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ACADUDO, add. Accaduto, Avvenuto. ACAMPAR, O CAMPAR, O METER A CAM20, Mettere, Venire, Entrare o Essere in campo o a campo; e simili. Mettere in delle ragioni, de' dubbii, delle precampo tensioni etc.

ACAMPAR, detto in T. Mil. Accampare Mettere in campo, Schierare. Accamparsi, o Attendarsi, Fermarsi coll' esercito e porre gli alloggiamenti alla campagna. ACANA, add. Affaticato o Faticato, Stancato sotto la fatica.

ACANA AL STUDIO, AL LAVORO, Accanito allo studio, al lavoro e simili, vale Indefesso, continuamente applicato.

ACANA IN TI ABITI, Vestito accollato, dicesi Quello che serra troppo il collo. V. ABITO.

ACANAMENTO, s. m. Accanimento, Disagio sotto la fatica, Assiduità travagliosa. ACANAR, v. Accanire, Tener assiduamente uno sotto la fatica, come si tengono i cani alla catena. Accanir uno al lavoro.

ACANARSE, Accanirsi, Star qual cane sotto la catena, cioè sotto il lavoro. ACANIMENTO, s. m. Rabbia, Stizza o anche Dispetto; Mal talento.

FAR UNA COSSA CON ACANIMENTO, Far che che sia accanitamente, cioè Stizzosa

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A CASO, V. CASO.

ACEDER, v. Accedere, Accostarsi, Aderire all'altrui sentimento, e s'usa in modo fig. per Acconsentire.

ACENTAR, v. Accentuare, Porre sulle vocali scrivendo l'accento; o Pronunziar cogli accenti. E quindi dicesi Pronunzia accentuale Quella fatta cogli accenti. ACENTO, s. m. Accento o Segnaccento, Quella posa che si fa nel pronunziar la parola piú in una sillaba che in su l'altra ; • La linea o segno che la nota.

No L'HA DITO UN ACENTO, Non disse una parola ; Non fece un motto, Non parló.

ACERIMO, add. Acerrimo.

Avere un odio

AVER UN ODIO ACERIMO, cordiale o mortale, Gran odio. ACESSO, s. m. V. Soralògo. ACESSORIO, add. V. ASSESSORIO. ACETANTE, s. e add. Accettante o Accettatore, Che accetta.

Accettante d' una cambiale, dicono i negozianti di Colui che accetta la cambiale per pagarne il valore alla scadenza. V'è chi anche dice Accettatore. V. Traente.

ACETAR, v. Accettare, Acconsentire.

TORNAR A ACETAR, Riaccettare. Accettare le lettere, Promettere il pagamento della somma compresa nella lettera di cambie,

ACETAZION, V. ACETO sust.

ACETAZION D'UNA GAMBIAL, Accettazio ne, L'atto del Trattario il quale promette in iscritto di pagare alla scadenza la cambiale che gli vien presentata. ACÈTO (coll' e larga) s. m. Accettazione o Accettagione, Accoglimento cordiale ad altrui in casa propria, che anche dicesi Accettamento.

FAR ACETO, Far accoglienza o accoglimento, Accogliere cordialmente. ACETO, add. Accetto, Accettevole, Accettissimo, Caro, grato.

Esser ESSER BEN ACETO DA PER TUTO, come il matto ne' tarocchi, detto fig. e vale Esser caro e ben ricevuto dappertutto.

NO ESSER ACETO, Disaggradare, verbo n. Esser discaro, a disgrado; Esser disaggradevole.

ACETON, s. m. Superl. di ACETO, Grande accoglienza o accoglimento.

EL GA FATO UN ACETON, Gli fece un accoglimento de' più cordiali, de' più affet

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modo avv. Per acciden

te; A un bel bisogno; A caso; Per avventura, Eventualmente.

I ACIDENTI DEI OMENI NO I SE SA, Mentre uno ha denti in bocca, e' non sa quel che gli tocca. Gli avvenimenti della vita non si possono prevedere.

ACIDENTE, dicesi da noi per Deliquio ANDAR IN ACIDENTE, Svenire; Misvenire; Andare in deliquio; Venir meno. ACIDIA, s. f. Accidia, Fastidio con tedio del ben fare.

OMO PIEN D'ACIDIA, Accidioso, Accidiato. ACIDIARSE, v. Seccarsi; Stufarsi; Venire a fastidio o a noja. V. SECAR. ACIECA, add. V. ORBO. ACIECADA, s.f. o ACIEGAMENTO, Accecamento o Acciecamento, L'accecare. ACIECAR, V. V. ORBAR.

ACIÒ e antic. Azzò, Congiunzione, Aociocchè; Perchè ; Affinchè ; Coll' oggetto. ACOLGENZA, s. f. Accoglienza; Raccoglienza; Accoglimento e Accolta. Far accoglienza; Ricevere con amorosa accoglienza o accoglimento.

CATIVA ACOLGENZA, Accoglimentaccio;

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OMO ACOMPAGNA, Ammogliato. COLOMBI ACOMPAGNAI, Colombi appaiati o accoppiati.

