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La celebrità d'insegnar la scienza Medica dalla cattedra gli aggiunse maggior credito nel praticarla cogli ammalati. Non accadea malattia difficile e scabrosa, ove non fosse stato egli con successo adoperato. I giorni eran troppo brevi per tante visite e conconsulti, cui era chiamato; e benchè i soli ricchi potessero dargli corrispondente riconoscenza, egli più volentieri visitava i poveri, e tutti coloro che non poteano dargli alcuna mercede. Dall'estremità del Regno venivano gli ammalati per esser da lui governati; e si ha memoria di talune cure difficilissime da lui con prodigiosa felicità eseguite. La sua casa fin dal gallicinio rigurgitava d'infelici, che si recavano a consultarlo. Fin da Boston capitale della Nuova Inghilterra negli Stati Uniti di America, venne un Signore, per esser da lui assistito in una cronica infermità, da tutti creduta immedicabile e letale. Il Cav. Hamilton non d'altri che di Cirillo si valea in medicina,e non altri che lui proponea a tutti gl' Inglesi, e cospicui viaggiatori che in Napoli, capitavano. Ma non solamente per occasione d'infermità amavan costoro la conoscenza di Cirillo, anche per onore e stima che faceasene. La virtuosissima Angelica Kauffman, ornamento del suol di Albio-. ne, chiamata in Napoli da S. M. la Regina, per fare i ritratti, della Real famiglia, mentre fra noi si trattenne, fu l' inseparabile amica di Cirillo, e recavasi ad onore la frequenza delle di lui, visite : Nè partì da Napoli senza fargli colla sua veramente angelica mano il ritratto, che in ricordanza di amicizia lasciogli, ed oggidì si conser❤. va dall' ornatissimo Giudice d'Appello Sig.. Giuseppe Castaldi.

Le somme e sempre rinascenti cure mediche non rallentarono. però giammai in Cirillo lo studio e'l genio della Storia Naturale,. la quale formò mai sempre la sua primogenita occupazione. Egli favori ed appregiò particolarmente tra i suoi allievi quei, che più tale scienza coltivavano. Spedì: a sue spese alcuni di essi in varie parti del Regno, per incoraggiarli a questo studio, e per continuare ad arricchire il suo Giardino del più prezioso nel regno vegeta-. bile. Spedì nella Majella il Ch. Saverio Macri, indi in Capri, e nel promontorio di Sorrento col Sig. Francesco Filomena; in Monte Vergine il mineralogista, Matteo Tondi, e Giovanni Sasso; nella Puglia, in Monte Gargano, ed in Sicilia Gaetano Nicodemi; indi nelle campagne di Capua e nelle Paludi Pontine con Domenico Siciliani; nel Cilento e nella Costa di Amalfi i suddet-. ti Nicodemi e Macri col prediletto e degno suo alunno Francesco› Ricca, ed in ogni anno rimettea, delle somme al Sig. Manni in Taranto, per fargli girar la provincia, e per raccogliere insetti. Da tali spedizioni egli raccolse copiosa dovizia d'Istoria Naturale, di

cui

cui arricchi oltre misura il sao giardino botanico, ove con ingenti spese, ed infatigabile applicazione giunse a coltivare fino a seimila piante. Indi partecipando le sue scoperte ai primi Naturalisti di Europa, specialmente al Sig. Linneo, questi formò un nuovo genere di piante, che in onor dello scopritore intitolò Cirillia. I celebri Ascanius, e Murray, degni allievi di Linneo, si recarono espressamente in Napoli per conoscere Cirillo; e quando furono per la prima volta introdotti nel di lui Museo, e fu loro additato l'Erbario di Ferrante Imperato, che da Cirillo conservavasi, Murray s'inginocchiò, e baciollo più volte con trasporto di venerazione(1).

Così da tutti stimato ed appregiato fu Cirillo mentre visse, e lo fu specialmente da tutto il rispettabile ceto de' Medici,i quali commendarono in lui non meno i geniali talenti, che le virtù morali socievoli. Ma involuto fatalmente nel turbine politico del 1799.

morì.

Le opere dal medesimo date in luce sono le seguenti:

1. Formula medicamentorum ex Pharmacopea Londinensi excerptae. Neap. 1773. in 8. II. Osservazioni intorno alla lue venerea. Ivi 1783. 8. Quest'opera fu tradotta in Francese, in Inglese, in Tedesco, ed in Russo.

