Storia delle compagnie di ventura in Italia, Volume 3G. Pomba, 1845 |
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Pagina viii
... Giovanni d'Angiò . A. 1450-1464 . FRANCESCO SFORZA -- IACOPO PICCININO . I. L'introduzione delle armi da scoppio e i ... Giovanni d'Angiò : dispersione de'Caldoresi . pag . 180 VI . Gli esuli Napoletani in Francia . Vicende del conte di ...
... Giovanni d'Angiò . A. 1450-1464 . FRANCESCO SFORZA -- IACOPO PICCININO . I. L'introduzione delle armi da scoppio e i ... Giovanni d'Angiò : dispersione de'Caldoresi . pag . 180 VI . Gli esuli Napoletani in Francia . Vicende del conte di ...
Pagina ix
Ercole Ricotti. IX CAPITOLO SESTO Dalla partenza del duca Giovanni d'Angiò alla calata del re Carlo VIII . A. 1464-1494 . IACOPO PICCININO - BARTOLOMEO Colleoni — FEDERICO D'URBINO ROBERTO DA SANSEVERINO . I. Ultime azioni e morte di ...
Ercole Ricotti. IX CAPITOLO SESTO Dalla partenza del duca Giovanni d'Angiò alla calata del re Carlo VIII . A. 1464-1494 . IACOPO PICCININO - BARTOLOMEO Colleoni — FEDERICO D'URBINO ROBERTO DA SANSEVERINO . I. Ultime azioni e morte di ...
Pagina 36
... persona a chi ne facesse parola . Il di appresso fu dato ordine al segretario Giovanni de Imperiis , che senza dimora si conducesse a Brescia con lettere : credenziali pel conte Carmagnola , e dopo i saluti 56 PARTE QUARTA .
... persona a chi ne facesse parola . Il di appresso fu dato ordine al segretario Giovanni de Imperiis , che senza dimora si conducesse a Brescia con lettere : credenziali pel conte Carmagnola , e dopo i saluti 56 PARTE QUARTA .
Pagina 40
... Giovanni de Moris cancelliere del Carmagnola ; le sue scritture sequestravansi , e per acquetare il mal- contento delle soldatesche distribuivansi loro i te- sori già da esso guadagnati militando ( 2 ) . Nel me- desimo tempo il ...
... Giovanni de Moris cancelliere del Carmagnola ; le sue scritture sequestravansi , e per acquetare il mal- contento delle soldatesche distribuivansi loro i te- sori già da esso guadagnati militando ( 2 ) . Nel me- desimo tempo il ...
Pagina 52
... Giovanni Acuto , di Alberico da Barbiano , di Braccio , di Sforza , e per ultimo lo sventurato piemontese , che ebbe mozzo il capo sulla piazza di s . Marco . Siamo ora adunque per rivolgere l'animo ancora dolente di quel caso alla ...
... Giovanni Acuto , di Alberico da Barbiano , di Braccio , di Sforza , e per ultimo lo sventurato piemontese , che ebbe mozzo il capo sulla piazza di s . Marco . Siamo ora adunque per rivolgere l'animo ancora dolente di quel caso alla ...
