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plebisciti, il primo che coloro che si erano rivoltati contra i decemviri non potessero essere per questo titolo molestati, e l'altro che si venisse alla elezione de'consoli: quindi soggiunge che tutto ciò fu fatto nell' adunanza popolare tenuta ne'prati flaminii, che poscia furono appellati circo flaminio: Confestim de consulibus creandis cum provocatione M. Duilius rogationem pertulit: ea omnia in PRATIS FLAMINIIS Concilio plebis acta, quem Nunc CIRCUM FLAMINIUM appellant. Più sotto c.LXIII. dice, che il senato fu convocato dai consoli nel Campo Marzio, onde rendergli conto del loro operato; ma che i primarii de senatori si querelarono di questa convocazione in mezzo ai soldati, quasi avessero voluto i consoli atterrirli, quindi quelli per togliere ogni ombra trasportarono la concione ne prati flaminii, dove poscia fu il tempio di Apollo, luogo che allora di già chiamavano Apollinare: itaque inde consules ne criminationi locus esset in PRATA FLAMINIA, ubi nunc aedes Apollinis est, iam tum Apollinarem adpellabant, avocavere senatum. Erano pertanto i prati flaminii nello stesso luogo dove poscia fu il circo di questo nome, e dove venne eretto il tempio più antico di Apollo in Roma. Perchè que' prati si chiamassero flaminii si trae da Plutarco nelle Questioni Romane c. LXVI. dicendo: Perchè uno de' circhi si chiama Flaminio? Forse perchè uno de' Fluminii più antichi dando un campo alla città le rendite di questo furono rivolte per gli agoni equestri. Vale a dire que' prati furono il campo donato da un Flaminio fin da' primi tempi della republica al popolo, e perciò prati flaminii furono appellati, e colle loro rendite si diedero giuochi equestri nello stesso luogo, che poscia per maggior commodo venne ridotto a circo. Varrone de Lingua Latina lib. IV. c. XXXII. dice, che il circo flaminio fu così appellato perchè ven

ne edificato intorno al campo flaminio: qui circum aedificatus est Flaminium campum, e perchè ancora ivi ne' giuochi chiamati Taurii correvasi dai cavalli intorno alle mete, et quod ibi quoque ludis Tauriis equi circum metas currunt. Il compendiatore di Livio lib. XX. dichiara, che il circo venne costrutto da Cajo Flaminio censore l'anno 533 di Roma, quello stesso che costrusse la via flaminia, che poscia essendo console per la seconda volta incontrò la morte nella infelice giornata del Trasimeno: C. Flaminius censor viam flaminiam munivit et CIRCUM FLAMINIUM extruxit. Quindi per doppio titolo ebbe tal nome, come quello che fu costrutto da un Flaminio nel campo donato da un' altro Flaminio al popolo, e dopo quella epoca se ne fa menzione più volte sempre con questo nome, che da Festo.

nella voce Flaminius Circus si deduce dal censore testè ricordato. La prossimità di questo circo al Capitolio, e nello stesso tempo la vastità dello spazio, e la circostanza dello stare fuori delle mura lo fece scegliere sovente per luogo delle adunanze popolari, come ne'tempi antecedenti si fece de' prati flaminii; quindi in Livio si legge lib. XXVII. c. XXI. che ivi l'anno di Roma 543 si tenne la famosa adunanza intorno a Marcello, che accusato da' suoi nemici venne a purgarsi a Roma delle imputazioni a lui opposte. Così dallo stesso scrittore lib. XXXIX. c. V. si narra, che Fulvio vincitore degli Etoli l'anno 565 prima di entrare trionfante in Roma scelse questo circo per dare le ricompense militari ai tribuni, ai prefetti, ai cavalieri, ed ai centurioni romani ed alleati che le aveano meritate: ed ai soldati distribui 25 denarii della preda riportata, ed il doppio ai centurioni, il triplo ai cavalieri. Sul finire della republica mentre i tribuni della plebe continua vano a tenervi concioni, vi si faceva ancora mercato sic

