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Nè qui ebber termine le atrocità di Carlo. Ebbe egli nelle mani Elena degli Angeli, vedova dello sciagurato Manfredi, insieme col picciol Manfredi e Beatrice suoi figliuoli, e rinchiusili nel Castello di Nocera, quivi fece i due primieri morire di fame o di veleno.

Il potere di Carlo si accrebbe oltremodo dopo siffatti avvenimenti, sì per la vastità de' suoi dominj, che per le parti guelfe, che in Italia lo seguivano. Ebbe per dieci anni per mezzo di queste la Signoria di Firenze, si readè tributario il Regno di Tunisi, li furono da Maria Rupini cedute le ragioni sul Regno di Gerusalemme ed aspirava alla Signoria dell' Italia intiera, e sarebbe certamente stato felice, grandi essendo le sue forze in terra, ed' in mare, se avesse in miglior modo i suoi popoli governati, ma la verga di ferro alla quale egli li sottopose fu cagione di tutte le sne sciagure.

Giovanni Signore di Procida, che Carlo avea spogliato de' suoi beni, e tenuto lungo tempo prigione, ordì la rinomata congiura per la quale ebbe effetto il ricantato Vespro Siciliano, onde i Francesi che eran nell' Isola furon tutti spenti, e la Sicilia data al Re Pietro d' Aragona, il quale avea in isposa Gostanza figliuola di Manfredi, e per quanto da alcuni Autori si afferma fu dallo stesso Corradino chiamato al retaggio del Regno. Avuta Carlo la nuova della ribellion di Sicilia, e della strage de' suoi. in tutte quelle furie alle quali il mpetuoso lo inclinava. Egli rivolse

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voleva spento. Il popolo di Napoli in tale occasione si era di già sommosso e corse a furore contro i Francesi, e fu gridato viva Ruggiero di Loria, muoja Carlo e questi volea prenderne vendetta col mettere a ferro e fuoco la Città se non ne fosse stato distolto.

che

Carlo seguentemente sfidò il Re Pietro a duello dovea seguire in Bordeos, ma poi non ebbe alcuno effetto, perchè Pietro non vi si recò nel tempo stabilito. Carlo ritornato in regno, e trovate le sue cose a peggior partito, ne prese tanio dolore, che ne morì di febbre in Foggia nel 1285, e non già che si strangolasse da se stesso come alcuni hanno preteso, fine per altro che egli ben si sarebbe per tanti scellerati e crudeli opere meritato.

Carlo fu sicuramente uno de' più prodi guerrieri e de' più esperti comandanti de' tempi suoi, ma il suo valor militare, e gli altri pregi che lo adornavano erano da opposti vizj oscurati; e per questi egli è da riporsi tra que❜ Principi rinomati per opre famose in crudeltà. La sua smodata ambizione, la sua cupidigia, il suo animo altiero, e che niuna voce sentiva di pietà, rendevanlo a tutti in odio.

Egli abbelli Napoli con edifizj sontuosi secondo que' tempi, lo fortificò con nuove mura, e con nnovi Castelli, ne arricchì l'Università degli studj, e vi chiamò d'ogni parte valenti Professori: ma tutto questo fu nulla rispetto ai danni che vi furon da lui cagionati.

Durante il suo Regno Napoli fu dalla più dura tirannide oppressa; intollerabili erano i tributi e le taglie; le gravezze smisurate; le violenze esercitate impunemente ; le famiglie desolate da timore, il sangue sparso a capriccio per lievi sospetti; i beni, gl'impieghi, gli emolumenti dati alli stranieri e tolti ai cittadini, i patiboli, le torture, le scuri per tutto innalzate; le rapine impunemente da suoi seguaci poste in opra.

Oltre a ciò la sua politica a tanti altri mali diede principio, abolendo le saggie norme ed instituzioni de' Normanni e degli Svevi, e fu cagione che la tirannide feudale prendesse tra noi nuovo vigore.

ANDREA MAZZARELLA DA CERRETO.

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Jacque nella Citta di Nardo Provincia di Lecce nel Mori in Roma nel 1702.

In Nopoli presso Nicola Gervasi al Gigante N. 23

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