Ac

FILO ACOMPAGNA, Filo adeguato, coppiato con altro filo eguale. ACOMPAGNAMENTO, s. m. Accompa gnamento o Accompagnatura, Seguitamento, scorta.

Codazzo, dicesi il seguito di moltitudine dietro a gran personaggio per corteggiarlo, Corteo è Codazzo di persone che accom pagnano la Sposa, o pur anco il Figliuolo nato al battesimo.

Associazione o Accompagnamento, si dice propriam. de' cadaveri alla sepoltura.

ACOMPAGNAMENTO DE COLOMBI, Appaiatura; Appaiamento; Accoppiamento. Dal che dicesi Appaiatoio allo Stanzino o Luogo appartato ove si pongono per appaiarsi.

ACOMPAGNAR O COMPAGNAR, V. Accom

pagnare.

TORNAR A COMPAGNAR, Raccompagnare. ACOMPAGNAR MASCHIO E FEMENA, Accompagnare; Appaiare; Accoppiare : il che si dice de' colombi, de' bovi e di altri animali.

ACOMPAGNARSE O COMPAGNARSE, Accompagnarsi vale Maritarsio AmmogliarsiTORNAR A COMPAGNARSE, Riallogarsi, Rimaritarsi, Raccompagnarsi -DIO LI FA E PO EL LI ACOMPAGNA, Dio fa gli uomini e poi gli appaia, ovvero Dio fa gli uomini, essi s'appaiano. ACORADA, s. f.

ACORAMENTO, s. m.. Accoramento o Accorazione, Afflizione.

A CORANDO, modo avv. Correndo, dal verbo Correre, e intendiamo Subito-VEGNIR A CORANDO, Venire subitamente, Senza perder tempo.

ACORARSE, v. Accorarsi o Accuorarsi, Affliggersi Affegatare, verbo n. vale Accorarsi, quasi cascare il fegato. ACORDABILE, add. Accordevole, Atto, acconcio ad accordare.

ACORDADA, s. f. Accordamento, Consonanza di strumenti e di voci. ACORDAR, v. Accordare; Incordare, Unire e concordare gli strumenti e le voci, che anche dicesi Temperare.

Accordare, vale anche Mettere d'accordo e placare gli animi-Accordarsi, detto fig. per Convenire, concordare- Tracordare o Tracordarsi, Grandemente concordare. ACORDAR, significa presso a noi anche Concedere, Dare-EL M'HA ACORDÀ LA SO PROTEZION, Mi concesse la sua protezione.

NON ACORDARSE, Disconsentire o Disconvenire.

ACORDO, s. m. Accordo o Accordio, Convenzione, accomodamento.

Esser d'accordo ; Star d'accordo; Andar d'accordo e simili, vagliono Concor dare. D' accordissimo, dicesi in superl, di Accordo,

DARSE L'ACORDO, Avere o Darsi l'intesa, Intendersi segretamente d'alcuna cosa. ACORDO DE SONI, Accordamento, Accordanza, Consonanza di strumenti e di vocì. LITIGA CHE L'ACORDO NO TE MANCA MAI, Muovi lite, acconcio non ti falla – È meglio un magro accordo che una grassa sentenza, dicesì anche in dialetto; e vale Esser più utile il cedere qualche cosa per via di patto, che aver tutto per via di sentenza, V. TRANSAZION. ACORZERSE, v. o Inacòrzerse, Accor gersi e Raccorgersi; Avvedersi; Addivedersi.

SE SE NE ACORZE DOPO CHE LA XE FATA, L'asino non conosce la coda se non quando non l'ha, detto fig. e vale Non conoscere il bene se non quando ne siam privi.

SENZ' ACORZERSE EL S'HA SPANTO ADOS30 TUTO L'OGIO DE LA LUME, Non se n'avveggendo si rovesciò addosso una lucernata d'olio.

ACORZIMENTO, s. m. Accorgimento, Sagacità, Perspicacia.

ACOSTAR, v. Accostare, Far vicino, av

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ACUSAR A TORTO, Apporre. ACUSAR, Accusare, in T. di giuoco, vale Notare i punti della partita. ACUSO, s. m. T. di alcuni giuochi, Accusata, dicesi di quelle verzicole che vengo no accusate o sia dichiarite da' giuocatori, a tenor delle regole del giuoco, per ritrarne qualche vantaggio. Verzicola o Verzigola chiamasi il Numero di tre o più carie andanti che si seguitano secondo l'ordine e valore stabilito dalle regole del giuoco. Al giuoco del Tresette diconsi Verzicole le sequenze di alcune carte, come Asso Due e Tre, o l'unione di quattro Assi o quattro Re etc. per cui facendosi l'accusata, si guadagnano dei punti Cricca si chiamano tre carte unite, come tre Fanti, tre Assi, tre Re etc. V. in PONTO.

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AVER O NON AVÈR DA FAR ACUSO, Avere o Non aver verzicole. V.RoNFA e NAPOLI

TANA.