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Parole e frasi comuni
adunque alcuni Alfonso alloggiamenti allora armi artiglierie assedio assoldati Bartolomeo Colleoni Bartolomeo d'Alviano battaglia Bentosto Braccieschi Braccio Brescia Caldora capitani capitano generale Carmagnola Casalmaggiore cavalleria cavalli Chiesa città colle comandati combattere compagnia condotta condottiero costui cotesta difesa dominio duca di Milano duca Filippo Maria erano esercito fanteria fanti fazione Federico Federico da Montefeltro Ferrara figliuolo Filippo Maria Visconti Fiorentini Firenze fiume Francesco Sforza Francia furono genti giorno Giovanni Giovanni d'Angiò guerra Guicciard Hist Iacopo Piccinino Item l'Alviano l'esercito lancie Lombardia Ludovico Machiav Malatesta mandò medesimo Milanesi militare milizia morte Napoli nemico Niccolò Piccinino nuovo ordine Orsini pace pace di Ferrara pace di Noyon papa passare Pitigliano prigione principe proprio Quivi quod repubblica resto Sanseverino schiere servigi Sigismondo signor Guglielmo Simonett soldatesche soldati squadre stipendii Svizzeri Tedeschi terre tosto Triulzio uomini d'arme Valentino Venezia Veneziani venire venturieri verso Virginio Orsini Vitelli vittoria
Brani popolari
Pagina 248 - ... a guisa di giuocatori che di soldati messi in ordinanza e ben disciplinati; e così fatti soldati ed eserciti videro i più antichi dell'età nostra nella guerra di Serezana, che fu l'ultima che facesse la nostra città avanti alla ribellione di Pisa; si che non fu da prendere meraviglia sn in quel principio facessero le genti italiane sì mala pruova con gli oltramontani.
Pagina 370 - ... e che non corriamo noi spontaneamente e popolarmente a difenderla con i petti e con le braccia nostre. Perché se ora non si sostiene quella città, non rimane a noi più luogo di affaticarci per noi medesimi, non di dimostrare la nostra virtù, non di spendere per la salute nostra le nostre ricchezze.
Pagina 248 - Macedoni : perché gl'Italiani non avevano la perizia di quella ordinanza chiamata falange; la quale poi quasi messero (147) in uso in Italia con le loro picche gli oltramontani, e principalmente gli Svizzeri. Portavano appresso i nostri le rotelle, e certe partigiane piccole da lanciare, le quali nelle scaramuccie lanciavano...
Pagina 73 - Gatamelata fece domandar che era quello; lui rispose «che era un morto di peste, che andava a sepelire; et altro «non gli fu dito, perché di altri se ne portavano».
Pagina 249 - ... autorità o riputazione, ma più tosto atti da essere dalla malizia di quelli aggirati e vilipesi che obbediti o temuti. E tale era la condizione non...
Pagina 100 - Spirito, cil. 111.71. (SRI.™ disperato moriva (1). Capitano di subiti consigli, presto * all'odio, all'amore, al biasimo, alla lode, all'ira, alla riconciliazione : più facile a eseguire un'ardita impresa, che a ponderarne la difficoltà o la giustizia; pronto, audace, ed anzi che audace, temerario; ma in modo che la temerità e la prontezza gli fosse talora origine, talora rimedio di mala fortuna: non mai soggiogato, non mai abbattuto dalla sorte, ma ritrovante in sé contro ogni sciagura nuove...
Pagina 243 - I fanti venivano assoldati a bandiere. Una bandiera comprendeva solitamente due caporali , due ragazzi, dieci balestrieri, nove palvesai e una paga morta; sotto il qual nome s' intendevano i servitori del capitano della bandiera od altra gente inutile, che tuttavia per suo vantaggio gli veniva valutata, come se effettivamente militasse. Le armi di ciascun soldato, sia a pie sia a cavallo, erano determinate (1).
Pagina 6 - Comincia il libro chiamato altro Marte de la vita et gesti de lo illustrissime et potento capitano Nicolo Picinino.
Pagina 248 - Infatti • de' soldati a pié ( narra l'autore della vita di « Antonio Giacomini) in un esercito ben grande era . poco il numero e molto meno l'uso. Portavano poche • arme da difendere , e per offendere lancie molto • lunghe e sottili, con le quali , sebbene ferivano il « nemico da lontano, non potevano però sostenere • l'impeto della cavalleria; e perciò poco si mescola« vano nei fatti d'arme, se non con gran loro van< taggio, e in luoghi montuosi e diffìcili: sicché così « fatte...
Pagina 249 - ... riputazione, ma più tosto atti da essere dalla malizia di quelli aggirati e vilipesi che obbediti o temuti. E tale era la condizione non solamente...