Immagini della pagina
PDF
ePub
[merged small][ocr errors][ocr errors][merged small][merged small][ocr errors]

MONSIGNORE GIUSEPPE ORLANDI

Nacque a' 22 Novembre del 1712 in Tricase ne' Salentini dall'antica Famiglia degli Orlandi, e morì in Giovenazzo a dì 15 Aprile nel 1776.

Chi mai amasse di vedere un Uomo rigido Cenobita, sommo letterato, e vigilantissimo Pastore, ne osservarebbe il vero ritratto in Monsig. Giuseppe Orlandi. Fin dalla sua fanciullezza si palesò esatto osservatore di quell' Istituto che aveva abbracciato, diede patentissime ripruove de' suoi grandi talenti, come del pari in seguito si mostrò nel Vescovato degno della sua eminente carica.

Associossi egli nella sua tenera età di anni 12 all' inclita Congregazione Celestina nel Real Monistero di S. Croce di Lecce. Il celebre D. Celestino Dugento, come ottimo conoscitore de' talenti del giovinetto Orlandi, a maggior suo profitto, dopo tre anni in circa, lo invio nella Real Badia di Sulmona, in tempo appunto, che quel sommo uomo del Galiani n'era il Capo, e v'eran a precettori sommi Letterati,, sotto la disciplina de' quali, dopo di aver professato, e preso il nome di Giuseppe, lasciando quello di Felice, che aveva nel secolo, studiò le filosofie e matematiche nel celebre Collegio Eusebiano di Roma, d'onde comechè molto giovinetto, fu inviato a Precettore in varj Monisteri dell' Ordine medesimo, ed ultimamente in San Pietro a Majella di questa Capitale, in unione del famoso P. D. Appiano Buonafede. Ma i talenti di questo illustre Religioso non eran fatti per rimaner sepolti nella oscurità ed umiltà religiosa; e benpresto se gli prestò opportuna occasione nel Regio Ginnasio de' Publici Studj, avendo sostenuto un egregio concorso di fisica sperimentale, e date luminose ripruove delle sue vaste e grandi cognizioni in sì fatte materie, nonmeno che

nel

nelle sublimi matematiche, a pieni voti da quei savj Censori gli fu la Catedra aggiudicata: ed il Re, nell' approvare questa degnissima elezione, volle dippiù onorarlo con conferirgli l'impiego di Regio Revisore de' Libri. Vivono ancora molti letterati, ch' ebbero la sorte di ascoltarne le lezioni. Uniformemente confessano costoro che, sebbene in quei chiari tempi e i Genovesi, ei Martini, e i Cirilli, con tanti altri illustri professori si facessero ammirare per la loro maschia eloquenza, non aver avuto però Giuseppe Orlandi non chi il superasse, ma nè tampoco chi l'uguagliasse, tanta profondità accoppiava di sapere con una fluida e chiara eloquenza. Il concorso degli Ascoltanti alle sue lezioni abbastanza comprovano il detto di questi chiari Uomini suoi scolari. Sommo matematico, e gran fisico ma insieme zelante di promuovere i veri ed utili studj nella Nazione, si restrinse a pubblicare quelle opere soltanto, ch' Ei credette più utili e necessarie, alla gioventù na

zionale.

E primieramente consideraudo egli che il sublime Apollonio ci lasciò confuse le proprietà della Parabola, dell' Ellisse, e della Iperbole, conservando però la rigorosa antica maniera di geometrizzare; perciò egli con maggiore eleganza, chiarezza, e profondità insiemté quelle proprietà separa, dando unitamente una idea più distinta e chiara delle Curve, che nella fisica hanno un uso più frequente. Erano degli anni, che con applauso generale si leggevano, e si studiavano le prolisse ed elaborate sezioni Coniche del 'celebre P. Ab. Grandi. Anzi scomparire in confronto di queste le altre dell' Orlandi, sappiamo, che cessò un tantino l'applauso per le prime, e tutti vollero vedere come mai si potesse ingentilire la ruvidezza matematica, e si avesse potuto vestire di alcune grazie, che generalmente si reputano estranee dal matematico rigore. In somma le sezioui dell' Orlandi furono applaudite, e corsero per tutta l' Europa insieme agli Elementi di Geometria del P. Tacquet. Applicossi in seguito ad illustrare, ed ampliare i famosi

ele

elementi di fisica del celebre Pietro Van-Musckembroeck con copiose e dotte annotazioni, aggiugnendovi un elaborato trattato dei moti de' Corpi celesti, che può servire a' giovani di una facile e spedita introduzione all' astronomia. Non ostante i grandi progressi nella fisica in questi ultimi tempi, i suddetti elementi così accresciuti e migliorati, si fan-` no ancora e leggere e studiare con profitto. Così avviene alle opere d'ingegno, che sono quelle di tutti i tempi. Aveva egli per le mani molte altre fatiche letterarie pronte a publicarsi, vale a dire : Le sue Lezioni di Fisica. Un Corso d'Algebra. Le sue annotazioni alla Fisica di Rohault, ed alla Grammatica delle Scienze di Beniamino Martino: Alcune riflessioni sulla natura de' Lotti: Molte dissertazioni, la più classica delle quali verte sulla Luce, e sù i colori. Ma poichè nel 1753. fù eletto a Vescovo di Giovenazzo; così credette suo dovere da quel momento in poi rinunziare a' suoi diletti studj per unicamente occuparsi, come in fatti totalmente vi si occupò, nella Cura pastorale, facendo a gara nel governo della Chiesa col di lui maggior fratello D. Celestino Orlandi Vescovo di Molfetta, dell' istesso Ordine Celestino Uomo d'immensa dottrina, e di vasta erudizione. Costui, siccome era stato al nostro Giuseppe d'esempio nel Chiostro, e nei costumi, e nello scibile; così nel grado episcopale lo faceva maggiormente rilucere; non essendo Molfetta da Giovinazzo distante, che solo tre miglia. Erano nomi ignoti in quei tempi nella Provincia di Bari le matematiche, e le fisiche. A questi due sommi uomini si deve la luce sparsa in quei luoghi; cosichè i non pochi Letterati, che in ogni ramo ha dato in questi ultimi tempi la stessa Provincia, debbono essere considerati come il frutto delle cure di questi due insigni Vescovi.

Nel 1762. il nostro Monsignor Orlandi fu destinato delegato del Re per il celebre Monistero di donne benedettine di Conversano, e Giudice di appellazione della Curia di Castellana, Terra soggetta nello Spirituale a quel Re

« IndietroContinua »