le astuzie delle cortigiane, le imposture de'sacerdoti i stravaganti costumi de' Pitagorici, il lusso degli abitanti di varie città della Magna Grecia, le adulazioni de' verseggiatori, la viltà de' parasiti, i fallaci stratagemmi de' medici, le ingiustizie de' magistrati. Alesside fu dagli antichi scrittori specialmente commendato per la festività del dialogo, e la soavità impareggiabile della sua versificazione. Egli aggiunse l'esatta dipintura de'costumi, ad una satira urbana non sanguinosa siccome negli scritti de' poeti comici della commedia antica. Ateneo (Lib. II. cosi ne parla: Festivus est propoma omnino illis offert, qui ejus venustatem possunt intelligere ac discernere. Dobbiamo dolerci che l'invido tempo abbia consunte tutte le sue commedie, e che l'indefessa diligenza degli Eruditi sia giunta solo a raccogliere pochi frammenti di esse, i quali, a vero dire, bastano per darci un altissima idea del nostro Alesside. Signorelli (1) ne ha tradotti alcuni in Italiano che noi qui riporteremo. Della favola Aywv, certame, Grozio ci conservò un frammento, con cui si beffa con molta grazia la ridicola vanità de' nobili poveri, che nulla ostante vogliono apparire doviziosi. Eccone la versione Italiana del Signorelli. Conobbi io bene un nostro cittadino (1) Vicende della Coltura delle Sicilie, Vol. 1.o Un altro venustissimo frammento, che ci è rimasto della favola Acwrdasan Macstro di lussuria, si è il seguente: Non lasci tu di rompermi la testa Nulla si scerne, e d'increscevol molto? Non si opprima la mente. Ah non vi è cosa Vanità, fasto, nulla han di reale Passano, al par de'sogni, in sen del nulla. E t'avvedrai che dal mangiare e bere, Cimon, Pericle, Codro, oggi son polve (1) I frammenti che ci rimangono delle commedie di A lesside furono raccolti dallo Stefano, e dal Morello fra le sentenze degli antichi commediografi. Poche sono le notizie, che ci rimangono della sua vita. Da Plutarco (2) sappiamo che morì sulla scena nell'atto ch'era stato coronato. Forse fu l'effetto dell'eccessiva letizia. Egli lasciò un figlio chiamato Stefa (1) Mi sembrò anche pieno di venustà un altro frammento della sua commedia il Fedro, in cui vaghissimamente si descrive l'Amore. Io lo resi così in volgare : Ne uom ne donna è Amor; nè fra' mortali Debbe porsi o fra' numi; di prudenza I dettami aborrisce, eppur di folle Non merta il nome egli ogni forma prende (2). Plut. an seni gerenda Respublica. |