come apprendiamo da Cicerone nella lettera scritta ad Attico agli idi di febbraio dell'anno di Roma 692 che è la XIV. del libro I. Tum Pisonis consulis impulsu levissimus tribunus plebis Fusius in concionem produxit Pompeium. Res agebatur in circo Flaminio et erat in eo ipso loco, illo die NUNDIN ARUM TVnyupes. Narra Dione lib. LV. c. X. che Augusto l'anno 748 di Roma empiè questo circo di acqua e vi diede lo spettacolo di una caccia di coccodrilli, de' quali vennero uccisi trentasei. E sotto quell'imperadore esso diè nome alla IX. regione che comprendeva il Campo Marzio, nome che si conservava ancora nel secolo V. come si trae dai regionarii, i quali insieme ricordano una fabbrica ad uso di stalle delle quattro fazioni: stabula quatuor factionum: fabbrica destinata non solo per questo circo, ma ancora per gli altri, poichè in nessuna delle altre regioni dove esistevano circhi s'incontra, e neppure nella XI. nella quale era il Massimo. Questi cataloghi dimostrano ancora la esistenza del Circol Flaminio almeno fino a quella epoca; posteriormente sparisce ogni memoria di esso, e sembra che fino dal principio del secolo IX. ne fosse stato dimenticato ancora il sito vero, poichè l'anonimo di Mabillon che appartiene a quella epoca, appella Circus Flamineus quello di Alessandro, del quale fu trattato di sopra, e che oggi chiamano piazza Navona. Una bolla di Gelestino III. dell'anno 1192 inserita nel Bollario Vaticano T. I. p. 74. ci fa conoscere che allora chiamavasi la contrada col nome di Castellum Aureum, è designa le rovine ancora superstiti insieme coll'area, come pertinenti alle chiese di s. Maria denominata Dominae Rosae e di s. Lorenzo, sulle quali oggi veggiamo eretta quella di s. Catarina de' Funari col monastero annesso, siccome ricavasi da quanto scrissero il Martinelli nella sua

Roma ex Eihnica sacra, ed il Grimaldi. Fra i fondi ivi designati, come pertinenti a quelle due chiese in primo luogo apparisce: Castellum Aureum cum omnibus utilitatibus suis, videlicet parietibus ALTIS ET ANTIQUIS IN CIRCUITU positis, cum domibus et caminatis eisdem parietibus de foris undique copulatis ; ortum qui est iuxta idem Castellum cum antiquitatibus suis et superioribus criptarum. Si noti in questo documento la frase parietibus altis et antiquis in circuitu positis, la quale dimostra ancora superstite allora il recinto esterno, al quale esternamente erano state ap poggiate case ed altri fabbricati. Aggiunge quindi la bolla sovraccitata: Populum foras portam iam dicti Castelli a parte Campitelli et regionis sancti Angeli usque in burgum ab utraque parte viae, et piscinam cum turre Salitule usque in arcum Sellariorum et a parte Pineae iuxta praefatos ab utraque parte viae: Ecclesiam sanctae Luciae cum pertinentiis suis. Questa seconda parte mostra la porta principale del circo essere stata allora dal canto di Campitelli e s. Angelo in Pescaria: e che la chiesa di s. Lucia che oggi chiamano delle Botteghe Oscure era fra gli edificii attinenti al circo particolari molto importanti, considerando che oggi esse ndo intieramente scomparsa l'area del circo servono a farne circoscrivere il sito. Nel secolo XVI. le roviue di questo monumento erano ancora molto visibili, e le testimonianze del Fulvio e del Ligorio determinano l'area di esso nella lunghezza fra la tribuna della chiesa di Torre de' Specchi e la piazza dell' Olmo, e nella larghezza fra la via di s. Caterina de' Funari e quella delle Botteghe Oscure; la le trasse nome appunto dai fornici ancora superstiti che reggevano i gradini. Il primo degli scrittori sovraindicati così ne descrive gli avanzi: Antiq. Urbis lib. IV.

qua

pag. LXV. Cuius adhuc extat forma et veterum sedilium signa, ubi in medio nunc est templum s. Catharinae, ubi hodie torquentur funes, quod prius dicebatur monasterium Dominae Rosae in castro aureo. Longitudo eius circi ab aedibus nunc D. Petri Margani et s. Salvatore in pensili usque ad aedes D. Ludovici Matthei iuxta Calcaranum, nam id loco nomen a coquenda calce inditum, ubi caput circi. Latitudo vero inter turrem nunc Cetrangoli et Apothecas obscuras. E' da notarsi in questo passo, che la chiesa di s. Salvatore in Pensili ivi nominata era ne' dintorni della odierna chiesa de' Polacchi e di piazza Margana: che la casa di Ludovico Mattei è il palazzo Paganica, che la contrada di Calcarano è quella dell'Olmo, e che la torre detta Cetrangoli, ed anche del Melangolo stava come si vede nella pianta di Roma del Bufalini, stampata l'anno 1551 dietro il palazzo Altieri a Campitelli. Il Ligorio poi nel libro de' Circhi ec. p. 17. b. si accorda pienamente con questa demarcazione scrivendo: 11 sito del circo Flaminio era non ,. molto lontano dalle radici del Campidoglio: e come ,, ancora si può vedere cominciava dalla piazza de' Margani et finiva appunto al fonte di Calcarara: abbrac ciando tutte le case de' Mattei et stendevasi infino alla nuova via Capitolina (oggi detta di Araceli ): pigliando in tutto quel giro molte altre case d' altre " persone. Da questo lato de' Mattei il circo pochi an,, ni fa era in gran parte in piedi : et allora ne presi la pianta, dalle minuzie delle misure in fuori che per non avere il circo gli ultimi suoi finimenti non si ,, poterono pigliare. La parte più intera era appunto dove è fondata la casa di messer Lodovico Mattei, il quale ha cavato una gran parte dei fondamenti del ,, circo in quel luogo: et trovatovi fra le altre cose una

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