ACUTO, add. Acuto, Sottile d'ingegno.

ANDAR IN T'I ACUTI, Voce acuta. Inaeutire; Inacutirsi.

ADANO O LADANO, s. m. Adello o Adeno. Pesce di mare che la primavera rimonta fra noi il fiume Po; ed è l' Acipenser Huso di Linneo, cioè il Golpesce (V. COPESE) cresciuto e grandemente impinguato, il quale non si piglia che nel Po: onde Plinio indicandolo col nome Attilus lo credè proprio del detto fiume. Questo Colpesce ingrassato arriva perfino al peso d'oltre mila libbre grosse Venete. La nominazione poi di LADANO è del Polesine, giacchè i nostri pescatori non lo conoscono. ADAQUAR, v. Abbeverare, Dar l'acqua ad un campo prima di seminarlo. Dopo seminato dicesi Adacquare; Inacquare; Inaffiare o Annaffiare e Inrigare.

ADAQUAR LA RISERA, Inondare.

TERA DA ADAQUAR, Terra inrigatoria o adacquatoria, cioè Facile ad irrigarsi.. ADASIETO, detto avv, Dimin. di Adasio, lo stesso che BELBELO, V. ADASIO, avv. Adagio; Ad agio; A bellagio, Con comodità, che dicesi anche Lentamente; Dolce dolce; Adagio adagi; Passo innanzi passo ; Passo Piepasso; de innanzi piede. ANDAR ADASIO, Andare adagio o al agio, Andar lentamente. Lellare, modo basso, Andar lento nel risolversi e nell'operare ANDÈ PIÙ ADASIO, Allentate o Lentate il passo.

Adagio, detto sust. è T. di Musica, e vale Meno lento del movimento indicato dal Largo. Suonare un adagio.

ADATA, add. Adattato cioè Acconcio, proporzionato. Disadatto è il suo contrario.

QUA FRO BASTONAE BEN ADATAB, Busse adattate, cioè Date a tempo e meritamente. ADATÅR, v. Adattare, Accomodare una cosa ad un' altra; Attare, Applicarla, settarla. Adattacchiare vale Adattar malamente.

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ADATARSE, Adattarsi, Attarsi.

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ADESSO VEGNO, Ora vengo; Vengo subito; A momenti vengo.

ADI, avv. di tempo, A di o anche Addì, vagliono In quel giorno, in quel dì che quivi si menziona.

AD INSTAR, avv. Maniera latina che si mantiene fra le persone colte nel signif. di A guisa, A foggia.

ADIO, Specie d'avv. Addio e A Dio, Modo di salutare amichevolmente.

DAR L'ADIO, Dar l'addio o gli addii, vale Licenziarsi, prender commiato-Dar l'ultimo addio o l'estremo addio, Torre congedo per l'ultima volta, che eziandio si dice Dar l'ultimo addio in sign. di Morire.

DAR L'ADIO AL SERVITÒR e simili, Dare il concio o il puleggio, Dar licenza di partire, Mandar via. Pigliare puleggio o il puleggio, vale Partirsi, andarsene. ADOBA, add. Addobbato.

DONA ADOBADA DE TUTO, Fornita; Ben fornita; Provveduta; Corredata V. PIEN. ADONCA, V. DONCA.

ADONTARSE, V. in OFÈso.
ADOPERÅR, V. Doperàr.

ADOSSAR, v. Addossare, e dicesi per lo più in sentimento fig. per Incaricare, Dar grave cura o occupazione.

ADOSSAR UNA COLPA, Addossare una coldetto pa, pur fig. vale Accusare, incolpare. ADOSSARSE UN PESO. Addossarsio Accol larsi che che sia, Prendersi la briga, l'impegno, il carico.

ADOSSO, avv. Addosso, In su! dosso.

ANDAR ADOSSO A QUALCUN, Scender sopra uno; Scagliarsi addosso a uno ; Ávventarsi sopra ad alcuno In altro sign. Far l'uomo addosso ad alcuno, vale Atterrirlo.

DAR ADOSSO A UNO, Dare alle gambe d'alcuno, vale Perseguitarlo, Attraversargli i suoi negozii, ed anche Lacerar la fama d'uno quando è lontano, che si dice altrimenti, Sucnargliele per di dietro. METERSE ADOSSO UN ABITO, Addossarsi o Raddossarsi, Porsi addosso. No SO COSSA CH' EL GABIA ADOSSO, Io non so che cosa egli abbia nell'animo, nei pensiero.

BUTAR ADOSSO UNO SORA L'ALTRO, Raddossare, vale Porre adosso. Furono raddossati l'un sopra l'altro.

ABITO CHE GHE PIANZE ADOSSO, Abito che gli piange in dosso, cioè Che non gli fa appariscenza.

ADOTAR, v. V. DOTAR.

