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arrestare qualunque trasgredisse a questa promessa, e di costringerlo a raggiungere immantinente la sua bandiera (1).

Ciò posto, il cantone si rendeva garante verso le sue genti dell'adempimento dei patti, e permetteva d'inalberare il suo stendardo. Contro di esso nissun uomo del cantone, sotto pena della vita e delle sostanze, poteva portare le armi. La lega poi di tutti i cantoni aveva uno stendardo nazionale: ma non lo spiegava che in casi rarissimi di generale difesa o simile (2).

Questa fu pressappoco la sostanza dei particolari accordi conclusi tra i cantoni elvetici e i re di Francia nel tempo trascorso dal re Luigi x1 ad Enrico II. Coll'andare degli anni avvenne altresì, che i cantoni talora concedettero ai principi la facoltà di mandar alcuni ad arruolare direttamente i volontarii del paese, solo a se stessi riserbando sopra di essi una lontana tutela. Alla fine arrivò un tempo, in cui i principi si fecero lecito di reclutar gente nella Svizzera, non solo fuori della saputa, ma ancora contro la volontà dei cantoni, prendendo gli uomini dove e come potevano, e formandone corpi speciali sotto il nome di compagnie franche. Queste in capo a qualche anno si formavano in reggimenti, e i cantoni le riconoscevano, ed estendevano sopra di esse la protezione delle leggi e dei trattati. Ma cotesti furono abusi introdotti molto più tardi dei tempi che discorriamo. Vedremo più in là le mutazioni che sopravvennero

(1) De Zur-Lauben cit., t. IV. Preuves, 7. p. 535.
(2) Relaz, degli Svizzeri (Tesoro politico, t. I. p. 339).

dopo il regno di Enrico II nelle milizie svizzere al soldo straniero.

VIII.

Emuli degli Svizzeri nella gloria militare, erano per calarsi in Italia a combatterli i Tedeschi agli stipendii della Francia e dell'Impero. Il paese molto generativo e fertile, ma povero di denari, e diviso in cento Stati sotto varie forme di reggimento, indipendenti, e legati solo pel comune vincolo dell'impero, aveva sempre nodrito una gioventù forte e cupida di procacciarsi la sua ventura colle armi in pugno. Già l'imperatore Federico II era stato costretto a comprare per 70,000 fiorini la pace dalle soldatesche, che sotto il pretesto di antichi crediti gli desolavano l'Austria (1). Succedutogli Massimiliano nell'imperiale dignità, tosto riuni i più audaci ai suoi servigi, diede loro una lancia e una daga, li disciplinò, li instruì; e così sorse la milizia pedestre dei Lanzichenecchi (2). Altri principi se ne valsero dipoi: durante il regno di Ludovico XII i Lanzichenecchi sottentrarono in Francia agli Svizzeri nel governo geloso delle artiglierie campali: e dai Lanzichenecchi specialmente fu guadagnata la battaglia di Ravenna.

Erano costoro per indole e per avarizia bravi e

(1) Æneæ Silvii Piccolom. p. 59 (ap. Freher, t. II). (2) Mettingh, Status militiæ German. antiq. p. 629–635 (Altonov. 1742). - Bilib. Pirckeim. cit. p. 11. - Joh. Fabri, Orat. in Maxim. I. p. 413 (ap. Freher, t. II). —Pfister, Hist. d'Allemagne, t. VI. 429.

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Lanzichenecco può significare tanto un fante armato di lancia, quanto un fante provinciale.

coraggiosi; molto più poi degli Svizzeri di alta statura e di bella presenza: però, siccome erano uguali le armi, uguali gli ordini, uguali gli intenti dell'una e dell'altra milizia, così ne ricavavano materia d'inestimabile odio ed emulazione. I pingui stipendii, le opime spoglie dell'Europa inerme stavano schierate dinanzi alla cupidigia di entrambe le nazioni: or come avrebbero esse potuto tenersi dal contendersene l'acquisto, e dall'aggiungere al furore del guerriero l'astio del nemico? Per la qual cosa non era rado di vedere nelle battaglie gli Svizzeri ed i Tedeschi cercarsi come a proprio conflitto, e con accanimento investirsi, e in pari contrasto cozzare colle lunghe aste, anelando, anzichè alla propria vittoria, alla morte dell'avversario. Già presso di loro nè davasi, nè ricevevasi quartiere: e narrasi che codesta animosità li trasportasse talvolta ad ungere i ferri e le mani nel grasso dei cadaveri nemici.

