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mente appellata Afrodisio nella Costa di Barbaria. Perciò questo Generale solea vantarsi di avere in lui solo Achille ed Omero.

Le Rime Liriche del Tansillo furono dallo Stigliani preferite a quelle del Petrarca. Senza adottare cotal sentimento, noi faremo osservare che in esse si scorge per ogni dove una tempra di originalità, comechè gli argomenti da lui trattati fussero quelli più comunemente trascelti dal gregge infecondo de' Petrarcheschi, vale a dire di genere amoroso. Nelle eroiche poesie egli ha sempre vigoria di espressione, ed eleganza di stile. Non possiamo però trattenerci dall' avvertire che se alcuni pochi Sonetti del Tansillo mostrano un qualche sentore della corruzione, che nel seicento pose quasi in fondo la buona poesia Toscana, ve n' hanno nondimeno alcuni e spezialmente quelli di tinta fiera e malinconica, che a me pajono di altissimo merito. Serva d'esempio il seguente Sonetto alla notte:

Orrida notte, che, rinchiusa il negro
Crin sotto 'l vel dell' umide tenèbre
Da sotterra esci, e di color funèbre
Ammanti il mondo, e spoglilo d'allegro;
Io, che i tuoi freddi indugi irato ed egro
Biasmo non men, che la mia ardente fèbre,
Quanto ti loderei, se le palpèbre

Queto chiudessi un de' tuoi corsi intègro!
Direi, ch' esci dal cielo, e ch' hai di stelle
Mille corone, onde fa'l Mondo adorno;
Che ne chiami al riposo e ne rappelle
Dalle fatiche; e che al tuo sen soggiorno
Fanno i diletti, e tante cose belle,

Che se n'andria tinto d'invidia il giorno.

Egli compose pur anche un sacro Poema in quindici canti intitolato Le lagrime di S. Pietro, e spese in cotale lavoro ventiquattro anni. Il mio concittadino Crescimbeni lo chiama incomparabile tra le sacre Poesie. Questo Poema rimase postumo, e se i cittadini di Nola non fussero stati teneri della gloria del Tansillo non avrebbe per avventura, vista la pubblica luce. La prima edizione ne fu fatta in Vico Equense nell'anno 1585. Tre altre ve ne fu

rono

rono posteriormente, ma la migliore a mio credere si è quella di Venezia 1696, con gli argomenti ed allegorie di Lucrezia Marinella Veneziana, ed in fine un discorso di Tommaso Costo Napolitano. Quest' opera fu tanto estimata oltremonti, che il famoso Malherbe ne fece una imi tazione in Francese.

re,

Non sono molti anni che fu posto a stampa un Poema Georgico di Tansillo, che fino allora non so per qual cagione era rimasto inedito. Io favello del Podere in tre canti, pieno di saviissimi consigli a' villici, e scritto con inimitabile soavità di vers. Con questo noi chiuderemo il catalogo delle opere, che del Tansillo ci rimangono. Da varie testimonianze dell' Ammirato si può raccoglieche il Tansillo chiamato al governo di Gaeta nel cadere dell'età sua, morisse in quella città verso l'anno 1569. Tali sono gli eventi della vita di questo eccelso Poeta, ed i giudizj portati sulle sue opere. Noi raccomandiamo la lettura di queste ultime a' giovani ingegni che fermi alla buona scuola del poetare si mantengono usata da' nostri antichi, e disprezzano il vuoto, ed oscuro cicaleccio di gran parte de' moderni verseggiatori. I fantasmi e le nebbie Caledonie formavano, alcuni anni sono, le immagini più predilette da costoro ma risorta appena la buona scuola de' Classici, e commendandosi la imitazione di Dante anche da quelli che mai lo lessero e gustarono, si formò uno strano composto d'immagini Ossianesche e di frasi Dantesche rozze ed antiquate (tralasciandosi quelle leggiadre ed espressive) che può assomigliarsi al mostro descrittoci da Orazio nell' Arte Poetica. Invano i pochi buoni cercarono di opporsi al torrente del cattivo gusto. Le Muse Italiane sempre più si allontanano dalla maestosa semplicità, che prima formava la loro precipua bellezza, e le faceva siedere vicine assai alle Greche ed alle Latine. Noi la troviamo ne' versi di Tarsia, di Costanzo, e di Tansillo; in questo illustre Triumvirato d'incorrotti poeti Napolitani, che per se soli basterebbono ad illustrare la nostra Storia Letteraria.

GIUSEPPE BOCCANERA DA MACERATA.

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Merghen

Galeazzo di Tarsia

Illustre Poeta

Nacque in Cosenza nell'Anno 1450. Si crede che morisse

nel suo castello di Belmonte l'anno 1530.

InNapoli presso Nicola Gervasi al Gigante N.23.

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