ADOTAR UNA MASSIMA, detto fig. Pensare; Prefiggersi, Stabilire; Risolvere; Fermare il suo consiglio; Determinare Portar una opinione, un consiglio, una massima, un parere.V.SPOSAR UN'OPINION. ADRIAN, Adriano, Nome proprio di uomo. ADVOCAZION, s. f. T. antiq. Citazione in giudizio, Chiamata.

AFANAR, v. Affannare, Trambasciare,

Dare affanno.

NO AFANARSE DE GNENTE, Pigliar il mondo come viene, Non affannarsi di nulla. AFANO, s. m. Affanno ; Affannamento, Dolor di cuore, ed anche A filizione.

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AFAR, s. m. Affare, Negozio, Faccenda, che fu anche detto Bisogna.

AFAR DE POCHE TAVOLE, Affare di poco conto o rilievo.

AFAR ADATÀ PER MI E PER LU, Terren da miei e da suoi ferri, detto fig.

AFAR CATIVO, Affaraccio.

AFAR INTRIGA O IMBROCIA, Affare o Negozio intrigato, imbrogliato, implicato, complicato.

L'AFAR NO XE TANTO DESPERÀ, Il diavol non è brutto o nero com'è. Chi vede il diavol da dovvero, lo vede con men corna e manco nero; e vale che L'affare non è così disperato.

L'AFAR S'HA ROVINA SUL PIÙ BELO, Appunto ci è caduta la gragnola nel far della ricolta: detto fig. Il negozio si è guastato in sul buono della conclusione.

L'AFAR VA BEN, Avere o Tener buono in mano, dicesi metaf. dell' Essere in buono stato l'affare.

AVER DEI GRAN AFARI, Affogar nelle faccende; Aver più faccende che un merca to; Aver più che fare che a un paio di nozze; Aver le brache alle ginocchia; Le faccende mi si affollano.

DIGERIR UN AFAR, V. DIGERIR.

FAR BEN I SO AFARI, Accomodare o Acconciare il fornajo; Assettare o Acconciar le uova nel panieruzzo o panieruzzolo o paneruzzo, detto fig. Accomodar benissimo i fatti suoi.

UN AFAR DE UN ORA; UN AFAR DE TRE LIRE, DE QUATRO BRAZZI etc. Un coso d'un'ora, di tre lire, di quattro braccia. Ovv. Qualche tre lire, Qualche quattro braccia, Qualche dieci miglia etc. e vale La quantità, la distanza.

VEGNIR BENISSIMO UN AFAR, V. VECNIR. AFARETO, s. m. Affaruccio; Interessuccio; Faccenduola, Affare poco importante. AFARÒN O AFARAzzo, s. m. Grande affcre, D'importanza o di lucro. Affaraccio è peggiorativo d'affare.

AFEDEDIA, Affededieci, Sorta di giuramento scherzevole.

AFETA, add. Affettato, dicesi a Golui che usa soverchia squisitezza in ciò che opera. AFETADİN, add. Affettatuzzo, Un poco

affettato.

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AFITANZIÈR, V. FITANZIÈR.

AFITAREZZA, s. f. T. de' Valligiani, chiamasi l'Affittanza o Locazione delle valli.

AFITO, s. m. Fitto ed anche Affitto, il Prezzo che si paga da' fittaiuoli della possessione. Pigione è il prezzo per uso di casa o d'altra abitazione. Allogagione o Allogamento, s'appropriano ad uno od all'altro prezzo. Terratico è l' Affitto che si riceve dalla terra.

ROBA D'AFITO, Fittereccio.

DAR IN AFITO, Appigionare ; Locare· Tor in afito, Prendere a pigione, a fitto o ad affitto Ricondurre un podere,

-

Prenderlo di nuovo a fitto.

Sui afiti no gh'È TEMPESTA, Del fitto non ne beccan le passere, e vale Il fitto è una rendita che non soggiace a' disastri delle campagne.

AFITUAL, s. m. Locatario o Conduttore e Condottore, Quegli che tiene in affitto i beni altrui, siano case o terreni — Pigionale; Pigionante o Inquilino è propr. Chi tiene a pigione una casa; Affittuale, Fittuario, Fittaiuolo o Affittaiuolo, dicesi Chi tiene in affitto i terreni altrui. V. SuBAFITUAL.

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AFRICA, s. m. Avaro. V. Avaròn e Pitima. AFRONTAR, v. Affrontare, Assaltare il nemico; Ingiuriare.

AFRONTARSE, Adontarsi; Recarsela, Chiamarsi offeso.

AFRONTE) s. m. Affronto, AdontamenAFRONTO) to, Öltraggio.

AGATA, Agata, Nome proprio di femmina,

SIOR' AGATA DA LE SAGRE, detto anche CORLO MATO, Bandiera, dicesi a Donna sregolata e sciamannata. AGERE, s. m. Aere ; Aiere ; Aria; Vento. La voce vernacola è però triviale, dicendosi da moltissimi Aria. AGEVOLEZZA, s. f. Agevolezza.

FAR UN'AGEVOLEZZA, Ďare una mancia, o Far un piacere, una cortesia. AGHETO, s. m. Spilletto, Piccolo ago o spillo.

