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I TRACI NELLE EPIGRAFI DI ROM A.

L'ingente numero di iscrizioni scoperte a Roma e nelle immediate sue vicinanze, pubblicate nel Corpus I. L. VI e, dopo l'apparizione del Supplementum (1902) e delle I. G. XIV (Kaibel), nelle «Notizie degli Scavi» ed alcune piú importanti nel Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma, offrono allo studioso un assai ricco materiale in riguardo alla popolazione di Roma imperiale e all'onomastica di tutte le nazioni comprese entro i limiti del vastissimo impero. Oltre agli studi di statistica demografica e alle raccolte di notizie intorno ad alcune questioni di diritto e di antichità romane ed intorno ad una qualsiasi categoria sociale (militari, senatori 1, cavalieri, schiavi 2, commercianti 3, etc.) o ad una certa classe di iscrizioni (sepolcrali 4, votive, sacre, imperiali), potrebbero venirne fuori interessanti lavori di onomastica e di etnografia, che servirebbero poi quale base per altri risultati rispetto al romanesimo in lotta con l'ellenismo e alla romanizzazione dei vari provinciali, durante i primi tre secoli dell'età imperiale.

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Tali lavori sono purtroppo assai pochi ed uno dei motivi principali che rendono difficili le ricerche di toponomastica antica è di certo la mancanza di indici epigrafici, sia per le iscrizioni di Roma (CIL. VI, CIL. XV, Not. Scav.) che costituiscono una imponente parte dei documenti a sfruttare, come per la maggior parte delle iscrizioni greche 5, le quali

1 P. es. Stech, Senatores Romani qui fuerint inde a Vespasiano usque ad Traiani exitum (Klio, X, 1912, Beiheft); G. Lully, De senatorum Romanorum patria sive de romani cultus in provinciis incremento, Roma, 1918.

2 M. Bang, Die Herkunft der röm. Sklaven (Röm. Mitt., XXV, 1910, pp. 223— 251).

3 V. Pârvan, Die Nationalität der Kaufleute im römischen Kaiserreiche, Diss. Breslau, 1909; J. Hatzfeld, Les trafiquants italiens dans l'Orient hellénique, (Bibl. des Écoles Françaises d'Athènes et de Rome, CXV) Paris, 1919; Gummerus in Pauly-Wissowa-Kroll, Real-Enc., IX, 1454 ss. s. v. Industrie und Handel ; Friedländer-Wissowa, Darstellungen aus

der Sittengeschichte Roms, I10 (1922), pp 375-381.

4 Harry Armini, Sepulcralia latina, commentatio academica, Gotoburgi, 1916, pp. 125; cfr. Riv. di filol. class. XLVIII (1919), p. 133—134.

5 Le iscrizioni greche, all'infuori del vecchio CIG. e delle Inscr. Graecae, sono diffuse in una quantità di periodici e di pubblicazioni in tutte le lingue europce, che i Rendiconti della Revue des Études Grecques (P. Roussel), del Journal of Hellenic Studies (M. N. Tod), del Bursians Jahresbericht (E. Ziebarth), etc., appena giungono a farcele conoscere. Per le iscrizioni dell'Attica e di tutta la Grecia si deve scorrere tutte le riviste greche, gli annuari delle scuole

ci riescono utilissime come materiale di paragone. Per poter rintracciare l'origine di un nome proprio o per lo meno il ramo linguistico al quale si riconnette per via di rassomiglianza o di consonanza con altri nomi, bisogna intraprendere lunghe e fastidiose ricerche attraverso un gran numero di riviste esaminando iscrizione a iscrizione, con risultati spesse volte poco soddisfacenti. A questa difficoltà di maneggiare l'enorme materiale epigrafico esistente, aggiungasi la mancanza di buoni ed aggiornati dizionari di nomi propri antichi, che siano fatti appunto in base a tutti i documenti scritti che oggi si possiedono e redatti con tale apparato critico di citazioni epigrafiche da darci la possibilità di collocare i vari nomi nel loro proprio ambiente glottologico e geografico.

Per i nomi greci, anche se romanizzati, che formano di gran lunga la maggioranza dei nomi conservatici, siamo costretti di adoperare anche oggi l'opera assai completa per il suo tempo del Pape, riveduta dal Benseler, Wörterbuch der griechischen Eigennamen, 3a ediz. Braunschweig, 1863-1870, il cui merito sta nel fatto di aver presentato per la prima volta un'abbondante messe di nomi greci attinti in ispecie alle fonti letterarie. Contiene quindi moltissimi dati di toponomastica orientale e di tutti i popoli che gli antichi Elleni vennero a conoscere ed a lasciarne notizie.

