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delle artiglierie a cilindro, a cono, a ellissi, a campana, a sfera: v'ha chi dietro a false ipotesi incastra due trombe ad angolo retto, o nel bronzo di una sola bombarda ricava parecchie anime per moltiplicare in un sol colpo la strage: nè vi manca chi invita la coda del mortaio ad angolo retto coll'asse della tromba, e chi conficca il mortaio stesso sopra un ceppo stabile, e chilo pianta quasi verticalmente nel terreno, acciocchè questo gli serva di coda, e chi gli apre l'anima a cilindro, e chi a cono, e chi a tromba. Tra sì fatti confusi e strani esperimenti travedevasi già il vantaggio del tiro di rimbalzo; di già le palle artificiate preludevano alle bombe; e di già Giovanni Mariano, Paolo Santini, Francesco di Giorgio e Leonardo da Vinci aveano proposto e disegnato le mine; ma il propagarne efficacemente i pensieri era riserbato al seguente secolo (1).

Contro cotesti inordinati sforzi dell'assalitore non meno inordinati e incerti sforzi opponeva frattanto l'assediato. Ogni giorno gli faceva scoprire qualche inconveniente, ogni giorno gli faceva trovare alcun rimedio, ma, come si addice aŭ arte bambina, parziale ed imperfetto. L'architettura moderna militare ripullulava sopra l'antica, come sopra fracido tronco, non germogliava ancora per propria virtù. Tuttavia, innanzi che il xv secolo tramontasse, già molto si era fatto e tentato e mutato. Cadute oramai in desuetudine le bastie, i battifolli e le bertesche, insieme colle torri e colle alte macchine oppugnatorie, prima a ripararsi, come prima a venire percossa fu la cor

(1) Promis cit, Diss. V. t. II. P. 149.

tina, alta, merlata, sguernita di terrapieno, ad atterrar la quale bastavano pochi colpi di bombarda. Cominciossi dal munirne il piede di una scarpa allo infuori, e di contrafforti circolari al di dentro, pieni di terra e di ghiaia. Ma la scarpa parve che agevolasse la scalata; perciò ecco che se ne diminuisce l'altezza, e quindi la si corona di un grosso cordone. Nel medesimo tempo s'ingrossavano i merli e il parapetto: si proponeva di fabbricare i primi a forma di cubo e l'altro a prova del cannone: si pensava a costrurre dietro al parapetto una banchina, sulla quale montassero le soldatesche per prolungare con sicuri colpi la difesa. Alfine si levano del tutto i merli, si allargano le balestriere, si recinge il fosso di uno spalto e di una strada coperta; e vi è chi, per raddoppiarne il vantaggio, lo bipartisce per lo lungo, col mezzo di un rialzo. Altri munisce il medesimo fosso di carbonaie piene di polvere, altri lo rafforza con casematte, o con torri tronche, alle quali si comunica per mezzo di una strada che parte dal centro della cortina, ed è fatta a volta e coperta a triangolo con. muri a scarpa (1). Talunó stacca o fa sporgere cotesti edifizii dal muro della piazza; taluno ne guernisce la piattaforma delle torri.

Pur tutto ciò non basta ancora ad impedire la facile rovina del fronte di fortificazione, perpendicolarmente al quale si stabiliscono le batterie. Rinfiancasi allora il piede del muro di un barbacane, che prosegue da un torrione all'altro; una banchina sta dietro ad esso, una cappa triangolare, che copre i difensori

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dai colpi ostili, lo corona. Bentosto sorge chi costruisce avanti a questa ed a quella cortina un rivellino triangolare con un lieve principio di fianchi e un breve distacco parallelo alla gola, affine di facilitare la gettata di un ponte verso la campagna : altri per ricevere i fuochi obliquamente, e scemare l'effetto dei proietti, unisce il rivellino alla cortina, oppure le applica un puntone triangolare; altri ne munisce invece il torrione circolare, che congiunge quella cortina alla consecutiva.