AGHETO DA PETO,

V. PONTAPETo.

AGIADA, s. f. Agliata, Vivanda appetitosa di biscotto preparata con aglio, olo,

aceto e pepe, la quale è molto in uso fra i nostri naviganti. V. Biscoтo.

FAR l'AGIADA, Maniera antiq. e fig. che vale Aggradir le minuzie. AGIARE, V. Agere. AGIAZZAR, V. GIAZZAR. AGIETO, s. m. 4glietto, Agliettino, Piccolo aglio.

AGIO, s. m. Aglio, Erba nostrale aromatica detta da Linn. Allium sativum.

AGIO DE TESTA GROSSA, Aglio capitato. Verde come l'aglio, si dice d' Uomo di apparente mala sanità.

MAGNAR L'AGIO, detto fam. e fig. Rodersi dentro; Rodere i chiavistelli o il freno o le mani, e vale Avere una grande ira e non poterla sfogare. Rodere i guanti, si dice propr. degli innamorati. Avere il tarlo con uno, vale Avere rabbia. AGIO D' UN PUTÈLO, Aio; Allevatore, Custode e sopraintendente all'educazione di personaggio grande.

AGIO SU LE MONEDE, Aggio. Vantaggio che si ritrae dal cambio della moneta Aggiotaggio, dicesi l'abuso o eccesso della moneta; e quindi Aggiotatori si chiamano quelli che abusano. AGIORNAR, v. Aggiornare, Assegnare il giorno, Terminare. Aggiornare un dibattimento, dicevasi sotto il regime Italiano, il Destinare un dato giorno pel dibattimento criminale.

Siccome poi dicesi in vernacolo, METER A ZORNO QUALCUN, nel sign. di Dargli notizia di alcuna cosa ch'ei non sapeva; cosi in questo medesimo senso alcuno fra noi scrive Aggiornare ; ma è voce arbitraria. V. METER A ZORNO, in ZORNO. AGITAR, v. Agitare, cioè Travagliar, In

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CHI NO S'AGIUTA SE NIEGA, Chi non s'aiuta suo danno. I merlotti restan pelati. Convien adoprarsi e affaticarsi e ghiribizzare per cavarsi di stento. Al battilana il lupo non caca lana; e vale Chi per sè non s'affatica, aiuto da altri e molto men dal nemico, sperar non dee.

PER ANDAR ZO OGNI SANTO AGiuta, V. Zo.

AGIUTİN, s. m., Aiuterello, Piccolo aiuto. AGNELO, s. m. Agnello, che dicesi anche Pecorino Mannerino si chiama l'Agnello castrato.

AGNELO VERNIZZO O MARZADEGO O AGOSTAROLO, Agnello vernio o marzaiuvio o agostino, cioè Che è nato o d'inverno o di marzo o d'agosto, fuor di stagione.

AGNELO CHE SALTA, Agnello lascivo. AGNELO, detto per agg, a uomo, vale fig. Semplice; Innocente; Timido; Man

sucto.

AGNUS o DEO}

AGNUSDEO s. m. Agnus dei o Agnus

deo, che dicesi anche Brevicello e Brevi eino. Piccolissimo involto o guancialino, con entro poca cera benedetta, che portai per divozione anche appeso alla corona. Detto metaf. vale Bacio DAR UN AGNUS DEO, Dar un bacio. AGO, s. m. Ago e nel plur. Aghi e antic. Agora. Piccolo strumento d'acciaio ad uso di cucire.

RECHIA O BUSO DELL' AGO, Cruna.

AGO CO LA RECHIA ROTA, Ago scrunato. AGO DA POMOLO, Spillo, Spilletto. AGO DA PETO, Chiavacuore. Spillo che s'attacca allo sparato dinanzi della camicia.

AGO DA REDE O LENGUETA, Agocchia.. Strumento biforcuto da una parte e dall'altra, con cui si fanno le reti. Quella quantità di filo che si adatta sull'Agocchia, si chiama Agata. V. LENGUETA.

AGO DA SACCHI, Ago da bastieri; Agone; Aguglione. Grande ago di ferro che cucire la tela più grossa. serve per AGO DA TESTA, Infilacappio, L'ago col quale s'infilano i cappi ne' capelli.

AGO DA RELOGIO DA SOL, Gnomone. Stilo ficcato nel muro che serve d'indice negli orologi solari.

presa

е

Ago. Par

AGO DEL SPIRON DEL VASSELO, te dello sperone d'un vascello, ch'è comfra la gorgiera e i porta antennali. AGO DA SPARTIR I CAVELI, Dirizzatoio; Discriminale; Fuscellino; Dirizzacrine. AGON, s. m. Agone, Ago grande. AGÒN, s. m. T. de' Pesc. detto nell' Istria RIZZOTO e MENELOTO, Agone o Alosa. Pesce propriamente di mare, che nella primavera rimonta i fiumi, ma regna ancora nelle acque dolci. Quello che prendesi in mare si chiama più comunemente Cheppia o Laccia (CHIEPA); Agone o Alosa si dice quando è preso nell' acqua dolce. Linneo chiama la Cheppia Clupea alosa; ma il bravo Sig. Ciro Pollini Veronese, Naturalista moderno, indica l' Agone col nome Clupea alosa maior, distinguendolo da altre due specie, che chiama minor e parvula. V. SARDELA DEL LAGO e BOGIANA. AGONIA, V. ANGONIA.