Fra gli studi posteriori sui nomi personali greci passa in prima linea la seconda edizione del Fick A., Die griechischen Personennamen nach ihrer Bildung erklärt, riveduta dal Bechtel F. (Göttingen, 1894), il quale ci diede recentemente un'opera capitale molto più completa, in quanto che ne mise a profitto, esaminandoli accuratamente i nuovi dati onomastici; accenno alla «Die historischen Personennamen d. Griech. bis zur Kaiserzeit», Halle, 1917 1.

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Ancora più scarsi sono i lavori intorno ai nomi romani, mentre sui «cognomina» dell'epoca imperiale, i quali presentano il più interessante

straniere di Atene e molte altre pubblicazioni francesi, tedesche, italiane ed inglesi, mentre il materiale delle province europee, che debbono comporre il Xo vol. delle IG., i Tituli Asiae Minoris (poco fa è uscito un fascicolo del II volume delle epigrafi di Licia: Tituli Lyciae lingua graeca et latina conscripti, vol. II, fasc. I edito da E. Kalinka), i monumenti epigrafici greci dell'Egitto e della Cirenaica aspettano ancora qualche riordinamento. Il nuovo Supplementum Epigraphicum Graecum (i primi due fascicoli, 1923, 1924)*, stampato a Leida coi tipi di Sijthoff, sotto la direzione dello Hondius, non contiene che le iscrizioni

tornate a luce o commentate nei periodici delle ultime annate. Cfr. anche E. Ziebarth, Fünfundzwanzig Jahre griech. Inschriftenforschung, nel Bursians Jahresbericht, 184 (1920), pp. 91-139; 189 (1921), pp. 1-52 e specialmente pp. 20—51 (X. Inscriptiones Epiri, Macedoniae, p. 22-32, Thraciae et Moes. inf., pp. 32-39, Scythiae, pp. 39–50); 193 (1923), pp. 60-78.

È uscito ultimamente anche il 1 fasc. del II vol., pp. 80. Cfr. Phil-Woch., 1924 p. 1279.

1 V. anche F. Bechtel, Namenstudien, Halle, 1917. Una critica molto favorevole ebbe l'opera dello Hirzel, R., Der

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materiale onomastico în ciò che spetta le varie nazioni abitanti le provincie, ci mancano pressoché del tutto. Importantissima è la poderosa opera sui nomi gentili dello Schulze Wilh., Zur Geschichte d. latein. Eigennamen (Abhandl. Götting. Gesell. Wissen., Phil.-hist. Klasse, N. F. 5,2), Berlin 1904, che riveste anche un gran valore storico in quanto che riguarda la parte degli Etruschi nello sviluppo del popolo italico 1. Ricordo ancora lo studio del Lambertz, Zur Ausbreitung des Supernomen oder Signum im römischen Reiche (Glotta, IV, 1913, pp. 78—143; V, 1914, pp. 99—169) 2. L'Onomasticon del De Vit3 è incompleto e per il giorno d'oggi ben antiquato, mentre quello che si pubblica ora a Pavia per cura del Perin Jos. fa poco uso delle iscrizioni. Molto più utile diventerà il Thesaurus linguae latinae, quando questa opera straordinaria sarà piú inoltrata, purché gli editori si riferiscano anche alle fonti epigrafiche greche per la documentazione dei vari nomi e formulino nello stesso tempo, dov'è possibile, un'opinione, anche se timida, sull'origine dei detti nomi, che dica qualcosa di piú del solito cognomen barbaricum nel quale c'imbattiamo ad ogni passo 4.

Possediamo pure alcuni dizionari o studi similari su nomi appartenenti ad altre lingue antiche 5, indispensabili per ogni lavoro di onomastica e di etnografia dell'età impériale, visto che la circolazione degli

Name. Ein Beitrag zu seiner Geschichte im Altertum und besonders bei den Griechen (Abhandl. d. phil. hist. Kl. d. sächs. Gesellsch. d. Wiss. XXXVI, no. 2), Leipzig, 1918. Cfr. Fr. Preisigke, Namenbuch, Vorwort, p. 4* e F. Solmsen e E. Fraenkel, Indogerm. Eigennamen als Spiegel der Kulturgeschichte, Heidelberg, 1922, p. 111-112, dove c'è anche una bibliografia più ricca. È stata indetta alcuni mesi or sono la pubblicazione in fascicoli di un altro studio di onomastica greca: C. Autran, Introduction à l'étude critique du nom propre grec (Geuthner, Paris).

1 Lo Schulze tratta con sufficienti particolari usando massimamente fonti epigrafiche la questione dei nomi illirici (pp. 29-48) e tocca anche dei nomi traci (p. 40 e add. 585).

