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GENTILE DA LIONESSA (1)·

Sarei colpevole se nello scrivere le Vite degli Uomini Illustri del Regno di Napoli, io dimenticassi i nomi di que' sommi uomini che produsse la città di Lionessa, ove riposano le ceneri degli avi miei, ove nacque il mio buon genitore, e tutti i miei parenti. Nato solo per caso fuori del suo seno, io sento ancora tutti i doveri che il sacro nome di cittadino m' impone. Cari sunt parentes dice Tullio, cari liberi, propinqui, familiares, sed omnes omnium caritates patria una complexa est. Ma il primo debito, che ha il cittadino verso il proprio paese, si è quello d'illustrarne le memorie, e propagarne la fama. Ecco perchè, io mi accingo a scrivere le valorose

ge

(1), Questa città da cui traggo l'origine è nell' Abruzzo Ulteriore. E' situata alle radici di un monte chiamato la Rocca 9 forma quasi il confine del Regno di Napoli verso gli stati Romani. Estende la sua giurisdizione sopra molte ville circonvicine. Gli abitanti ne sono industriosi. La sua origine merita di essere tramandata alla memoria de' posteri. Nel 1250, fra quelle montagne, mentre tutta l'Italia piegava sotto il giogo crudele de' Baroni pensò ad abbattere la tirannìa feudale. Molti degli abitatori di esse collegatisi insieme spensero i loro tiranni, ed acquistarono la libertà. Allora pensarono di stabilire una città, che chiamarono da prima Connessa, come paese nato dalle sostanze riunite di più. Quindi fugli dato il nome di Lionessa che a lei si conviene se riflettasi al valore ed alla generosità che hanno mostrata in ogni tempo i suoi abitanti. Questa città fu dall' Imp. Carlo V., conceduta Margherita sua figlia, quando ella si sposò ad Ottavio Farnese. I Duchi di Parma la governarono per mezzo di un officiale, chiamato Capitano, fino al tempo in cui venne riunita al Regno di Napoli. Nacquero nel suo seno molti uomini valorosi nell' armi echiari per santità o per lettere, lettere, fra' quali molti sono viventi,

gesta di Gentile da Lionessa, uno de' più uno de' più saggi Capitani

di cui l'Italia si onori.

Gentile nacque nel cominciamento del Secolo XV. in Sant' Angelo, villaggio sottoposto a Lionessa. Ei fu di umile condizione, ed apparteneva a lui l'illustrar la sua stirpe con una nobiltà nata dal merito e dal valore, non dal solo caso. La gente sua avendo ricevute gravissime ingiurie da un altra famiglia della terra, nè potendo Gentile allora vendicarla, determinò di partir dalla patria; e come già fece Cajo Mario lasciò l'aratro, e si volse alla carriera delle armi, ove il grande animo suo lo chiamava. Ei si arrolò come umil fante nell'esercito Braccesco, che guerreggiava nella Marca d' Ancona, sotto gli ordini di Nicolò Piccinino, generale del Papa, contro il celebre Francesco Sforza. Non tardò guari a contraddistinguersi il valore del nostro Gentile quindi di grado in grado saFendo giunse ad aver sotto di se una grande schiera di Cavalieri, la quale comandando acquistò molto onore in tutto il corso di quella guerra. Dopo che fu disfatto Nicofò a Monte Lauro, Gentile passò a' servigj de' Veneziani che allora faceano guerra a Filippo Visconti Duca di Milano. Egli si distinse nella giornata di Casale, ove l'esercito Milanese fu battuto dal Veneziano, e nella zuffa che avvenne a Caravaggio egli fece prigione Manno Barile Capitano di chiarissimo nome. Ma la fortuna volubile com'è sempre mostrossi poco dopo contraria al nostro Gentile; stantechè nell' istesso luogo rattaccatosi il combattimento egli venne fatto prigione da' Milanesi.

Ma la Repubblica di Venezia tanta stima acquistò di quest' offiziale che si affrettò di riscattarlo dalle mani de' nemici ; e nel 1452 lo nominò Capitano Generale delle sue armate, togliendo tale dignità sublime a Sigismondo Malatesta Signore di Rimini. E questa l'epoca più bella di sua vita. Avendo deciso la Repubblica di muover guerra allo Sforza ch'erasi fatto Duca di Milano, Gentile stabilì il suo campo sulle rive dell' Oglio e vi restò fino

alla

alla metà di Maggio. Mentre il nemico non se l'aspettava egli ordinò di passar questo fiume alla sua armata, e portò la guerra negli stati di Sforza. Fece che una numerosa schiera de' suoi passasse l'Adda, e spargesse il terrore fino alle porte di Milano. Egli coll' altra parte def suo esercito prese d'assalto il forte la Mussa.

Sforza essendosi portato sul Bresciano coll' armata, Gentile tornò rapidamente sulle rive dell' Oglio. Prese di viva forza Soncino, minacciando di passar tutti a fil di spada gli abitanti se non si rendeano; occupò molti castelli del Cremonese e del Lodigiano, e minacciò Cremona. Prendendo una eccellente posizione militare egli deluse tutti gli stratagemmi che usava lo Sforza per condurlo› fuori de' suoi accampamenti.

Questo Principe si vide astretto a ritirarsi verso il MiFanese. Gentile lo inquietò nella sua marcia, e prese una nuova posizione fra Orci vecchi ed Orci nuovi. Distacco quattromila uomini, che passarono l'Adda, e ruppero il corpo d'armata comandata da Alessandro Sforza, fratello. del Duca, togliendogli le sue munizioni e l'artiglieria .

Intanto l'esercito Milanese prendea la posizione di Quinzano Gentile dopo aver inquietata la sua marcia pose i suoi accampamenti a Soncino.

Sforza decise di fare l'assedio di Brescia. Gentile gli disputò il terreno a passo a passo, evitando sempre di venire a giornata. Fu allora che lo Sforza vedendo che nulla eravi a sperare con un avversario si formidabile nel temporeggiare, come già lo fù Fabio Massimo, lo sfidò al combattimento nelle pianure di Montechiaro, e. gl' inviò giusta il costume degli antichi nostri, un guanto insanguinato Gentile accettò l'invito, ma una gran pioggia sopravvenuta mentre le armate erano a fronte impedi il combattimento e lo Sforza si ritirò a' quartieri d' inverno dolente di non avere avuto durante tutta la campagna nessun positivo vantaggio.

Gentile non rimase ozioso nel principio dell' anno 1453.

Egli

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