Del resto questa bravura della fanteria tedesca era guastata da infiniti difetti. Empia, disobbediente, data al vino, impazientissima, puntigliosa, improvvida, materiale; non altrimenti che le generazioni le quali avevano invaso il mezzodi dell'impero romano, traeva ella seco, dovunque andasse, sopra i carri le donne ed i fanciulli; dal che derivava e grave impedimento nelle fazioni di guerra, ed enorme molestia ai paesi percorsi (4).

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(1) Così li descriveva l'ambasciatore veneto nel 1546: empii, disobbedienti, arroganti, imbriachi.... stimati più per la riputazione delle cose passate e per la ordinanza <«< che portano dal ventre della madre, che per giudizio e pra<«<tica.... È gente che non teme la morte, ma non sa preve

Della cavalleria tedesca, sia per la natura troppo greve dei cavalli, sia per la troppa bassezza delle selle, sia perchè i soldati non costumavano di armare le coscie e le gambe, si teneva piccolo conto. In realtà eglino per tutte queste cagioni nè potevano reggere al primo scontro (nella qual cosa consisteva l'importanza degli uomini d'arme), nè, scavalcati che fossero, bastava loro l'animo di difendersi coll' arme corta contro ai fanti più destri e più acconciamente armati. Aggiungevasi che, sia per povertà, sia per avarizia, non si menavano dietro che un solo cavallo, caricando tra ogni venti uomini sopra un carro le robe e le vittovaglie; perlochè si trovavano in necessità di ingaggiare battaglia con destrieri stanchi dal viaggio e impotenti a sostenere il fiero cozzo degli uomini d'arme francesi od italiani (1).

<< dere alcun vantaggio, nè servirsi d'alcuna occasione nelle « espugnazioni, ov'è bisogno di cuor grande, d'animo invitto « e di destrezza e agilità di corpo........ Non esce alla scaramuc<«<cia; conduce seco molti impedimenti; è impazientissima « della fame e della sete. Vuol sempre essere pagata al tempo << deliberato; nè vogliono li capitani che si faccia la rassegna più d'una fiata; ma che si continui a pagare sempre le me<< desime paghe sino alla fine della guerra, ancorchè pochi <<< ve ne restassero ». — - Relaz. degli ambasciat. Veneti, serie I. vol. I. p. 313 (Firenze, 1839).

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Il soldo del fante era di 4 fiorini, del cavallo di 10.

(1) Relaz. venete, 1. cit. — Machiav. Ritratti delle cose della Magna e Art. guerr. II. 368. — Mich. Coccinei, Ann. Bojor. 1. IV. p. 216 (Edizione del 1627).

« Lo sforzo degli uomini d'arme germani è di nobili; e « quando sono alla guerra hanno fior. 10 o 12 al mese, secondo gli uomini. Al tempo di pace se ne intertengono da 10 o 20 « mila l'anno, e sono obbligati con buoni cavalli ed armi ser<< vire al bisogno. Sono forti uomini e forti cavalli: ma perchè

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IX.

Molte prestazioni personali e pochi denari costituivano gli eserciti dei re di Spagna, quando si trattava di guerra nel paese. I grandi vassalli laici ed ecclesiastici, mossi non meno dalla emulazione che dal dovere, servivano il re molto onoratamente, quale colla persona, quale con un certo numero di seguaci. Le comunità somministravano alcuna parte delle fanterie, le quali tuttavia, stante la poca paga e l'impossibilità di rubare, a gran fatica si raccoglievano. Il re passava a tutti qualche somma di denaro al di, finchè durava il servigio. Cessato il bisogno, cessava per coloro l'obbligo, per lui la spesa. Colle entrate poi dei proprii dominii, con quelle dei tre ordini militari, di cui era Gran Mastro, colle prestanze che a volta a volta imponeva ai signori laici, colle crociate e decime che spremeva dagli ecclesiastici, manteneva attorno a sè un certo polso di gente a cavallo e a piede, e dava provvigione a 2000 gentiluomini, acciocchè si tenessero pronti a militare al primo cenno (1). Ciò rispetto alla difesa interna dello Stato. «ogni comodo ha il suo incomodo, i cavalli sono così gravi e << soliti a mangiare tanta quantità di biade, e gli uomini tanto << dediti alla crapula, che se la gran quantità di biade, vino e << bevande loro solite gli mancassero, facil cosa saria a farli << ruinare da se medesimi; oltre che per la troppa loro gravità « non ponno far lungo viaggio». Relaz. venete (t. IV. p. 125).

(1) Nel 1509 la Castiglia spendeva ducati 140 mila in 7000 uomini d'arme, e ducati cento mila nello intertenere continuamente duemila gentiluomini. Questi erano «< obbligati in tempo <«< di guerra armarsi alla giannetta ovvero da uomo d'arme, e << per quanto dura la guerra servire la Corona per il salario che

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