AGOSTAN O AGOSTAROLO, add. Agostino,
Nato o prodotto d'agosto.
AGOSTO, s. m. Agosto.

EL PRIMO D'AGOSTO, Ferragosto-FAR

EL PRIMO D'AGOSTO O MAGNAR L'ANARA D'AGOSTO, Ferrare Agosto; dicesi Quando ad imitazione delle ferie Augustali, il primo giorno di questo mese si fanno gozzoviglie e conviti.

PIOVA D'AGOSTO, Pioggia agostina. AGRAMAN, s. m. Voce storpiata dal Francese Agrément, e vale Cortesia; Piacere; Grazia; Vezzo, Attenzione piacevole.

AGRAMAN, chiamasi dalle Donne anche una foggia d'ornamento che ha la forma d'un gallone traforato e che serve per ornare i loro vestimenti, non meno che le tappezzerie.

A GRATIS, modo avv. Gratis, Gratuitamente, V. in Bando. AGRAVA, add. Aggravato.

AGRAVA DAI ANI, Grave d'età o d'anni, vale Vecchio-Gravato dagli anni; Gravato per vecchiezza, cioè Travagliato, afflitto.

AGRAVÀ DE L'OFESA, Aggravato dell' of fesa, Adontato, dicesi di Colui che si lagna, che si stima offeso.

AGRAVA DA FAMEGIA, Grave in famiglia, cioè Carico, aggravato di numerosa famiglia.

AGRAVA LA TESTA, Grave, Agg. di Testa, vale Piena di catarro, invasata, ottusa etc. AGRAVAMENTO. V. AGRAVIO DE TESTA. AGRAVAR, v. Aggravare; Gravare; Ag

grevare.

AGRAVIO, s. m. Aggravio, Torto ovvero Dauno-Gravame, per Peso, carico, aggravamento.

Aggravioo Gravamento pubblico, Gravezza imposta dal Governo. SEMPRE AGRAVI, Sempre nuovi cessi. Dicesi Cesso anche all'Aggravio pubblico, debituzzo ed a qualunque altra simil cosa piccola che arrivi, ma noiosa.

AGRAVIO DE STOмEGO, Gravezza o Crudezza di stomaco. Aver roba posata su lo

stomaco.

AGRAVIO DE TESTA, Gravezza di testa o Gravedine. Far un capo come un cestone. AGRAZIAO, add. Voce antiq. Avventuroso; Fortunato.

AGREDIO, add. Aggresso, dicesi nell'uso de' Tribunali Colui contro il quale fu fatta violenza, nel sign. di rapina; Rapinato; Assaltato o Assalito. AGRESSION, s. f. Aggressione; Assalto o Rapina.

AGRESSOR, s. m. Aggressore, Assalito 9. re, dicesi Colui che ingiustamente attacca ed assalisce una persona.

AGRESTA, s. f. Agresto, Uva acerba. V. GRESTA.

SUGO D'AGRESTA, V. SUGO. SORBETO D'AGRESTA, Agrestata. DEVENTAR AGRESTA, Inagrare, Inagrestire, Inagrire.

AGRESTO, add. Agrestino o Agrestoso, Che ha sapor d'agresto.

AGRETI, s. m. T. degli Erbolai, Astuzia.

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AGRIZZARSE, v. T. antiq. V. INGREMIRSE. AGRO, s. m. Agrezza; Agrume; Fortore; Forzore; Fortume. Sugo che specialmente si spreme dalla polpa dei limoni. AGRO, add. Agro, Uno de' sapori contrarii al dolce, e dicesi propr. del limone, dell'uva acerba etc.

DEVENTAR AGRO, Inagrire; Inagrare; Inagrestire; Inacetare o Inacetire.

OMO AGRO, detto fig. Agro, cioè Severo, ruvido - PUTELO UN POCO AGRO, Agro, cioè Importuno, fastidioso.

SON AGRO, Espressione fam. Son fradicio, cioè Annoiato, infastidito. AGUATO, s. m. Aguato o Agguato, Luogo nascosto donde poter osservare e spiare i nemici.

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METERSE IN AGUATO, Agguatare ; Porsi in aguato; Tendere un aguato; Andar all' aguato.

STAR IN AGUATO, detto in senso più moderato, Stare alle vedette o sulle vedette sulle velette, alla veletta e simili, vagliono Stare attento per osservare Stare in sentore, Stare aspettando con attenzione qualunque notizia. V. ALDIA. AGUAZZO, s. m. Guazza o Rugiada. AGURAR V. INGURAR.

