Quando c'era il tennis

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Corriere della Sera - 40 pagine
Che fine hanno fatto la volèe di rovescio di Edberg, i colpi folli di McEnroe, i passanti fulminanti di Agassi o le incredibili vittorie di Becker, spesso in rimonta disperata? Che cosa è successo al tennis romantico e spettacolare, dell’imprevisto e dell’istinto? «Il tennis ha perso in qualità spettacolare: è diventato uno sport di resistenza e di forza più che di tecnica. Oggi nessuno va più a rete perché si fa troppa fatica ed è più comodo vincere stando a fondo campo.» A dirlo è Rino Tommasi, voce e memoria storica di questo sport in Italia, che in quest’intervista a tutto campo di Adriano Aiello, rilegge le gesta dei grandi campioni di ieri, la breve vita della «scuola italiana», e i dietro le quinte del mitico «grande slam», dal Roland Garros a Wimbledon. Un inno alla vecchia filosofia dello sport dei «gesti bianchi»? Attenzione: «La verità è che il tennis non mente mai. Ha una sua meccanica che rende molto difficile che non vinca il più forte.»

Informazioni sull'autore (2014)

Rino Tommasi, nato nel 1934 a Verona, è uno dei giornalisti sportivi più noti in Italia. È stato anche un discreto tennista (ha vinto quattro campionati universitari).

Adriano Aiello, trentotto anni, è romano ma trapiantato a Milano. La formazione è informatica con immediata fuga post-diploma verso le materie umanistiche. È un grande appassionato di sport, musica, gastronomia e cinema, settore al quale ha dedicato i maggiori impegni professionali. Dopo la laurea in sociologia, si dedica per anni alla critica e al giornalismo cinematografico. Parallelamente si occupa di regia e montaggio televisivo. Collabora con quotidiani e mensili cartacei, mentre sul web diventa direttore di «Castlerock», prima di passare a caporedattore della rivista per tablet «Best Movie International» e alla direzione del mensile «Total Film Italia». Attualmente è il direttore marketing di «Dissapore».

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