CommediaG. Rejna, 1854 - 773 pagine |
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Pagina 15
... intende a conoscere e a difendere il vero ; ma fatiche pur sono , e richieggono tempo e intensione d'animo e di mente , vita modesta e astinente dalle turpi inezie del mondo . Se inimicato ( dice il Boccaccio di Dante ) da tanti e ...
... intende a conoscere e a difendere il vero ; ma fatiche pur sono , e richieggono tempo e intensione d'animo e di mente , vita modesta e astinente dalle turpi inezie del mondo . Se inimicato ( dice il Boccaccio di Dante ) da tanti e ...
Pagina 33
... intende quell'alto linguaggio . E così pensieri , sospiri , spiriti , forze intel- lettuali , morali , vitali , son vestite di for- me leggiadre , e poco partecipanti della tenace materia . Ben vedevano i poeti dell'Italia rinno ...
... intende quell'alto linguaggio . E così pensieri , sospiri , spiriti , forze intel- lettuali , morali , vitali , son vestite di for- me leggiadre , e poco partecipanti della tenace materia . Ben vedevano i poeti dell'Italia rinno ...
Pagina 46
... intende la nobiltà . E comentando la detta canzone , egli av- verte : « Per mia donna intendo sempre quella luce virtuosissima , filosofia , li cui raggi fanno i fiori rinfronzire , e fruttifi- care la verace degli uomini nobiltà ...
... intende la nobiltà . E comentando la detta canzone , egli av- verte : « Per mia donna intendo sempre quella luce virtuosissima , filosofia , li cui raggi fanno i fiori rinfronzire , e fruttifi- care la verace degli uomini nobiltà ...
Pagina 84
... intende ed è certo che codeste sono le anime de ' dappoco : nell ' in- contanente e nel certo quanto veleno ! Celestino nel 1294 rinunzió , dopo cinque mesi e otto giorni , al papato e gli successe Bonifazio , l'amico de'Guelfi ( 1 ) ...
... intende ed è certo che codeste sono le anime de ' dappoco : nell ' in- contanente e nel certo quanto veleno ! Celestino nel 1294 rinunzió , dopo cinque mesi e otto giorni , al papato e gli successe Bonifazio , l'amico de'Guelfi ( 1 ) ...
Pagina 95
... intende Boezio , là dove dice : In ogni avversità di fortuna , la più infelice sorte d'infortunio è l'essere stato felice . E nel Convivio chiama Boezio consolatore : ed esso Boezio ( Cons . , III ) : Che sien tristi le riuscite della ...
... intende Boezio , là dove dice : In ogni avversità di fortuna , la più infelice sorte d'infortunio è l'essere stato felice . E nel Convivio chiama Boezio consolatore : ed esso Boezio ( Cons . , III ) : Che sien tristi le riuscite della ...
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Parole e frasi comuni
accidia altrui amore anco angeli anime Arist Aristotele avarizia avea Beatrice bella bocca Boccaccio bolgia buon Canto Capaneo Cerbero ch'è ch'io chè chiama Chiesa cielo Conv conviene Convivio corpo Corso Donati Cristo cuore Dante dice divina dolore donna duca Enea Ezech fece figliuolo Fiorentini Firenze fuoco gente Georg Ghibellini giustizia Greg grido Guelfi Hæc imagine Inferno intende l'altro l'amore l'anima l'imagine l'uno l'uomo lode Lucan luce Lucifero luogo male Maometto Matth mente mondo monte morte natura nemico nuovo occhi Ovid OVRA padre Paradiso parla parole passo peccato pena pensiero Petr Pietro poco Poeta Psal Purg Purgatorio quæ quivi quod ragione rammenta sangue Semint senso sente signor Somma spirito Stazio superbia terra terzine Toscana Uguccione umana uomini uomo vede veggio verso vidi VIII Virgilio virtù vivo vizio volge XXII XXVI XXXI
Brani popolari
Pagina 77 - Che ricordarsi del tempo felice Nella miseria. E ciò sa il tuo dottore. 42. Ma se a conoscer la prima radice Del nostro amor tu hai cotanto affetto, Farò come colui che piange e dice. 43. Noi leggevamo un giorno, per diletto, Di Lancilotto come Amor lo strinse: Soli eravamo, e senz'alcun sospetto.
Pagina 474 - Questi si tolse a me, e diessi altrui. 43. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu'io a lui men cara e men gradita. 44. E volse i passi suoi per via non vera. Immagini di ben seguendo false, Che nulla promission rendono intera
Pagina 478 - questo è vero. A tanta accusa Tua confession conviene esser congiunta. — 3. Era la mia virtù tanto confusa, Che la voce si mosse e pria si spense Che dagli organi suoi fosse dischiusa. *. Poco sofferse; poi disse: — Che pense? Rispondi a me: che le memorie triste In le non sono ancor dall'acqua offense.
Pagina 175 - Disser : — Coverto convien che qui balli ; Si che, se puoi, nascosamente accaffi. — Non altrimenti i cuochi a' lor vassalli Fanno attuffare in mezzo la caldaia La carne con gli uncin, perché non galli. Lo buon maestro : — Acciocché non si paia Che tu ci sii, mi disse, giù t'acquatta Dopo uno scheggio che alcun schermo t'haia;
Pagina 152 - e quando al caldo suolo. 17. Non altrimenti fan di state i cani, Or col ceffo, or col pie, quando son morsi O da pulci o da mosche o da tafani. 18. Poi che nel viso a certi gli occhi porsi, Ne
Pagina 89 - Come l'occhio ti dice u' che s'aggira. Fitti nel limo dicon : • Tristi fummo • Nell' aer dolce che dal sol s'allegra, » Portando dentro accidioso fummo. • Or ci attristiam nella belletta negra. • Quest'inno si gorgoglian nella strozza, Che dir noi posson con parola integra. — Cosi girammo della lorda pozza Grand'arco tra la ripa secca
Pagina 81 - Ed egli a me: — La tua città, ch'è piena D'invidia, sì che già trabocca il sacco, Seco mi tenne In la vita serena. 18. Voi cittadini mi chiamaste Ciacco. Per la dannosa colpa della gola, Come tu vedi, alla pioggia mi fiacco. 19. Ed io, anima trista, non son sola; Che tutte queste a
Pagina 124 - Per le nuove radici d'esto legno Vi giuro che giammai non ruppi fede Al mio signor, che fu d'onor sì degno. 26. E se di voi alcun nel mondo riede, Conforti la memoria mia. che giace Ancor del colpo che 'nvidia le diede.
Pagina 237 - Che ne porrà nel fondo d'ogni reo. 35. Quel che tu vuoi veder, più là è molto; Ed è legato, e fatto come questo; Salvo che più feroce par nel volto. — 36. Non fu tremuoto già tanto rubeslo, Che scotesse una torre cosi forte, Come Pialle a scuotersi fu presto.
Pagina 276 - lucerna, Uscendo fuor della profonda notte Che sempre nera fa la valle inferna? 16. Son le leggi d'Abisso cosi rotte? O è mutato in ciel nuovo consiglio, Che, dannati, venite alle mie grotte? — 17. Lo duca mio allor mi die di piglio, E con parole e con mani e con cenni,