Quando il gran Re che ha sovra l'onde impero L'alte posar sue fondamenta, e starẹ Videla in tante opre sublimi e chiare Città di Marte, ed i suoi chiari lumi Il Sannazaro terminò i suoi giorni in Napoli nel 1530, d'anni settantadue. Fu sepolto nel Tempio di S. Maria del Parto da essolui eretto sulle rovine del suo palazzo di Mergellina, colla dote di duc. 600 annui per quattro sacrifizj quotidiani, pel re pel padre, per la madre e per sestesso. Quivi sorge il suo ricco mausoleo di fino marmo, opera del valente napolitano Girolamo Santacroce. Sull' apice siede il busto al vivo del nostro Poeta; ai lati poggiano le due belle statue d'Apollo e di Minerva, cui spezzati e'l plettro e l' asta si apposero 'impropriamente i nomi di Davidde e di Giuditta; in mezzo evvi un bassorilievo dove sono leggiadramente scolpiti Nettuno, Diana, un Satiro, Marsia ed Apolline; alla base leggesi il famoso distico del Bembo: Da sacro cineri flores: hic ille Maroni Syncerus musa proximus, ut tumulo: che il Bettinelli tradusse con leggiadria veramente poetica: Spargi qui fiori e pianto Al morto Sannazaro Il Menzini ci dà sullo stesso argomento un vaghissime Tomba del gran Sincero. Almi pastori E loro in mezzo, come Dea risiede Le reti, e lunge una bacchetta appare: L' ABATE VITO MARIA DE GRANDIS. |