2 Glotta, IV (1913) p. 131–134: Doppelnamen aus Dalmatien, Thracien, Dacien, Moesien. Cfr. anche per i nomi romani: Th. Mommsen, Die römischen Eigenn. d. republ. und august. Zeit (Römische Forschungen, Berlin, 1864, 1, 3, ss); Schneider, Beiträge zur Kenntnis der röm. Personennamen, Zürich, 1874; E.

Hübner, Sprache der latein. Inschr. (Eigennamen) in Iw. Müller, Handb. d. klass. Altertumswiss. I2, p. 653–681; R. Herzog, Namensübersetzungen und Verwandtes (Philologus, LXI, 1897, pp. 33-70); K. Meister, Latein.-griech. Eigennamen, Heft I: Altital. u. römische Eigennamen, Leipzig, 1916.

3 Forcellini, Tolius Latinitatis Lexicon, pars II: Onomasticon, ed. V, De Vit I—IV, 1859—1887 (A—O).

4 Fin dalla lettera C i fascicoli contenenti l'Onomasticon escono separatamente. L'anno scorso (1923) è uscito un fascicolo che esaurisce tutta la lettera D (—Dzoni).

5 Allego qui soltanto i più importanti: Alfred Holder, Altceltischer Sprachschatz, Leipzig, 1896 ss., 3 vol.; Jungfer, Personen- und Ortsnamen Spaniens und Portugals, 1902; Förstemann, Altdeutsches Namenbuch, vol. I. Personennamen, ed. 2, Bonn, 1900; M. Schönfeld, Wörterb. der altgerman. Personen- und Völkernamen, Heidelb. 1911 (German. Bibliothek, herausg. v. W. Streitberg 1, 4, 2); Joh. Sundwall, Die einheimischen Namen der Lykier, nebst einem Verzeichnisse kleinasiatischer

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abitanti dell'impero e perfino di coloro che penetravano come stranieri in cerca di guadagno nelle provincie romane, era talmente viva che il miscuglio di razze e la convivenza assieme di individui appartenenti ai popoli piú differenti non può far meraviglia 1 e quindi rende necessaria una accurata scelta tra i nomi di tante nazioni.

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Coll'aiuto di questi studi onomastici e coll'uso del maggior numero possibile d'iscrizioni di tutto il mondo romano come materiale di allegazione, in base al quale si possa ricavare l'individualità di ciascun nome in parte, si potrebbe ben approfondire una quantità di problemi di primo ordine riguardo alle relazioni fra i vari popoli sudditi dell'impero. Ne risulterebbero di certo lavori bene documentati sulla popolazione dei grandi centri abitati oppure di intere provincie, e vedremmo con tutt'altri occhi la questione della colonizzazione e la romanizzazione di alcune di queste, come per esempio quella della Dacia.

L'utilità di siffatte ricerche non può sfuggire a nessuno studioso. Le poche che conosco, sebbene per la maggior parte abbraccianti campi piú ristretti, riferendosi cioè agli rappresentanti di una nazione o di una sola categoria sociale, e basandosi particolarmente sulle indicazioni etniche o geografiche che aggiungono spesse volte i dedicanti od i commemorati delle epigrafi, e non già sul materiale onomastico infinitamente più ricco, sono tuttavia di prima importanza per gli studi dell'antichità classica e servono oramai come lavori fondamentali per tirarne insegnamenti di ordine piú generale.

Namenstämme, Klio, XI, 1913, Bei-
heft (molto utile poiché ci mette in
grado di evitare confusioni tra alcuni no mi
traci e i nomi dell'Asia Minore); Ferd.
Justi, Iranisches Namenbuch, Marburg,
1895; Wilh. Spiegelberg, Aegyptische und
griech. Eigennamen aus Mumienetike`en
der römisch. Kaiserzeit, Leipzig, 1901. Ag-
giungo il ricchissimo indice di tutti i pa-
piri e monumenti greco-egizii del Preisig-
ke, Fr.: Namenbuch, enthaltend alle grie-
chischen, lateinischen, ägyptischen, he-
bräischen, arabischen und sonstigen se-
mitischen und nichtsemitischen Men-
schennamen, soweit sie in griechischen
Urkunden (Papyri, Ostraka, Inschriften,
Mumienschilder, usw.) Aegyptens sich vor-
finden, Heidelberg, 1922. Il volume si
chiude coll'aggiunta di elenchi dei nomi
abissini, arabi, arameici, cananeici (ebrei
e fenici) e persiani contenuti nell'opera,
redatti dal Littmann Enno. Il titolo di
questo copiosissimo catalogo onomastico
parla da se; è superfluo dunque accen-

tuarne l'utilità. Degli oltre 17.000 nomi, 8.000 sono greci (o grecizzati) e 920 romani, come ce lo dice l'autore stesso (p. 4*) morto poco fa. La raccolta di Traci che potei ricavarne è veramente importante. Io sono stato in grado di consultarlo mercé la gentilezza dei ss. professori Federigo Halbherr e Giuseppe Cardinali, i quali lo ordinarono, per la biblioteca della Scuola Arheologica italiana di Roma (costa la bellezza di 7 dollari). Perciò rivolgo a loro i miei vivi ringraziamenti, come anche per i dotti consigli che mi hanno offerto riguardo a certi dati di antichità e di epigrafia greco-romana che mi riuscirono utilissimi in questo mio lavoro.

