Immagini della pagina
PDF
ePub

CAPO IV.

CONTINUAZIONE.

Sommario.

[ocr errors]

$I. 137. Il Senato e il diritto di guerra - 138. Ordinamenti militari. Strategia - 139. II diritto di transito - 140. Carattere delle relazioni internazionali 141. Non vi fu aspirazione al dominio universale 142. I trattati - 143. Le guerre - 144. Gli ambasciatori, e la loro inviolabilità 145. Diritto e forme della guerra 146. Tributo e sue forme 147. Rispetto per gli alberi frugivori 148. Il bottino. Sue ripartizioni 149. Ripartizione delle terre 150. Gli stratagemmi e l'eloquenza militare - 151. Sepoltura e pietà per i caduti 152. Il rispetto per i giorni religiosi.

§ II.

nieri

153. La schiavitù ebraica. Ragioni di sua mitezza

[ocr errors]
[ocr errors]

154. Trattamento degli stra

155. Naturalità degli stranieri. Due specie di proseliti 156. Diritto di matrimonio con le straniere 157. Protezione degli stranieri. L'adizione de' tribunali 158. Gli arbitrati 159. Carattere generale del diritto ebraico 160. Conchiusione.

§ I.

137. Ed ora esaminiamo gli istituti internazionali del popolo d'Israello.

Dopo che il popolo di Jeova ebbe assicurata la conquista del suolo, Mosè dettò una legislazione ispirata innanzi tutto al pensiero di trattenere lo stesso popolo ne' confini della patria. Questo concetto conforme al genio nazionale si rivela dalle. più alte combinazioni dell'ordine sociale ai menomi particolari legislativi della vita domestica, dal primo momento, in cui lo esercito condotto fuori l'Egitto si trovò a contatto con altre genti non maledette. Lo studio di questa legge è estraneo all'ufficio nostro. Consideriamo soltanto gli istituti, che hanno carattere internazionale.

Per la costituzione mosaica il sacerdozio e gli anziani rimasero custodi delle leggi ed ebbero la potestà di svolgerle. Questo consiglio rappresenta i sapienti ed i prudenti. Attorno ad esso, che rappresenta il consiglio della nazione, si raccolgono le assemblee delle tribù.

Il Senato faceva la pace e dichiarava la guerra ch'era detta arbitraria per distinguerla da quella contro i Cananei, ch'era considerata inevitabile. Per la risoluzione della pace bastava il solo consiglio del Senato; il caso di guerra doveva essere recato al voto dell'Assemblea generale.

Alcuni scrittori ravvisano grandi analogie tra gli uffici del Consiglio degli Anziani e quello Romano, avvisando che la distinzione aristocratica tra patrizî e plebei non esisteva tra gli ebrei.

Queste assemblee delle gentes, genetes, o delle tribù, erano comuni a parecchi popoli, onde non sembra ardita l'opinione del Salvador che riprende il Montesquieu per aver detto che il primo germe del governo rappresentativo si trovò nelle foreste della Germania.

138. Altri narri le vicissitudini sofferte dal Consiglio degli Anziani; qui daremo alcuni ricordi della forza guerriera e dell'ordinamento militare del popolo ebreo. Prima della conquista tutte le tribù formavano un corpo militare, il quale aveva bisogno di essere comandato da un capo militare con un potere quasi dittatoriale. Ordinata la federazione delle tribù, il capo, detto giudice, era eletto con una triplice sanzione del Senato, del Gran Pontefice e del popolo; sino a quando questo magistrato non acquistò il potere reale. Non vi era in Palestina un esercito permanente; ma tutti gli uomini che avevano compiuto 21 anni erano guerrieri. Sotto i re incominciarono gli ordinamenti militari. David divise tutto il popolo in dodici corpi di ventiquattro mila uomini, che ricevevano successivamente l'ordine di star sotto le armi, di prestar servizio a Gerusalemme e di esser pronti a marciare contro il nemico. Salomone ordinò la cavalleria. I depositi di armi erano nelle principali città. Durante la pace ciascuno si dedicava agli esercizi guerreschi trattando la fionda, l'arco, lo scudo, o la lancia. I capi erano indicati dai loro cittadini; il Gran Giudice li nominava. Questi aveva anche il potere di promuovere i valorosi. 1

▲ David, 233.

Durante le guerre gli ebrei erano dispensati dal giorno del riposo e dai cibi proibiti. Le forme delle insegne, le bandiere, i tribunali militari e la necessaria disciplina sono riferite nelle leggi e nelle storie giudaiche. Anche il sistema di difesa e di attacco è stato desunto da queste fonti. La strategia usata dai combattenti è riferita ne' Libri Sacri, ed è stata oggetto di ricerche. Queste notizie sarebbero soverchie per il nostro argo

mento.

