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ctigal quotannis populo praestent: ex tertio in domos privatas. É questo dell'acqua Claudia e dell'Aniene Nuova costrutto di bella opera laterizia, ma molto deformato dalle costruzioni moderne essendovi stata fabbricata sopra una casa rustica, come notossi di sopra.

Splendido e magnifico è il monumento di queste due acque alla porta Maggiore, il quale nell'anno 1834 fu sgombrato dal canto della città delle fabbriche informi che lo coprivano in gran parte, e nell'anno presente si stà sgombrando dalle torri ed altre costruzioni erette fin dall'anno 402 della era volgare da Onorio, allorchè fu ridotto a porta urbana, costruendo archi entro gli archi maggiori del monumento medesimo, i quali pure si stan demolendo per riedificarli a destra e sinistra della porta stessa onde mantener la memoria di questo lavoro onoriano. E qui si tolga un errore volgare che ha fatto confondere l'uso primitivo, al quale il monumento fu destinato con quello, al quale venne da Onorio ridotto. Imperciocchè Claudio non lo edificò per una porta di città, essendo allora la porta antica Esquilina presso l'arco di Gallieno, ma sibbene per transito della via labicana, sulla quale l'acquedotto passava, via che in questo luogo dividevasi in due, una a destra che menava a Labico, l'altra a sinistra che andava a raggiungere la via prenestina originale e che dopo Onorio divenne via prenestina essa stessa. E di questo bivio anteriore alla costruzione della opera di Claudio è testimonio il sepolcro di Marco Vergilio Eurisace scoperto in questo anno avanti la faccia esterna del monumento medesimo. È il monumento composto di due fornici altissimi e di tre piccioli archi ornati ciascuno di due colonne di ordine corintio sostenenti un frontone, e di questi archetti sotto quello di mezzo apresi un piccolo fornice forse per lo scolo delle acque che veniva

no a cadere nella valle fra il Celio ed il colle di s. Croce in Gerusalemme. La costruzione è formata da massi enormi di travertino che non essendo stati mai terminati di polire presentano l'aspetto di bugne, e come tali furono prese dall' Amannati, che col nome di ordine rustico imitolle nel palazzo Pitti a Firenze. Sopra gli archi, e dentro di questi le pietre furono polite nell'archivolto. E in ambedue le facciate leggonsi le tre iscrizioni seguenti, le cui linee per essere troppo lunghe distinguerò co'numeri fra parentesi:

(1) TI. CLAVDIVS. DRVSI. F. CAISAR. AVGVSTVS.
GERMANICVS. PONTIF. MAXIM (2) TRIBVNICIA.
POTESTATE. XII. cos. V. IMPERATOR. XXVII.
PATER. PATRIAE (3) AQVAS. CLAVDIAM. EX.
FONTIBVS. QVI. VOCABANTVR. CAERVLEVS. ET
CVRTIVS. A MILLIARIO. XXXXV (4) ITEM. ANIE-
NEM. NOVAM. A. MILLIARIO. LXII. SVA. INPEN-
SA. IN. VRBEM. PERDVCENDAS. CVRAVIT
(1) IMP. CAESAR. VESPASIANVS. AVGVST. PON-
TIF. MAX. TRIB. POT. IT. IMP. VI. COS. ÍÍI. DE-
SIG. III. P. P (2) AQVAS. CVRTIAM. ET. CAE-
RVLEAM. PERDVCTAS. A. DIVO. CLAVDIO. ET.
POSTEA. INTERMISSAS. DILAPSASQVE. (3) PER.
ANNOS. NOVEM. SVA. IMPENSA. VRBI. RESTI-
TVIT

(1) IMP. T. CAESAR. DIVI. F. VESPASIANVS. AV-
GVSTVS. PONTIFEX. MAXIMVS. TRIBVNIC (2)
POTESTATE. X. IMPERATOR. XVII. PATER. PA-
TRIAE. CENSOR. COS. VIII (3) AQVAS. CVRTIAM.
ET. CAERVLEAM. PERDVCTAS. A. DIVO. CLAV-
DIO. ET. POSTEA (4) A. DIVO. VESPASIANO. PA-
TRE. SVO. VRBI. RESTITVTAS. CVM. A. CAPITE.
AQVARVM. A. SOLO. VETVSTATE. DILAPSAE.
ESSENT. NOVA. FORMA. REDVCENDAS. SVA. IM-
PENSA. CVRAVIT

Nel catalogo di Rufo leggesi nella regione III. indicato un Lympheum Claudii Augusti, forse in luogo di Nympheum, nome col quale designavasi dagli antichi una fontana artifiziosa composta di cascate e getti di acqua. Ora nella regione III. sulla sommità del monte Oppio rimane ancora un gran ricettacolo di acque ben conservato, che pel livello, non poteva essere fornito da altro acquedotto che da quello di Claudio, e per la costruzione laterizia è analogo allo speco dell'Aniene Nuova. I moderni lo hanno detto edificato da Tito per uso delle sue terme; ma quantunque vogliano prendersi per terme di Tito quelle così volgarmente credute, e che vedremo piuttosto essere opera di Trajano, dee notarsi che questo ricettacolo non è affatto in direzione con quelle, ed è di una costruzione totalmente diversa. Il volgo appella questa conserva le Sette Sale, non perchè siano sette gli anditi in che è divisa, poichè sono nove, ma per corruzione del nome della contrada, che per testimonianza di Svetonio nella vita di Tito c. I. appellavasi Septizonium, e ne' tempi bassi Septisolium. Questo ricettacolo pertanto fu edificato da Claudio pel suo Lympheum o Nympheum situato ivi dappresso, il quale per la sua situazione così elevata dovea fare bellissima mostra. Esso è a due piani, siccome ne accerta il Piranesi, Antichità di Roma T.I. p.28,a'tempi del qua le si penetrò nel piano inferiore, oggi interrato. Gli anditi come si disse sono nove, che variano in lunghezza poichè la pianta di questa conserva è per tre lati rettilinea, e nel quarto, o orientale è curvilinea: hanno circa 12 piedi di larghezza, e 9 di altezza: e sono rivestiti di un astraco, o opus signinum solidissimo, sul quale si è fissato il tartaro dell'acqua che lo guarentisce ancora di più dalle intemperie e dalla mano degli uomini: gli angoli sono smussati onde impedire la filtrazione delle ac

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