AGUSTO, s. m. Voce antiq. Gusto, Piacere, Consolazione. V. GUSTO. AGUZIN, s. m. Aguzzino e Auzzino, Basso ufiziale di galera che ha l'incombenza di levare e di rimettere le catene ai galeotti e forzati, e che invigila sopra essi.

AGUZIN, dicesi talora nel parlar fam. per Agg. a Uomo, in significato di Crudele, Disumano, Spietato, e si riferisce a Marito o a Padre o a Maestro che battono la moglie, i figliuoli, gli scolari.

AI! coll'ammir. Qi, Voce che si manda fuore per dolore corporale, e vi corrispondono Ah; Ahi; Hui; Uh; Oime. AIDA, Voce da noi usata per eccitare altrui ad affrettare e a proseguire il cammino, quasi dicendo Va là, va avanti, Va via, Strigati, Vanne S'usa non meno nel sign. di Addio.

SE NO VE PIASE, AIDA, Se non vi piace non me n'importa, non me ne cale.

MAGNAREMO DA CENA QUATRO SCULIERI DE PANADA, DO POMETI COTI E AIDA, Mangeremo a cena quattro cucchiarate di

pappa, due mele cotte e salta, Quasi dire Salta a letto, e vale Così basta, Niente altro.

AIDA (coll'accento sull'i) s. m. T. antiq. Aita, Aiuto.

AIDAR, v. Antiq. Aiutare. V. AGIUTAR.

di TC

AIMEI, Ahime; Aimè; Oime, Interiezione di dolore Espressa per segno spiro finito il dolore, O Dei respiro. Ora mi sento bene.

AIRÒN, 8. m. Airone; Aghirone ed Arione, detto da'Sistem. Ardea Maior. Uccello acquatico del genere delle Ardee. Il maschio di questa specie chiamasi specialmente l'Airone. Qui non conosciamo che le sue lunghe penne della testa, delle quali si fan pennacchi pregiatissimi, che sono chiamati col nome d' Airone. V. GARZETA,

ALA, s. f. Ala e 1le, Membro col quale volano gli uccelli e gli altri animali. Vanni, Volo sone voci poetiche Sommolo,

di

cesi all'estremità, Punta dell'ala.
ALE DEI PESSI, Pinne; Aliette; Alette;
Pennuzze, le quali si distinguono come
ALE DEL PETO, Pinne pettorali
segue
ALE DE LA PANZA, Pinne ventrali
ALE DE LA COA, Pinne anali
LA SCHENA, Pinne dorsali. V. COA DEL PES-
SE e SCUANZA.

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ALE DE

ALE DEL FENESTRÒN A MEZA LUNA, Corni della lanetia.

ALA DEL FIGA, Lobo, Particella del fegato. V. FIG.

ALA DEL CAPELO, V. CAPÈLO.

ALA DE LA VELADA, Quarto, Falda, cioè La parte cadente di qualsivoglia vesti

menio.

ALA DEL NASO, Pinne o Ale del naso, Le parti inferiori e laterali del naso. ALA DEL MURO, Alia, Cortina 0 Lato di muro, che si stende a guisa d'ala. DAR ALA A QUALCUN, Dare il gambone, modo basso, che vale Dar ardire, baldanza.

SBASSAR LE ALE A UNO, Abbassare il cimiero a uno, Rintuzzargli l'orgoglio, la superbia Tarpare le ale ad uno, detto fig. vale Indebolirlo, Togliergli le forze. SEATER LE ALE Dibattere le ale Starnazzare, vale Gittarsi addosso la terra col dibattimento dell' ali. V. SBATER LE ALE in SBATER.

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TACIAR O LEVAR LE ALE, Tarpare, Spuntar le delle ale agli uccelli. penne FAR LE ALE, Metter l'ale, vale Cominciar a nascere o spuntare.

FAR LE ALE, darsi, si dice dello Scappar degli uccelli dalle insidie dell'uccellatore - Andarsene, dicesi ancora delle cose che svaniscono, si perdono, diminuiscono o si consumano. Andarsene si direbbe di chi fugge o sparisce.

detto fig. Andarsene o An

STAR IN ALA O SEMPRE IN ALA, è frase de' Cacciatori, Villeggiare o Volare a giuo co, dicesi degli Uccelli da caccia quando vanno a spasso per l'aria girando.

ALA DEL COCOLO, Ala, chiamano i nostri pescatori valligiani Un pezzo di graticcio che vien posto all' estremità del cannaio, il quale serve di conduttor al pesce per farlo entrare nella cogolaria. V. CoGOLÈRA. FAR ALA, in T. Mil. V. SPALIBRa.

ALA A BORDO, s. m. T. Mar. Alla a bordo, Nome d'un Cavo manesco, a cui è raccomandato lo schifo, e con cui, tirandolo, si arriva da esso al bordo della nave.

A LA BABALA, detto a modo avv. Alla babbalà (Voce derivata dall' Arabo che Apostolo Zeno interpreta per Alla buona di Dio) Alla carlona; A benefizio di natura; A vanvera; Alla balorda.

