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cra a contatto colla Roma Quadrata di Romulo ebbe il nome di Romanula. L'altra porta del nuovo recinto fu la Ianuale, della quale Varrone de Ling. Lat. lib IV. S. 165 dice essere stata così denominata da Giano, perciò esservi stata posta la statua di Giano, e da Numa essersi stabilito l'uso di tenerla sempre aperta, meno quando non vi era guerra affatto: Tertia est Ianualis dicta ab Iano: et ideo ibi positum Iani signum ; et ius institulum a Pompilio, ut scribit in Annalibus Piso, ut sit aperta semper, nisi quum bellum sit nusquam. Questo fatto del tenersi sempre aperta in tempo di guerra, chiusa in tempo di pace è prova che fu una stessa cosa con quello che poi fu più communemente noto col nome di tempio di Giano, e che era tutto di bronzo, secondo Procopio Guerra Gotica lib. I. c. XXV. e grande tanto da potere coprire la statua di Giano, che conteneva, alta 5 cubiti, o circa 7 piedi e mezzo e nel rimanente di proporzioni corrispondenti. E siccome per testimonianza di Lido contemporaneo di Procopio, nel trattato de'Mesi P. IV. c. I. quel tempio era nel Foro di Nerva, perciò conosciamo essere stata questa porta ne'dintorni della Via Bonella alle radici ultime del Quirinale, nome, che in Macrobio Saturn. lib. I. c. IX, che cita Varrone Rerum Humanar. lib V trovasi scambiato in Viminale: Quum beilo sabino, quod virginum raptarum gratia commissum est Romani portam, quae sub radicibus collis VIMINALIS erat, quae postea ex eventu IANUALIS Vocata est claudere festinarent, quia in ipsam hostes irruebant: postquam est clausa mox sponte patefacta est. etc. dove è chiaro doversi leggere collis QUIRINALIS, poichè è il Viminale troppo lontano, ed il Quirinale è che immediatamente sovrasta al Foro di Nerva. Ivi Macrobio poi commette l'anacronismo di fare la porta preesistente al recinto fatto dopo

quella guerra sabina, e riferisce il prodigio di aver Giano difeso la porta col far scaturire acque calde in abbondanza, descritto pure da Ovidio Fast. lib. I. v. 257 e seg. e da Servio ne'Commenti al verso 794 del libro I della Eneide. La porta Carmentale è di maggiore importanza delle antecedenti, perchè continuò ad essere porta di Roma fino all'anno della era volgare 271.in che Aureliano cinse la città di nuove mura. Fu questa per testimonianza di Dionisio lib. I. c. XXXII. sotto il monte Capitolino, e precisamente sotto la rupe Tarpeia, che come si vide a suo luogo nel paragrafo antecedente Saxum Carmentae si disse. Quindi Vittore nel catalogo de'monumenti della regione VIII. ponendo questa porta la designa come rivolta al Circo Flaminio. Così Livio più volte nomina il Foro Olitorio, e le fabbriche in esso esistenti come poste fuori della porta Carmentale: ed è noto che quel Foro fu dove oggi è la chiesa di s. Nicola in Carcere. Ed Asconio ne'commenti alla orazione di Cicerone oggi smarrita, soprannomata Toga Candida designa il tempio di Apollo, che vedremo essere stato fra la piazza Montanara e quella di Campitelli, come posto extra portam Carmentalem inter Forum Olitorium et Circum Flaminium. Fu pertanto la porta Carmentale sotto la rupe Tarpeia in modo che la piazza di s. Nicola in Carcere restava fuori di essa. Ed a tale proposito sembra opportuno di riferire il passo classico di Livio lib. XXVII. c. XXXVII, nel quale si narra la ceremonia, che accompagnò il sagrificio destinato dai decemviri custodi de’libri sibillini, pompa, o processione che si adunò nel tempio di Apollo nominato di sopra, entrò in Roma per la porta Carmentale, e pel vico Iugario, strada immediatamente sottogiacente alla rupe Tarpeia, portossi nel Foro Romano, dove fermossi alquanto: quindi pel vico Tusco che era nella direzione della via

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odierna de'Fenili, pel Velabro, il Foro Boario, ed il Clivo Publicio salì al tempio di Giunone Regina posto sull'Aventino ne'dintorni della chiesa di s. Sabina: Confestim ad aliud sacrificium eidem divae ab decemviris edicta dies, cuius ordo talis fuit: ab aede Apollinis boves feminae albae duae porta Carmentali in urbem ductae.. A porta Iugario vico in Forum venere: in foro pompa constitit... inde vico Tusco, Velabroque per Boarium Forum in Clivum Publicium atque aedem Junonis Reginae perrectum. Tutte le autorità in somma si accordano a far situare questa porta nell'odierno vicolo della Bufala presso l'albergo di questo nome. Essa cra a due giani, o fornici come altre porte di Roma antica, e pel destro fornice uscirono i Fabii nell' andare contra Veii, siccome narra Livio lib. II c. XLIX: Incassum missae preces : infelici via DEXTRO LANO portae Carmentalis profecti ad Cremeram fluvium perveniunt: così Ovidio Fastorum lib. II. v. 201. e seg. Carmentis portae DEXTRO via proxima 1ANO est Ire per hanc noli quisquis es omen habet : Illa fama refert Fabios exisse trecentos,

