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Morghen

Carle I.d'Angio

Re di Puglia e di Sicilia.
Nacque nell' Anno 1998.
Mori in Foggia
Foggia nel 1985.

In Napoli presso Nicola Gervasi al Giganter N. 23

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CARLO I. D'ANGIO'.

NACQUE

ACQUE Carlo d'Angiò di Luigi VIII. Re di Francia e di Bianca di Castiglia nel 1226. Menò a moglie Beatrice figliuola del conte di Provenza, che quello stato ebbe in retaggio e gli recò in dote.

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Nel 1250 seguì il fratello S. Luigi nel passaggio che questi fece in Levante all'acquisto di Terra Santa e non volle la moglie in sì fatta occasione da lui dipartirsi. Egli si fu uno di que' prodi, che in quella spedizione segnalarono il lor nome ed il lor valore, e venuto in poter de' nemici, fu per molti mesi cogli altri in Damiata ritenuto prigione.

Urbano IV. volendosi vendicar di Manfredi e balzarlo dal soglio, mandò a profferirgli la investitura del reame di Puglia e di Sicilia, sollecitandolo a venirne alla conquista. Carlo da prima fu restio, ma indotto dalle istan ze della moglie, donna di alto animo, che mal sofferiva non portare altro titolo che quello di contessa, mentre altre due sorelle eran fregiate del nome di Reine', vi si arrendè.

Postosi in mare, sfuggite le insidie di Manfredi, giunse in Roma, dove da Clemente IV. succeduto ad Urbano già trapassato, fu con splendida pompa e reale, il dì 6. di Gennajo 1266. incoronato insieme con la moglie Re di Sicilia e di Puglia, ed il popolo romano volle in sì fatta occasione eleggerlo a Senatore perpetuo di Roma rinunziando vilmente a questo prezioso vestigio di sua antica libertà.

Carlo ricevuta dal Pontefice la investitura, e stipolatene le condizioni, verso il regno colla sua oste s'incamminò, dove lasciatoglisi libero il passo del Garigliano per tradigione del conte di Caserta ; Manfredi sgomentato a

tal nuova, e poco fidando sulle genti di regno natural

mente amiche di novità, ed allora più che mai sovvertite dagl'interdetti e dalle indulgenze di Roma, gli tenne per mezzo di ambasciadori proposte di accordo. Non ne rilevò però che risposte altiere e baldanzose, onde vedendosi in

taii strette, lasciato buon presidio in Capua ed in S. Germano, per la via di Telese, si raccolse nelle pianure di Benevento, quivi aspettando a piè fermo il nemico.

Carlo niun tempo dando a Manfredi onde rafforzarsi, colà tosto il raggiunse, e venuto con esso a giornata, lo mise in rotta dopo sanguinoso combattimento: Manfredi, avendo date maravigliose prove del suo valore, niuno scampo più vedendo si cacciò nel folto della mischia, e ne rimase estinto. Le genti di Carlo, entrate in Benewento, vi esercitarono ogni maniera di crudeltà, di libidine, di rapina, nulla riguardando che fosse città de Papa.

Carlo dopo questa vittoria, entrò come in trionfo in Napoli, e preso. nelle mani il governo, si diede a riordinar lo stato; ma le sue durezze, i gravi tributi a' quali sottopose i suoi vassalli, lo fecero ben tosto da essi odiare; tal che per mezzo de' Baroni sbanditi dal Regno, chiamarono essi Corradino unico rampollo della casa di Svevia, perchè venisse a ricuperar i suoi stati. Corradino si mosse con poderosa armata, entrato nel. Reguo, venne con Carlo a giornata di là dal lago di Celano, ed il suo esercito, che sul cominciar del combattimento fu. vincitofu poi rotto per consiglio di Alardo di S. Valtr cavalier Francese, del quale Dante così parla: El'altra il cui ossame ancor s'accoglie A Ceperan là dove fu bugiardo, Ogni Pugliese, e là da Tagliacozzo

re,

Ove senz' armi vinse il vecchio Alardo.. Corradino travestito da villano cercò nella fuga scampo; ma scoperto dal Duca di Astura nell' atto barcarsi insieme col Duca d' Austria suo cugino, rardo Conte di Pisa, fu posto nelle mani di quale gli fabbricò processo imputandogli di es batore di Popoli, e ribelle di S. Chiesa. C duca d'Austria, giovinetti di anni diciotto ordine di Carlo tagliata la testa su la pi di Napoli, non essendosi l' animo del piegato a pietà per la loro giovinezza per la loro avvenenza.

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