quel posto corridori separati dal resto dell'edificio che partono da una sala con volta ornata di stucchi contemporanei alla costruzione primitiva dell'anfiteatro, ed alla quale introduceva la gran porta d'ingresso indicata di sopra. Sufficientemente è conservata la parte del pulvinar verso l'Esquilino: questa serve di norma per ravvisare quella incontro molto più rovinata. Dall'altro canto quella verso il Celio, presenta ancora in uno stato di conservazione di qualche imponenza l'andito aperto da Commodo, onde giungere direttamente dal Celio, dove abitava, nella casa Vectiliana, o Vitelliana, al Suggestum, luogo scelto dai congiurati per ucciderlo, atteso che, secondo Erodiano lib. I. era oscuro, opwons. Gli ultimi scavi hanno fatto scoprire questo passaggio storico, ne hanno mostrato la tendenza verso il Celio, e parti

[ocr errors]
[ocr errors]
« IndietroContinua »