139. Le relazioni straniere degli ebrei con le altre genti furono più eque, meno nemiche di quelle con la razza maledetta. Esse furono migliori delle stesse relazioni di molti altri popoli più giovani nella storia. Tutte le volte che le tribù di Israello non si trovarono contro il popolo maledetto, le loro relazioni furono ispirate da un'equa condotta. Infatti anche durante la difficile prova della conquista e dopo che gli ebrei uscirono dal deserto noi veggiamo che avevano il rispetto della indipendenza e della libertà delle altre genti. Quando gli ebrei, usciti dal deserto, giunsero ai confini del paese di Edom, che li separava da Canaan, Mosè inviò ambasciatori al re per chiedergli la licenza del transito. Veggasi con quanto rispetto della indipendenza dello Stato di Edom il condottiero chiese di passare con le sue genti. Ecco la richiesta che si legge nel libro de'Numeri: « Deh! lascia che passiamo per lo tuo paese, noi non passeremo per campi, nè per vigne, e non berremo alcun'acqua di pozzo, cammineremo per la strada reale e non ci rivolgeremo nè a destra, nè a sinistra, finchè abbiamo passato i tuoi confini ». L'Intumeo rispose che avrebbe resistito a mano armata. I figliuoli d' Israele gli risposero: « Noi cammineremo per la strada pubblica, e se noi e il nostro bestiame beviamo della tua acqua, noi te ne pagheremo il prezzo, sol una cosa ti chieggiamo, che possiamo passare col nostro seguito ». Il re ricusò di dare il passo e si schierò armato a resistenza e i figli d'Israele cer

1 Numeri, XXI, 19.

carono altro cammino. Mosè cercò altra via. Questa rassegnazione alla repulsa straniera fu un omaggio reso al rispetto dell'indipendenza di un regno. Essa contiene il primo caso del transito negato ad esercito belligerante sopra Stati pacifici, gravissimo argomento del diritto internazionale.

140. Ottenuta la conquista della terra loro promessa, le leggi e la politica mirarono soprattutto a tenere i popoli nei termini della loro patria. La pace era l'aspirazione del popolo d'Israello. A torto si rimprovera all'ebreo l'orgogliosa pretesa di dirsi il popolo eletto. Tutti i popoli dell'antichità ebbero simigliante orgoglio. Per l'indiano l'uomo che non fosse rigenerato era un Mlecheh, pel giudeo ogni uomo non circonciso era un gentile, così come pel greco ogni uomo non parlante greco sarà un barbaro: pel maomettano ogni uomo non credente nel profeta sarà Kaffiro o Giauro. Però il mosaismo conteneva in fondo una dottrina di pace, perchè l'idea del Dio uno e dell'unità della specie conteneva il germe della dottrina dell'unità del diritto e della solidarietà de' popoli. Questa idea fu nascosta dal primo legislatore mosaico, perchè Mosè dovette preparare una guerra di risorgimento nazionale e di esterminio. Essa uscì più tardi dalla voce del profeta e de'sapienti. D'altronde l'orgoglio nazionale è una forma esagerata del patriottismo. Se produsse gravi danni nei tempi moderni, più facilmente si può perdonare a quei popoli che iniziatori di grandi civiltà, guardando la comune barbarie e superbi de' grandi trionfi nella lotta della vita, si sentirono superiori agli altri popoli per l'ordinamento sociale e per le idee sorreggitrici della loro coesistenza.

141. Parecchi scrittori rimproverarono al giudaismo il pensiero di una dominazione universale. In verità la filosofia ebraica non presenta le prove del pensiero di questa dominazione politica fondata sopra la servitù degli altri popoli. Invece i profeti aspirarono ad una repubblica intellettuale. Sognarono che le altre genti, illuminate un giorno dalla cognizione de'loro diritti, riconoscerebbero il diritto ebraico come il vero modello de' regni della terra.

142. Mosè, dopo aver proibito severamente ogni trattato di alleanza con i popoli di Canaan, diè l'esempio di convenzioni con nazioni straniere e della loro osservanza. La diplomazia e l'uso delle ambasciate non furono quindi ignote al suo popolo.

Noi vorremmo classificare per materia la specie di queste convenzioni; ma le storie primitive limitano per lo più tale materia al solo scopo di accrescere le forze per resistere alla lotta guerresca. I trattati o si facevano per l'inizio di una guerra, ovvero sanzionavano la vittoria e le condizioni tra vinti e vincitori.

143. Le guerre furono fatte o per vendicare le offese, o per respingere le aggressioni, o per dilatare i termini della patria. La loro frequenza dipese innanzi tutto da quello irromper continuo di popoli dall'Oriente verso l'Occidente, il quale un giorno a sua volta resisterà all'irruzione. Noi dovremo guardar l'urto, il miscuglio e la composizione de' popoli per veder quindi sorgere le grandi stirpi, che debbono comporre l'armonia della umanità.

144. Posta l'indole delle convenzioni e delle guerre, le ambasciate erano specialmente inviate per persuadere o distogliere dalle guerre. Jefte, capitano contro gli Ammoniti, mandò al loro re ambasciatori per ritorlo dalla guerra contro Israele. Nel Libro de' Giudici, c. XI, sono riferite le domande degli ambasciatori e le risposte del re di Ammon. I dottori insegnarono appresso che prima di fare una guerra si dovesse proporre la pace. Re David rinnovò la guerra contro gli Ammoniti per vendicare l'offesa fatta alla inviolabilità de' suoi ambasciatori. Alla morte del re mandò per ricambio di cortesia un'ambasciata per esprimere i suoi sentimenti di cordoglio. Gli Ammoniti, gelosi della gloria di David, persuasero il giovane re che gli ambasciatori erano andati per esplorare il paese anzichè per recare parole di conforto. Il re, istigato, fe' prendere gli

SALVADOR, pag. 227.

« IndietroContinua »