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nazione diventa una famiglia di uomini fratelli, e la distanza dei grandi al popolo gli par tanto minore, quanto è maggiore la massa dell' umanità, che ha avanti gli occhi. I filosofi acquistano dei bisogni e degli interessi non conosciuti dai volgari, quello principalmente, di non ismentire nella pubblica luce i principj predicati nell' oscurità, ed acquistano l'abitudine di amare la verità per se stessa. Una scelta di uomini tali forma la felicità di una nazione, ma felicità momentanea, SC le buone leggi non ne aumentino talmente il numero, che scemino la probabilità sempre grande di una cattiva elezione.

BECCARIA. Dei Delitti e delle Pene,
S. XLII.

Utilità della Storia.

CONSIDERANDO io quanto onore si attribuisca all'antichità, e come molte volte (lasciando andare molti altri esempj) un frammento d'un' antica statua sia stato comperato gran prezzo, per averlo appresso di sè, onorarne la sua casa, poterlo fare imitare da coloro, che di quell' arte si dilettano, e come quegli poi si sforzano in tutte le loro opere rappresentarlo; e veggendo dall' altro canto le virtuosissime operazioni, che le istorie ci mostrano, che sono state operate da regni e da repubbliche antiche, dai re, capitani, cittadini, datori di leggi ed altri che si sono per la sua patria affaticati, essere più presto ammirate che imitate; anzi in tanto da ciascuno in ogni parte fuggite, che di quell' antica virtù non ci è rimaso alcun segno, non posso fare che insieme non me ne maravigli e dolga; e tanto più quanto io veggio nelle differenze che tra i cittadini civil

mente nascono, o nelle malattie nelle quali gli uomini incorronno, essersi sempre ricorso a quei giudicj o a quei rimedj, che dagli antichi sono stati giudicati o ordinati. Perchè le leggi civili non sono altro che sentenze date dagli antichi giureconsulti, le quali ridotte in ordine a' presenti nostri giureconsulti giudicare insegnano; nè ancora la medicina è altra che l'esperienza fatta dagli antichi medici, sopra la quale fondano i medici presenti i loro giudicj. Nondimeno nello ordinare le repubbliche, nel mantenere gli stati, nel governare i regni, nell' ordinare la milizia ed amministrare la guerra, nel giudicare i sudditi, nello accrescere lo imperio, non si trova nè principe, nè repubblica, nè capitano, nè cittadino, che agli esempj degli antichi ri corra. Il che mi persuado che nasca non tanto dalla debolezza, nella quale la presente educazione ha condotto it mondo, o da quel male ch'un ambizioso ozio ha fatto a molte provincie e città cristiane, quanto del non avere vera cognizione delle istorie, per non trarne, leggendole, quel senso, nè gustare di loro quel sapore, che elle hanno in sè. Donde nasce, che infiniti che leggono, pigliano piacere di udire quella varietà degli accidenti che in esse si contengono, senza pensare altrimenti d' imitarle, giudicando la imitazione non solo difficile, ma impossibile, come se il cielo, il sole, gli elementi, gli uomini fossero variati di modo, di ordine e di potenza da quello, ch' eglino erano anticamente. Volendo pertanto trarre gli uomini di questo errore, ho giudicato necessario scrivere sopra tutti quei libri di Tito Livio, che della malignità de' tempi non ci sono stati interrotti, quello che io secondo le antiche e moderne cose giudicherò essere necessario per maggiore intelligenza di essi ; accioc、 chè coloro che questi miei discorsi leggeranno, possano

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trarne quella utilità, per la quale si debbe ricercare la cognizione della istoria.