Per i nomi africani cfr. Thicling, Helenismus in Kleinafrika, 1911, pp. 78-149. Per gli studi riguardo ai Traci v. piú giú (p. 65–70).

1 Cfr. Friedländer-Wissowa, op. cit., I1o, pp. 318-390 (cap. VI: Das Verkehrswesen).

Molte di esse trattano soprattutto argomenti relativi all'esercito romano oppure di qualche stato ellenistico. Possiamo citarne un elenco intiero: P. M. Meyer, Heerwesen der Ptolemäer und

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Römer

in Aegypten, (Leipzig, 1900) 1; J. Lesquier, Les institutions militaires de l'Égypte sous les Lagides, thèse, Paris, 1911; A. J. Reinach, Les mercenaires et les colonies militaires de Pergame (Rev. Arch., 1908 2, pp. 174-218, 364-389; 19091, pp. 102-119 e 363-377; 19092, pp. 55-70, Les mercenaires thraces, p. 59 ss.); J. Lesquier, L'armée romaine d'Égypte d'Auguste à Dioclétien (Rev. de Philol., XXVIII, 1904, p. 1 ss.); W. Harster, Die Nationen des Römerreichs in den Heeren der Kaiser, 1873; Th. Mommsen, Militum provincialium patriae, nella Ephemeris epigraphica, V, (pp. 159–249) 2; H. Dessau, Die Herkunft der Offiziere und Beamten des römischen Kaiserreichs während der ersten zwei Jahrhunderte seines Bestehens, colle liste delle patrie secondo le iscrizioni, in Hermes, XLV (1910), pp. 1–26 e add. 615-617; Walt. Baehr, De centurionibus legionariis, Berlin, 1900; O. Bohn, Ueber die Heimat der Praetorianer (Wissenschaftliche Beilage zum Programm des Friedrichs Realgymnasium) Berlin, 1883; Liebenam, Equites singulares in PaulyWissowa, Real-Encyklopedie, VI, (col. 312-321) 3; Lindley Richard Dean, A study of the cognomina of soldiers in the Roman legions, Dissert., Princeton, (1916) 4; M. Bang, Die Germanen im römischen Dienst bis zum Regierungsantritt Constantins, Berlin, 1906; R. Cagnat, L'armée romaine d'Afrique, ed. I, 1892, ed. II, 1912-1913.

Tra gli studi che trattano altre classi sociali citiamo come più importanti: V. Pârvan, Die Nationalität der Kaufleute im röm. Kaiserreiche, opera già mentovata, ricchissima di fonti monumentali e adoperando largamente anche i papiri; M. Bang, Die Herkunft der römischen Sklaven (Röm. Mitt., XXV, 1910, pp. 223-251); A. Schulten, Die Peregrinen-Gaugemeinden des römischen Reichs (Rhein. Mus. f. Phil., 1895, p. 489 ss.) 6.

1 Alla p. 181 l'indice dei Traci contenuti nei documenti che mette in valore.

2 I soldati delle regioni trace sono indicati, secondo lo ethnikon o il toponymikon delle iscrizioni, alle pp. 184–188.

3 Nella col. 315 il prospetto degli eq. sing. originari dei paesi traci.

4 Lo studio del Dean è molto importante per la sistemazione dei «cognomina» dei legionari, ripartiti in parecchie rubriche, tra le quali vi sono alcune contenenti i «cognomina», secondo la loro origine etnica. V. per i nomi traci p. 100— 102; se ne trovano però anche in altre categorie, p. es.: Aulucentius e Sudius, fra i «cognomina in -ius» (p. 89), Mestua

fra i «cognomina of uncertain origin» (p. 102), Arusenus Turesi e Tara fra i «cognomina of celtic origin» (p. 94), Dolens fra i «cognomina» formati di aggettivi participiali (p. 73). La seconda parte contiene un elenco di tutte le iscrizioni adoperate. Anche in questo studio si fa poco uso delle epigrafi greche e dei papiri. Cfr. la recensione del Pareti L., nella Rivista di filol. classica, Torino, XLVI (1918), p. 371.

5 Alla pag. 237 gli schiavi Traci, Bessi, Maedi, Moesi, Dardani e Daci, cfr. anche p. 226.

• Alla pp. 534-536 le iscrizioni riferentisi alle tribú e alle regioni trace.

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