Gerusalemme liberata, Volume 2Dulau e cia., 1842 |
Parole e frasi comuni
Acarino Adrasto albergo alfin allor alma Altamoro amor anco Apriche arda Argante arme armi Armida Ascalona Asia aura avea Biserta campo CANTO Capitan cavalier Chè ciel Circasso città Clorinda colpo crin desío destrier dicea dolce duce Ecco Egitto elmo empi Eritreo Erulo Etiopi Eufrate fero ferro foco fugge furor genti GERUSALEMME LIBERATA gira Goffredo gran grida guardia Guasconi Guelfo guerra guerrier guisa indi Indo Ismeno l'arme lido lieto loco lunge LXVI medesmo mira mirto monte mortali morte mostri mura nemico Nilo occhi Odoacre omai onor opre Orïente Pagan passi percosse petto piaga pianto piè pio Buglion poscia preghi primiero pugna puote Quinci Quivi Raimondo regno Rinaldo saetta sangue scudo sdegno selva signor sovra spada spirto stuol suon Tancredi Tisaferno torre tosto troncar usbergo Vafrino vede veggio vendetta vinto volge volto XXXVI
Brani popolari
Pagina 146 - Deh mira - egli cantò - spuntar la rosa dal verde suo modesta e verginella, che mezzo aperta ancora e mezzo ascosa, quanto si mostra men, tanto è più bella. Ecco poi nudo il sen già baldanzosa dispiega; ecco poi langue e non par quella, quella non par che desiata inanti fu da mille donzelle e mille amanti.
Pagina 61 - Lei nel partir, lei nel tornar del sole, Chiama con voce stanca, e prega e plora: Come usignuol, cui '1 villan duro invole Dal nido i figli non pennuti ancora; Che in miserabil canto, afflitte e sole Piange le notti, e n'empie i boschi e l'ora...
Pagina 112 - Nomi, e senza soggetto idoli sono Ciò che pregio, e valore il mondo appella. La fama, che invaghisce a un dolce suono Voi superbi mortali, e par sì bella, È un eco, un sogno, anzi del sogno un'ombra, Ch'ad ogni vento si dilegua e sgombra.
Pagina 51 - Misero, di che godi? oh quanto mesti fiano i trionfi ed infelice il vanto! Gli occhi tuoi pagheran (se in vita resti) di quel sangue ogni stilla un mar di pianto.
Pagina 145 - Vezzosi augelli infra le verdi fronde Temprano a prova lascivette note . Mormora l'aura, e fa le foglie e l'onde Garrir, che variamente ella percote. Quando taccion gli augelli, alto risponde ; Quando cantan gli augei, più lieve scote: Sia caso od arte, or accompagna, ed ora Alterna i versi lor la musica ora.
Pagina 290 - Giace il cavallo al suo signore appresso : Giace il compagno appo il compagno estinto ; Giace il nemico appo il nemico ; e spesso Sul morto il vivo, il vincitor sul vinto. Non v...
Pagina 125 - Muoiono le città, muoiono i regni, copre i fasti e le pompe arena ed erba, e l'uom d'esser mortal par che si sdegni: oh nostra mente cupida e superba!
Pagina 151 - Egli al lucido scudo il guardo gira ; Onde si specchia in lui qual siasi , e quanto Con delicato culto adorno spira • Tutto odori e lascivie il crine e '1 manto ; E '1 ferro, il ferro aver, non ch' altro, mira Dal troppo lusso effeminato accanto; Guernito è sì , ch' inutile ornamento Sembra, non militar fero instrumento.
Pagina 149 - Teneri sdegni, e placide e tranquille repulse, e cari vezzi, e liete paci, sorrise parolette, e dolci stille di pianto, e sospir tronchi, e molli baci...
Pagina 52 - Ma chiunque io mi sia, tu inanzi vedi un di quei due che la gran torre accese». Arse di sdegno a quel parlar Tancredi, e: «In mal punto il dicesti» indi riprese; «il tuo dir e '1 tacer di par m'alletta, barbaro discortese, a la vendetta». 62 Torna l'ira ne' cori, e li trasporta, benché debili in guerra. Oh fera pugna, u' l'arte in bando, u' già la forza è morta, ove, in vece, d'entrambi il furor pugna!