NIC. MACCHIAVELLI. Discorsi sopra la prima

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NON senza maraviglia ho più volte considerato, onde nasca un errore, il quale, perciocchè universalmente ne' vecchi si vede, creder si può, che ad essi sia proprio e naturale; e questo è che quasi tutti lodano i tempi passati, e biasimano i presenti, vituperando le azioni ed i modi nostri, e tutto quello, che essi nella lor gioventù non facevano; affermando ancor ogni buon costume e buona maniera di vivere, ogni virtù, in somma ogni cosa andar sempre di mal in peggio: e veramente par cosa molto aliena dalla ragione, e degna di maraviglià, che l'età matura, la qual con la lunga esperienza suol far nel resto il giudizio degli uomini più perfetto, in questo lo corrompa tanto, che non si avveggano, che se 'l mondo sempre andasse peggiorando, e che i padri fossero generalmente migliori che i figliuoli, molto prima che era saremmo giunti a quell' ultimo grado di male, che peggiorar non può; e pur vedemo, che non solamente ai di nostri, ma ancor nei tempi passati fu sem-pre questo vizio peculiar di quella età, il che per le scritture di molti autori antichissimi chiaro si comprende, e massimamente dei comici, i quali più che gli altri esprimono la immagine della vita umana. La causa adunque di questa falsa opinione nei vecchi, estimo io per me, ch'ella sia, perchè gli anni fuggendo sene portan seco molte commodità, e tra l'altre levano del sangue gran parte degli spiriti vitali, onde la complession si muta, e divengon de

Sopra il Costume degli uomini di lodare i tempi antichi.

LODANO sempre gli uomini, ma non sempre ragionevolmente, gli antichi tempi, e gli presenti accusano; ed in modo sono delle cose passate partigiani, che non solamente celebrano quelle etadi, che da loro state per la memoria, che ne hanno lasciata gli scrittori, conosciute; ma quelle ancora che, sendo già vecchi, si ricordano nella loro giovanezza avere vedute. E quando questa loro opinione sia falsa, come il più delle volte è, mi persuado varie essere le cagioni che a questo inganno gli conducono. E la prima credo sia, che delle cose antiche non s'intenda al tutto la verità, e che di quelle il più delle volte si nascondono quelle cose che recherebbono a quelli tempi infamia, e quelle altre che possono partire loro gloria, si rendano magnifiche, ed amplissime. Però che i più degli scrittori in modo alla fortuna de' vincitori ubbidiscono, che per fare le loro vittorie gloriose, non solamente accrescono quello che da loro è virtuosamente operato, ma ancora le azioni de' nimici in modo illustrano, che qualunque nasce di poi in qualunque delle due provincie, o nella vittoriosa o nella vinta, ha cagione di maravigliarsi di quelli uomini, e di quelli tempi, ed è forzato sommamente lodargli ed amargli. Oltra di questo, odiando gli uomini le cose o per timore o per invidia, vengono ad essere spente due potentissime cagioni dell'odio nelle cose passate, non ti potendo quelle offendere, e non ti dando cagione d'invidiarle. Ma al contrario interviene di quelle cose che si maneggiano, e veggono, le quali per la intera cognizione di esse, non ti essendo in alcuna parte nascoste, e conoscendo in quelle

sieme con il bene molte altre cose che ti dispiacciono, sei zato giudicarle alle antiche molto inferiori, ancora che verità le presenti molto più di quelle di gloria, e di fama eritassero; ragionando non delle cose pertinenti alle arti, quali hanno tanta chiarezza in sè, che i tempi possono re o dar loro poco più gloria che per loro medesime si ritino; ma parlando di quelle pertinenti alla vita, e cosi degli uomini, delle quali non sene veggono si chiari imonj. Replico pertanto, essere vera quella consuetuè del lodare, e biasimare soprascritta, ma non essere sempre vero, che si erri nel farlo. Perchè qualche volta ecessario, che giudichino la verità; perchè essendo le e umane sempre in moto, o le salgono o le scendono. edesi una città o una provincia essere ordinata al vivere blico da qualche uomo eccellente, ed un tempo per la ù di quello ordinatore, andare sempre in augumento o il meglio. Chi nasce allora in tale stato, ed ei lodi li antichi tempi che i moderni, s'inganna; ed è causato 10 inganno da quelle cose che di sopra si sono dette. Ma oro che nascono dipoi in quella città o provincia che gli enuto il tempo, che la scende verso la parte più rea, ra non s'ingannano. E pensando io come queste cose edino, giudico il mondo sempre esser stato ad un meno modo, ed in quello essere stato tanto di buono quanto isto; ma variare questo buono, e questo tristo di proa in provincia, come si vede per quello si ha notizia lesti regni antichi, che variavano dall' uno all' altro, a variazione de' costumi, ma il mondo restava quel simo; solo vi era differenza, che dove quello aveva a collocata la sua virtù in Assiria, la collocò in Media, in Persia, tanto che la ne venne in Italia, ed a Roma : lopo l'imperio romano non è seguito imperio che sia

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