JII. De essentialibus nonnullarum plantarum caracteribus. Ibid. 1784. 8.
IV. Fundamenta Botanica. Ibid. 1785. vol. 2. in 8.

V. Specimen Entimologia Neapolitance. Ib. 1787. Tol.

VI. Discorsi Accademici: Ivi 1789. 8.

VII. Tabula Botanica elementares: Ibid. 1790. fol.
VIII. Formulæ medicamentorum usitatiores. Ib. 1791.
IX. Materia Medica Regni Mineralis. Ib. 1792. 8.
X. Clavis Universo Medicina Linnai. Ib. 1793. 8.

8.

XI. Metodo di amministrare la polvere di James. Ivi 1794, 8.

XII. Riflessioni intorno alle acque che si adoperano per la concia de' cuoj. Ivi

1792. 8.

XIII. Cyperus Papyrus. Parma Typ. Bodon. 1796. fol.

XIV. Plantarum Regni Neapolitani fasciculus 1. et II. Neap: 1790.fol. max.

Opere inedite: Il terzo fuscicolo delle piante. L' Insettologia. La Monografic delle Orchidi. Queste con altri MS. si conservano preziosamente dal prelodato Sig. Francesco Ricca, da cui si sono somministrate le notizie recate in questo elogio. Si possono anche fra le opere inedite annoverare le copiosissime note scritte di suo pugno marginalmente all' intera opera di Buffon, e le osservazioni al Genera plantarum di Linneo, ove egli stesso di sua mano disegnò le differenti parti delle piante.

Domenico Martuscelli.

41) Tra le preziose cose che Cirillo conservava nel suo Museo, era il carteg gio autografo del gran Newton col suo zio Niccola Cirillo. Tra le lettere di quel filosofo immortale eravi quella contenente il calcolo della quantità d'acqua, che nel corso di un anno piove nella città di Napoli. Il qual calcolo Newton avea fatto dietro le indicazioni esatte suggeritegli dal detto Niccola, che avea a tal effetto fatto costruire sull'astrico di sua casa un ben condizionato serbatojo, dove raccolse tutta la pioggia di un anno; alla quale aggiungendo la quantità calcolata dalle evaporazioni, stabili al sommo Newton i fondamenti del suo esattissimo calcolo, moltiplicande superficie del serbatojo per quella della città di Napoli,

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Angelo di Costanze

Celebre Istorico e Poeta. Aucque in Napoli nell' Anno 1507, ove mori nel 1591

In Napoli presso Nicola Gervasi al Gigante N.23.

ANGELO DI COSTANZO

La Storia e la Poesia sorridono al nome di Costanzo, che può giustamente chiamarsi il Petrarca ed il Livio Napolitano La sua memoria è da noi adorata con religiosa venerazione; quindi l'omaggio che io vengo a rendere anche una volta a' suoi mani di pochi fiori deve essere grato a chiunque è tenero della nostra gloria letteraria.

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Egli nacque in Napoli nel 1507 da Alessandro Costanzo del Seggio di Portanuova, e da Roberta San' monda, figlia del Conte di Cerreto. Crebbe in un temp nel quale le Lettere Napolitane erano giunte all' ultimo grado di gloria; quando Sannazaro dettava de" versi latini di cui si sarebbe compiaciuto Virgilio, ed il primo dopo gli antichi di novello splendore rivestiva la Poesia Buccolica nell' idioma Toscano; quando il Rota si dolcemente cantava in rima le amorose sue venture e le sue pene; quando l'Altilio, l'Acquaviva, il Seripando empivano l'Italia tutta della loro fama. Circondato da sì grandi esempj Costanzo senti nell'animo il desiderio di acquistarsi una uguale gloria, e sotto la scorta del vecchio Sannazaro e del Poderico coltivò le buone lettere, ed ogni maniera di scientifica disciplina. Per loro consiglio imprese a scrivere nell' età di soli venti anni Le storie del Regno di Napoli: onde vendicare la Nazione dalle calunniose imputazioni del Collenuccio .

Aveva appena posto mano a questo importante lavoro che Don Pietro di Toledo allora Vicerè di Napoli, lo esiliò dalla capitale. Altri pretendono che questa sventura fosse nata dalla invidia che aveano de' suoi sommi talenti e della sua fama molti oscuri Mevj, che si valsero per ottener ciò di una vile calunnia ed altri ci lasciarono. scritto che accadde per amorosa rivalità tra il Vicerè ed il

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