Porta vacat culpa sed tamen omen habet: versi che attestano come per l'esito infelice di quella spedizione l'uscire pel giano destro di quella porta era riguardato di cattivo augurio. Da Festo si conosce, che per quella spedizione fatale medesima fu da alcuni chiamata ancora porta Scelerata: SCELERATA PORTA eadem appellatur a quibusdam, quae et Carmentalis dicitur

•. quod per eam sex et trecenti Fabii cum clientium millibus quinque egressi adversus Etruscos ad amnem Cremeram omnes sunt interfecti. Lo stesso si narra da Servio nelle chiose a que' versi virgiliani lib. VIII. 337 e seg.

monstral et aram

Et Carmentalem romano nomine portam.

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Il nome commune poi di Carmentale lo ebbe pel fano, sacello, ara, e sepolcro di Carmenta, siccome si trae da Solino c. II. da Festo in SCELERATA, e da Servio 1. c.

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Da Dionisio lib. II. c. LXII. si narra, che Numa accrebbe il recinto della città col monte Quirinale che fino allora era stato senza mura: τον περίβολον αυξησας τῷ Κυρίῳ λόγῳ, τεως, γαρ ετι ατείχιςτος ην; ciò si oppone a Livio, e ad Aurelio Vittore che dicono essere stato il Quirinale unito a Roma insieme col Viminale e coll' Esquilino da Servio Tullio; discrepanza che non saprei conciliare, se non col supporre, che Numa chiudesse soltanto una piccola parte di quel colle, la più vicina al Campidoglio, abitata dai Sabini venuti con Tazio fino dal tempo di Romulo, e che Servio poi includesse tutto il rimanente del colle.

Quasi tutti gli scrittori greci e latini si accordano nell' asserire, che il Celio fu chiuso entro le mura da Tullo Ostilio, non essendovi che Strabone che lo dice unito a Roma da Anco Marcio: non tutti però vanno d'accordo sulla epoca di tale riunione, poichè Dionisio mostra che venne aggiunto da Tullo, perchè niuno mancasse di luogo per abitare, prima della distruzione di Alba: Livio però e Vittore lo dicono aggiunto dopo quella rovina e questa tradizione parmi doversi preferire come più probabile, poichè la distruzione di quella metropoli avendo fatto trasmigrare a Roma quella popolazione portò un grande accrescimento di gente, e quindi fu d'uopo slargare ancora il recinto per riceverla.

Un altro ampliamento considerabile ebbe la città da Anco Marcio successore di Tullo; poichè avendo successivamente preso e disfatto le città latine di Politorio, Tellene, e Ficana ne trasportò gli abitanti in Roma, assegnò loro per sede l' Aventino, e cinse questo colle di mura Livio lib. I. c. XXXIII. narrando questo fatto

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riepiloga gli accrescimenti che Roma avea avuto antecedentemente sotto Romulo, e sotto Tullo Ostilio: Et quum circa Palatium sedem veterum Romanorum, Sabini Capitolium atque arcem, Caelium montem Albani implessent; Aventinum novae multitudini datum. Ed avendo poscia vinto a Medullia i Latini, tornato in Roma unì l'Aventino al Palatino, e nella valle Murcia intermedia fra que' due colli collocò i nuovi abitanti : inde ingenti praeda potitus, Romam redit: tum quoque multis millibus Latinorum in civitatem acceptis, quibus ut iungeretur Palatio Aventinum ad Murciae datae sedes. Affine poi di guarentire la città dalle scorrerie degli Etruschi, e perchè la navigazione del Tevere fosse difesa, fortificò la punta del Gianicolo che è incontro al Capitolio, e la congiunse colla ripa sinistra del fiume per mezzo di un ponte di legno: Taniculum quoque adiectum non inopia loci, sed ne quando ea arx hostium esset : id non muro solum, sed etiam ob commoditatem itineris, ponte sublicio tum primum in Tiberi facto coniungi urbi placuit. E questo ponte detto Sublicio per antonomasia fu quello poscia fatto celebre dalla difesa eroica di Orazio Coclite. Quell' arce gianicolense poi può dopo tanti secoli ancora tracciarsi ; poichè è visibile che Anco isolò quasi intieramente quella punta tagliando intorno il monte a picco, e solo lasciandolo dal canto di occidente legato al rimanente del dorso per mezzo di una specie d' istmo. Questo lavoro imponente si ravvisa particolarmente nel sentiero fra gli orti adiacenti alla villa Spada, e quello di s. Pietro in Montorio, entrando dal canto di s. Cosimato, come pure dall' altra parte lungo la via di porta s. Pancrazio. Tutta l'arce poi si determina dalla piazza, chiesa, convento, ed orto superiore di s. Pietro in Montorio, dalla piazza de' Fontanoni, e dal giardino dietro di essa, do

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