Cominciossi a rimediare alla troppa distanza delle torri sia con altre torri sporgenti dal centro della cortina, sia con rialzi o cavalieri eretti nell' interno della piazza (1). Riparossi la superficie verticale delle torri ora con pietre sporgenti alternatamente, ora con incamiciature di travi, o di lane, o di panconi. Con ciò il nerbo della loro resistenza si ridusse nella piattaforma superiore, che venne terrapienata, guernita di artiglierie, e munita al piede di un capannato. Rimasero dentro la torre parecchie feritoie; e da esse si trasse con piccole artiglierie manesche e da cavalletto, non si potendo, attesa la ristrettezza del luogo e la rinculata e l'intronamento, usarvi pezzi più grossi. Alfine la torre istessa venne staccata dall'angolo della piazza per mezzo di una gola; se ne diminui l'altezza, le si diede una forma circolare o poligona, e si abbassarono e si terrapienarono le cortine laterali. Da ultimo uscì chi propose di costruire la torre a foggia di pentagono, ed ecco la prima idea del bastione. E già i puntoni avevano somministrata quella

(1) Promis cit., Diss. III. p. 222. 257. 274.

dei forti a stella, ed erasi intraveduto il vantaggio di una doppia strada coperta, e dei rivellini doppi; nė era mancato chi avesse già rivolto l'animo alle contrammine.

Col bastione, pensiero del xv, opera del xvi se= colo, l'architettura militare moderna ebbe i principii suoi. Pensossi dipoi alle opere esterne, che allontanando il nemico dal corpo della piazza, ne prolungassero la difesa pensossi a concordare in un solo uffizio le linee del muro, del fosso, dei bastioni e delle opere esterne: sprofondaronsi i fossi, s'abbassò il ciglio della scarpa, la si coperse di terra, acciocchè le palle, sfiorando il muro, non ne levassero mortali scaglie; distribuironsi i rivellini sopra tutte le fronti, e se ne premunirono le porte, e l'opera delle mine e delle contrammine infervorò: sicchè, mentre il nemico con oblique trinciere va avvicinandosi al fosso, formasi sotto il suolo come un'altra guerra, nella quale assediati e assediatori si cercano e si combattono in sanguinosi scontri colle esplosioni, col ferro, col fumo e colle acque (1)..

IV.

Mentre a questo modo la balistica e l'architettura militare andava mano mano avanzandosi da rozza arte a scienza, in Francia apparivano i primi segni di una milizia perpetua nazionale, e nella Germania, nella Svizzera e in Ispagna formavansi quelle terribili fanterie che dovevano rapire agli uomini d'arme l'onore delle battaglie.

(1) Allent, Hist. du génie, p. 2.

Posciachè la partenza delle compagnie bianche e la tregua accordata cogli Inglesi (1) ebbero liberata la Francia dalle insolenze degli amici e dagli assalti dei nemici, riposò essa alquanto; finchè, essendo morto il re Carlo v, la minorità e poscia la follia del suo successore, Carlo vi, non tornò a piombarla in un mare di miserie. L'ambizione di governare lo Stato accese lite tra li zii del re; i duchi di Berri e d'Orleans da una parte, quel di Borgogna dall'altra si fecero capi di partito: le private passioni dei vassalli somministrarono esca alla guerra civile. Al duca di Borgogna si aderi la minuta plebe e più ribalda di Parigi; a quel di Orleans si accostò Giovanni conte di Armagnach, con una immensa turba di seguaci famelici e ferocissimi. Erano costoro esciti dalle terre comprese tra la Garonna e la Loira; una banda di tela bianca passata sulla destra spalla li distingueva : e in breve il nome degli Armagnacchi suonò terribilmente sotto le mura medesime di Parigi. Bentosto ai mali interni aggiunse gli esterni il re Enrico v A. 1415 d'Inghilterra: alla battaglia d'Azincourt il fiore della nobiltà francese rimase morto o preso; talchè, mentre l'ignavia del duca di Borgogna lascia cadere ogni cosa alla mercè degli Armagnacchi, e i principi del sangue mercanteggiano coll' Inglese il loro tradimento, i capitani di ventura seminano per tutto il regno lo spavento e la strage.

Molte cose prestavano fomento a tanta confusione: in primo luogo lo scisma della Chiesa che da 40 anni infelicemente durava; in secondo luogo il desiderio

(1) V. sopra, p. II. cap. V.

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