ANDAR A LA BABALA, Andare alla sbadata, Andar avanti inconsideratamente. Essere inaspettativo o inriservato, vale Non badare, Non attendere a che che sia. Dormire al fuoco o colla fante, Non badare a quel che si dovrebbe, Vivere spen

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Alare sopra un cavo, vale Tirarlo con forza e con tutto il peso del corpo.

Alare dentro, dicesi del Tirare o ricuperar dentro una gomona o gherlino che sia in mezzo al mare. ALARMISTA, s. m. Vocabolo sentitosi nel tempo democratico, verbale di Allarmare: dicevasi Allarmista Colui che in odio del sistema democratico spargeva novità vere o false allarmanti, come di perdite di battaglie e simili.

A LA SBARAGIA, modo avv. A sbaraglio;
In disordine, All aperto; Allo scoperto.
DORMIR A LA SBARAGIA, Lo stesso che
Dormir a ciel seren, V. CIEL.
ALBA, s. m. Alba, Aurora.

NOL M'HA DA GNANGA L'ALBA, Non me ne diede mica, Nulla affatto. ALBARA, s. f. Alberella o Tremolo o Pioppo tremolo; specie d'albero pioppo comunissimo, detto da Linn. Populus tremula, e dal Mattioli Popolo bianco. V. PIOPA. ALBASIA, s.f. Albagia; Burbanza, Boria, fasto, ambizione. ALBEGIAR, V. ALBIZAR.

ALBEO O PEZZO, s. m. Abete o Abeto e Abezzo o Pino Abeto bianco, Specie di Pino montano, chiamato da Linn. Finus Abies; albero che si sega per lango e se ne fa tavole.

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POMOLE D'ALBEO, Pina, Specie di frutto dell'abete Abetella chiamasi l'Abe te reciso dal suolo, rimondo ed intiero. TOLE D'ALBÈO, Tavole abetine. Bosco D'ALBEO,

Abetaia.

Lagrema d'Albèo, Lagrima abetina, Resina che scola dalle intaccature della scorza dell'abete, e si converte in pece nera e in catrame.

ALBERGO, s. m. Così chiamasi quel Magazzino o Stanza annessa alle Chiese di Venezia, che serve per luogo di deposito degli arnesi e masserizie delle stesse Chiese; e dove ancora si mette provigionalmente qualche cadavero ricuperato dall'acque. ALBIO, s. m. (forse dal Barb. Albius pro Alveus) italianamente Truogolo o Tregolo, e nel Contado di Toscana ALBIO. Vaso che serve per tenervi entro il mangiare dei polli e de' porci, e talora a tenervi acqua per diversi usi. V. ALBUOL.

TEGNI LE MAN A VU E 'L MUSO A L'ALBIO, Maniera popolare e fam. Sta ne' tuoi cenci o ne' tuoi panni, cioè Bada a te, non allungar le mani. V. MAN A CASA, in MAN. ALBITRARIA s. f. Arbitrato, Giudizio di

arbitri.

> ALBITRO, s. m. Voce bassa, Arbitrio. ALBITRO, s. m. Arbitro, Giudice eletto dalle parti per decidere le loro quistioni. ALBIZAR, v. Albeggiare, Cominciar l'alba. ALBÒL O ALBUOL, S. m. Madia dicesi Quella de'Fornai, e Arca quelle delle case particolari: Cassa dove s'impasta la farina per far il pane.

ALBUOL DA BEVER, Abbeveratoio o Beveratoio. Ogni sorta di vaso dove beono le bestic. V. ALBIO e BEVERARA.

RASSAURE DE L'ALBUÒL, V. RASSAURA. ALBORADA O ALBORADURA, S. f. Alberatura, Il complesso di tutti gli alberi della

barca.

ALBORAME,

Ο

s. m. Arborato, Luogo pic - Per ALBOno di varie specie di alberi RADA, V. ALBORANTE, s. m. Inalberatore, stro fabbricante d'alberi di nave.

Mae

Inalberatore, dicesi anche in T. Mar. a quel Legnaiuolo che sopra le navi assiste alla visita ed al racconciamento degli alberi. ALBORAR, v. Inarborare, o Piantar albori, e dicesi della Campagna.

ALBORAR UNA NAVE, Alberare o Inalberare una nave; Ammatiare una nave, dicesi del Mettere al loro luogo gli alberi maggiori, passarli per le loro mastre e piantarli nelle loro scasse. V. MATAR E DE

MATAR.

ALBORETO, s. m. Alberetto; Arboscello; Arbuscello; Alberino.

Frutice è Nome generico di quegli arbusti che tengono il luogo di mezzo fra gli alberi e l'erbe, e che mettono molti rami dalle radici.

ALBORETO DA CIESA, Abbracciaboschi, Agg. di quegli arboscelli che gettano molti rami lunghi e sermentosi, che s'attac cano o legano agli alberi vicini. ALBORO, s. m.

Albero; Albere, Nome ge

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